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Autore: pleasehugme    19/05/2014    2 recensioni
Lola è un paio di Vans consumate, una macchina fotografica e una chitarra. Lola è una stanza tappezzata di foto e una canzone scritta nel cuore della notte. Lola è un libro letto al chiaro di luna, una felpa larga e la paura di essere notata. Lola è il fuoco, quello dei suoi capelli, ma è anche l'aria...libera! Lola non è fine, non è delicata, non mette le gonne e non sa camminare sui tacchi. Lola è questo e nient'altro, Lola è tutto e niente. Lola è solamente questo.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pages Of Our Life 

Chapter One: Hi!

Ciao? No,non va bene! Forse è meglio Salut? Ma magari Hello? E perchè non un "Hola"? Oh ancor meglio Ahoj, Haloo, Servus, Kaixo, Hei, Tena Koe, Zdravo, Czesc, Aloha, Saluton, Ni hoo, Ohayoo, Hej, Buna... Beh, spero che questo ciao valga per tutti coloro che son disposti a leggere le piccole righe della mia vita. Un ciao internazionale come questa storia.
 
Il mio nome è Lola, ma gli amici mi chiamano Lol; mia nonna materna mi chiamava Lolita, invece; mia nonna paterna preferiva chiamarmi Natasa... Non che quella donna fosse pazza o scema (anzi tutt'altro), ma non accettava la buffa idea di chiamarmi con tre nomi, uno per ogni Paese di provenienza. Una cosa strana eh? Ma la mia famiglia è multietnica: la famiglia di mio padre è originaria di Mosca, anche se da svariati anni la sua famiglia viveva in una "casa" (se così si poteva definire) che per anni fu la "residenza estiva", un luogo di rifugio da tutto lo smog e dalla confusione della città. Era un posto bellissimo che coronò gli inverni della mia infanzia; le grandi stanze ricche di quadri, il giardino di Kostantin il vecchio giardiniere e la tonda Dorotha, cuoca e mia baby-sitter per eccellenza. Le sue mani cicciotte e le sue guance rosse, mi ricordo ancora il sapore salato della sua pasta, mai perfetta rispetto a quella di nonna Agata. La famiglia di mio padre non era esageratamente numerosa: mia nonna Anastasia, alta e magra, con quelle rughe che rendevano il suo viso ancor più anziano, i capelli lunghi e grigi raccolti in uno chinion. Era matta, tutti lo sapevano o per lo meno lo immaginavano. Severa e testarda, acida e furba. Aveva sempre sostenuto che la sua ricchezza venisse dallo zar, ma mai nessuno ci credette. Spesso mi chiedevo come mio nonno avesse fatto a sposare babushka: lei era così severa e chicchierona, lui calmo e pacato. In tutta la mia vita lo sentii parlare molto poco, quasi niente. 

Mia madre di russo aveva ben poco, anche se era bionda con gli occhi grandi e azzurri, le mani magre e lunghe... proprio come le mie. Tutti mi dicevano che le somigliavo ma mai ci credetti realmente. Era così bella... Mi ricordo ancora la cioccolata calda che bevevamo da Costa tutte le domeniche pomeriggio di dicembre, almeno fin quando abitammo a Londra. Era di origini italo-spagnole, ma parlava l'inglese e il russo come se fosse madre-lingua. Dalla parte materna avevo due nonni pazzeschi, i migliori del mondo: nonna Agata e le sue lunghe unghie rosse, spagnola che claudicava troppo in italiano, ma che se la cavava bene con l'inglese; mio nonno Gigi, pienamente italiano, abitava nella stessa casa in cui era nato con i miei fratelli, le sue due sorelle perpetue e zitelle (che per la cronaca, preparavano dolci degni di lode), la nonna, la zia e Sarah. Era una casa posizionata su una collina che dava a strapiombo sul mare e circondata da boschi.

Sarah era la cugina preferita, era l'unica che avevo! Ma era da me considerata una sorella, ed ancora oggi è così! Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto nonostante i litigi, era la mia compagna di guai. Ci aiutavamo sempre e a vicenda, il suo papà l'aveva abbandonata sola con la madre all'età di quattro anni e da lì fu la mia "protetta", nonostante avesse solo un anno in meno di me.

Ora, dopo aver letto delle mie bizzarre origini, potrete capire come mia madre ragionò al momento della mia nascita: Lola, dalla Spagna, Natasha, dalla Russia, e Caterina, dall'Italia. Il mio cognome, Besuchova, lo ereditai da mio padre senza alcun problema. 

La storia parte da quando avevo diciassette anni, è da lì che la mia vita cambiò! Vivevo a Londra in un grande appartamento la penultimo piano con le due mie migliori amiche: Aria e Ashley; avevamo un band che da poco era riuscita a firmare un contratto e ad incidere un disco; spopolvamo tra poche adolescenti su youtube, ma ben poche persone ci conoscevano. L'unica cosa che ci faceva sentire realmente qualcuno era l'imminente tour che attendavamo con ansia; la nostra manager/tuttofare Chiara era riuscita a procurarci il posto come band di supporto ad una grande boy band, ed era una cosa niente male per noi "nuove" di questo mondo. 

Ashley era californiana, ed era bella, molto più bella di chiunque altro. Portava in capelli lisci e castani con le punte bionde di shatush. Era perfetta in ogni cosa che faceva, piaceva a tutti e soprattutto veniva guardata... io ero solamente VISTA, lei la GUARDAVANO proprio. Riceveva complimenti ovunque e da tutti, era elegante e portava la gonna o il vestito senza nessun problema. Metteva orecchini appariscenti o scarpe pari a trampoli senza sembrare stupida.

E poi c'era Aria, o mamy come la chiamavo io, bionda e riccia, gli occhi grandi e vispi. Sempre buona e sorridente con quei suoi modi di fare delicati e da "mamma". Lei c'era sempre, per ogni cosa, anche la più stupida. Era perfetta in tutto, dall'aspetto fisico al carattere. Intelligente e colta, solare e divertente. Non conobbe ragazzo che non la volle far conoscere alla sua famiglia. 

Ci sono tanti altri protagonisti della storia, come i miei due fratelli minori: Mike e Lucy. Mike era solo un'abbreviazione, lui si chiamava Nicolaj Michael Lucas. Aveva solo dodicianni quando io ne avevo diciassette, ma era spigliato come uno di quindici. Era cresciuto in fretta proprio come me. Ma nonostante tutto mantenne la sua vivacità e scaltrezza per tutta la vita. E non dimentichiamo la piccola e bella Lucy, o meglio Lucia Sonja Belinda, e lei si che era veramente uguale alla mamma. Le somigliava in tutto e per tutto. I grandi occhi azzurri e i lunghi capelli biondi raccolti in due trecce, dolce e buona, con un passatto troppo duro per una bambina di soli otto anni.


Gli altri personaggi sono molti, troppi per essere descritti tutti perciò ve li farò conoscere con il tempo... Per il resto posso solo dirvi: benvenuti nelle righe della mia/nostra (?) vita.




IL MIO ANGOLO:
Non voglio disturbare voi lettrici con stupide paranoie, soltanto chiedo di non capiare e soprattutto di perdonarmi per eventuali errori. Spero che la storia vi possa incuriosire nonostante questo primo capitolo sia noioso. Non sono una grande scrittrice, semplicemente scrivo per il bisogno di farlo. Questa storia mi frulla nella testa da troppi mesi (quasi un anno oramai) per non essere scritta. 
  
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