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Autore: sister of Cla    19/05/2014    1 recensioni
Questa fanfiction comincia ad ambientarsi quando più o meno quando Katniss Everdeen e Peeta Mellark vengono chiamati per andare agli Hunger Games.
Parla di due personaggi inventati da me, che però contribuisco alla guerra quando verrà. Lei è Daisy e lui è John. S'incontreranno per caso e da lì nascerà la loro storia.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DAISY POV


Esco di casa senza fare il minimo rumore. Scendo le scale a piedi nudi, sulla neve. Non ho nemmeno un paio di scarpe o ciabatte che sia uno. Cerco di far finta di non avere i piedi ghiacciati. Devo solo arrivare alla casa di mio zio e ho finito il tragitto. La neve però continua a scendere, bagnandomi la canottiera già sporca di fango. E come se non bastasse ho i pantaloncini corti. In inverno. Qui, nel Distretto 12, puntualmente il primo giorno d’inverno nevica, come quest’anno. Emetto dei respiri profondi che formano deliziose nuvolette bianche.
Arrivata finalmente davanti a casa dello zio, busso saltellando sul posto per riscaldarmi. Lui mi apre e corro dentro, piazzandomi al camino, che mi riscalda immediatamente.
«Che ci fai qui? Vuoi beccarti una polmonite?» chiede lui, dandomi un buffetto sulla guancia.
«Scusa, zio. Ma voglio venire con te al Distretto 7 per prendere Kay!»
Kay è mia cugina, che è andata a fare un corso nel 7. I miei genitori non possono permettersi un viaggio, ma anch’io voglio andare con lo zio.
«I tuoi lo sanno, Daisy?» lo sguardo indagatore dello zio fa sembrare tutto più complicato. Ma i miei lo sanno, ieri sera gli ho detto che facevo la proposta allo zio e a lui andava bene.
«Certo! Hanno accettato!» rispondo quindi.
«E va bene. Partiamo adesso. Ma tieni questo giaccone.» mi porge una specie di maglione gigante e quando lo indosso mi accorgo che mi arriva fino alle ginocchia. Diciamo che è il tipico giaccone per uomini.
Ho sedici anni, i capelli biondi lunghi sempre sciolti e gli occhi marrone scuro. Dato che la mia famiglia non ha abbastanza soldi da permettersi di portarmi a scuola frequento lezioni regolari il martedì e il venerdì pomeriggio. E vado già al lavoro, solo sempre di martedì e venerdì, ma di mattina. Oggi è sabato per fortuna, e ho il giorno libero.
Usciamo fuori e ci dirigiamo in un baleno alla stazione, proprio qui vicino. Il viaggio fino al 7 durerà al massimo un’ora, non di più.
Il treno comincia a partire alla velocità della luce e io, vicina al finestrino, guardo il paesaggio. Non conosco molta gente qui. L’unica persona per cui vale la pena essere felici è Katniss Everdeen. Ha perso il padre nell’esplosione in miniera e deve portare avanti lei la famiglia, perché sua madre è come se fosse morta. Per fortuna il mio papà è ancora vivo, sebbene lavora in miniera. Lui è riuscito a scappare al grosso danno.
Le immagini fuori passano più veloci di una cavalletta o una lucertola che corre. Vedo i boschi, il lago, le case del Giacimento.
«Siamo arrivati, Daisy. Ti eri mezza addormentata» mio zio mi scuote leggermente e io mi alzo in piedi, scendendo dal treno dopo di lui.
«Dobbiamo aspettare Kay che arrivi qui o abbiamo il biglietto per il Quartier Generale dove ha alloggiato?» chiedo io.
«Solo io ho il biglietto. Tu aspettami qui, io vado a prenderla» dice, raccomandandomi di rimanere più ferma di un blocco di ghiaccio. Mi siedo sulla panchina, guardando tutti la legna che produce il Distretto 7, che poi verrà trasportata negli altri Distretti per il mercato nero.
All’improvviso due Pacificatori trascinano un ragazzo verso di me. Mi alzo subito in piedi per vedere cosa succede.
«Non muoverti di qui!» dice un Pacificatore, andando via con l’altro alle calcagna.
Il ragazzo si siede, facendo muovere i capelli biondi sporchi e brizzolati. I suoi occhi azzurri mi ricordano la poca acqua che trovo in casa. Finalmente si accorge di me.
«Ciao» dice annoiato.
«Sei un delinquente?» chiedo immediatamente. Sono stata scortese, forse?
«Non si saluta?» domanda lui con sarcasmo. «Comunque no. Sono solo un semplice cittadino, che vagava per il mercato nero. Mi hanno sorpreso a barattare e mi hanno portato qui. Devono decidere se bandirmi di tornare qui»
Copro la bocca con le mani.
«Quindi non potrai più tornare a casa tua?»
«Forse» risponde lui. «Ma comunque non fa differenza, sai. Sono orfano e ho un fratello che va a scuola. Ha tutti i beni che si possono avere. Come ti chiami? Da dove vieni?» chiede poi, socchiudendo gli occhi.
«Mi chiamo Daisy, sono del Distretto 12. Tu?»
«John. Ho diciannove anni» dice.
«Io ne ho sedici, sei più grande di me»
John scrolla le spalle. Dopo un paio di minuti di silenzio i Pacificatori arrivano anche col fratellino di John che corre ad abbracciarlo.
«James, che cosa hai fatto?» chiede il maggiore.
«Non voglio lasciarti» risponde semplicemente il piccolino. Mi fanno una pena pazzesca.
«Vi portiamo al Distretto 12. Siete banditi dal 7. Dato che c’è un unico treno, dobbiamo aspettare che arrivino anche quel tipo che aveva il biglietto e sua figlia Kay» dice un Pacificatore.
«Sì, ci sono anch’io che devo andare al 12, sono con mio zio e Kay.» m’intrometto. Dopo uno sguardo agghiacciante dalle due guardie, arriva anche mio zio e mia cugina, che mi abbraccia teneramente.
«E loro?» chiede subito, rivolta a John e James.
«Vengono con noi, ti spiegherò tutto più tardi» rispondo io.
Una volta saliti sul treno non guardo più quello strano John. Se i miei occhi incontrano i suoi, come hanno fatto prima, rischierei non solo di sbavare, ma anche di buttarmi giù dal treno. Sono distrutta da tutta la mia povertà, da tutto quello che succede. E credo che con quel tipo la mia vita stia per cambiare. Non so perché, ma lo sento dentro. E’ una cosa di cui io sono al 100% sicura. Beh, aspetterò di continuare la mia vita, per vedere se ho veramente ragione in fondo.
  
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