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Autore: _Gajil_Redfox_    20/05/2014    4 recensioni
Levy è la brava ragazza, lega con tutti, non urla, non si altera con nessuno. Ma Gajil è davvero troppo anche per lei. In questa one shot potrete leggere l'inizio della loro (più che ovvia) futura storia d'amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ti deluderò più, gamberetto

«Tsk, cosa vorresti tu, gamberetto?»

Ancora una volta quel tono duro, quella lingua tagliente e affilata come la lama di un rasoio. Cosa gli costava ogni tanto essere un poco più gentile? Era entrato nella Gilda di Fairy Tail da parecchio tempo, eppure non si fidava ancora di nessuno, se non di poco di Juvia, anche se la loro collaborazione all'interno di Phantom Lord era puramente basata su pochi ceni e rari scambi di parole. Ogni volta che qualcuno tentava di parlare con quella grande montagna di ferro era come abbattersi contro uno scoglio, era inutile fare ogni tentativo di capirlo, allora lasciamolo cuocere nel suo brodo, così tutti la pensavano, tranne una piccola maghetta dai capelli blu.
«Sai cosa voglio, dobbiamo formare una squadra. Con le tue abilità magiche e la forza di Lily riusciremo senza problemi a recuperare quel pezzo dell'Orologio.» Replicò seccamente scocciata la piccola fatina.
Nessuno riusciva  a capire il comportamento di Levy, perché ronzava sempre intorno a quel idiota? Erano esattamente uno l'opposto dell'altro: Lei amava leggere tanti bei libri e il suo ideale di uomo era sicuramente quel principe azzurro che ogni ragazza agognava e desiderava. Gajil era un tipo rozzo, amante delle scazzottate e delle donne ben fornite. Cosa poteva accomunare quei maghi? Il Nulla più assoluto.
Il primo da sempre emarginato, cresciuto da Metalicana, il drago di Metallo. Non aveva conosciuto quei sentimenti di cui Fairy Tail si vantava tanto, ma poi fu proprio sconfitto da quelle Emozioni. Esse riuscirono a distruggere completamente il suo animo, a farlo cadere in un baratro di incertezze. Quei maledetti mocciosi avevano minato e poi completamente annientato le fondamenta delle sue certezze, che ora erano andate a sciogliersi come neve al sole. All’inizio li odiava. Aveva giurato vendetta. Ma poi Master Makarov gli aveva mostrato la strada.

«Non c'è bisogno di gettarsi nell'Oscurità.»

Quella frase fu l'inizio del cambiamento, Makarov aveva colpito quella difesa di acciaio, quella corazza che Gajil si era costruito attorno per non essere ferito. Così era giunto a Fairy Tail, dove aveva dovuto guadagnarsi il perdono dei compagni con fatica e impegno, ma d’altronde non si era aspettato nulla di diverso, dopo tutte le sue colpe. Uan persona in particolare non se la sarebbe aspettata così espansiva e solare: Levy, alla quale aveva fatto più male degli altri. Si vergognava delle sue azioni, si era preparato ad essere odiato dalla maga a vita, e invece lei lo aveva accolto con un sorriso. “Ora siamo Nakama, non mi importa cosa hai fatto prima. Giusto?” Queste erano state le sue prime parole.

«Va bene, accetto.» Replicò freddamente fissando negli occhi la piccola fata.

Levy all'inizio era spaventata da quel mostro. Ma ora non più. Quel gigantesco guerriero d'acciaio non era cattivo, andava compreso come si fa con i bambini piccoli.

«Grazie, Gajil-Kun.» Replicò la ragazza facendo un immenso sorriso.

Il Dragon Slayer si abbassò fino ad arrivare a pochi millimetri dalle labbra della ragazza, che cominciò a colorarsi di una leggera tinta rossa.

«Non devi ringraziarmi, siamo Nakama, quindi non devi dirmi grazie per delle sciocchezze. Saprai come ripagarmi…» disse, lasciando la frase in sospeso.

Poco dopo i visi si allontanarono e Gajil cominciò a preparare l'occorrente con Lily, mentre Levy si teneva la mano sul cuore, come se avesse appena superato un grande ostacolo.

“Uff, devo fare allenarmi per sopportare quello sguardo.” Pensò Levy.

Già lo sguardo, freddo e agghiacciante, ma così intenso da togliere il fiato, quello stesso fiato che ora la piccola ragazza stava cercando di recuperare.
«Possiamo andare» disse Gajil, che non aveva preso che qualche scorta di ferro.

Levy alzò il volto fissando i due per poi fare un grosso sorriso.

«D'accordo, andiamo!»
E così i tre partirono per la missione. Arrivati in stazione salirono sul treno. Levy salì per prima e Gajil subito dietro, perciò non poté trattenersi dal guardarle il culo: era sodo e formoso. La maga si voltò e lo fulminò.
«Che fai, pervertito?!» gridò, schiaffeggiandolo.
«Ghi hi hi» ridacchiò il moro, ma Levy non sembrava divertita. Per tutto il viaggio nessuno parlò: Levy leggeva e Gajil sonnecchiava, accarezzando Panther Lily. Arrivarono alla città di Petalo in poche ore. L’albergo dove avrebbero alloggiato era piccolo, ma la stanza era elegante: appena entrati c’era un’anticamera. Gajil andò a destra e Levy a sinistra.
«Hum… Levy…» gridò Gajil dall’altra stanza. Levy accorse, e subito capì il problema: c’era un letto solo!
«No problem: tu dormi sul divano.» disse Levy.
«Non se ne parla, dormici tu sul divano, il letto è mio, sono arrivato per primo.» si lamentò il drago.
«Intendi davvero farmi dormire sul divano?»
«IO non ci sto, mi dispiace, tu sei piccolina…» disse ancora il drago, serio, gettandosi sul letto.
«Sei uno stronzo!» disse lei, e andò a farsi una doccia. Sotto il getto poté riflettere. Magari Gajil non era come se l’era aspettato: le guardava il culo e le rubava il letto. Uno stronzo pervertito. Ma fu quando uscì, che capì di essere nei guai: non aveva preso i vestiti! Aprì di poco la porta e sporse la testa.
«Gajil…» niente.
«Gajil…!» niente.
«GAJIL!!!»
Il moro cadde dal letto, dove si era appisolato, e corse verso il bagno, allarmato.
«Che succede?»
«Portami i vestiti» disse solo, la scripter, rossa in viso.
«Mmm… dovresti essere più educata…» rispose quello, calmandosi e poggiando la schiena al muro, con un ghigno.
«Portami i vestiti, oppure esco nuda!» disse, seccata, senza pensare.
«Non vedo l’ora!» disse il moro, malizioso.
«Che maiale!» gridò la ragazza.
«Già…Allora, intendi chiedermelo meglio o uscire nuda?» quella lo fulminò con lo sguardo: era proprio una merda.
«Ti odio, stronzo pervertito!!!!» gridò, e batté la porta così forte da far tremare il povero drago. Era stato un errore enorme. Scivolò con la schiena lungo la parete e scoppiò a piangere, frustrata dalle ripetute stronzate del Dragon Slayer.
«Sei una testa di cazzo, Gajil…» disse Lily, al moro.
«Tsk! Quella è solo una sciocca! Una signorina troppo viziata.»
«Già e tu sei un pervertito testa di cazzo… Sei snervante persino per me.»
E dopo questa confessione Lily uscì in cerca di cibo. Gajil tornò a letto, stufo. Prima o poi la signorina sarebbe dovuta uscire. Ma dopo un paio d’ore non si era ancora mossa.
«Che due palle!» sbuffò il drago, andando verso il bagno.
«Gamberetto… tutto bene?» si sentì un tonfo. Poi la porta si aprì. Il moro rimase a bocca aperta: Levy era nuda!
«SONO UNA DONNA!!!!!!»  e gridato ciò diede un sonoro ceffone al drago ed uscì dal bagno, dirigendosi verso le sue valigie. Il moro rimase imbambolato per un po’, poi sbirciò verso la stanza: si era vestita. La guancia gli pulsava, e si sentiva una meda: Levy aveva gli occhi tutti rossi. Niente si mosse per un paio di minuti e quando Gajil, silenziosamente, si diresse verso la sala, trovò la scripter addormentata sul divano. Era così bella. La sollevò e la posò sul letto in camera, e dopo averla coperta le diede un bacio sulla guancia.
« Continua ad aver fiducia in me! Questa sarà l'ultima volta che ti deludo!» e detto ciò si sdraiò al fianco della maga, che sorrise nel sonno, sentendo le braccia forti di lui avvolgerla.

Angolo autrice
Salve, se vi è piaciuta recensite, e se vi può interessare sto scrivendo anche una long su questa coppia! Un bacione la vostra
-Gajil (sono una femmina)

  
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