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Autore: Tury    21/05/2014    0 recensioni
Nascere con questi sorrisi, con questa gioia, con questa vita.
Crescere con queste domande, con questi occhi, con questa voglia di sapere.
Vivere...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nascere. Ecco, la nostra condanna. Nascere in questo luogo, nascere con queste ali. Così bianche, così pure. Nascere con queste vesti, così immacolate. Nascere angeli in un mondo di odio. Innocenti, come bambini, perché siamo bambini. Nascere con questi sorrisi, con questa gioia, con questa vita.
Crescere. Ecco, la nostra condanna. Crescere in questo luogo, con questi sogni. Crescere, guardando le stelle, volando sopra le distese. Crescere, immergendoci nei più profondi abissi, alla ricerca di popolazioni passate. Alla ricerca di Atlantide. Crescere sognatori in questo mondo disilluso. Curiosi, come umani, perché noi siamo umani. Crescere con queste domande, con questi occhi, con questa voglia di sapere.
Vivere. Ecco, la nostra vera condanna. Vivere in questo luogo, con questo dolore. Vivere, con questa paura che uccide noi stessi. Vivere, con questo odio, con questo rancore. Con questo sangue che macchia le nostre mani e i nostri volti. Che copre tutto, le nostre ali bianche e le nostre vesti immacolate. Vivere, come ciò che non siamo. Vivere come demoni, quando noi, demoni, non lo siamo mai stati. Vivere con questa solitudine, con questo terrore, con questa tristezza.
 
Abitiamo un luogo che non sentiamo nostro. Trasformandolo, per cercare la pace dei sensi. Costruendolo, per sentirci sicuri. Rinnegando noi stessi e la nostra natura, fingendo di essere ciò che non siamo e che mai saremo. Recitiamo copioni accuratamente scritti per paura che la vita, quella vera, possa tornare ad affacciarsi, a bussare alla nostra porta, distruggendo le nostre effimere illusioni. O meglio, disillusioni. Credendo che questi falsi sorrisi, in realtà, li abbiamo sempre avuti. Che abbiano sempre fatto parte di noi, del nostro essere. Fingendo che queste lacrime siano semplice pioggia caduta sul volto. Illudendoci che, ad infrangersi, non sia la nostra anima. E così, viviamo come demoni in questo luogo che non crediamo nostro. Cercando nel dolore del prossimo la nostra felicità. Strappando queste nostre ali, perché gli altri non sappiano che noi, in fondo, siamo nati puri. Che siamo nati con vesti immacolate e sorrisi veri. Che siamo nati umani. Ma abitiamo un luogo che non sentiamo nostro, dove ferirsi è facile, dove il primo sangue di cui ci siamo macchiati le mani è stato il nostro. Abitiamo un luogo avverso e viviamo in un mondo ostile, dove, dietro ogni rosa, si nasconde sempre una spina. E crediamo, erroneamente, crediamo. Crediamo che la purezza dell’infanzia non fu altro che un sogno di gioventù. Smettiamo di vivere, privandoci della vista di quel cielo azzurro e di questo prato verde. E crediamo, erroneamente, crediamo. Crediamo di esser demoni e, come tali, non può che spettarci il gelo della solitudine. Ma noi, demoni, non lo siamo mai stati e mai lo saremo. E questo luogo non sarà mai l’Inferno. Perché noi siamo nati puri, perché noi siamo nati sognatori. Perché noi siamo nati umani.
Perché noi, semplicemente, siamo angeli perduti in un Paradiso di spine.  
  
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