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Autore: Jude_InTheSkyWithDiamonds    20/05/2014    1 recensioni
Lui era il re.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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*Non appena la lancetta dei secondi, che con il suo ticchettio leggero e quasi ipnotico riempiva il silenzio ovattato che regnava nella stanza chiusa, raggiunse il numero dodici, un trillo squillante e insistente ruppe il silenzio.
Dal groviglio di coperte, sbucò un braccio che, lentamente e con movimenti assonnati, si allungò verso il comodino in legno, color miele, premendo con forza sulla sveglia che, finalmente, si spense.

Un occhio azzurro, brillante e luminoso, si intravide tra la stoffa verde smeraldo del piumoncino leggero, ormai quasi del tutto sul pavimento.
Erano le sette in punto del mattino.
Le lezioni sarebbero cominciate tra un ora e mezza, tuttavia era giunto il momento di alzarsi.
Scostò con un movimento quasi fulmineo le coperte, che si accasciarono sul pavimento con un suono sommesso, mentre si alzava.

Diede una rapida occhiata allo specchio, posizionato sopra il cassettone e dinanzi al letto.
Non c’era niente da fare. Era perfetto anche appena sveglio.
Fece un occhiolino alla propria immagine riflessa, mentre un sorrisetto malandrino si dipingeva sulle labbra carnose e invitanti, assumendo quella stessa espressione che, come il proprio originale, avrebbe fatto cadere ai propri piedi qualsiasi ragazza. E probabilmente anche un paio di ragazzi.
Si diresse velocemente verso il bagno dove, oltre a vestirsi e lavarsi, concesse una mezz’ora intera alla cura dei propri capelli.

Elvis teneva ai suoi capelli, come se fossero la cosa più importante del mondo.
I suoi capelli corvini, perennemente ricoperti di gel o cera, dovevano essere assolutamente perfetti.
Non un solo capello doveva essere fuori posto. Per questo il ragazzo, in modo quasi maniacale, continuava ad aggiustarli spesso, tenendo sempre in tasca il fedele pettinino nero, ormai lievemente rovinato dal costante uso.
Come il “vero” Elvis. 

Poggiò le mani sui fianchi, sfiorando con i polpastrelli il tessuto dei jeans neri e aderenti. Si guardò allo specchio, sorridendo come suo solito.
Era pronto.
Prese la borsa in pelle nera, tirando fuori l’orario di quel martedì.
Lo scorse rapidamente, assumendo poi un’espressione irritata.
La prima lezione del giorno sarebbe stata Ginnastica ed, era certo, quel giorno il professore come al suo solito, avrebbe dedicato l’intera ora a rompergli le scatole.
Cosa si sarebbe inventato questa volta per sfuggire a quella tortura?
Ci avrebbe senza dubbio riflettuto come si deve.

Dopo una decina di minuti, uscì dal dormitorio, raggiugendo il college.
Sorrideva maliziosamente alle ragazze, salutando con un cenno del capo, o della mano, i ragazzi.
Lui era il re.
La scuola era sotto il suo dominio. O almeno era di questo che era convinto.
Si avvicinò ad una ragazza, che lo guardava in modo svenevole.
Appoggiò un avambraccio contro l’armadietto metallizzato, avvicinandosi alla ragazza, squadrandola e facendole un occhiolino.*

Ehi splendore! Che dici, saltiamo la prima ora di lezioni, e andiamo nell’aula vuota in fondo al corridoio?

* Le sorrise invitante, parlandole con tono ammaliante, senza staccare gli occhi dai suoi.
Quella ragazza sarebbe stata in suo potere. Ne era sicuro.
Dopotutto, lui era il grande Elvis. Il sex simbols per eccellenza.
O almeno lo sarebbe stata se, in quel momento, il professore di Ginnastica - il suo tormento - che passava di li in direzione palestra, non l’avesse letteralmente preso per il bavero del chiodo di pelle, trascinandolo via.

Mandò un bacio volante alla bionda che lo guardava perplesso, ritrovandosi poco dopo non in palestra, ma nella piscina della scuola.
Soffocò un gemito di disgusto. Quel giorno toccava a nuoto.
Ma non era fattibile!
Se si fosse tuffato, i suoi superbi capelli, che riflettevano quasi la luce, si sarebbero rovinati.
Avrebbero perso la loro forma, e il ciuffo sarebbe crollato come un castello di carte colpito dal vento.
Non lo avrebbe mai permesso.

Sbuffò appena mentre il professore, in modo non molto gentile, invitava i ragazzi a recarsi negli spogliatoi per cambiarsi ed indossare il costume. Cosa he fece anche lui, rapidamente, per poi uscire e guardarlo di sottecchi.
Avrebbe giocato il tutto per tutto.
Si avvicinò a lui, quasi come se scivolasse sul pavimento lucido, raggiungendolo e guardandolo con un’espressione ammaliatrice.*

Professore! Io vorrei tanto, davvero tanto, seguire questa lezione di nuoto che, ne sono certissimo, lei terrà egregiamente.
Eppure, sa professore.. Ieri sera il cibo della mensa è stato pesante. Ho mangiato sin troppo. Ed il re, ovvero me, ha passato davvero una pessima nottata.
Vuole davvero rischiare di farmi addormentare dentro l’acqua e quindi affogare? Sono sicuro che tutti si lamenterebbero di aver perso un.. Clone spettacolare come me.
Dopotutto non si può mica liquidarsi uno perfetto come me, per una lezione di nuoto. Non pensa anche lei?

* Lo guardò incoraggiante. Forse l’avrebbe convinto. Doveva convincerlo. In un modo o nell’altro.
Ed invece no.
Il professore non era caduto, colpito come da una freccia di cupido, al suo sguardo e alle sue parole ma, insisteva invece per costringerlo a tuffarsi nelle acque limpide della piscina, minacciando persino di bocciarlo.
Elvis continuò con lo stesso discorso per una decina di minuti, inutilmente, sinché decise di cambiare schema.

Fece un gemito di dolore, assumendo un’espressione sofferente, mentre portava la mano destra al polpaccio, tastandolo.
Era un ottimo attore, e la sua interpretazione sarebbe, senza dubbio, stata eccellente.*

Professore! Accidenti! Un crampo! 

* Lo guardò dal basso, cercando di convincerlo con la sua migliore espressione di dolore. 
Ma non ce la fece. Quel professore era tosto. Estremamente tosto se non riusciva minimamente a smuoverlo.
Ormai era rassegnato. Avrebbe dovuto farlo.
Deglutì, sul bordo della piscina, sfiorandosi con le dita il ciuffo ingelatinato. Doveva farlo.
Si mise in posizione. Stava per buttarsi e…

DRIIIIN

La campana salvatrice!
Tirò un sospiro di sollievo, guardando con un ampio sorriso il professore che lo fissava con un cipiglio irritato, dirigendosi verso gli spogliatoi.
Era salvo.

Si cambiò rapidamente, tornando perfetto come al solito.
Sorrise come sempre alla sua immagine riflessa, guardando l’orologio nero che portava al polso.
Era in ritardo!
Tra una decina di minuti sarebbe dovuto essere al club di musica, per la riunione settimanale. E come se non bastasse, doveva assolutamente parlare con Shakespeare a proposito di un progetto del club di teatro.

Uscì dallo spogliatoio, pensando a dove andare.
Musica o teatro? A quale teneva maggiormente?
Dannazione! In momenti come quelli avrebbe davvero voluto sdoppiarsi. Come poteva scegliere tra le due cose - oltre i suoi capelli- che amava di più?
Stava ancora rimuginando, camminando rapidamente per i corridoi, quando la voce di tre ragazze lo riscosse dai suoi pensieri.
Tre bellissime ragazze, poggiate contro gli armadietti, lo stavano chiamando facendogli cenni e lanciandogli baci.

Sorrise malizioso, avvicinandosi a loro e poggiando una mano sulla vita di una ragazza dai fluenti capelli rossi, e l’altra sul fianco della bionda dai capelli legati in due codini, guardando poi l’altra bionda dai capelli corti in viso.
Lo guardavano come se volessero mangiarselo vivo e, dopo aver chiaccherato per un paio di minuti, gli chiesero di prendere un caffè con loro.

Una nuova scelta!
Si morse il labbro inferiore, guardandole.
Come poteva scegliere tra la sua altra passione, ovvero le donne?
Era il tempo di decidere.

Spinse lievemente le ragazze lungo il corridoio, invitandole con un cenno a camminare con lui.
Non voleva rinunciare a tutto.
Raggiunse l’aula del club di musica e, poggiandosi alla porta, le tirò appena contro di se.*

Bamboline, purtroppo adesso devo andare ad una riunione ma, ehi, non ho alcuna intenzione di lasciarvi prendere quel caffè sole solette.
Dopotutto, il re è per tutti!
Aspettatami per un ora e, vi prometto, sarà… un caffè indimenticabile!

*Sorrise malizioso, facendo un occhiolino alle ragazze, ed entrando poi nell’aula di musica. 
La giornata che lo aspettava si programmava estremamente interessante.* 





|| Allora, in realtà questa one shot è stata scritta come role di prova per entrare in un GdR. Dato che mi è piaciuta particolarmente, ho deciso di pubblicarla, quindi..bhe..ecco qui!!
  
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