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Autore: Chibs    20/05/2014    0 recensioni
Dal capitolo 1:
"Alvise: cuore di soldato, spirito di letterato, mente di commerciante.
Niccolò: cuore di ghiaccio, spirito da codardo, orecchie da mercante."
Non ci sono nazioni buone o nazioni cattive, esistono solo nazioni che mostrano una sola faccia della medaglia.
[Achtung! Presenza massiccia di OC e 2p!]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 2p!Hetalia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           Another Half

 

 

Capitolo primo: Alvise vs Niccolò (Veneto)

"Alvise: cuore di soldato, spirito di letterato, mente di commerciante.
Niccolò: cuore di ghiaccio, spirito da codardo, orecchie da mercante."

 

1. Commercio

 

Alvise adorava il commercio; per lui commerciare era sì una forma di guadagno molto promettente, ma allo stesso tempo era un'importante crocevia di culture. Attraverso il commercio non acquisiva solo ricchezza materiale ma anche culturale.

 

La principale attività lavorativa di Niccolò era il commercio, il cui fine principale era il conseguimento del massimo guadagno ottenibile. Anche attraverso mezzi più o meno legali. Pur di lucrare, Niccolò era favorevole alla speculazione, alla truffa e all'utilizzo dei più infimi mezzucci.

 

2. Arte e Letteratura

 

Niccolò non era mai stato una persona acculturata. Preferiva l'esperienza diretta a quella accademica. Non imparò mai a dipingere, comporre o raccontare poesie.
L'unica cosa che sapeva fare era scolpire marmo e pietra d'Istria per creare splendenti architetture e statue, solo che preferiva rubare quelle degli altri piuttosto che esporre le proprie.

 

Da grande estimatore d'arte e cultura qual'era, non poteva esimersi da mostrare un interesse per questi campi. Alvise era un fine pittore e un assiduo lettore e si dilettava un po' con tutte le belle arti. In tutta Europa gli invidiavano stamperie e libertà d'espressione, mentre altri ne erano intimiditi.

 

3. Chiesa

 

Qualcuno lo definiva coraggioso, altri pazzo, per le scelte azzardate attuate nei confronti delle autorità pontificie. Per questi suoi colpi di testa era stato scomunicato anche più di una volta, ma lui non se ne curava più di tanto. Non avrebbe permesso a nessuno di mettergli i piedi in testa e decidere per lui dell'avvenire del suo stato.

 

Niccolò avrebbe fatto di tutto pur di non causare problemi con le autorità, sopratutto se quest'ultime annoveravano una potente istituzione come la Santa Inquisizione. Per questo lui non ci pensava un attimo prima di cantare come un uccellino al servizio del suo grande padrone, dopotutto qualcuno doveva pur bruciarli quei libri.


 

4. Religione
 

 

Niccolò credeva nei dettami dogmatici della Chiesa cattolica solo come un bigotto può fare.
Credeva senza in realtà comprendere appieno le implicazioni, i sottintesi e le incoerenze di quella religione. Tanto per lui era uguale, pur di non farsi notare e mettersi nei guai preferiva credere: a chi, se all'uomo nero, a Babbo Natale o a Dio, gli era indifferente.

 

Alvise non credeva nell'esistenza di un Dio cristiano, o di un Dio semplicemente. Gli faceva comodo solo quando gli mancavano le virgole e allora inseriva nella frase una bestemmia, studiata ad arte.


5. Guerra


Ad Alvise la guerra eccitava. Ma non era quell'eccitazione divertita, tutt'altro. Era l'eccitazione nata dalla paura, dal pericolo e dall'ancestrale istinto di sopravvivenza, acuito maggiormente in una nazione come lui, in cui convivono le anime di molti patrioti pronti a morire per la patria, ma spaventati all'idea di lasciare questo mondo come tutti gli umani.

 

Niccolò era forsennatamente attratto dall'idea della Guerra. La guerra, o le catastrofi in generale, potevano portare ricchezze infinite a chi sapeva coglierne i frutti quando ancora sono maturi. E lui era davvero bravo in questo, non vedeva mai il campo di battaglia, ne veniva a patti con la sua sete di ricchezze da scialacquare.

 

 

6. Pace

 

Quando si prospettava un lungo periodo di pace, Niccolò era sempre seccato di dover trovare un nuovo metodo per soddisfare le sue necessità. Ma rinfrancarlo c'era la consapevolezza che la pace non durasse mai troppo a lungo per loro Nazioni.

 

Alvise non ha mai vissuto momenti di vera pace. Tutte le alleanze stipulate, i trattati di non belligeranza e quant'altro, si tradussero sempre in semplici e momentanee tregue disarmate nei confronti delle altre Nazioni; nell'attesa che qualcosa cambiasse e si potesse tornare a combattere gli uni con gli altri.
 

7. Affetti


Alvise ha più amici e alleati di quanti lui stesso creda di averne, ma non si convincerà mai di questo, in quanto per lui non è possibile avere una relazione con altre Nazioni senza sfociare in una relazione di “amichevole rivalità”. E' troppo orgoglioso, fiero e testardo per ritornare sui suoi passi.

 

Niccolò non sopportava la presenza di altre persone. Odiava tutti coloro che erano diversi da lui, coloro i quali potevano aver da ridire sui suoi atteggiamenti e sulle sue abitudini. Gli manca, comunque, la forza per far rispettare le proprie scelte, pertanto si ritrova a far quello che gli viene detto senza obbiettare troppo ma facendo i propri interessi dietro alle spalle degli altri.

 

8. Orgoglio
 

 

Niccolò non faceva mai valere le proprie opinioni sugli altri. Tutti erano più forti ed influenti di lui, apparentemente. Lui, però, glielo lasciava credere comunque; se continuavano a considerarlo un inetto, magari poteva continuare a farsi i suoi affari pacificamente.

 

Alvise non si sarebbe mai lasciato mettere i piedi in testa da nessuno. E nessuno desidererebbe averlo contro in un dibattito. Per una persona testarda e orgogliosa come lui, dover mettersi al servizio di altri contro la sua volontà era un'onta insopportabile.

 

9. Storia


Alvise viveva immerso nella storia, propria o dei suo antenati non importava. Viveva una vita profondamente legata al suo passato di grande nazione e al ricordo degli antichi fasti. Tormentato dall'idea di essere inferiore a se stesso, si metteva d'impegno ogni giorno come se fosse l'ultimo.
 

Niccolò concepiva la storia solo come una specie di “circuito”., nel quale si alternavano una serie di corsi e ricorsi storici. Quindi non gli interessava molto compiere scelte ponderate, lui viveva il giorno con la consapevolezza che prima o poi gli sarebbe toccato di nuovo vivere quelle scelte.

 

10. Carnevale

 

Niccolò passava le sue feste di Carnevale sbronzandosi in quelle bettole che osavano chiamare osterie, nei bassi fondi di Venezia. Solitamente si mascherava da “Medico della Peste”, ma più che un “salvatore di vite” rassomigliava più ad una cupa mietitrice di anime. E ciò non gli dispiaceva affatto.

 

Alvise adorava il carnevale e l'idea di pura libertà ed evasione che esso sottintendeva. Ogni anno si mascherava in modo diverso con abiti sartoriali cuciti su misura per lui o con completi settecenteschi che aveva conservato con cura. Ovviamente la maschera era d'obbligo.




Note a pie' pagina


Ok, Questa è la mia ultima follia, ve lo prometto... machimicrede Comunque questa è una storia nata dalla mia mente contorta l'altra sera. E' un esperimento che comunque avrò piacere di continuare, inserendo anche altri personaggi sia canonici che originali.

Per la cronaca Alvise è il mio OC della Regione Veneto (in passato anche della Serenissima Repubblica) mentre Niccolò è la sua "controparte" 2p! Anche se io sono più tentata di considerarli le due "facce" di una stessa persona.

To sum up, rimanete in ascolto per ulteriori penierini elaborati come questi. Se ne avete il coraggio, cari i miei lettori <3

   
 
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