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Autore: hemmoseyes    18/05/2014    0 recensioni
19 maggio 2013 >> 19 maggio 2014
Per non dimenticare.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro idolo,
è triste sapere che per quanto tu possa dire di volermi bene non me ne vorrai mai tanto quanto te ne voglio io;
è triste sapere che ad un concerto, per esempio, io vedo davanti ai miei occhi la persona che mi ha dato la forza di andare avanti quando avevo solo voglia di mollare, mentre tu davanti ai tuoi occhi vedi solo milioni di facce sconosciute che urlano il tuo nome;
è triste come un concerto per te è solo il tuo lavoro, mentre per me è uno dei giorni più belli della mia vita. E io me lo ricorderò per sempre sai?
Come quel 19 maggio, dove hai detto che è stato il concerto migliore di sempre e io come una stupida ci ho creduto, e ci crederò per sempre.
Mi ricordo tutto di quel giorno, sai?
Mi ricordo tutto anche di quel 3 novembre 2012, da dove tutto è partito.
Mi ricordo di essermi svegliata prima di tutta la mia famiglia perché ero in ansia.
Mi ricordo di essere entrata su twitter e di aver scritto “buona fortuna, ragazze” perché in fondo siamo una famiglia.
Mi ricordo del mio cuore che batteva forte per la paura di non riuscire a prendere quei biglietti.
Mi ricordo la chiamata con una mia amica mentre lei mi confortava e mi faceva forza.
Mi ricordo il momento in cui mi sono seduta al tavolo della cucina con mio fratello, con due computer davanti, pronti a schiacciare su “ACQUISTA BIGLIETTI” esattamente alle 10.00.
Mi ricordo quanta paura ho avuto quando ticketone si era completamente bloccato, già alle 10.01.
Mi ricordo che, alle 10.07, il sito si era finalmente caricato e diceva “SOLD OUT”.
Mi ricordo le lacrime che stavano scendendo e mio fratello che faceva di tutto per trovare ancora un posto libero.
Mi ricordo le mie milioni di domande perché non capivo che cosa stava succedendo.
Mi ricordo, inoltre, mio fratello che si alza dalla sedia, mi guarda negli occhi e mi dice “Sorellina ti informo che andrai al concerto degli One Direction”; e mi ricordo anche di averlo abbracciato forte mentre le mie lacrime scendevano
 
E questa è solo una piccola parte di quello che ricordo di questo lungo viaggio.
Ho aspettato 197 giorni una data che non dimenticherò mai; perché mi ricordo perfettamente quel 19 maggio.
Mi ricordo di essermi svegliata alle 8 del mattino e ricordo che non volevo alzarmi perché avevo paura, paura che quel giorno cominciasse per paura che potesse finire.
Mi ricordo di non aver fatto colazione perché avevo troppa ansia.
Mi ricordo che sono andata in camera e ho messo tutto il necessario dentro lo zaino.
Mi ricordo che ho preso un quadernetto per poter scrivere che cosa stavo provando in quel momento, ma le parole non uscivano e sono riuscita a scrivere semplicemente “Non ci credo che realizzerò il mio sogno”
Mi ricordo di aver guardato su Internet com’era il tempo a Verona e ricordo la preoccupazione nel vedere che pioveva.
Mi ricordo che alle 10.00 è arrivata una mia amica a casa mia.
Mi ricordo che sono entrata in camera un’ultima volta, ricordo di aver guardato i miei poster sulla parete e ricordo di aver detto “Quando tornerò, vi avrò visto dal vivo”
Mi ricordo che alle 10.30 siamo partite e mi ricordo la paura, l’angoscia, l’ansia e la felicità.
Mi ricordo il viaggio in autostrada.
Mi ricordo l’ansia che cresceva perché a Vicenza diluviava.
Mi ricordo la mano della mia amica che stringe la mia.
Mi ricordo quando siamo arrivate all’uscita della’autostrada.
Mi ricordo tutte le macchine intorno a noi, tutte le ragazze che come me quel giorno avrebbero realizzato il loro sogno.
Mi ricordo la mia preoccupazione che spariva perché a Verona c’era il sole.
Mi ricordo quando ci siamo fermati ad un semaforo e in fianco a noi c’era il camion dei ragazzi con i loro strumenti dentro; ricordo di aver abbassato il finestrine e di aver allungato una mano per poterlo toccare con la consapevolezza che, quel camion, qualcosa a che fare con loro ce l’aveva.
Mi ricordo mio papà che sbaglia strada.
Mi ricordo di essere arrivata in centro a Verona.
Mi ricordo mio papà che parcheggia l’auto.
Mi ricordo di essere andata in un bar.
Mi ricordo, poi, di essere uscita velocemente con la mia amica e di aver raggiunto l’Arena.
Mi ricordo due ragazzi dietro di noi che parlavano male dei nostri idoli e mi ricordo di essermi girata e di avergli urlato qualcosa; con tutta quell’ansia non era proprio il momento di farmi incazzare.
Mi ricordo di essere arrivata davanti l’Arena e mi ricordo di aver preso paura per tutte le persone che c’erano.
Mi ricordo di essermi messa in fila al gate 11.
Mi ricordo di essermi seduta per terra dietro ad un sacco di ragazze.
Mi ricordo di aver provato a mangiare qualcosa, ma l’ansia mi stava già divorando lo stomaco.
Mi ricordo di aver cominciato a parlare con delle ragazze che poi sono diventate quelle con cui ho passato il giorno migliore della mia vita.
Mi ricordo che ogni tanto sentivamo delle urla e avevamo paura che fossero arrivati i ragazzi.
Mi ricordo, poi, che nel pomeriggio erano arrivati sul serio e che abbiamo chiesto ad una mamma ditenerci il posto in fila e che siamo corse subito verso l’autobus rosso appena arrivato in Arena.
Mi ricordo che in quel preciso istante ha cominciato a piovere.
Mi ricordo che eravamo troppe.
Mi ricordo il nervosismo nel non vederli uscire e la consapevolezza che non li avremmo visti.
Mi ricordo tutta la pioggia presa.
Mi ricordo le urla per farli uscire e chissà, magari dietro quei finestrini scuri ci hanno visti e hanno parlato di noi.
Mi ricordo di aver visto una mano e mi ricordo la convinzione che fosse quella di Niall.
Mi ricordo l’autobus che fa retromarcia e mi ricordo di essere tornata in fila, fradicia da testa a piedi.
Mi ricordo le ore passate in piedi perché ormai era tutto bagnato per terra.
Mi ricordo la fatica nell’uscire dalla fila per andare in bagno mentre delle ragazze ci tenevano il posto.
Mi ricordo di essere tornata in fretta per paura di perdermi qualcosa.
Mi ricordo di aver guardato in altro insieme a tutte le altre ragazze, di aver visto Josh che ci filmava, Camryn che ci salutava …
E mi ricordo di aver visto dei ricciolini spuntare da sotto un cappello beige; un ragazzo neanche ventenne che ci osservava dall’alto dell’Arena, incredulo.
Mi ricordo di aver urlato come non avevo mai fatto prima, con tutta l’aria che avevo nei polmoni.
Mi ricordo che stavo tremando in quel momento; sorpresa, stupita, felice, entusiasta, fiera, stupefatta da ciò che stava succedendo.
Mi ricordo di aver viso un cappello rosso e degli occhiali scuri che nascondevano i capelli biondi e gli occhi azzurri di un quasi ventenne; lui sì che era carico, pieno di vita, con la voglia di scherzare, come sempre.
Mi ricordo subito dopo di aver visto il mio Batman, con la maglia di Iron Man, e lì sì che mi ricordo di aver pianto tutte le mie lacrime. Piangevo perché lì, a pochi metri sopra di me, c’era il mio angelo, il mio supereroe.
Mi ricordo che si sono messi a “giocare” con noi, alzavano le braccia e dovevamo urlare, le abbassavano e dovevamo stare in silenzio.
Mi ricordo i loro sorrisi perfetti e mi ricordo anche che con tutte quelle urla riuscivo a sentire le loro risate che riecheggiano ancora nella mia testa.
Ho sempre detto che avrei tanto voluto essere la causa di quei sorrisi che ho sempre e solo visto in foto e, quel giorno, in quel momento, io e le altre ragazze lo eravamo davvero.
Mi ricordo i “we love you” urlati
Mi ricordo i baci che ci mandava il biondino
Mi ricordo quando quel biondo si lasciò andare, aprì le bracci, e vi giuro, in quel momento “noi eravamo infinito”
Mi ricordo i 3/5 dei nostri ragazzi che se ne vanno e noi che piangiamo insieme e che ci stringiamo e ci abbracciamo, non conoscendoci neanche.
 
Mi ricordo il momento in cui hanno aperto i cancelli, 18.15. le prime fan che entrano in Arena, che urlano e sono felici. Mi ricordo che, nonostante la distanza, riuscivo a vedere i loro sorridi da quanto erano brillanti e pieni di gioia; da lì a poco avrei sfoggiato anche io quel sorriso.
19.30; ancora ferme nello stesso identico punto dell’ora prima; poi succede ciò che ci ha fatto crollare: i cancelli chiusi, l’Arena piena.
A 10 metri, dalla realizzazione del proprio sogno e milioni di ostacoli da superare e la cosa peggiore era non avere le forse di superarli.
Mi ricordo che mi crollò il mondo addosso, letteralmente. Sentivo il cuore scoppiare, le gambe tremare e le lacrime, sempre pronte a scendere.
Mi ricordo la corsa verso il gate 69 e mi ricordo che non si passava perché c’era il bus dei ragazzi parcheggiato lì davanti
Mi ricordo la corsa per tornare al gate 11, ancora chiuso
Mi ricordo la corsa verso il gate 6, chiuso anche quello.
Mi ricordo una delle mamme cha va a chiedere alla guardia per quale morivo non ci facevano entrare.
Mi ricorso la risposta della guardia “E’ tutto pieno signora, non entra più nessuno”.
 
Com’era possibile che lì dentro ci fossero già 20 mila persone, se lì fuori ce n’erano come minimo altre 10 mila con il biglietto in mano?
Il mio sogno si stava trasformando in un incubo, uno di quelli che non augureresti neanche al tuo peggior nemico.
Dire che mi sentivo distrutta è dir poco.
Mi ricordo le lacrime, il respiro corto, il mal di testa, il mal di schiena; tutto per cosa? Niente.
Un’intera giornata sotto il sole, sotto la pioggia, tra ragazzine urlanti che spingevano e ti facevamo mancare l’aria; sono quasi svenuta, ho quasi vomitato, per cosa? Per rimanere fuori dall’Arena, con il biglietto in mano, sentendo la musica di Camryn che rimbombava da fuori.
Era tutto finito, tutto fatto per nulla.
“Forse potete provare al gate 15”
Mi si illuminarono gli occhi.
Cominciammo a correre verso quel gate 15; il cancello aperto, nessuna fila, solo qualche ragazza senza biglietto che ci disse “Lasciatele passare, loro hanno il biglietto. Divertitevi anche per noi ragazze”
Mi ricordo la guardia che mi strappa il biglietto.
Mi ricordo io e le mie amiche che corriamo su per gli scalini, fino a dentro quell’Arena, fino alle gradinate non numerate, fino alla realizzazione del nostro sogno.
Mi ricordo di aver salito i gradini mano nella mano con delle ragazze che avevo conosciuto poche ore prima.
Mi ricordo di aver ballato, cantato, di aver finalmente tirato un sospiro di sollievo.
Mi ricordo di aver pensato “Ce l’ho fatta”. E cavolo, ce l’avevo fatta davvero
Mi ricordo Camryn che se ne va.
20.30
Mi ricordo le pubblicità, mi ricordo le canzoni delle Little Mix, dei 5SOS, di Olly Mars
Mi ricordo i video stupidi dei ragazzi, quelli pre-concerto.
Mi ricordo il cuore che batteva forte, molto molto forte
Mi ricordo la testa che pulsava, la musica che rimbombava.
Mi ricordo le luci
Mi ricordo Sandy, Dan e Josh che cominciano a suonare.
Up All Night.
Mi ricordo di aver girato lo sguardo verso il resto dell’Arena e di aver visto più 20 mila ragazze felici.
Mi ricordo di essere tornata a guardare il palco, di aver urlato e di aver visto 5 angeli.
“It feels like we’ve been living in fast-forward”
 
Mi ricordo di aver cantato ogni singola parola di ogni singola canzone.
Mi ricordo di aver urlato come non avevo mai fatto prima.
Mi ricordo le lacrime che scendevano.
Mi ricordo le guance che mi facevano male da quando sorridevo.
Mi ricordo le loro voci, che sentivo dal vivo per la prima volta.
Mi ricordo le mani e le ginocchia che tremano dopo 7 ore e mezza di fila.
Mi ricordo i “Grazie mille” dei ragazzi dopo ogni singola canzone.
I “principessa”
I “Verona scream!”
I “a massive thank you”
I “Best concert ever”
Mi ricordo l’intera Arena che inizia ad urlare “we love you” e mi ricordo Liam che ci dice “But we love you more” (https://www.youtube.com/watch?v=IWyBwsAThRA)
Mi ricordo lo stupore nell’aver fatto piangere tutti e cinque i ragazzi, loro commossi da quanta strada hanno fatto e noi commosse da quanto fiere siamo di loro.
 
2 ore di concerto. 21 canzoni. 20 mila fans. 5 ragazzi.
 
Mi ricordo l’ultima canzone “What Makes you Beautiful”
Mi ricordo Niall dispiaciuto più di noi che il concerto fosse finito.
Mi ricordo la canzone che finisce, il cuore che comincia a battere meno forte, i ragazzi che cominciano a salutare, che ci mandano baci, che continuano a ringraziarci.
Mi ricordo i 5 angeli che se ne vanno, la musica che diventa sempre meno forte fino a spegnersi.
Mi ricordo le 20 mila ragazze che se ne vanno.
Mi ricordo di aver preso una bottiglietta di acqua vuota, di averla aperta e di aver fatto entrare l’aria pensando che i loro respiri e i nostri potessero durare per sempre lì dentro. So che sembra stupida come cosa, ma quella bottiglietta è ancora in camera mia, dopo un anno.
Mi ricordo di aver preso le mie cose e di essere uscita dall’Arena con la mia amica. Ricordo di aver salutato le ragazze che avevo conosciuto lì, con la consapevolezza che non le avrei più riviste, ma felice di aver passato il giorno migliore della mia vita con loro.
Mi ricordo di aver incontrato i miei genitori. Mi ricordo di essere scoppiata a piangere tra le braccia di mio papà.
Mi ricordo di aver camminato fino alla macchina, di essere salita e di essere partita per tornare a casa.
Mi ricordo la mano della mia amica che prende la mia e che la stringe per tutto il viaggio. Ricordo di essermi addormentata e di essermi svegliata a casa.
 
Il giorno dopo non sono andata a scuola, impossibile poterci andare.
Mi ricordo di aver sistemato le mie cose e di aver acceso il computer per vedere cosa si diceva della sera prima su internet.
Tutti si congratulavano con noi. Le fans inglesi dicevano che avevamo fatto sentire i ragazzi a casa, che eravamo state bravissime.
 
Ora, dopo che è passato un anno, ricordare tutto questo e riportarlo alla mia mente mi ha fatto capire quanto importante fosse stato quel giorno, e quanto importanti sono quei ragazzi.
 
Quando quel 19 maggio ho riempito la bottiglietta con l’aria di Verona mi ero ripromessa di non aprirla fino all’anno dopo, ma solo se fossi stata sicura che sarei andata al loro prossimo tour. Beh, ora che so che andrò ad uno dei due concerti a San Siro posso aprire quella bottiglietta e sentire se l’aria che c’è dentro sa ancora un po’ di loro.
La svuoterò per poterla riempire di nuovo dei loro respiri al prossimo concerto, quei respiri che hanno iniziato sulle scale degli studi di Xfactor e che ora riempiono gli stadi più grandi del mondo e che hanno riempito milioni di cuori.
  
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