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Autore: Jude_InTheSkyWithDiamonds    19/05/2014    1 recensioni
Si guardarono negli occhi per pochi secondi che sembravano secoli.
E fu un attimo. Guardò la sedia vuota. E fuori della finestra, la luna piena. E sbarrò gli occhi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 L’orologio a pendolo della Sala Comune aveva appena battuto le dodici. Mezzanotte.
La Sala Comune era quasi totalmente vuota.
Soltanto tre ragazzi, del terzo anno, erano accatastati intorno ad un tavolino, pieno zeppo di libri di Astronomia.
Il crepitio del fuoco, che illuminava fiocamente la stanza, facendo risaltare il dorato degli arazzi che tappezzavano le pareti, era interrotto dalle risate dei ragazzi, intenti a finire i compiti.

- Jam! Passami i libro! Devo guardare una co-.. James!! Non che non apprezzi ma… lo hai riempito tutto di scritte come “Odio i piselli”, " Minnie + Silly" e “Uno sciampo al giorno toglie l’unto a Mocciosus di torno”!!!
Non si legge nulla!!

Ridacchiò Sirius, guardando l’amico scoppiare e a ridere e Peter unirsi a loro.
Era così che era bello.
Loro, insieme, a ridere.

Allungò un braccio, prendendo un biscotto al cioccolato che avevano rubato precedentemente dalle cucine, consci di una nottata del genere, lanciandolo verso James e colpendolo sul naso.
L’espressione dell’amico era talmente assurda che non potè evitare di scoppiare sonoramente a ridere, talmente tanto da doversi tenere la pancia con le braccia, accasciandosi sul tavolino ingombro.

Ascoltava l’amico minacciarlo di una morte violenta, mentre Peter, con la bocca ancora piena del biscotto galeotto, cercava di calmarlo.
Sirius era felice.
Adorava i suoi Malandrini. 
Li guardò di sottecchi, mentre continuava a ridere.
James era il fratello ideale. Avevamo lo stesso identico modo di pensare. Si capivano con uno sguardo.
Se fosse stata una donna, sarebbero sicuramente stati anime gemelle.
E poi c’era Peter, con quel viso rubicondo e le guanciotte rosse.
Sempre fedele. Sempre a seguirli, guardando James con quella luce di adorazione negli occhi.
E poi c’era Remus..

Guardò la sedia vuota, assumendo un’espressione pensierosa.
Non era li con loro.
Era andato, il giorno prima, a trovare la madre malata. Sarebbe tornato sicuramente l’indomani, come faceva sempre.
Gli mancava.
Sua madre si ammalava ciclicamente, almeno una volta al mese e Remus, preoccupato, tornava sempre a casa per un paio di giorni.
O almeno così diceva.

Alzò gli occhi dalla sedia destinata all’amico assente. James si era fatto silenzioso.
Stava guardando l’almanacco delle fasi lunari, come se non l’avesse mai visto.
Quell’espressione lo preoccupava.
Si mise in ginocchio sulla sedia, avvicinando il busto all’amico.
Uno sguardo muto.

Si guardarono negli occhi per pochi secondi che sembravano secoli.
E fu un attimo. Guardò la sedia vuota. E fuori della finestra, la luna piena. E sbarrò gli occhi.

- No.. Non può essere… ce l’avrebbe detto.. Vero Jam? Non può nasconderci.. Non.. ?

 Ormai non c’erano dubbi. Remus era un lupo mannaro. Dovevano parlare con lui. Subito.

[…]

Sirius era nel letto, abbracciato al cuscino e con le coperte sin sopra la testa.
Gli occhi scuri erano spalancati e pericolosamente lucidi. Finchè una lacrima scivolò tra le sue ciglia, attraversando la guancia e lanciandosi sul cuscino, dove venne assorbita.
Pensava alla discussione avvenuta poco prima con Remus.
La faccia del ragazzo quando James gli aveva riferito che avevano scoperto il suo segreto.
Ricordava il proprio pugno, stretto talmente tanto che le unghie affondavano nella carne del palmo.
Era arrabbiato.
Perché Remus non si era fidato di loro?
Pensava davvero che avrebbero potuto schifarlo?

Aveva voglia di dargli un pugno.
Ma non si poteva picchiare Remus.
Remus, con quegli occhi quasi dorati e i capelli biondastri scompigliati. Un graffio sulla guancia destra.
Guardava a terra Remus, mentre si scusava, mentre raccontava del suo passato.
Si sentiva un mostro.
Era convinto di esserlo. Era convinto che la gente avrebbe avuto ragione a tenerlo lontano. A provare schifo per lui.

Ed Sirius aveva sentito il proprio cuore stringersi.
Gli occhi bruciavano, mentre guardava James che si lanciava sul ragazzo, ad abbracciarlo.

Gli avevano sempre raccontato quanto i lupi mannari fossero delle bestie assetate di sangue.
Dovevano soltanto essere eliminate.
Ma non era vero.
Remus era sempre Remus. Solo un po’ più lupacchiotto.

Guardò James piangere, abbracciato all’amico.
E si unì a loro.
Non avrebbe permesso a nessuno di ferire l’amico. Di ferire nessuno di loro.
Li avrebbe protetti con la propria vita.
Loro erano il suo tutto.

E con questo pensiero, si addormentò.
  
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