●REDEN-L’AMORE
NON E’ UN ERRORE●
Personaggi:
Eleni: Io. Ovvero la narratrice,
co-protagonista femminile e
fan numero uno di Tom Kaulitz.
Ambra: La mia migliore amica e mia
co-protagonista femminile
con me e donna che detiene il record di
“Fan-Più-Cotta-E-Stracotta-Di-Gustav-Schäfer”
Tom
Kaulitz: Non ci sarebbe
bisogno di presentazioni. Lui è il famoso e affascinante chitarrista
dei Tokio
Hotel, famoso per le sue frequenti e innumerevoli scappatelle con le
fan. Si è
conquistato una fama da vero playboy.
Bill
Kaulitz: Androgino e
affascinante vocalist dei Tokio Hotel. Bill è noto per il suo look
unico e ambiguo,
ha un temperamento da vero divo viziato e ama lanciarsi in filosofici
monologhi
senza fine. Inoltre ha una passione per lo shopping e gli accessori
gothic, che
sfoggia sempre in gran quantità.
Ha un
debole per Linda, la sua amatissima piastra per capelli con modellatore a vapore, impostazioni di
differenti
temperature, navigatore satellitare, spazzola inclusa, pettine
incluso,
utilizzabile anche come ferro da stiro o cellulare con GPRS.
Gustav
Schäfer: Grintoso batterista
del gruppo. Gustav è un ragazzo tranquillo, ma molto determinato. Non
gli piace
mostrare troppo i suoi sentimenti a chi non conosce ancora bene, ma sa
essere
un ragazzo molto dolce, sensibile e simpatico con le persone di cui si
fida.
Georg
Listing: E’ il simpaticissimo
bassista della band. Georg è il più grande e il più saggio di tutti; è
visto
dal resto del gruppo come un fratello maggiore. Georg è appassionato
segretamente di lavoro a maglia, ama cimentarsi in nuove ricette ai
fornelli e
ha un talento particolare per il karaoke… Inoltre ha avuto una tresca
con una hostess.
Attualmente è fidanzato in segreto con Dunja, la manager di promozione
dei
Tokio Hotel, anche se non ama che la stampa si intrometta nella sua
vita
privata.
-
-3/2/2008
ore
23.39-
-Backstage
Westfalen Halle-
-TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM…!-
*Si
sentì un urlo che attraversò mezzo backstage*.
-Porca paletta, Tom!–
un ragazzo moro con i capelli “leggermente” sparati sulla testa stava
cercando
disperatamente di trovare il suo fratello gemello dietro le quinte di
un’arena
che avrebbe fatto invidia al Vaticano in fatto di dimensioni.
-Ahh,
miseria! Quando ti becco ti schiaffeggio! Sono stanchissimo ed è tardi,
lo
sanno tutti che qui lavoro solo io! Insomma cioè mi trucco, mi vesto,
mi
pettino e firmo autografi tutti i giorni. E poi scusate dove lo mettete
lo
shopping per essere sempre alla moda nei servizi fotografici? Eh, ma no
nessuno
pensa a quanto io devo “soffrire”, tutti a criticarmi sempre… Si può
sapere
dove ti sei…?-
-Parli
con me?- un ragazzo biondo con i rasta lunghi e l’abbigliamento che
ricordava
decisamente “Il Cugino Bianco Di Fifty Cent” si rivolse all’istrice
umano che
aveva sclerato fino allora.
–Sai, mi
era parso di aver sentito i tuoi toni soavi dalla saletta V.I.P.-
continuò il
gemello.
-Senti, “Eminem
Due La Vendetta”, io ho sonno. E’ ora
di andare in albergo - disse sbadigliando il fratello moro – le
macchine sono
già pronte: aspettavamo tutti te! Si può sapere cosa stavi facendo lì
dentro?-
continuò sospettoso.
-Uh… ma
niente, Billino…- rispose Tom con un’espressione innocua ma molto poco
convincente – Stavo solo… dando la buonanotte a Kelly, la mia nuova
“amichetta”
per stasera, e le spiegavo come arrivare in albergo - continuò
sorridendo con
noncuranza.
-Ah…- si
bloccò Bill con un’espressione sorpresa, poi si girò, fece un profondo
respiro
e, come avrebbe fatto un attore consumato, assunse un’espressione mista
tra il
rimprovero e la delusione che avrebbe fatto invidia ad Amleto, per poi
rigirarsi verso suo fratello.
-Tom…-
Cominciò in maniera molto teatrale usando tutto il suo carisma per
trasmettere
la drammaticità del momento, mettendo una nota di disappunto mentre
pronunciava
il nome del fratello.
-Sì? -
rispose il gemello, che non aveva nemmeno fatto caso alle strane
espressioni di
Bill mentre, con assoluta nonchalance, si stava mettendo un dito nel
naso.
-Tu!-
Continuò Bill puntando in maniera solenne l’indice destro contro suo
fratello –
Come fai ad essere un uomo così arido dentro? Come puoi non curarti
della
ricerca del vero amore, che è racchiusa dentro ognuno di noi esseri
viventi,
con un’anima nobile e gentile nascosta all’interno del nostro fragile
cuore?-
proseguì Bill ispirato, guardando il
cielo stellato che sembrava un manto di velluto nero.
“Bill,
piantala! Sono le 14.00 ed è pieno giorno. Smettila di fare l’attore
drammatico,
per cortesia!”
La
narratrice sono io e le scelte le lasci a me, non partire con i tuoi
pensieri
filosofici. (Mi sono infiltrata nella storia bwahaha… [Ciao io sono
Eleni, la
narratrice per ora, ma presto entrerò nel racconto^^] )”
-Shhh! Tu
nella fanfiction non ci sei ancora! Vai via, che mi rovini la scena.
Comunque
ho deciso che sono le 23.45!- mi disse Bill con aria scocciata.
–Dov’ero
rimasto? Mhm… Ah! Ma certo…- Sorrise “Il Ragazzo Con I Capelli Degni Di
Uno Che
Ha Messo Due Dita Nella Corrente”.
-Dicevo che Tom-
sempre puntando il dito contro suo fratello – è così arido…-
-Non uso
l'olio
Baby Johnson come fai tu, fratellino! -
rispose Tom, sarcastico.
-Ecco perché
non ho la pelle così liscia e morbida come la tua, che sembra il
sederino di un
bimbo… Di conseguenza sono più disidratato, o “arido”, come dici tu… -
continuò
ridendo.
-Tu, razza di
demente con il mocio in testa, non prendermi in giro!! Ho solo una
pelle molto
delicata… In ogni caso ha un buon odore l’olio Baby Jhonson. Non che io
lo usi,
comunque…- ribattè Bill, con un’espressione offesa.
-Oh
finalmente li abbiamo trovati, tesoro
*etciù*!- gracchiò una voce familiare da lontano.
-Uh…?-
dissero entrambi i gemelli con espressioni
molto furbe.
Dei
volti conosciuti spuntarono dall’angolo del
backstage: erano Georg e Gustav scortati dalla loro fida guardia del
corpo,
Saki.
-Sakiiiiii…-
piagnucolò Bill correndo con aria
drammatica e finta tristezza. –Lui è che… poi e il cielo… e non lo
trovavo e
l’olio Baby Jhonson… e TOM è CATTIVO!- biascicò Bill indicando il
gemello – Mi
ha tlattato davvelo male Tom…- disse Bill facendo il musetto dolce agli
altri
tre.
-Ma…-
cominciò Tom – Io veramente non ho detto nulla di…- il giovane smise di
parlare
bloccato dallo sguardo di rimprovero degli altri quattro.
-Vergognati,
Tom, a trattare male un ragazzo così sensibile come Bill- disse Gustav
con aria
seria.
-Su, coraggio,
tesoro, riprenditi - disse Georg con comprensione verso Bill – Tu
invece,
tesoro, sei davvero un pirla con la “P” maiuscola- continuò girandosi
verso Tom
con aria arrabbiata.
-Shi…- continuò
Bill fingendosi triste – Lui è perfidone con me…- continuò, soffocando
una
risatina. Ci aveva sempre goduto a mettere suo fratello nei guai.
-Ok, ragazzi-
disse Saki con aria confusa – Ora dobbiamo proprio andare, gli altri
della
security sono già pronti da un pezzo, e voi dovete andare a nanna in
albergo.-
-Già…- disse
Tom – E domani cominciano le vacanzeeee! Vai con la pacchia! Ragazze,
TV,
dormite, cibo a volontà…- Elencò Tom mentre i quattro ragazzi e Saki si
dirigevano verso le macchine.
-Umf… ragazze…-
bofonchiò Bill – Tom, sei così arido… - riattaccò, volendo finire il
suo
monologo, ma si bloccò subito, fulminato dallo sguardo del gemello.
- Piantala -
buttò lì Tom – Mi scocci - disse ridendo, perché sapeva che Bill si
sarebbe
arrabbiato.
-Bene!-
esclamò offeso Bill, e con un colpo di chioma, puntando il naso in aria
si
incamminò superando tutti gli altri dirigendosi verso le macchine con
una
camminata da vero divo.
L’associazione
a delinquere entrò nelle macchine, seguita dalla sicurezza e dai
furgoni della
polizia che li precedeva per proteggerli da tutti i fans.
Tom si
sedette nel sedile accanto al finestrino e guardò fuori.
- Che bel
cielo che c’è stanotte - pensò guardando fuori dal finestrino.
– Chissà se
il mio vero amore sta guardando lo stesso punto che guardo io adesso? -
Tom
rimase sorpreso di se stesso. Da quando in qua pensava a cose così
romantiche?
Stranamente
però gli succedeva sempre più spesso, e in quel periodo specialmente.
Si
sentiva strano, lui era sempre stato un playboy e non gli importava
delle
ragazze con cui stava o con cui andava, ci andava e basta. Le “one
night stand”
andavano benissimo dato che amava cambiare, ma recentemente si sentiva
vuoto.
Andava bene fino a quando le ragazze stavano lì in camera con lui, ma
poi
appena se ne andavano e rimaneva da solo nella sua stanza, lì al buio,
si
sentiva abbandonato, come se sentisse la mancanza di qualcosa.
Tom cercò di
scrollarsi questi pensieri di dosso, e tornò a guardare fuori del
finestrino
dell’auto.
Erano arrivati
all’albergo.
Un’orda di
fans li aspettava fuori dell’ingresso dell’hotel urlando.
Georg e
Gustav uscirono subito dalla macchina preparandosi a firmare autografi
e farsi
fotografare per calmare i fan e guadagnarsi l’entrata dell’albergo.
Tom
guardò suo fratello per un attimo e sorrise.
Bill stava
sistemandosi il trucco e controllando di essere a posto per i suoi fan.
Tom ripensò
a quando erano bambini. Gli venivano in mente tutte le cose che aveva
dovuto
sopportare, compagni, pregiudizi, cattiverie… Era giusto che avesse
così tanta
gente che gli voleva bene adesso.
-
Beh, che guardi, uomo arido? - chiese Bill, fingendosi
ancora offeso per prima.
-
Niente… - disse Tom sorridendogli. –Pensavo che
ne abbiamo passate tante insieme io e te continuò
il fratello.
Bill
capì all’istante quello che Tom cercava di
dirgli, anche se era “troppo arido” per poterlo esprimere bene.
-Anche
io ti voglio bene, Tomi…- gli disse Bill,
sorridendogli come solo lui sapeva fare.
Tom
sorrise a sua volta e lo abbracciò.
- Bene, ora
andiamo - concluse Bill, scuotendo la sua criniera e facendo finire in
bocca a
Tom una vasta quantità di capelli, che il poveretto fu costretto a
sputacchiare. – I miei fans mi attendono - disse Bill con espressione
compiaciuta.
Tom
rise di gusto. - Molto buffo… I tuoi fan? Ma se
sono tutti qua per me… - finì
sorridendo con la sua espressione strafottente.
-Sì,
sì... Certo, aspetta e spera, “cappellaio
matto”.- gli
rispose sghignazzando Bill.
Ridendo i due gemelli scesero dall’auto e si incamminarono verso la massa di ammiratori che aspettavano lì fuori. Dopo mezz’ora di autografi i ragazzi riuscirono a soddisfare i loro fan ed entrarono nell’albergo, dirigendosi finalmente verso le loro stanze per poter riposare.
-Genova-
-Ore 23.52-
-Camera da letto di Elli-
Nel frattempo…
Lontane mille e più chilometri
da loro, due
semplici ragazze erano davanti alla televisione a guardarli
allontanarsi nelle
loro macchine e tornare in albergo, ancora una volta senza di loro.
-Concerto stupendo…- dissi io
spegnendo la TV.
Indossavo dei
pantaloni del pigiama color pervinca e una maglietta dello stesso
colore. I
miei capelli castano chiaro con riflessi dorati mi scivolavano morbidi
sulle
spalle. Sbattei gli occhi color miele e guardai la mia pelle, che aveva
assunto
un colore pallido ed etereo alla luce dei raggi lunari che filtravano
dalla
finestra.
Ero sdraiata
sul letto della mia camera, mentre abbracciavo il mio cuscino dei Tokio
Hotel.
-Gustav era fantastico! Mi piace
davvero troppo…-
disse una voce alle mie spalle.
Mi girai.
Vidi una faccia ben conosciuta.
Era la mia
migliore amica: Ambra.
Ambra aveva la mia stessa età:
quindici anni, i
capelli castani con riflessi rossi e gli occhi nocciola intenso.
Ci eravamo conosciute in terza
media e da allora
eravamo diventate inseparabili.
Tante
esperienze ci avevano unite, e poi arano arrivati i Tokio Hotel, questa
band
che ha il potere di aiutare così tante persone con la sua musica e di
far
nascere amicizie davvero profonde tra i giovani fans.
- Già… - risposi io guardando
fuori della finestra
– Quante stelle che ci sono stanotte – pensai.
– Chissà se lui sta guardando lo
stesso punto nel
cielo adesso? - mi perdevo nei miei pensieri, e nei miei pensieri c’era
sempre
lui, il mio unico amore: Tom.
-Elli… Elliiii!- sentii la voce
di Ambra che mi
riportò alla realtà.
-Uh…?- mi girai io – Cosa hai
detto?- le chiesi.
- Ma insomma, è
possibile che non mi ascolti mai? - disse
lei indispettita.
- Scusa, ma
stavo pensando a… - cercai di scusarmi.
- …a Tom.-
finì lei con un’espressione tra il disperato ed il divertito.
- Ti ha preso
male quell’uomo, eh? - mi chiese ridendo.
- Già… -
ammisi io ridendo. – Quel ragazzo mi ha rapito completamente… -
continuai.
- Comunque, parlando di cose
serie, hai finito di
fare la valigia? - mi chiese Ambra, improvvisamente seria.
- Uhm… Sì, certo - le risposi io poco convinta.
- Elli…?- mi guardò la mia amica
con uno sguardo
truce. – E’ quasi mezzanotte! Finiscila ora, che sennò domani non
abbiamo tempo
- mi ricordò lei.
- Già… -
pensai io felice. – L’aereo per Amburgo
parte presto- finii io sorridendo a trentadue denti, mentre mi alzavo
per
finire di prendere quello che mi serviva per la valigia.
- Siiiiii!- mi rispose Ambra.
–Mamma mia Elli non
ci posso credere davvero. Io e te da sole in Germania? Marò… Che casini
che
combineremo…- finì ridendo.
-Vero…- convenni io. – Ci faremo
esiliare dal
paese per tutti i guai che causeremo!- conclusi divertita.
-Hahaha!- rise Ambra felice
–Comunque andare in
Germania significa tante cose… Uscite in discoteca, shopping, mangiate
fuori…-
elencò lei estasiata all’idea del viaggio che ci attendeva.
-e… lui…- pensai io.
Sentivo che Ambra stava
parlando, ma il mio
pensiero ormai era altrove. Andare in Germania avrebbe comportato anche
andare
nello stesso paese dei Tokio Hotel, dei gemelli Kaulitz… di Tom.
Chissà che avventure magnifiche ci attendevano? Nuove emozioni, nuove esperienze, risate, amici e chissà… magari avrei trovato finalmente il mio vero amore?