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Autore: EchoS_    21/05/2014    3 recensioni
Zayn Malik, diciotto anni appena compiuti, aveva sempre amato l'inverno.
Lo ha amato da bambino, quando si svegliava il 21 dicembre e realizzava che mancavano pochi giorni a Natale e vedeva dalla finestra della sua cameretta i primi fiocchi di neve posarsi sui tetti delle case e sulle strade come milioni di fantasmi di ghiaccio.
Lo ha amato quando andava alle scuole medie e poteva giocare a palle di neve con i suoi amici nel cortile di casa sua, costruire pupazzi di neve piuttosto brutti e andare sullo slittino.
||Ziall.||Frozen!Au||Elsa!Niall, Anna!Zayn.||
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo consigli prima di leggere. 
Ascoltate QUESTA canzone e immaginate che sia Niall a cantarla, mentre leggete! 
Grazie in anticipo e ci vedimo in fondo! :D

 

Let it go
 

Niall, un bambino biondo, cinque anni e mezzo, occhi azzurri, sorriso tutto dentini e fossette, è seduto al tavolino della piccola scuola materna appena fuori Ealing, zona periferica di Londra; in mano tiene un pastello verde e sta disegnando un prato fiorito, poi prende il giallo e disegna un grande sole sorridente. Ha sempre desiderato che in quella città così grigia potessero esserci giornate simili ma ormai per lui rimane solo un piccolo sogno. E poi a lui il freddo non è mai piaciuto molto, cosa piuttosto buffa, considerando quello che è capace di fare. I pupazzi di neve per esempio! Non c'è cosa che ami di più al mondo, nonostante siano freddi ed immobili.

Niall ha un amico, il piccolo Zayn, che è l'unico bambino a sapere di quella sua stranezza. Prima passavano il tempo a giocare a mamma e figlio dentro la casetta dell'asilo, ora trascorrono le giornate nascosti nel giardino sul retro, facendo a palle di neve e disegnando gli angeli sul terreno. Zayn si diverte sempre e vederlo sorridere basta a Niall per sentirsi felice a sua volta. In effetti si sta proprio chiedendo come mai il piccolo moretto non sia ancora arrivato da lui, saltellando e con il suo solito sorriso birichino, chiedendogli di andare a giocare con la neve con un paio di occhioni dolci da cerbiatto che avrebbero sciolto il cuore più gelido del mondo.

Niall sta proprio disegnando il tetto rosso fuoco di una casetta quando, manco a dirlo, sente le risate del piccolo Malik avvicinarsi sempre di più al tavolino giallo chiaro. Zayn Malik era un bambino serio ma allegro allo stesso tempo. Non adorava troppo la compagnia, era un tipetto solitario che amava disegnare e tenere ordinati i giocattoli.

Subito Niall si infila il cappellino e si alza dalla piccola sediolina, appendendo il disegno vicino ai tanti fatti dagli altri bambini dell'asilo. Prende subito la mano di Zayn e gli fa cenno di stare in silenzio, appoggiandosi un ditino sulle labbra e facendo “shh” con la boccuccia. Stringe più forte la sua mano e inizia a camminare velocemente, cercando di sfuggire alla vista delle maestre; apre la porta che dà sul giardinetto con un po' di fatica e la chiude alle loro spalle.

-Sei pronto?- chiede con un sorriso piuttosto furbetto, rivolto a Zayn che sta in piedi davanti a lui con gli occhi pieni di aspettativa.

-Si, dai ti prego Niall! Giochiamo!- urla il moretto, con la sua vocina sottile sottile da bambino che non sta più nella pelle.

Niall sorride di rimando e alza la mano verso la propria bocca, soffiandoci sopra. All'improvviso inizia a nevicare per tutto il giardino, che viene coperto di neve fresca e morbida, perfetta per fare i pupazzi di neve. Niall si avvicina all'amico e si accovaccia sulla neve, ammucchiandola per fare un pupazzo. -Dai, questa volta sarà il più bello che abbiamo mai fatto!-

Zayn non se lo fa ripetere due volte e si mette subito a fare il pupazzo di neve insieme a lui, ma la pallina gli viene tutta storta, così si rattrista leggermente. I pupazzi di Niall erano così belli, invece i suoi non lo erano, sbagliava sempre! Il piccolino si siede a terra, incrociando le braccia al petto. -Basta, è inutile, non lo so fare.-

-Dai, non fare così. Ora lo sistemiamo insieme, ti va?- Niall sorride e si avvicina di più a lui, sistemando il suo pupazzo di neve, aggiungendogli anche le braccia con due stecchini di legno. -E' bello Zay, non essere triste!- il biondino sorride di nuovo e si alza in piedi, mettendosi a correre sulla neve per tutto il giardino, rotolando ogni tanto per terra.

Il piccolo Malik rimane fermo con il broncio anche quando vede il pupazzo di neve finito, poi volge lo sguardo sul suo amichetto che corre rotolando a terra e vede tutte le giostrine del giardinetto, coperte di neve oppure congelate, brillare leggermente per i pallidi raggi del sole. Così si alza, correndo verso lo scivolo, coperto da una spessa e scivolosa lastra di ghiaccio. Sale i gradini e arriva sul pianerottolo, rimane lì fermo, lasciandosi con le mani per far all'amicp vedere che era in grado di mantenersi da solo e sventola una manina per attirare la sua attenzione.

-Niall, Niall! Guarda che cosa so fare, scommetto che tu non ci riesci!- immediatamente fa per saltellare sul posto, ma mette male un piedino e cade dallo scivolo quasi prima che Niall possa girarsi, con un piccolo urletto soffocato in gola.

-Zay no, fermo!- Niall sporge la mano verso di lui e, preso dal panico, non riesce a tenere sotto controllo la neve e il suo potere: un piccolo fiotto ghiacciato esce troppo velocemente dalle sue mani e colpisce il piccolo moretto sulla fronte, facendolo rotolare sulla neve, poco lontano dello scivolo.

-ZAYN!- Niall si alza subito e corre verso di lui, inginocchiandosi al suo fianco, sentendo le lacrime che iniziano a scorrere sulle guance. Immediatamente smette di nevicare, e tutto attorno a loro sembra congelarsi. Il corpicino di Zayn è gelido tra le sue braccia, mentre una parte dei suoi capelli si tinge di biondo chiarissimo, proprio nel punto dove è stato colpito.

Niall si sente tremare e ha troppo, tanto freddo, la rabbia e la delusione che lottano dentro il suo piccolo corpicino: ha fatto del male alla persona più cara che aveva al mondo, si sente un mostro. E' un mostro.

Improvvisamente, il ghiaccio diventa ancora più freddo e duro attorno a loro.

Il piccolo Zayn si sveglia il giorno seguente e si ritrova nel suo lettino; al caldo, al sicuro, come continua a ripetergli sua madre con uno strano sguardo apprensivo. Non ricorda niente del giorno prima, solo il sorriso di un bambino, di Niall, le sue risate. Guarda la finestra con sguardo triste, non sapeva cosa fare, i suoi non lo avrebbero mandato all'asilo anche se si fosse alzato e a lui fa tanto male la testa, così chiude gli occhi e si abbraccia il cuscino, stringendosi con il corpicino piccolo piccolo nelle coperte.

E fu così che i giorni, le settimane, i mesi passano: Zayn all'asilo continua a cercare Niall, ad avvicinarlo, ma lui si allontana sempre. Non sa perché.

E Zayn, quasi involontariamente, crea una barriera nella sua mentre, una barriera di protezione che non gli permette di ricordarsi di Niall, dell'unico amico che aveva avuto e pure lo aveva abbandonato così, senza un motivo.

Piano, piano i ricordi si offuscano, si sbiadiscono, fino a sparire definitivamente. L'unica cosa che gli rimane di Niall, è una ciocca bionda tra i suoi capelli neri che, inspiegabilmente, rimane sempre lì nonostante sua madre cerchi di tingergliela spesso.

Non ha idea di come possa essere spuntata.

Dentro di lui, ormai, non c'è più alcun ricordo di Niall Horan.

[Tredici anni dopo]

Zayn Malik, diciotto anni appena compiuti, aveva sempre amato l'inverno.

Lo ha amato da bambino, quando si svegliava il 21 dicembre e realizzava che mancavano pochi giorni a Natale e vedeva dalla finestra della sua cameretta i primi fiocchi di neve posarsi sui tetti delle case e sulle strade come milioni di fantasmi di ghiaccio.

Lo ha amato quando andava alle scuole medie e poteva giocare a palle di neve con i suoi amici nel cortile di casa sua, costruire pupazzi di neve piuttosto brutti e andare sullo slittino.

Ancora di più, ha iniziato a venerarlo nel momento in cui aveva cominciato a frequentare il liceo, quando, nei giorni più freddi dell'anno, la preside si vedeva costretta a chiudere la scuola per qualche giorno a causa della troppa neve caduta.

E così, lui è all'ultimo anno di liceo e l'inverno è arrivato anche quell'anno. Sì, l’inverno è arrivato, con il suo vento gelido, l’aria pungente, il cielo brumoso un po’ grigio ed un po’ bianco latte. In questi ultimi giorni, il freddo è ancor più intenso del solito: la notte porta con sé grandi gelate, al mattino la brina riveste di goccioline brillanti gli orli delle poche foglie rimaste per terra o sugli alberi ed i piccoli rametti secchi ed intirizziti.

La gente normale sta già al calduccio delle loro case, imbacuccati in abiti e maglioni pesanti, come se a Londra fosse appena sceso l'inverno Antartico. La neve, però, quest'anno pare non aver voglia di arrivare a rallegrare i bambini con il suo candido manto. E quest'anno c'è qualcosa che spinge Zayn ad amare l'inverno ancora di più.

Niall Horan.

E' un ragazzo appena arrivato a scuola, subito dopo le vacanze di Natale, e non è di certo un tipo che passa inosservato. E Zayn non dimenticherà mai la prima volta che ha visto Niall. Alto, biondo, con degli occhi talmente azzurri da sembrare finti, tersi come il cielo d'estate. Curioso.

Camminava per i corridoio della scuola come un fantasma, come se fosse solo al mondo, senza guardare negli occhi nessuno, mai. Com'era prevedibile, all'inizio tutti non facevano che parlare di lui. Alla fine era lo straniero, quello che proveniva dalle fredde e verdi terre d'Irlanda, quello misterioso e, ovviamente, quello bellissimo.

In men che non si dica, tre quarti della popolazione femminile del liceo di Zayn -e buona parte della fazione maschile,- decise che il povero Niall andava aiutato, poverino, senza riuscire a capire bene l'inglese puro come faceva a fare amicizia?

Ma Niall capiva, capiva tutto.

Tranquillo, sereno, non aveva assolutamente nulla dello studente spaesato che molte ragazze si ostinavano a vedere il lui, tentando disperatamente di ricreare un nauseante e scontato clicé da romanzo da quattro soldi, solamente per poter accorrere in suo soccorso. Ma le azioni volenterose nei confronti di Niall finirono velocemente, così come erano iniziate. Silenzioso e testardo, quello strano ragazzo si dimostrò ben presto poco tollerante nei confronti delle sue fan che a loro volta si stancarono presto della sua glaciale indifferenza.

Della sua famiglia non si sapeva nulla, solo che viveva con suo nonno nella grande villa poco distante da Picadilly Cyrcus e che aveva un fratello poco più grande di lui che però era già all'università e studiava fuori città. Sul motivo dell'assenza dei genitori circolavano le voci più varie e fantasiose. Molti sostenevano che in realtà fossero due malavitosi in perenne fuga dalle forze dell'ordine, mentre altri mormoravano affari loschi in America Latina o di misteriose morti tenute nascoste per motivi di eredità. In ogni caso, tutte le voci erano raccapriccianti e tetre e, guardando negli occhi Niall chiunque avrebbe avuto la stessa sensazione.

Lo sguardo di quel ragazzo faceva gelare il sangue.

Zayn è sempre stato un ragazzo curioso.

Silenzioso si, ma davvero molto curioso. Ed è per questo che, seduto ad un tavolo dall'aspetto piuttosto malconcio della mensa scolastica, sta fissando Niall, nascosto dietro al suo blocco da disegno, sforzandosi di non farsi vedere dal biondo che fissa la parete come se fosse il quadro più interessante del mondo. Non si è chiesto perché gli sia venuta la voglia di disegnarlo da lì a qualche giorno ma, eventualmente, Zayn aveva pensato che le sopracciglia perennemente inarcate di Niall fossero la cosa più bella che avesse mai visto. Era come se il ragazzo riflettesse costantemente sul mondo, come se ci fosse qualcosa che lo turba, che gli impedisce di vivere davvero la sua vita.

Zayn sobbalza quando sente gli occhi azzurro ghiaccio di Niall sollevarsi verso i suoi; per un secondo è come se gli si bloccasse il respiro in gola, quando il biondo piega la testa di lato e lo scruta per qualche secondo, prima di tornare a concentrarsi sulla parete bianca.

Mordendosi le labbra e trattenendo a stento un sospiro rassegnato, Zayn torna a premere la matita HB -neanche a dirlo, la sua preferita,- sul foglio che stringe convulsamente davanti a sé.

Dopo alcuni mesi dal suo arrivo, Niall era stato catalogato come tipo strano e brusco e non passò molto tempo prima che nessuno parlò più di lui. In realtà era molto semplice dimenticarsi di lui visto che spesso e volentieri saltava la scuola e per di più non parlava con nessuno.

Zayn è sul punto di tracciare la linea curva delle labbra, prima di sfumarla con le dita, quando una voce lo fa sobbalzare. -Disegni?- Istintivamente, il ragazzo si alza di scatto a sedere più composto, tentando di nascondere il blocco da disegno con le mani in modo goffo. Cerca di spalancare gli occhi, ma è come se la luce che Niall irradia lo accechi più del sole; forse è colpa della sua pelle bianchissima e quasi trasparente, dei suoi capelli biondi o degli occhi azzurri profondissimi. Tutto di lui sembra brillare.

-Ti ho spaventato?- chiede quindi cortesemente, appoggiando la mano coperta da un guanto di lana azzurra sopra al tavolo della mensa. Buffo tenere i guanti anche al chiuso. Zayn solleva gli occhi nei suoi e si sente gelare il sangue nelle vene, mentre il respiro gli si blocca nuovamente in gola, un brivido che gli sale su per la schiena.

-Un po'.-

-Non hai risposto alla mia domanda.- sbotta Niall; ha l'aria di essere piuttosto irritato e, quando si accorge che Zayn sta fissando confusamente i suoi guanti, si affretta a stringere le braccia al petto, assumendo una postura piuttosto rigida. Quando capisce che Zayn non ha intenzione di rispondere, rivolge gli occhi azzurri al cielo. -E va bene, disegnavi me.-

-Ci stanno guardando tutti, potresti smetterla di farlo?-

Le sopracciglia bionde di Niall si arcuano in un'espressione confusa. -Cosa?-

-Brillare come una dannata statua di ghiaccio.- sbotta il moro, ficcando alla rinfusa blocco da disegno e matita dentro alla sua borsa a tracolla. E Zayn vorrebbe davvero aggiungere qualcosa o, per lo meno, dire qualcosa di sensato, ma non ci riesce; non capisce perché Niall gli abbia rivolto la parola in un modo e in un momento così inaspettati. Sforzandosi di non arrossire, si appoggia la borsa su una spalla e fa per andarsene.

Vede la mano di Niall scattare verso il suo braccio, ma il biondo la ritira ancora prima di toccarlo e in qualche modo sembra aver deciso che per attirare la sua attenzione è meglio schiarirsi la voce. -Ti piace la neve?-

-Molto.- si trova a rispondere Zayn con più prontezza di quanto sia necessaria, come se stesse aspettando impazientemente che l'altro gli rivolgesse ancora qualche parola. Ma Niall non lo fa; non dice più nulla e, semplicemente, si volta per tornare a sedersi al tavolo isolato su cui stava pochi minuti prima.

E Zayn si mette quasi a piangere dalla gioia quando, uscito in strada con la testa ancora persa tra le dannate gemme azzurre che Niall si ritrova al posto degli occhi, nota che ha finalmente iniziato a nevicare.

Il giorno dopo, Zayn entra a scuola aggiustandosi i capelli sulla fronte, quelli che fuoriescono dal cappellino che era solito portare da sempre, dal quale escono anche alcune di quelle dannate ciocche bionde che non vogliono saperne di andarsene.

Alcuni suoi compagni erano ancora convinti che se lo facesse di proposito a tingerle e alcuni addirittura lo avevano imitato. Quel gesto lo aveva fatto rimanere con il broncio per settimane ed era stato allora che aveva seriamente pensato di tingersela. Non si sarebbe mai aspettato che tornassero inaspettatamente biondi, sarebbe andato a fare una lunga lamentela al parrucchiere quel pomeriggio. Tuttavia si sentiva abbattuto e sconsolato mentre entrava nel corridoi e osservava la solita gente.

Ovviamente non aveva smesso di pensare per un attimo alla brevissima conversazione con Niall, avuta il giorno prima in mensa, ma non aveva più molta intenzione di far entrare qualcun altro nella sua vita se non le persone che ne facevano già parte. Zayn non voleva ammetterlo, ma l'accaduto con quel bambino di cinque anni che neanche ricordava più, lo aveva ferito immensamente.

Quindi apre il proprio armadietto, senza tentare di nascondere l'irritazione, e prende i libri, rivolgendo un'occhiata forse di troppo a Niall, che stava frugando nel suo armadietto qualche metro più avanti. Gonfia subito le guance, tentando di sembrare orgoglioso, mentre la ciocca bionda cade definitivamente dal cappellino spiccando sul nero corvino dei propri capelli.

Incontra i suoi occhi solo per un istante, ma gli sembra di essere di essere trascinato sott'acqua, come se qualcuno lo stesse costringendo a rimanere in apnea. I polmoni gli bruciano quasi, trattiene il respiro non riesce a respirare.

Dannazione, perché Niall è in grado di fargli questo effetto devastante? Il ragazzo dagli occhi blu non smette di fissarlo nemmeno quando Zayn lo supera. Rischia di essere quasi molesto! Zayn decide di rifugiarsi alle macchinette, ha tempo di un tè prima dell'inizio delle lezioni.

Mentre sta per inserire la monete, nota Niall che entra in classe con un libro sotto braccio e i suoi soliti guanti blu. Ma perché diavolo si ostina a tenerli anche all'interno!?

Ma quale tè, riflette con un sospiro mentre inserisce i soldi nel distributore, qua ci vuole una dose massiccia di caffeina.

Zayn sbuffa.

Il profumo di biscotti al cioccolato aleggia nell'aria; sua madre ha appena preparato i biscotti con le gocce di cioccolato. Zayn sa benissimo che se non si sbriga a prenderne qualcuno, presto le sue sorelle li spazzoleranno via tutti e non gliene lasceranno nemmeno uno. Perciò ne prende qualcuno e li mette su un piattino, prima di uscire in veranda ad osservare la neve, che ormai è attaccata al terreno come se fosse stata lì da sempre.

Si siede sul divanetto, accoccolandosi su se stesso per non prendere freddo e sospira, generando una piccola nuvoletta di vapore. Viveva quasi fuori Londra, nella zona 6 della metropolitana, Ealing. Una zona tranquilla, ma relativamente isolata: spesso non sembrava nemmeno di appartenere ad una città caotica come Londra, se non fosse per i pulman rossi che scarrozzano in giro o per le cabine telefoniche famose in tutto il mondo. Il cielo è cupo, simile a una grande cappa grigia e pesante. Minaccia neve, molta di più di quella che è caduta quest'ultima notte. I tetti delle case attorno alla sua sono imbiancati, simili a grandi fette di pandoro dimenticati.
Lo stagno in fondo alla via è coperto da una spessa lastra di ghiaccio, ai cui bordi si addensano montagnole di neve. Fa freddo. Il terreno è coperto di bianco e gli alberi spogli, i cui rami scheletrici si tendono al cielo freddo in un silenzioso grido, sono incoronati da fiocchi di neve e merletti di ghiaccio. Il freddo così rigido sembra essere spuntato dal nulla, così all'improvviso, e Zayn vorrebbe proprio capire il perché. Ascolta il meteo tutti i giorni e nemmeno loro sanno spiegarsi questa improvvisa ondata di gelo. Certo, sono a gennaio, ma è comunque un freddo troppo pungente. Solo qualche pietra spunta dal sentiero coperto da un manto bianco, individuabile solo dal basso muretto che lo costeggia, bucando la neve e contrastando con il bianco innaturale di tutto.
Lontano, verso il centro della città, proprio nella zona della sua scuola, il cielo sembra farsi ancora più nero e minaccioso. Sembra si stia preparando una bufera. Zayn mordicchia un biscotto tenendo gli occhi fissi sul pupazzo di neve che aveva fatto il giorno prima assieme alle sue sorelline più piccole. Poi pensa.

Niall non gli ha più rivolto la parola e per un secondo Zayn ha pensato di essersi immaginato quella conversazione avuta a pranzo; anche se in mensa e ad alcune lezioni che continuano a seguire insieme il ragazzo biondo non smette un secondo di fissarlo. Zayn sente il peso di quelle iridi azzurre su di sé, percepisce il suo sguardo anche se è seduto parecchi banchi dietro di lui, e si sente tremare ogni volta. Sta iniziando a credere che non ci farà mai l'abitudine, e la trova una cosa piuttosto assurda. Niall è bello, ma silenzioso, strano, distante. Freddo.

Anche se Zayn non è mai stato tipo da pregiudizi, una parte remotissima del suo cervello non può far a meno di ascoltare quelle voci di corridoio che girano sul suo conto. E si sente in colpa per questo, davvero, ma è più forte di lui.

E questo è uno dei motivi fondamentali per cui si ritrova con la mascella che quasi tocca il pavimento, quando alza gli occhi dai biscotti e vede Niall Horan in piedi davanti al vialetto di casa sua. Indossa solo un maglione rosso, dei jeans e delle scarpe da ginnastica, assieme ai suoi inseparabili guanti, e Zayn si chiede come faccia a non sentire freddo.

-Che ci fai tu qui?- chiede, scattando in piedi nello stesso identico modo che aveva usato alla mensa. Anche Niall sembra accorgersene, perché sorride sghembo prima di stringersi nelle spalle.

-Sono venuto a trovarti.- ribadisce infatti, con il tono di chi si rivolge a qualcuno che ha appena scoperto l'acqua calda. -Non si capisce?-

-Si okay, e come facevi a sapere che abito qui?-

-Ti ho seguito.- Il biondo sposta lo sguardo sul pupazzo di neve poco lontano da lui e lo scruta con aria critica. -Non ho mai visto un pupazzo di neve più brutto di quello. Lo hai fatto tu?-

-Si, ma non è questo il punto. Ti sembra normale seguire le persone, Niall?-

Il ragazzo sembra tremare per un attimo. Era la prima volta che qualcuno lo chiamava con il suo nome. -Siete strani voi inglesi. Vieni con me o no?-

-Dove?-

-In un posto segreto.-

Zayn si stringe nel suo cappotto pesante e scende velocemente la veranda, andandogli in contro. Forse cammina un po' troppo veloce -e, dannazione, non ha proprio idea del perché,- visto che rischia di cadere rovinosamente a terra più di una volta. Rischia di cadere addosso a Niall che però gli afferra prontamente i fianchi e lo rimette in piedi, allontanando frettolosamente le mani da lui. Zayn avvampa.

-Non sono solito seguire gli sconosciuti.-

-Puoi fare un'eccezione. Credevo ti piacesse la neve.-

E questo cosa diamine centra?

Niall è decisamente un ragazzo pieno di risorse. Zayn se ne rende conto solo nel momento in cui il biondo si ferma davanti ad un fiume vagamente ghiacciato e cammina sopra al ghiaccio come se pesasse un grammo. La lastra trasparente non fa nemmeno una piega al passaggio di Niall, ma quando Zayn fa per camminarci sopra si sente un inquietante crac. No, no, no, non può rompersi. Niall lo fissa con le sopracciglia inarcate e poi sorride sghembo, ma non gli porge la mano.

-Non dirmi che hai paura.-

-Affatto.- borbotta Zayn, fingendosi sicuro di sé, ma in realtà sta sentendo il petto che trema, un po' per il freddo, un po' per la paura. Affretta il passo fino a raggiungere la riva opposta del fiume, con il respiro affannato e il cuore che batte furiosamente. Nial lo sta guardando con le braccia conserte e un sorrisetto spavaldo cucito sulla bocca carnosa. Zayn ancora non ha capito perché all'improvviso il ragazzo dimostri tutto quell'interesse nei suoi confronti. Si fa coraggio, animato dal desiderio di voler fare bella figura davanti a lui e poggia un piede sul ghiaccio che scricchiola pericolosamente appena vi carica su il proprio peso. Un po' di paura ce l'ha, non sa perché, è come se fosse un istinto che parte da dentro di lui. Con un grosso sospiro per auto-incoraggiarsi, prova a combattere contro quel presentimento e fissa il ghiaccio, camminandoci sopra.

Proprio come il burro che si scioglie al minimo sbalzo di temperatura, il ghiaccio si frantuma sotto i piedi di Zayn che, in un solo attimo, precipita nel panico. Chiude gli occhi e non sente nemmeno le braccia di Niall che lo afferrano e lo trascinano sull neve.

Quello che si trova davanti sono gli occhi azzurri di Niall, pieni di apprensione e qualcosa che sembra dolcezza. -Tutto a posto?-

-Credo di si.- Zayn si alza a sedere, cerando di stare il più lontano possibile da lui. Gli fa uno strano effetto e non vuole più provare quella sensazione di apnea e bruciore che ha quando si trovano vicini. Niall sembra ignorare quel repentino allontanamento da parte del castano e si incammina verso il piccolo boschetto lì vicino.

Quando Niall lo porta in una radura innevata, Zayn è sicuro di non aver visto mai nulla di così bello. Dai rami degli alberi pendevano milioni di piccole stallattiti, che creavano giochi di luci meravigliosi, quasi come tanti lampadari naturali. Zayn sorride e cammina tranquillamente nella neve, guardandosi attorno estasiato.

Niall lo sta fissando con un mezzo sorrisetto, ma lui nemmeno se ne è accorto, impegnato com'è ad ammirare il paesaggio circostante. Forse il bello di Ealing è proprio il fatto che è immersa nella natura, non sembra nemmeno di stare a Londra. E' caduta tantissima neve!

-E' bellissimo qui.- Zayn sorride e si sfila il capellino rosso, infilandoselo nella tasca interna della giacca.

-Si, Zay.-

-Come mi hai chiamato?- il moro spalanca gli occhi, voltandosi immediatamente verso il ragazzo biondo. Nel momento esatto in cui aveva sentito pronunciare quel soprannome, gli erano riaffiorati dei ricordi; lui da piccolo su uno scivolo completamente ghiacciato. Ma era impossibile, a Londra non aveva mai fatto così tanto freddo da permettere ad uno scivolo di congelarsi. Zayn si sporge verso di lui, guardandolo con eccessivo interesse. Non era la prima volta che Niall gli suscitava emozioni strane e ora esigeva di sapere il perché. -Sai qualcosa che io non so?-

-Non so di cosa tu stia parlando.-

-Mi hai chiamato Zay. Chi sei, Niall?-

-Nessuno.-

-Dimmelo. Non sono uno stupido. A scuola non parli con nessuno e all'improvviso parli proprio con me. Mi segui anche! Tutto questo non è normale.- Zay stringe un pugno e rimane fermo sul posto, un'improvvisa folata di vento lo fa tremare. Niall si volta di scatto e inizia a correre verso gli alberi più lontani, il più velocemente possibile.

-Dove vai? Aspetta!- Zayn gli corre dietro, tentando di fermarlo, ma non ha nemmeno il tempo di addentrarsi tra gli alberi, che Niall è già scomparso.

Dietro si è lasciato soltanto una scia ghiacciata.

Zayn quella mattina si infila il maglione e i jeans praticamente allo stesso tempo, senza nemmeno sapere come. Dopo quello che era successo qualche giorno prima -si,era stato a letto due giorno con un febbrone da cavallo,- gli rimanevano ancora i residui dell'influenza, ma aveva assolutamente bisogno di andare a scuola per parlare con Niall. Non vedeva l'ora di vederlo e di chiedergli dei chiarimenti.

Quando arriva a scuola il cortile è vuoto, proprio come aveva previsto. Niall è seduto sul muretto poco lontano dalla porta principale e si vede lontano un miglio che non ha nessuna intenzione di entrare. Appena riesce a mettere a fuoco la sua figura, Zayn fa un passo avanti: gli nascondeva qualcosa, sicuramente. Gli si avvicina lentamente, quasi timoroso che si possa sciogliere o scappare ancora una volta.

-Ciao Niall.-

-Zayn!- vede il ragazzo sobbalzare leggermente, stupido di vederlo proprio davanti a sé. Si alza dal muretto e fa un passo indietro, come se stesse valutando da che parte è meglio fuggire via. -Ehm.. Ciao.-

-Non scappare di nuovo, non ti faccio nulla.- Zayn alza le mani in segno di innocenza e di resa, per fargli capire che non gli farà nulla, e passa una mano sotto al naso con una smorfia. -Volevo solo parlare.-

Niall non dice nulla, si limita a passarsi una mano sul viso, affranto.

-Che ti succede?- l'altro lo guarda negli occhi e si avvicina, accarezzandogli i capelli. Sembravano schegge di ghiaccio.

-Niente.- la sua voce è gelida, tagliente. Sembra che voglia ferirlo apposta.

Zayn socchiude gli occhi. Ha davvero voglia di baciarlo in quel momento, ma non sa se così lo avrebbe spaventato o meno. -Non allontanarmi.-

Niallo lo guarda per attimi che sembrano durare un'eternità, i suoi occhi blu stanno scintillando; ormai Zayn lo conosce abbastanza bene per poter dire che sta semplicmente riflettendo su cosa fare. A quel punto il biondo sospira e piega la testa di lato e, contro ogni previsione, appoggia le labbra contro quelle di Zayn, proprio come se gli avesse letto nel pensiero. Nel momento in cui lo bacia, il biondo sente come un fuoco che brucia dentro di lui e che fa quasi male. E' la prima volta dopo anni che sente caldo.

Zayn si rilassa appena tocca le sue labbra e sorride, lasciandogli tanti piccoli baci a stampo. In quel momento si sente tremendamente bene, finalmente al suo posto dopo anni. La schiena e le gambe sono in balia dei brividi, così come il suo cuore. Niall fa scorrere i pollici coperti dai guanti sulle guance dell'altro mentre lo bacio, in una carezza ruvida ma dolce, ricambiando ogni singolo sfioramento e sospiro, mordicchiandogli le labbra ogni tanto. Averlo così vicino gli dà alla testa.

Zayn schiude le labbra per respirare e assaggia ancora la sua bocca, questa volta con la punta della lingua, sfregando il naso contro il suo. Fa per sfilargli piano un guanto, ha voglia di vedere le sue mani, toccarle, stringerle.

Ma è la mossa sbagliata, perché Niall si irrigidisce immediatamente e si ritira, prima che Zayn possa anche solo riaprire gli occhi. Il biondo fa un passo indietro e scuote la testa con energia. -No, no. Questo è un enorme sbaglio. Vattene, Zayn, ti prego.-

-Niall no, aspetta!- Zayn si sporge allarmato verso di lui. Non vuole che se ne vada, lo vuole così vicino ancora una volta, o magari per sempre. Sente ancora il suo sapore sulle labbra, ed è come se lui non si fosse mai spostato. Sporge un braccio e cerca di afferrare la sua mano, ma con le dita riesce a catturare solo la morbida stoffa di lana del suo inseparabile guanto blu, sfilandoglielo completamente. La sua mano è normale, piccola, delicata; così fa per afferrargliela ma Niall la sottrae bruscamente prima che possa anche solo toccarlo.

Poi lo guarda con orrido spavento, dopo essersi voltato di scatto verso di lui, tenendosi la mano ora nuda con l'altra ancora coperta e sbottando: -Ridammi il guanto!-

-Niall ti prego, ti prego, io voglio aiutarti.- Zayn si piega verso di lui, fissandolo con gli enormi occhi nocciola spalancati. Gli sta parlando con il cuore in mano, a lui ci tiene davvero e più di ogni altra cosa vorrebbe capirlo, conoscerlo.

Il ragazzo inizia a tremare e un vento sempre più freddo inizia a soffiare, talmente forte che Zayn fa quasi fatica a star fermo. -Non ho bisogno del tuo aiuto.-

-Ma che cosa ti ha mai fatto la gente!?-

-Basta, Zayn.- solo a quel punto Niall si volta, rinunciando a riprendersi il suo guanto. Sta tremando sempre di più e continua a stringere convulsamente la mano nuda al petto, quasi come se avesse paura di esporla ai pericoli dell'ambiente esterno.

-No, perché!? Perché mi respingi, perché respingi tutti? Si vede lontano un miglio che ti piaccio! Di che cosa hai tanto paura!?- Zayn sta urlando, ma niente potrebbe prepararlo a quello che sta per vedere da lì a pochi secondi.

-HO DETTO BASTA!- Niall si volta di scatto, allungando il braccio davanti a sé. Ed è in quel momento che succede qualcosa di sensazionale. Zayn è costretto a fare due passi indietro perché ora a separarli c'è un'enorme lastra di ghiaccio trasparente e brillante, uno scudo di ghiaccio altissimo e circolare, che ha seguito il movimento del suo braccio e che adesso è pericolosamente inclinato verso Zayn, come se volesse proteggere Niall. Dalle sue dita è uscito un getto ghiacciato, quasi scintillante: e Zayn si sente in colpa per averlo provocato, tuttavia non riesce a credere ai suoi occhi.

La mano di Niall trema ancora di più del resto del suo corpo e i suoi occhi sono pieni di terrore e di quelle che sembrano lacrime. E il moro non può proprio credere ai suoi occhi, tutto quello non può essere vero. Di nuovo, si sente preda dei ricordi che piano piano riaffiorano e tutto sembra diventare un po' più chiaro.

-Niall.-

Ma Zayn sta parlando al vento, perché il ragazzo è già scappato, sta correndo lontano, verso la boscaglia dietro la scuola.

Ancora una volta.

Questa volta è Zayn a seguire Niall. Non è sicuro di averlo fatto perfettamente in silenzio, ma ci tiene davvero moltissimo a chiarire; non è spaventato, non ha paura di lui, non pensa che sia un mostro, anzi. Certo, era rimasto sconvolto da quello che aveva visto, ma adesso più che mai ha bisogno di spiegazioni. A quanto pare, Niall è capace di manipolare il ghiaccio, come se le sue mani fossero in grado di congelare ogni cosa: ecco perché porta sempre i guanti. Non può toccare nulla senza che questa si congeli all'istante.

Zayn lo ha seguito fino alla radura dove erano andati qualche giorno prima; Niall era seduto per terra, i guanti abbandonati poco lontani da lui e le mani rivolte verso il cielo. Dai palmi fuoriuscono sbuffi ghiacciati. come la lava da un vulcano, e Zayn li trova bellissimi; brillano alla luce del sole in maniera impressionante. A quel punto il biondo sporge le mani in avanti e crea un pupazzo di neve: è bellissimo, per niente paragonabile a quelli che faceva Zayn da bambino e proprio quel pupazzo sembra scaturire in lui un'altra onda di ricordi.

-Non dovresti essere qui.- sbotta Niall, all'improvviso, mentre si mette a sedere a gambe incrociate sul manto innevato. -Ma ormai ho capito che non ti arrendi facilmente.-

-Volevo soltanto dirti che non ho paura di te.- si giustifica l'altro, sentendo che le guance gli si stanno già tingendo di rosso.

-Dovresti invece.- solo a quel punto Niall si volta verso di lui e gli fa segno di avvicinarsi. Zayn lo fa, come se nascosto nelle tasche di entrambi ci fosse un magnete che impedisce loro di stare lontani per più di cinque minuti. -Senti, ero.. Ero io quel bambino. Quello all'asilo, l'amico che ti ha abbandonato. L'ho fatto per il tuo bene, Zayn, per colpa mia hai rischiato di morire. Quando ti ho colpito e i tuoi capelli sono diventati biondi, mio padre mi ha detto che era meglio allontanarmi da te. All'inizio l'ho fatto, ci sono riuscito e mi bastava guardarti da lontano. Insomma, avevo solo sei anni, mi sono ritrovato solo, senza un amico, senza nemmeno dei genitori, solo a dover affrontare me stesso.-

Zayn lo guarda con gli occhi spalancati; è allibito, tutto ora sembra avere un senso, tutto sembra andare al suo posto adesso. La ciocca bionda, i ricordi, l'amore inspiegabile per il freddo e la neve, l'effetto che Niall ha su di lui. Tutto combacia. Tuttavia non ha il coraggio di interromperlo.

-Con il passare degli anni ho perso il controllo dei miei poteri e adesso sono costretto a portare i guanti per evitare di fare qualche danno, come...-

-Come è successo l'altro giorno nel cortile.-

-Esattamente.- Niall si guarda le mani nude e si morde le labbra pallide. -Non ho mai voluto farti del male Zayn, però sentivo che non potevo più ignorare la tempesta che avevo dentro, avevo bisogno di rivederti. Sono stato uno stupido a pensare che avrei potuto starti lontano. Sei troppo importante per me. Lo sei sempre stato.-

Zayn si morde le labbra e si sporge verso di lui, prendendogli le guance tra le mani e appoggiando le labbra sulle sue per la seconda volta. L'effetto è ancora più forte della prima volta, perché Niall sta ricambiando il bacio con più energia e convinzione e Zayn è convinto di non aver mai baciato nessuno in questo modo, di non aver mai sentito sensazioni come questo. Sente come se dentro gli fosse scoppiato un incendio, cosa piuttosto paradossale. La pelle di Niall è più calda del solito, e i suoi occhi sono più scuri.

-Niall, io mi fido di te, non mi farai mai del male. Lo leggo nei tuoi occhi.-

-Non so come sia possibile ma la tua presenza mi ridà speranza, riesco a controllarmi. Quando sono scappato, gli altri giorni, era perché non volevo affrontare questa verità. La persona da cui dovevo star lontano per proteggerla era anche la mia cura. Non aveva senso.- Niall ride per la prima volta da quando lo conosce e Zayn è sicuro di non aver mai sentito un suono più bello di quello. Poi il biondo alza una mano e gli accarezza una guancia con la mano nuda, tremendamente calda. -Tu sei sempre stato un miracolo, Zay. Fin da quando avevi cinque anni e ti imbronciavi perennemente perché i tuoi pupazzi erano inguardabili.-

Zayn si abbandona alla carezza della sua mano e poi scoppia a ridere, guardandolo dritto negli occhi. -D'ora in poi lascia che il cuore ti guidi un po'. Trova la tua vera identità, il tuo vero te stesso. Non farti rubare la libertà, sei tu che scegli chi essere. Cambia, Niall. Non sei un mostro, non sei solo. Il freddo non è casa tua.-

Niall lo guarda per attimi interminabili prima di baciarlo di nuovo, con amore, gioia, speranza, passione. Si sente bruciare, ogni singola cellula del suo corpo è in fiamme.

Ora sa per certo che il freddo non è casa sua, semplicemente lo è Zayn.

Niall e Zayn, contro ogni aspettativa, stanno insieme da due mesi ormai e ormai la primavera è alle porte. In questi mesi hanno imparato a conoscersi l'un l'altro, sono usciti insieme come una coppia di fidanzati normali e Niall si è follemente innamorato della ciocca bionda del suo ragazzo e non perde occasione per giocherellarci e infilarci le dita, mentre Zayn utilizza spesso l'altro come un frigobar personale.

A scuola stanno quasi sempre insieme, tranne quando Zayn è circondato dai suoi amici che a Niall non vanno molto a genio. Come in quel momento, per esempio. Il castano è appoggiato al suo armadietto e sta parlando di non si sa bene cosa con un suo amico, Liam forse.

Niall alza subito lo sguardo su di lui e si concede di lanciargli un'occhiata che di umano ha ben poco: probabilmente Zayn in versione primavera gli piace ancora di più che in versione inverno, adesso che lascia i capelli liberi sulla fronte, la punta del naso non è più rossa e indossa dei jeans strappati e strettissimi che gli fanno un sedere da urlo. Farebbe carte false per potersi avvicinare a lui e baciarlo davanti a quel Liam che non la smette di sbavargli addosso come un camaleonte affamato. Niall Nota con disappunto che sta parlando fin troppo allegramente, con la mano appoggiata contro l'armadietto all'altezza di quella di Zayn. Il biondo gonfia le guance irritato poi appoggia una mano vicino alla bocca, per non far vedere agli studenti che si aggiravano chiassosamente nel corridoio cosa stava facendo, e soffia nella direzione del tipo accanto a Zayn, facendo in modo che il pavimento sotto ai suoi piedi si congeli. Se avesse preso una bella culata, sarebbe stato solo felice. Non che fosse geloso ovviamente.

E Zayn mentre parla con il suo amico, discutendo allegramente su cosa poter fare il pomeriggio, si ritrova davanti agli occhi una scena da Paperissima: Liam che cerca di tenersi in equilibrio, invano, perché poi cade rovinosamente a terra, atterrando sul sedere. Zayn prova a mantenerlo per il braccio o per la maglia, ma il ragazzo cade ugualmente. Gli scappa un enorme risata e gli porge una mano per prenderlo, mentre l'altro si massaggia il fondoschiena, guardandosi intorno allarmato.

Solo in quel momento Zayn si volta verso Niall che lo sta fissando con un sorrisetto soddisfato mentre si passa le mani nei capelli.

E' tremendo. Tremendo si, ma terribilmente sexy.

Congeda i suoi amici in malomodo e si avvicina a lui, guardandolo con un sorrisetto malizioso e schiocchiandogli un pizzico sui fianchi. -Non so se potrò perdonarti per quello che hai fatto a Liam.-

-Non ho fatto assolutamente niente.- brontola Niall, spingendolo contro il proprio armadietto e prendendo a baciargli languidamente il collo. -Non è colpa mia se scivola sul ghiaccio come un cerbiatto deficiente.-

-Niall!- Zayn gli dà una pacca sulla spalla, socchiudendo però gli occhi quando sente il contatto con le sue labbra. -Sei serio? Ghiaccio? Siamo in primavera.-

-E allora? Stanotte ha fatto piuttosto freddo.-

Zayn ride e appoggia le braccia sulle sue spalle, mentre gli accarezza i capelli sulla nuca. -Senti un po' Mister Ghiacciolo, stasera ho casa vuota, perché non vieni un po' da me?-

-Me lo chiedi anche?- gli stampa un bacio sulle labbra, lasciandogli un piccolo morso sul labbro inferiore poi avvicina le labbra al suo orecchio. -Ti farò vedere che so essere anche molto caldo.-

Zayn scoppia a ridere di nuovo e lo prende per mano, trascinandolo di forza verso l'aula della prossima lezione. Non può nascondere che quella proposta lo alletta parecchio. Cammina più veloce ignorando le proteste di Niall.

I guanti di lana blu abbandonati dentro l'armadietto.

FINE


Allora, salve a tutti!

Questa è la mia prima Ziall e se siete arrivati fino a qui vuol dire che non ha fatto proprio schifo! Ci ho messo tanto amore per scriverla!

Ovviamente è ispirata al cartone animato Frozen e alcuni dialoghi sono presi dal film, altri direttamente dalla canzone “All'alba sorgerò.”

Che dire! Non sono molto abituata a scrivere OS così lunghe ma ci tenevo davvero che questa venisse bene! Niall in versione polaretto è letteralmente adorabile, e non potevo non mettere Zayn nei panni del fanciullo con la memoria cancellata visto il suo elegantissimo ciuffo biondo. Mi ha obbligato.

Se ancora non avete visto il film vi consiglio di farlo perché le musiche sono davvero bellissime, sia in italiano sia in inglese.

Se vi interessa, sto per cimentarmi in una Larry Titanic!Au e magari se vi va tenete d'occhio il mio profilo (anche se non so quando potrò iniziare a scriverla, visto che gli ultimi giorni di scuola sono deliranti, se poi aggiungiamo le lezioni supplementari a danza.... Dio.)

Comunque, credo di aver detto tutto, ringrazio in anticipo chi ha letto, inserito tra le preferite e quant'altro e un commentino mi piacerebbe tanto riceverlo, giusto per sapere se mi merito i pomodori oppure tanti dolcetti *-*

Okay, ora mi dileguo che ho da studiare 2132131332132 pagine di storia.

Ciao e alla prossima!

 

EchoS_

  
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