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Autore: laabrigu    19/05/2014    0 recensioni
Un’altra estate stava arrivando e io, come facevo ormai da 7 anni, sarei andata a Rio con la mia adorata famiglia: una mamma favolosa, un padre dolcissimo e due fratellini molto, forse anche troppo agitati.
Sono beatrice, ho 16 anni e frequento la seconda liceo presso il liceo classico della mia città.
Sono una ragazza disordinata, confusa e imprecisa. Un bello schifo, insomma.
Per fortuna c'è lei, la mia migliore amica.
Questa sarà un'estate un po' diversa dalle altre e molto più divertente!
Questa sono io.
E questa è la mia storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Mancano ancora due settimane alla fine della scuola. Non vedo l’ora perché sono veramente esausta, non ce la faccio più a studiare e l’unica cosa che voglio è il mare.
MARE. MARE. MARE.
C’è un piccolo grande problema: se non verrò promossa a pieni voti i miei non mi manderanno in vacanza.
Io devo andare in vacanza, ne ho bisogno. Ne ho tantissimo bisogno, la vacanza è come se fosse per me una cosa vitale. Di vita o di morte.
Comincia la settimana, è lunedì.
Sono le 7.00 e suona la sveglia ma non voglio alzarmi, perciò arriva mia mamma a tirarmi le dita dei piedi.
Che male. Madonna.
Alla fine mi alzo, vado in bagno, mi preparo ed esco di casa chiudendo la porta in faccia a mia mamma che mi urla dietro :”Beatrice, non fai colazione?” e io le rispondo ormai quasi uscita dal cancello :”nah, sono in ritardo per il pullman, ciao mami!” e mi metto a correre verso la fermata del bus.
Arrivo alla fermata, per fortuna sono in tempo.
Prendo cellulare, cuffie e schiaccio il tasto ‘play’ nel lettore musicale.
Musica.
Arriva il pullman, salgo e mi siedo al mio solito posto, in fondo.
Durante il tragitto non parlo con nessuno, voglio solo arrivare a scuola per parlare con la mia migliore amica. Ho bisogno di lei. Lei mi aiuta sempre, per me c’è sempre. Io e Carolina (chiamata dai suoi amici più stretti Roly) ci conosciamo dalle elementari; devo ammettere che anni fa ci odiavamo, seriamente tanto, forse troppo. Poi alle medie era stata vittima di bullismo e io ero stata l’unica delle sue “amiche” a difenderla e così da quel giorno siamo “pappa&ciccia”
Il pullman arriva a scuola e sento una voce abbastanza familiare che mi chiama. È Fabio (meglio conosciuto come Feb), il mio ex. Merda. Era tutto l’anno che mi perseguitava, preso dal rimorso per avermi lasciata PER MESSAGGIO. Che cosa pessima, ma tanto pessima. La nostra “storia” era durata 7 mesi e 18 giorni, ci ero stata molto male perché ero veramente innamorata di lui, mi faceva stare benissimo, era tutto. Era.
Roly odiava Feb, lo voleva morto! Cosa per me un po’ esagerata, ma d’altronde non avrebbe mai cambiato idea.
Se Roly mi avesse vista parlare con lui si sarebbe incazzata e avremmo sicuramente litigato.
Non volevo farmi vedere con lui, perciò lo presi per un braccio e lo portaii dietro l’albero più grande del cortile della scuola.
“Che vuoi da me?” gli chiesi e lui senza rispondere alla mia domanda disse con tono abbastanza strafottente: “Mi hai portato dietro questo albero solo per baciami? Lo so che sei ancora innamorata di me, ammettilo piccola!”.
L’ODIO MI STAVA FACENDO SALIRE.
“Feb, smettila! Ne abbiamo già parlato, non mi interessi più. Basta, è finita!” gli risposi quasi urlando, stando attenta a non farmi sentire da Roly che era a qualche metro da noi ma che, per fortuna mia, non ci aveva ancora notati.
Lui scoppiò a ridere e io gli dissi in tono arrogante: “E’ inutile stare qui con te, perdo solo tempo. Ciao.”
Prima che me ne potessi andare mi fermò per un braccio e mi disse: “Bea, io ti amo.”
Non riuscii a trattenermi e scoppia in una grossa e grassa risata, lui mi zittì e aggiunse: “Non scherzo.” e se ne andò.
Io rimasi lì, impalata. Non sapevo che fare. Gli sarei dovuta correre dietro e dirgli: “anche io” oppure avrei dovuto solo picchiarlo, cosa che avrebbe fatto molto felice Roly.
Non feci in tempo a inseguirlo che arrivò Roly che con la sua voce squillante mi disse: “Amore mio, come stai? Che stavi facendo qui tutta sola? Volevi farmi una sorpresa? Aww, sei così dolce, amica mia. Sai ieri chi ho visto? L’ho vistoo, ho visto Alessio. Madò quanto è bello, io sono innamorata persa. Secondo te mi ricambia? Sai, potrebbe. In effetti l’altro gior…”
“BASTA CAROLINA, BASTA. CHIUDI QUELLA BOCCA!” le urlai contro e me ne andai.
Non riuscivo a pensare a niente, tranne che a Feb.
Quella sua frase.
“Ti amo”
Magari ci sarebbe stato un continuo di “noi”, lo speravo davvero con tutto il mio cuore. Dio.
Entrai in classe, mi sedetti al mio banco (vicino alla finestra, riuscivo a vedere tutto il cortile e il grande albero) e la prof entrò. Fece l’appello e quando arrivò al nome di Roly nessuno disse “presente”. Merda, dove era finita? Guardai attentamente fuori dalla finestra e la vidi appoggiata al cancello mentre si metteva il casco, saliva in sella alla sua vespa rossa e se ne andava. Bene. Avevo rovinato un’amicizia per colpa di una frase detta da un cretino che mi aveva fatta star male. Come avrei fatto senza lei?
Senz’alto il pomeriggio l’avrei chiamata e sarei andata a casa sua.
 
 
  
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