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Autore: rainagain    20/05/2014    7 recensioni
Le stelle non possono brillare senza il buio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Audrey rimaneva sdraiata sul prato, mentre quei piccoli fili d'erba intrisi di rugiada le solleticavano dolcemente la schiena. Guardava in alto, verso il cielo, tentando di lasciar perdere il mondo esterno per almeno un attimo. Fissava le stelle, chiedendosi come dovesse essere vedere tutto dall'alto, sovrastando la Terra. Qualche lacrima scendeva ancora dai suoi occhi, rigandole delicatamente la guancia sinistra. Continuava a chiedersi perchè se ne fosse andato. Come aveva potuto? E per quale motivo lei continuava a pensare a lui, ai suoi ricci scuri, a quegli occhi color cioccolato, che l'avevano scrutata tante di quelle volte, come se sapessero leggerle dentro? Se n'era andato, l'aveva lasciata sola, permettendole di correre via sbattendo la porta alle sue spalle. Era partito senza nemmeno salutarla, in un giorno d'inverno, freddo e desolato quasi quanto il cuore di Audrey in quel momento.  

"Guarda le stelle." 
"Perchè?" 
"Perchè nemmeno tutte le stelle dell'universo brillerebbero tanto quanto te." 


Ogni volta che guardava il cielo, Audrey, ripeteva quella frase nella mente, facendo riemergere i ricordi di quei giorni felici, prima che il buio spegnesse per sempre quelle stelle. 
Audrey era ancora lì, sdraiata sul fradicio prato di quel parco, quando sentì due paia di scarpe avvicinarsi a passo lento. 
« Perchè fissi il cielo? » chiese la voce.
« Perchè continuo a chiedermi come mai le stelle vivano una vita così tranquilla, mentre noi umani condividiamo la sopravvivenza in un mondo disastrato, quando ci separano solo qualche miliardo di chilometri. » 
« Forse quella delle stelle è tutta apparenza. Siamo simili, in fondo. » 
« Come? » 
« Beh, apparentemente le stelle sembrano semplicemente diffondere luce nel buio, continuando a brillare come se niente potesse fermarle, ma hai idea di come combatta ogni giorno una stella per rimanere in vita? Quante metamorfosi e sfide debba affrontare? Io dico che c'è qualcosa che ci lega a quei corpi luminosi. » 
« Forse hai ragione. » 
Audrey si chiedeva per quale assurdo motivo stesse parlando così apertamente con uno sconosciuto, in un parco spesso frequentato da ragazzi ubriachi e adolescenti alla loro prima esperienza con una sigaretta, ma quando sentì quella voce ridere capì.
« George . » 
La ragazza era rimasta rigida, immobile,con gli occhi fissi verso il cielo, senza riuscire a girarsi a guardarlo. Vide una mano appoggiarsi affianco alla sua, prima di scorgere la figura di un ragazzo gracile adagiarsi faticosamente sul terreno, per poi appoggiare la sua testa accanto a quella di Audrey. I suoi ricci le solleticavano il viso, come ogni volta che si sedevano abbracciati ad ammirare le stelle. 
« Che ci fai qui? » chiese lei, soffocando il nodo alla gola, pronto a sciogliersi e a farla scoppiare. 
« Direi che il motivo per cui io sia qui si trovi alla mia destra. » 
« E allora perchè sei sparito e te ne sei andato senza nemmeno degnarti di darmi una valida spiegazione? » 
Audrey sentiva le lacrime scendere inesorabilmente lungo il suo viso, macchiando le sue guance di gocce di dolore. Rivide la figura di George prenderla per un polso, prima che lei si liberasse dalla sua presa, scappando da lui. 
« Davvero non l'hai notato? Credevo fosse abbastanza evidente. » 
Il ragazzo ridacchiò, picchiettando la coscia della ragazza con la mano. Audrey guardò oltre il suo petto, sporgendosi abbastanza per vedere un paio di stampelle sbucare dall'erba. 
« Osteosarcoma alla gamba destra. I dottori mi chiamavano "caso disperato",quasi non avessero neanche l'intenzione di tentare di salvarmi. » 
La sua voglia di piangere crebbe, mescolandosi alla rabbia. Già, rabbia, contro se stessa. Per un anno intero lo aveva maledetto, lanciandogli i peggiori insulti nella speranza che lui sentisse le sue grida di disperazione. 
« Perchè non mi hai detto niente? »
« Il mio medico mi aveva dato si e no sei mesi di vita. Sei mesi di chemio, dolore, visite mediche e esami. Mi hanno definito un miracolo. » 
Audrey non faceva che sentirsi peggio. 
« Lo sai che sarei rimasta con te sempre e comunque. » 
« Non volevo che vedessi la tua stella spegnersi. Sarei solo stato il buio che circondava un astro: tu. » 
In quella notte, due stelle si rincontrarono, come se, per tutto quel tempo,non avessero fatto altro che aspettarsi a vicenda, giocando a nascondino tra la distanza e il dolore, aspettando di tornare a brillare insieme. 
Audrey prese la mano del ragazzo, rivolgendogli il suo sguardo. 
« Le stelle non possono brillare senza il buio .» 

 
   
 
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