"...a me non rimaneva che una finestra che affacciava sul cortile dell’accademia femminile di ballo della città e il sapore amaro della cinghia che col tempo cominciai ad apprezzare e infine ad amare".
Thriller psicologico? troppo, ma vi chiedo di domandarvi chi siete almeno un paio di volte al giorno, così giusto per sicurezza.
Arte? Freud direbbe che serve esclusivamente a sublimare qualcosa con cui stentiamo a confrontarci.
Il senso di questo racconto? Chiedetelo al tacchino induttivista...