Quelle labbra morbide lo avevano attaccato all'improvviso.
Non era riuscito a sottrarsi a quel tocco un po' violento e pieno di disperazione. Non bastava non rispondere a quel contatto che aveva aspettato per una vita intera, non bastava stare lì immobile aspettando che finisse quella specie di 'bacio appassionato'.
Davvero cominciava a chiedersi come facesse Jackson ad apprezzare quell'odore nauseante ed artificiale di fragola, quell'appiccicaticcio sulle labbra; baciare Lydia Martin era stato il suo sogno per anni ed adesso ne era praticamente disgustato.
Lydia era davvero una grande amica, era intelligente, bella, sincera ai limiti del fastidioso... ma non era Derek.

Quando la ragazza si allontanò da lui e lo guardò lì, impalato, impassibile, che la osservava paziente, capì di aver sbagliato e corse via mormorando una scusa. Stiles andó immediatamente a togliere quel senso di appiccicaticcio che aveva sulle labbra con dell'acqua fresca, la seconda tappa fu il loft di Derek.

Aveva bisogno della sua aria, del suo ossigeno.

Il moro era come al solito intento ad allenarsi, ovviamente senza maglietta. Appena vide il castano entrare, il lupo si fiondò su di lui. Era tutto sudato, si stava allenando da un bel po', Stiles ne era certo. La pelle di Derek era lucida e...appiccicaticcia. Quel pensiero fece sorridere Stiles.
La foga del moro si trasformò in passione, che fu accolta dal ragazzo con un sorriso. Ancora per lui era sorprendentemente magnifico sapere di provocare quelle reazioni nel lupo.
Rispondere, grazie al fuoco che si era creato nel suo petto, fu naturale per Stiles. Per Derek l'allenamento quel giorno non era per nulla finito.