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Autore: Nero inchiostro    21/05/2014    2 recensioni
Sento me stessa, sento la brezza che soffia nel mio petto, sento il ticchettio dell’orologio del cuore che tanto mi ricorda che il tempo scorre e può presto scadere, tanto mi ricorda quella musica interiore che avevo dimenticato di possedere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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River flows in you

 

Prendo un respiro e so che il dolore cesserà, solo per un breve lasso di tempo.

Mi avvicino cauta, moderata lentezza, quando mi siedo un suono sordo mi riempie le orecchie Pare assurdo, ma nella sua sordità mi ha ricordato quanto io sia vuota. Appoggio le dita e sento il fresco invadermi i polpastrelli, il contatto genera un brivido che mi percorre la schiena ed il respiro che stavo trattenendo fino ad ora, si libera togliendo in parte tutto il peso che sentivo gravarmi nel petto.

Percorro la scala, avanti e indietro, volare mi sembra semplice quanto salire questa scala per il paradiso. Ogni tanto le mie mani cadono e sento dentro il cuore che vibra, pulsazione di vita involontaria. Ogni tanto, poi, sento gli occhi chiudersi e mi sento. Sento me stessa, sento la brezza che soffia nel mio petto, sento il ticchettio dell’orologio del cuore che tanto mi ricorda che il tempo scorre e può presto scadere, tanto mi ricorda quella musica interiore che avevo dimenticato di possedere. Sento il flusso costante dei miei pensieri, scorrere come un fiume in piena e scivolare attraverso le mie braccia, attraverso le mie dita che danzano e non sanno fermarsi. Sento il sangue che scorre nelle vene, non come un fiume, piuttosto come uno di quei ruscelletti che si trovano in alta montagna, quando sei persa ad osservare il paesaggio da lassù e non te ne accorgi nemmeno. Se il mio povero cuore smettesse di pulsare adesso, saprei per certo che lì dentro qualcosa continuerebbe a scorrere, fosse sangue, fosse la mia anima. Sento me stessa, quella me stessa che avevo dimenticato, quella me stessa che avevo accantonato per abbandonarmi ad una figura che non mi somiglia affatto.

I polsi cominciano a farmi male e in un istante già i miei occhi si aprono. Un respiro più affannoso si libera dal mio petto e ricado in quell’apnea che ormai caratterizza la mia esistenza.

Dicono che questa sia la catarsi, ma non mi sento purificata.

Suonare il pianoforte libera la mia mente da ogni problema, finché la melodia termina e ricordo che una cosa così meravigliosa io non la merito. 


N.d.a. Mentre suonavo "river flows in you" di Yiruma un flusso di pensieri mi ha assalita. Questo è il risultato, grazie di averlo letto.

Nero Inchiostro

   
 
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