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Autore: Dipax98    19/05/2014    3 recensioni
*ATMOSFERA POST ALLEGIANT*
Sono passati tre anni da quando è successo; Tobias adesso sta iniziando a rifarsi una vita. Ma una notte qualcuno suona alla sua porta. Incuriosito va ad aprire, e davanti a suoi occhi increduli c'è Tris.
Tra segreti e bugie, avrà luogo l'ultima avventura di Quattro e Tris...
Recensite tanti, mi raccomando ;)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO UNO

Dlin.Dlon.
Il campanello che suona mi risveglia dal sonno. Sonno, che parola grossa. Anche se non lo ammetto, da quando Tris è morta non sono più riuscito a dormire davvero. Niente più totale annullamento dei sensi, solo un torpore febbriciante interrotto ogni tanto dal volto di Tris che riaffiora nei miei pensieri.
Dlin. Dlon.
Mi chiedo chi sarà mai a quest'ora, non riceviamo molte visite. Specialmente non di notte.
-Tobias, và ad aprire, per favore- la voce di Cara è assonnata e un po' rauca, mentre si rivolta tra le lenzuola.
-Va bene, tesoro- replico, tanto non dormirei comunque.
Mi alzo e attraverso il corridoio ampio e spazioso, fino a raggiungere la porta d'ingresso.
Il campanello continua a suonare, assordante e fastidioso.
L'orologio sopra la porta segna le due del mattino, accendo la luce. Sbuffo. Giro la maniglia e apro la porta; il mio cuore smette di battere.
Davanti a me, minuta e bionda come l'ultima volta, c'è Tris.


***

 

Sicuramente ho un'allucinazione, non è la prima volta. Anche se sono passati tre anni, mi manca ancora. E' vero, Cara mi ha aiutato a superare il mio dolore, ma nessuna potrà mai sostituire Tris. Lo shock è troppo quando capisco che è reale, che lei è davvero davanti a me. I capelli sono cresciuti e le solleticano le spalle. Indossa un top logoro che le lascia scoperti i tatuaggi e un paio di jeans sbiaditi. Ha la stessa bellezza guerriera di un tempo.
-Ciao, Tobias- abbozza un sorriso.
Spalanco la bocca. Non so che pensare. Dovrei essere arrabbiato, perchè mi ha lasciato solo tutti questi anni, eppure sono felice che lei sia di nuovo qui con me.
-Tris...- sussurro.
-Posso entrare? Devo parlarti- non sembra affatto stupita di essere qui, con me. Come se questi anni non fossero mai passati.
Le parole mi si strozzano in gola, tutto quello che riesco a fare è spostarmi per lasciarla passare. Lei fa come se fosse casa sua, entra e si guarda intorno.
-Tobias, amore, chi è?- mi domanda la voce di Cara dalla camera da letto.
Cara, accidenti. Me n'ero dimenticato.
Vedo le spalle di Tris irrigidirsi sentendo l'epiteto “amore”.
Non ho il tempo di rispondere, che già un rumore di ciabbatte riecheggia nel corridoio e poco dopo Cara è qui, davanti a me. Davanti a me e Tris.
-Tris, tu sei viva?- domanda. Ha quel modo di fare tipicamente erudito, ha bisogno di appurare i fatti.
-Già- risponde Tris, fulminandola con lo sguardo.-Che ci fai qui?- fa ruotare lo sguardo da me a lei, da lei a me.
-No, la domanda è: che ci fai tu, qui- la corregge come una maestra fa con i suoi alunni, senza lasciar trasparire alcuna emozione.
-Io sono...- prova, ma Cara la interrompe.-Non ho finito di parlare. Ti ho chiesto che ci fai qui, perchè questo non è il tuo posto; almeno non più. Io e Tobias stiamo insieme, ora. Avresti dovuto pensarci prima di fargli piangere la tua morte e svanire nel nulla!- la assale.
-Cara!- la riprendo bruscamente. Cara mi fulmina con lo sguardo. Ma non posso dirle altro, in fondo ha ragione.
Tris rimane immobile, gli occhi umidi. Poi, così com'è arrivata, se ne va correndo, scomparendo di nuovo come tre anni fa. Solo che questa volta è diverso, questa volta lei è viva. Non posso permettere che scompaia di nuovo.
Così, senza pensarci due volte, mi fiondo fuori dalla porta e la inseguo.
-Tobias!- mi richiama Cara, ma io la ignoro. Non dovrei trattarla così, in fondo è una delle poche persone che ci tiene davvero a me, che mi è stato vicino quando proprio non ne volevo sapere di vivere. Ma adesso è cambiato tutto: Tris è viva.
Esco di casa, il buio della notte mi toglie la visuale. La luna è l'unica luce che rischiara l'oscurità. Intravedo la sua sagoma che corre per la strada.
-Tris, ferma!- urlo, accellerando al massimo. I muscoli mi fanno male, è da tanto che non corro così. Ma ho un unico pensiero: ritrovare Tris, e questo mi annulla ogni dolore.
-Tris...- sussurro, afferrandole il braccio con uno slancio.
-Lasciami- si dimena lei, ma la mia presa è salda. Non la lascerò andare, mai più.
-No, Tris. Mi devi delle spiegazioni- dovrei dire qualcos'altro, magari qualcosa di dolce. Dovrei dirle che sono felice di rivederla, non importa il perchè è sparita e il male che mi ha fatto. Dovrei dirle cento altre cose, e invece la mia voce suona come un rimprovero insensibile.
-Tobias...- sospira Tris, le lacrime che le rigano le guance.-Mi dispiace, mi dispiace tanto!- esclama tra i singhiozzi. Istintivamente la stringo tra le braccia, posando il mento sulla sua testa, aspirando quel suo profumo che mi era mancato tanto. -Va tutto bene- la rassicuro.-Va tutto bene, sei qui. Va tutto bene- mormoro, più rivolto a me stesso che a lei.
Rimaniamo stretti l'uno all'altra per un tempo che sembra interminabile. Mi tornano in mente gli ultimi tre anni, tutti quei momenti in cui ho sognato che succedesse questo. E poi ricordo la mia disperazione quando mi dissero che lei non ce l'aveva fatta, le lacrime, le urla. Mi tornano in mente anche tutte le altre persone che tengono a Tris e non sanno che lei è viva. Christina, ad esempio. Come reagirà quando rivedrà la sua amica?
-Tobias, io ti devo parlare- Tris si separa delicatamente da me, tira su col naso.-So di averti causato tanto dolore e, credimi, mi dispiace tanto. E' stato difficile per me essere costretta a starti lontana, quando l'unica cosa che volevo era riabbracciarti e...-
-Aspetta, cosa?- la interrompo.-Che vuol dire “costretta”?-
Abbassa lo sguardo.
-Tris?- la riprendo.
-Senti, non volevo, okay? Ma l'ho fatto per te... Per noi...- non l'ho mai vista così sconvolta.-Nita ha pianificato tutto...-
-Nita? Juanita?- mi sembra impossibile. L'ultima volta che l'ho vista era nella prigione del Dipartimento. In effetti non so cosa sia stato di lei.
-Mi sono risvegliata in un ospedale del Dipartimento. All'inizio credevo davvero di essere morta... L'unica cosa che ricordo sono i colpi di proiettile e mia madre che mi diceva che ero stata brava. Poi il buio. Al mio risveglio ero in un ospedale, attaccata a una decina di macchinari. E Nita era lì, mi stava accanto. Non mi ha detto molto, solo che tutti sapevano che ero morta e che se volevo salvarti dovevo assicurarmi che fosse così.-
-Ma davvero, Tris?- è una cosa quasi comica.-Non ti ci vedo proprio a rispettare gli ordini che ti vengono dati senza sapere il motivo. Anzi, non ti ci vedo proprio a rispettare gli ordini e basta.-
-Ma non l'ho fatto!- si ostina.-Mi hanno narcotizzata e rinchiusa in una stanza senza né porte né finestre. Potevo uscire solo tre volte al giorno con la scorta, e durante quei periodi ho memorizzato il posto. Ho escogitato un piano per tutto il tempo della mia prigionia, e non appena ne ho avuto la possibilità sono scappata.-
Rimango allibito. Tris, la mia Tris, non si smentisce mai. Le accarezzo piano il volto.-Va bene, ti credo. Adesso siamo insieme, è questo quello che conta-.
-Tobias... Mi sei mancato...- abbozza un sorriso.
-Anche tu. Più di quanto immagini- poi mi chino e la bacio.



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