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Autore: telesette    21/05/2014    3 recensioni
Di nuovo Gohan prese ad abbracciarla, cercando avidamente le sue labbra con le proprie, e Videl fece altrettanto. Attraverso il calore di quel bacio, ben più forte dell'aura di mille Super Saiyan, ciò che entrambi sprigionavano era la più grande fonte di energia conosciuta nell'intero cosmo...
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!


 

***

Passione Saiyan - Gohan e Videl
immagini tratte da internet

 

Gohan aveva davvero un aspetto spaventoso, quel giorno.
Sembrava proprio un mostro inferocito, gli occhi iniettati di rabbia, piuttosto che il mite e timido scienziato che tutti conoscevano in città. Quella mattina si era svegliato con una voglia irrefrenabile, accresciuta dalla vista della moglie seminuda e addormentata al suo fianco... invece era dovuto recarsi all'Università di Satan City, cercando di nascondere il più possibile la sua espressione dietro agli occhiali, per tenere un'importante conferenza sulla differenza sedimentaria delle rocce aliene attraverso i campioni rinvenuti dai meteoriti.

- Al diavolo - imprecò Gohan sottovoce. - Stare qui a parlare di rocce ed altre cavolate varie, per un pugno di idioti, anziché fare sesso con mia moglie come mio sacrosanto diritto...
- Mi scusi, professor Son - azzardò un ricercatore sollevando la mano per porre a Gohan una domanda.
- CHE C'E' ?!? - ruggì Gohan rabbiosamente.

Tutti, nella sala, sbarrarono gli occhi dallo stupore.
Il professor Son Gohan, così calmo e gentile, che si lasciava andare ad uno scoppio d'ira del genere.
Subito Gohan si rese conto di aver esagerato e, tossendo nervosamente come per schiarirsi la voce, pregò l'altro accademico di rivolgergli il proprio quesito.

- M... Mi scusi - balbettò l'uomo. - Ecco, volevo chiederle: secondo lei, le striatùre sul campione di roccia di Urano, messe a confronto con quelle presenti invece sul frammento di Plutone, sono dovute all'attrìto con la nostra atmosfera terrestre... o piuttosto ad una caratteristica peculiare della loro consistenza, variabile dunque da pianeta a pianeta?

Gohan trasse un respiro profondo, cercando oltremodo di controllarsi per non trasformarsi al cospetto di tutti i suoi illustri colleghi, ma già la cattedra sotto la semplice pressione delle sue dita mostrava segni evidenti di cedimento.

- Professore...
- HO SENTITO, NON SONO SORDO - strillò Gohan in risposta. - Possibile che ancora vi poniate simili domande imbecilli, anteponendo le stupidaggini ai "veri" misteri dell'universo?

Silenzio.
Nessuno osò anche solo proferire parola, di fronte alla rispettabile autorevolezza del professor Son, ma certo la sua osservazione lasciò tutti quanti di stucco.

- Aprite bene le orecchie, razza di scaldasedie poltroni che non siete altro - proseguì Gohan con veemenza, sollevando il pugno all'altezza del volto, per conferire maggior vigore alle sue parole - Veniamo al mondo da origini antiche e lontanissime, dai microorganismi e dalle specie viventi unicellulari, e la nostra esistenza dura meno di un infinitesimo di secondo rispetto alla Terra... Quanta conoscenza credete che occorra all'uomo, per apprezzare appieno lo scorrere inesorabile della propria vita, e quanto è invece possibile abbracciare e tenersi strette le gioie più care che fanno realmente la differenza tra ciò che siamo e ciò che non potremo mai essere?

Nessuna risposta.

- La vita è tutto quello che abbiamo - disse ancora Gohan, passando ad uno ad uno lo sguardo su tutti quei volti che lo fissavano, cercando di ribadire quell'ovvio particolare concetto che la moderna società umana andava sempre più dimenticando. - Oggi siete venuti qui, come me, per discutere di rocce e meteoriti provenienti da altri mondi; ma mentre restiamo qui a parlare, come se un pezzo di pietra fosse più importante della singola vita del più piccolo essere umano, ognuno di noi lascia indietro sé stesso in nome della conoscenza... Ma in nome di cosa? Di che? Per quale motivo, un sasso può dirsi addirittura più importante, del calore e degli affetti che tendono a scomparire sia dalla mente che dal nostro cuore? VERGOGNA !!!

L'urlo di Gohan seguì una breve pausa, dando così modo ad ognuno di riflettere attentamente sul profondo significato del suo discorso.

- Voi tutti avete delle famiglie a casa, qualcuno di importante a cui voler bene - mormorò dunque il giovane, cercando di recuperare il più possibile il controllo di sé e dei propri nervi. - Chi di voi invece è solo, per destino o per scelta, procuri di dedicare parte del tempo che gli resta alle persone che ha intorno; solo così la vostra vita avrà un senso, e il perché lo capirete, senza bisogno che ci sia qualcuno a spiegarvelo... e adesso andatevene, la conferenza è finita!

Un singolo battere di mani, proveniente dal fondo dell'aula, riecheggiò piano all'orecchio di Gohan.
Di lì a poco, altri accademici si unirono a quel suono, finché l'intera Aula Magna dell'Università di Satan City levò il proprio caloroso applauso all'indirizzo del calore umano e della sincera passione espressa con grande sensibilità dal professor Son Gohan. Molti versarono anche alcune lacrime di commozione, tirando fuori i fazzoletti, e Gohan poté constatare soddisfatto il brillante esito del suo discorso.

***

Videl fu molto sorpresa di vedere Gohan rincasare prima del previsto.

- Non ti aspettavo così presto, caro - esclamò perplessa. - Credevo che oggi avessi la tua conferenza...
- Sì, ma avevo una cosa più importante qui a casa!
- Ah sì, e che cosa sarebbe?
- Tu - disse Gohan sottovoce, prendendo dolcemente il volto di Videl tra le mani.

Videl arrossì.
Non era abituata a quel genere di discorsi da Gohan, in quanto fondamentalmente lui era troppo timido per lasciarsi andare a ciò che pensava realmente, ma era anche molto felice di sentirlo parlare così ogni tanto. Subito Gohan prese a baciarla, stuzzicandole leggermente le labbra, e a stringerla forte a sé con entrambe le braccia. Videl era sempre stata minuta di corporatura, rispetto a Gohan, cosicché dovette alzarsi sulla punta dei piedi per cingergli le spalle in un abbraccio.
Incapace di trattenersi oltre, Gohan spinse piano Videl contro la parete e, mentre la sua bocca si soffermò a baciarle l'incavo tra la guancia morbida e il collo, le sue mani sfilarono il giubbotto di jeans che la consorte indossava abitualmente.
Videl aveva un gusto molto semplice e spartano nel vestire, pur potendosi tranquillamente permettere di indossare qualunque cosa, e preferiva non mettere nulla di troppo vistoso né appariscente. Aveva anche smesso di portare i capelli corti e, per motivi di praticità, si limitava a legarli in una lunga treccia dietro le spalle.
Gohan adorava i suoi capelli.
Gli piaceva oltremodo sciogliere quella lunga treccia, quando erano a letto, e ammirare quella scura massa sinuosa che delineava le curve e i fianchi della sua bella moglie.
Per Videl era un sollievo, essere vista così da Gohan.
Guardandosi allo specchio, con i primi segni dell'età sul volto e i ciuffi ribelli che fuoriuscivano dalla treccia, sentiva su di sé lo stesso fascino di una casalinga stressata e per nulla attraente. Invece Gohan, guardandola come solo lui sapeva fare, non mancava mai di sorriderle e di ripeterle quanto lui la ritenesse la donna più bella della Terra.

- Videl - mormorò. - Ho una voglia matta di fare l'amore con te, adesso!
- Gohan - fece lei stupita. - Sei sicuro di sentirti bene... Non hai la febbre, vero?

Per tutta risposta l'altro la baciò ancor più insistentemente sulle labbra, massaggiandole la coscia con grande bramosìa, mostrando chiaramente tutto il desiderio che aveva di lei. Videl si sentì avvampare, lasciando che l'altro le sciogliesse la cintura e la gonna, percependo dentro di sé quella stessa passione dell'altro. Approfittando di un momento per riprendere fiato, fu lei stavolta a togliere la giacca a Gohan, sbottonandogli poi la camicia ed insinuando sotto le dita per massaggiargli il petto tonico e muscoloso.
Sotto al tocco amorevole della moglie, Gohan non riuscì a capire più niente.
Videl era troppo sexy, con addosso nient'altro che l'intimo e i neri collant aderenti, e lui non riusciva a smettere di baciarla ed accarezzarla da sopra la stoffa che ancora avvolgeva le sue grazie.

- Accidenti, che entusiasmo - osservò lei, guardandolo con grande imbarazzo. - Eppure non è la prima volta che lo facciamo!
- Non so come spiegartelo - sussurrò l'altro. - E' da stamattina che non penso ad altro che a te: al tuo volto, alle tue gambe, al tuo seno... Ti amo, Videl, ti desidero immensamente!
- Anch'io ti amo, Gohan!

Ciò detto, Videl convinse il marito a spostarsi in camera da letto.
Qui lo fece stendere supino, pregandolo di avere ancora un po' di pazienza, e si voltò pudicamente di spalle per togliersi gli ultimi indumenti di dosso
.
Seduta di fianco a lui sul letto, prima di togliere il reggiseno, Videl si avvolse nelle lenzuola tenendole su con le braccia.
Sapeva che era un po' sciocco da parte sua, in quanto Gohan sapeva perfettamente com'era fatto ogni più piccolo centimetro del suo corpo, ma non poteva farne a meno. Il pensiero che Gohan "desiderasse" vederla, senza scoprire subito le sue parti più intime, era un modo come un altro per accrescere il suo desiderio... se mai ce ne fosse ancora bisogno.
Gohan restò immobile a guardarla per un istante.
Bellissima.
Era persino più bella di quando si erano conosciuti.
Non era più una ragazza ormai, bensì una donna, e il suo corpo si era fatto più splendido, più armonioso e desiderabile persino di una dea.

- Oh, Videl - sospirò. - Riuscirò mai a trovare parole sufficienti per dirtelo?
- Dirmi cosa?
- Quanto sei bella - concluse Gohan. - Sei così bella che non riesco neppure a dire quanto...

Videl sorrise, annullando la breve distanza tra loro, carezzandogli il volto e baciandolo dolcemente sulle labbra.

- E' sufficiente questo - spiegò lei in un sussurro. - In amore, le parole non servono... il bacio lo hanno inventato apposta!

Gohan annuì.
Il tempo di stringerla a sé, facendo scivolare quell'ultimo velo che ancora la nascondeva al suo sguardo, le sue braccia si fecero nido per accoglierla.
In quella, però, Videl si rammentò di una cosa.

- Gohan - esclamò dubbiosa. - Sei sicuro che l'autore della fanfiction non si metterà a fare il guardone?
- Deve solo provarcisi - soffiò Gohan serio. - Parola mia, prima gli stronco gli occhiali e poi glieli faccio ingoiare!
- E coloro che sono giunti a leggere fino a questo punto?
- OH, INSOMMA - sbottò Gohan. - Saranno fatti nostri, quello che facciamo nell'intimità o no? E che diamine!

Ciò detto, Gohan andò alla finestra per tirare giù completamente le tende e chiuse a chiave la porta dall'interno. Passi la curiosità ma, fino a prova contraria, c'è un limite a tutto in termini di decenza. Né Gohan né Videl avevano piacere di farlo così, sotto gli occhi di tutti, e non chiedevano altro che un legittimo richiamo alla privacy entro le mura di casa loro.

- Dove eravamo rimasti, tesoro?
- Veramente, dobbiamo ancora cominciare - sorrise Videl maliziosa.
- Hai ragione!

Di nuovo Gohan prese ad abbracciarla, cercando avidamente le sue labbra con le proprie, e Videl fece altrettanto. Attraverso il calore di quel bacio, ben più forte dell'aura di mille Super Saiyan, ciò che entrambi sprigionavano era la più grande fonte di energia conosciuta nell'intero cosmo...
L'energia dell'amore!

 

FINE

   
 
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