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Autore: Mary90ka    20/05/2014    1 recensioni
Hermione trova steso a terra un Draco Malfoy in fin di vita. Quando decide di prendersi cura di quel ragazzo maleducato e senza scrupoli non può certamente immaginare cosa la aspetta.
Ad accompagnarli nel racconto ci sarà una bambina con strepitosi poteri, una strana profezia e la ricerca di un'oggetto scomparso da secoli.
L'amore non nascerà dal nulla, sarà faticoso, doloroso, contrastato e impossibile.
Riusciranno i due protagonisti a sfidare le sorti di un destino che sembra già scritto per dividerli?
Una Grifondoro e un Serpeverde, gli estremi delle due Case, nulla di più assurdo e improbabile.
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Non tutto è fedele alla saga, alcune cose le ho inventate io ragionandoci per diverso tempo. Perciò se qualcosa è diverso dalla saga originale sapete il motivo. Buona lettura!
P.S: se recensite sarebbe un onore, ovviamente sia positive che negative! Tutto è ben accetto per migliorare la tecnica :)
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Ciao!!!
Innanzitutto ci tengo tantissimo a ringraziare chiunque legga la mia storia e in particolar modo chi la commenta!
Il commento per me è davvero importantissimo, perché mi fa venire ancora più voglia di scrivere!
In questo capitolo non ci saranno risvolti significativi su Draco ed Hermione ma dal prossimo ne vedrete delle belle!
Spero vi piaccia, vi lascio alla lettura e.. mi raccomando commentate se vi va 
Un bacio, Mary

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“…mi vuoi proprio fare incazzare, vero Mezzosangue?
Mio padre e mia madre hanno già fissato la data in accordo con loro.
Draco”


Casata

Erano da poco passate le 23.00 e nella stanza, rustica ma accogliente, i primi stropicci di occhi e i rumorosi sbadigli si fecero sentire.
"Non tireremo mai fuori un ragno da un buco se non avremo altri indizi sul libro" - constatò Hermione razionalmente, alzandosi per sgranchire le gambe.
"Indizi di che genere?"- le chiese Jean.
"Non so, qualsiasi cosa" - le rispose sinceramente.
Draco non aveva ancora parlato ma lì dentro era quello che rifletteva di più.
Un libro doveva avere una copertina, e un titolo.
"Ragazzina, di che colore era il libro nella visione?"
La bambina ci pensò su, cercando di focalizzare meglio che poteva la visione.
"Era marrone scuro e c'era un rettangolo giallo"
" Qualche scritta?"
"No no. Però è molto particolare e sembrava molto vecchio"
"Lo riconosceresti se lo vedessi?" - continuò Draco.
Hermione non capiva dove voleva andare a parare il biondo.
"Malfoy, pensi di farle vedere tutte le librerie e le biblioteche dell’ Inghilterra?" - lo beffeggiò Hermione con un sopracciglio alzato.

Siccome erano già sull’orlo per bisticciare come due infanti nessuno si accorse della piccola bionda, che indicò il quadro di Ariana e gli si avvicinò.
"Non posso crederci.. No, impossibile!" - urlò con tono entusiasta la bambina.
Quando finalmente ebbe l’attenzione dei tre andò da Draco e tirandolo per una mano lo condusse vicino alla raffigurazione della donna.
"E' quello!" - indicò la sorella del Preside, la quale nelle mani stringeva un volume. Un libro marrone con un riquadro giallognolo, più internamente.
Hermione si avvicinò al quadrò ed osservò il libro - "Ne sei certa?" - chiese un pò incredula.
Non poteva esistere una fortuna così grande, perciò sarebbe stato più saggio tenere i piedi saldamente ancorati a terra.
"Insomma, mi sembra strano.. E poi questo libro deve essere molto vecchio se ce l'aveva in possesso lei da viva"
"Si, il libro della mia visione era vecchissimo" - affermò compiaciuta, afferrando la mano di Hermione.
"Dai Hermione, dobbiamo cercare quello!"
"Ma Jean, non abbiamo indizi."
Fu solo allora che Abeforth si scomodò dal divano che impegnava e parlò direttamente alla sorella ritratta.
"Ariana,v mia cara, dacci qualche informazione in più"
La donna si mosse e chinò il viso.
Occhi negli occhi con il fratello maggiore.
"Non so di chi sia, ne chi l'abbia scritto. Deve essere stata una nostra antenata." - spiegò.
"E come mai è ancora conservata dalla sua famiglia?" - le domandò Hermione.
" So solamente che è stato tramandato di generazione in generazione alle donne della mia famiglia. Ed io sono stata l'ultima donna, l'ultima Silente"
I quattro la ascoltarono attentamente.
Se il Preside fosse stato presente avrebbe sicuramente dato una mano a risolvere il rompicapo, ma si dileguò poco prima delle ventuno per tornare a vegliare su Hogwarts. Si sarebbe rivelato utile, era un genio quell’uomo, infatti qualsiasi cosa facesse gli veniva perfetta senza troppi sforzi.
"E' poco su cui basarsi" - ammise Abeforth, senza però demoralizzarsi. Nello sguardo un luccichio prese vita non appena si avvicinò anche lui ad osservare da vicino l'oggetto misterioso per un minuto buono.

Vedendolo immobile a fissare un punto vuoto Draco si chiese se finalmente il vecchio non fosse impazzito, come lo era suo fratello che aveva affidato la Phönix ad una Mezzosangue Grifondoro.
"Cos'è quello?" – ma l’uomo indicò un punto che sembrava marrone e senza differenza dal resto della copertina, ma non lo era affatto.
Al biondino ci volle una manciata di secondi prima di capire che cosa aveva davanti, lo guardò e lo studiò più e più volte, ma non c’erano dubbi. Del resto la sua vista e il suo intelletto erano sopraffini.
Ne aveva visti tanti, quello mai però.
C'era quello dei Serpeverde, con un serpente con la coda annodata e la lingua fuori dal muso.
C'era anche quello dei Malfoy, nel quale dal centro spiccava una 'M' gotica e ai lati c'erano due grossi draghi stilizzati.
Stemma.
Quello raffigurato in due centimetri, di solo due toni più chiaro del colore originale della copertina raffigurava un occhio circondato da tre cerchi.
"Lo vedo, è minuscolo. Guardate,è proprio quì" - disse Jean.
"Che casata rappresenta?" - una domanda lecita proveniente dalla bocca di chi di stemmi nobiliari ne sapeva pari a zero che tuttavia sembrò far perdere le staffe al Serpeverde.
"Chi mai potrebbe conoscere a memoria uno stemma, escludendo quello di Hogwarts e dei Malfoy?" - la domanda era più retorica che un quesito vero e proprio ma giunta alle orecchie orgogliose della ragazza somigliava più ad una sfacciata arroganza.
"Starai scherzando! Nessuno e ti dico NESSUNO conosce lo stemma della tua famiglia, Malfoy"
Per nulla infastidito Draco sapeva benissimo come replicare a quella mezza offesa che gli aveva mosso - “E il tuo di stemma, Mezzosangue?"
Era una sfida. Serpente contro leone.
"Non ho bisogno di uno stemma per sapere che la mia famiglia è nobile. – sorrise malignamente - Tu invece si" - Hermione voleva colpire nel segno, smuovere quello sguardo di ghiaccio, ma l'effetto fu il contrario.
Draco infatti si stava divertendo molto dentro di sé, perché sapeva bene di averla messa alle strette e poco importava ciò che lei continuava a propinargli come nobiltà di cuore o stronzate simile.
"I Grifondoro sono tutti così simpatici?" - sbottò avvicinandosi pericolosamente a lei. "Non quanto i Serpeverde!" - rimase ferma, lì dov'era. Non si sarebbe mossa neanche per tutta l'oro del mondo.
Significava perdere quella piccola diatriba.
Ma qualcun'altro percependo l'aria pesante e carica di astio da una parte e divertimento dall'altra parlò con tono solenne.
"DACCORDO!" – una goccia di tè al mango fuoriuscì dalla tazzina che stava riempiendosi - "Ecco cosa faremo: domani Draco ed Hermione andranno a Londra, nella biblioteca comunale. C'è un vastissimo reparto dedicato alla nobiltà londinese. Sono certo che li troverete il cognome" - guardò la piccola che aveva stretto i pugni all'altezza delle spalle e li muoveva, felice del fatto che avrebbe visto una città babbana - "Io e te invece ce ne staremo qui, ad attendere il loro ritorno"
I pugni della piccola si abbassarono e lo sguardo divenne triste. Non era giusto! Anche lei voleva andare!
"No! Anche io, anche io. Ti prego Abef-"
"E' ora di andare a letto!" - esordì l'uomo, interrompendo le lamentele infinite della bambina - "Ti ho preparato la camera degli ospiti. Troverai anche un pigiama bello caldo".
La bimba incrociò le braccia al petto in segno di protesta, così Hermione decise di intervenire. "Ti porterò un ricordino, non temere!" - le disse schioccando l'occhio. La biondina sembro contenta di ciò che aveva appena sentito e quindi sgattaiolò in camera ‘sua’, senza farsi più vedere per quella notte.
Ma prima desse un bacio sulla guancia ad Hermione, ringraziandola. Con Malfoy non osò tanto, osò di più.
Raggiunse Draco e gli fece segno con il piccolo dito di avvicinare il viso a lei – “Che vuoi?” – la bimba non rispose ma ripetè il gesto.
Roteando gli occhi al cielo e sbuffando portò le due teste allo stesso livello e senza aspettarselo si ritrovò un bacio stampato sulla guancia.
Soddisfatta Jean ridendo se ne andò nella sua nuova stanza correndo.
Non era abituato alle manifestazioni di affetto, non ne aveva mai ricevute ne date.

Quando vide la Granger sorridere sinceramente per la tenerezza che quella biondina le faceva provare, bofonchiò un qualcosa che la ragazza non capì appieno ma della quale captò ‘ridicolo’ e ‘riportare tra i cavalli parlanti’.

I due però non avevano ancora finito di parlare.

"Dobbiamo andare insieme là?" - chiese lei.
"Si, da soli sarebbe un compito impossibile. E poi entrambi siete molto colti."
"Non basterà un giorno, ce ne vorranno almeno tre. Sarà molto dura trovarlo" - il bel biondo era cosciente che sbruffare sul fatto di passare del tempo da solo con la mora non avrebbe fruttato la risposta desiderata.
"potreste soggiornare in una di quelle case babbane"
"Un Hotel? Si ce ne sono li nei paraggi" - si ricordava bene dei magnifici Hotel che erano a Londra, troppo costosi per la sua famiglia, quindi rimasti un sogno principesco. Ecco, tasto dolente. Il costo?
"Il viaggio sarà pagato da mio fratello. I soldi non gli mancano di certo ed è stato lui a volervi qui. Sarà lieto di pagare per voi" - disse Aberforth intuendo i pensieri della ragazza.
"Alle 8.00 si parte" – concluse Draco.
Non un 'buonanotte' ne altro.
Malfoy girò sui suoi costosissimi tacchi e rientrò nel tunnel che portava alla Stanza delle Necessità, diretto verso il dormitorio.
"Grazie, Signore. E' stato gentile" - lo ringraziò Hermione con un sorriso timido, poi seguì la Serpe nel tunnel, nel quale nessuno dei due proferì parola.
Avrebbero passato insieme tre giorni.
Tre giorni d’ inferno puro e massacrante.

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Draco sistemò nella sua valigia i vestiti che gli sarebbero serviti per passare tre giorni in un sudicio Hotel babbano.
Chissà quale rara malattia avrebbe contratto.
I babbani, che razza inutile.
Quasi quanto i Mezzosangue.
Quasi quanto Hermione Jane Granger.
Qualche ora dopo, in treno, l'opinione del Serpeverde non era di certo cambiata. Anche se la ragazza che era seduta di fronte a lui era senza dubbio un gran bel vedere.
Non indossava più la divisa, ma un paio di jeans a vita bassa neri e una maglietta rossa. Attillata abbastanza da far intravedere le curve invitanti.
"La biblioteca non dista molto" - disse Hermione, leggendo la mappa che aveva in mano.
"Prima dobbiamo andare in Hotel, ad assicurarci la notte in un letto anziché in una panchina di questi sudici parchi babbani. Io perlomeno non ne ho intenzione" - rispose con lo sguardo oltre il finestrino del treno, schifato da i giardini pubblici e privati che gli scorrevano davanti agli occhi.
"Va bene" - asserì.
Non aveva tutti i torti.
Intanto le fermate delle stazioni su susseguivano molto rapidamente.
"Eccoci, scendiamo al volo!" - lo intimò velocemente afferrando la valigia che si era portata appresso.
Santo cielo, pensò, a momenti perdevamo la fermata. “E’ quella vero?”
Hermione alzò lo sguardo nella direzione puntata da quello di Draco.
Incredibile! Non pensava che la biblioteca fosse così vicino alla stazione! Che fortuna, non si sarebbero persi per Londra.
E si sarebbero persi.
Sicuro come la morte.
Lui certo non era in grado di spostarsi una metropoli babbana, senza contare che avrebbe minacciato di Cruciatus qualsiasi babbano che lo avrebbe accidentalmente sfiorato. Mentre lei non aveva un gran senso dell’orientamento, purtroppo.
Meglio così, un problema in meno da risolvere.
“Si, è immensa” – si rincuorò sorridendo mentre ancora guardava l’immensa struttura senza accorgersi che qualcun altro la osservava di sua volta nuovamente irritato – “E’ così divertente scoprire di dover sfogliare milioni di libri in un luogo così?”v In quel momento come non mai il Principe dimostrava di non conosceva i babbani. Li disprezzava, ma non sapeva quanto potessero essere organizzati. A quella constatazione lo schernì, ridendo di gusto.
“Malfoy, i babbani organizzano tutto, ogni minimo particolare. Anno, Iniziale del titolo, Autore, come nel mondo della magia.”
“Peccato che noi non abbiamo né anno, né titolo, né autore” – le rispose di rimando spazientito.
Un brontolio fece la sua comparsa, ma solo lui lo avvertì perché c’era troppo rumore causato dai troppi babbani che facevano un chiacchiericcio insopportabile.
Cominciava ad avere fame, era quasi ora di pranzo e non desiderava altro che una bella doccia rilassante.
Rilassante poi, sempre di docce babbane si trattava.

“Molto bene, andiamo in cerca di un maledetto Hotel a cinque stelle” “cinque stelle? Malfoy hai idea di quanto costerebbe a Silente? Non se ne parla! Non approfitteremo della sua disponibilità”
Il biondo, che ormai aveva esaurito anche le ultime scorte di pazienza rimaste, fece due lunghi passi raggiungendo la mora, e le afferrò il polso.
Un contatto diverso dagli altri a cui era abituato, come le strette al collo o i pugni in faccia ai suoi compagni di casata.
Sentii come una piccolissima scossa elettrica nel punto in cui aveva appoggiato la mano calda sul braccio freddo di lei.
Il suo corpo era impazzito? Non si diede risposta, ma cercò di scacciare quei pensieri. “ Granger con quello che mi farai passare Silente deve ringraziarmi che non ho affittato una villa con piscina – tirandola per il polso la trascinò facendole mantenere un passo sostenuto –Muoviti ora”
Hermione provò una strana sensazione.
Malfoy non l’aveva mai toccata, non di sua volontà. Il contatto con la mano calda di lui la fece rabbrividire.
Non si sentiva a suo agio, perciò con un forte strattone ritrasse il polso.
Lui non la guardò nemmeno ma sentì bofonchiare un “Mezzosangue” e un “lavarmi le mani”, ma non ci badò nemmeno in quell’occasione.
Chissà perché Malfoy da qualche giorno le faceva uno strano effetto.
Non sapeva dire che tipo di effetto, ma lo avvertiva distintamente.
Poco prima era stato un contatto ma a volte era uno sguardo, un’espressione, il modo di parlare.
C’era qualcosa in quel ragazzo che le scatenava un ‘qualcosa’.
Draco cercò invece di concentrarsi sugli Hotel che circondavano la biblioteca, evitando quindi di darsi dell’idiota per averla toccata.
No, per averla afferrata.
Ma l’idiota era più per la sensazione strana che aveva provato, nuova.
Lui non toccava ne afferrava nessuna ragazza, se non per farci del buon caro vecchio sesso. Era il principe dei Serpeverde, era un Malfoy.
Nessuno lo metteva a disagio, se non era lui stesso a permetterlo.
Nel giro di qualche minuto la dura e fredda maschera malfoyniana ricomparse sul bel volto perfetto.
“Quello andrà bene” – esordì, puntando dritto verso la Hall.
La studentessa alzò il viso per leggere il nome dell’Hotel, appeso sul fronte dell’edificio. Un edificio maestoso, senza dubbio. Con grandi vetrate, colonne portanti regali e con cinque piani dove c’erano le stanze, tutte complete di terrazzino piuttosto lungo.
Fuori, padroneggiava un giardino imperiale, con gazebi, laghetto e giochi per bambini. Quell’Hotel non era niente male, era fantastico a dirla tutta.
Non ne avrebbe dimenticato facilmente l’esterno, chissà cosa l’ aspettava all’interno. Devo ricordarmi di ringraziare Silente, pensò compiaciuta.

L’ Hotel “J.K.” la stava aspettando.
  
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