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Autore: AryaKat    22/05/2014    1 recensioni
Buio. C'era solo buio intorno a me, e c'è sempre stato solo buio.
Che hanno è?
Dove mi trovo?
Mossi leggermente una gamba e le catene tintinnarono tra di loro, rompendo il silenzio di quel luogo. Ero sveglia, finalmente. Davanti agli occhi mi comparve chiaro e nitido il viso di un ragazzo. Era bello, non di una bellezza perfetta, ma aveva qualcosa che attraeva la mia attenzione e mi rimaneva impresso nella mente. Lui era il mio obbiettivo. La mia missione. Avrei dovuto salvarlo, e salvare ciò che rimaneva dell'equilibrio naturale delle cose.
Avrei dovuto salvare Sam Winchester.
La fanfiction è ambientata dopo il finale della nona stagione, quindi contiene spoiler!
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Buio. C'era solo buio intorno a me,  e c'è sempre stato solo buio.
Che anno è?
Dove mi trovo?
Mossi leggermente una gamba e le catene tintinnarono tra di loro, rompendo il silenzio di quel luogo. Ero sveglia, finalmente. Davanti agli occhi mi comparve chiaro e nitido il viso di un ragazzo. Era bello, non di una bellezza perfetta, ma aveva qualcosa che attraeva la mia attenzione e mi rimaneva impresso nella mente. Lui era il mio obbiettivo. La mia missione. Avrei dovuto salvarlo, e salvare ciò che rimaneva dell'equilibrio naturale delle cose.
Avrei dovuto salvare Sam Winchester.
Lentamente riuscii ad alzare la testa proprio mentre le catene che mi immobilizzavano dentro il mio rifugio/gabbia si spezzavano. La totale mancanza di luce in quel posto impediva ai miei occhi di vedere ciò che mi circondava, sebbene in situazione normale potessi scorgere una zanzara che volava a trecento metri da me nel bel mezzo di una notte senza luna.
A tentoni cercai i miei vestiti ma questa volta non trovai nulla. Curioso che mio padre si fosse dimenticato di lasciarmeli.
Un rombo fece tremare l’altare di pietra su cui avevo dormito per tutto quel tempo, ricordandomi che presto sarei stata spedita sulla Terra. Sbuffai nel buio e mi alzai, sperando almeno di trovare un’arma in quell’oscurità.
Non ero felice di essere stata svegliata, non ero felice di quella vita, ma l’idea di poter scendere di nuovo sulla terra, poter sentire di nuovo l’odore di terra bagnata quando pioveva, poter assaporare la pancetta croccante o sentire la pelle calda di un uomo sotto le mie dita mi esaltava. Come mi esaltava l’idea di combattere. Di osservare il sangue dei nemici bagnare la mia lama.
La mia mano si chiuse su un oggetto metallico e freddo al tatto. Un sorriso mi piegò le  labbra, da troppo tempo ferme, mentre estraevo la lama dal fodero. Il sibilo del metallo nero che sfregava contro il fodero fu come una ventata d’aria fredda ai miei sensi. Poco più in la trovai i due pugnali ricurvi, la faretra con l’arco e due meravigliose semiautomatiche, una con proiettili d’argento e l’altra con proiettili di metallo nero, adatto ad ogni creatura.
La mia cella tremò nuovamente, annunciandomi la caduta imminente. Mi legai addosso le armi, maledicendo mio padre e la sua mancanza di buon senso. Dove cavolo erano i miei vestiti?
Un’ultima scossa ed io ero pronta. La terra sotto i miei piedi si aprì, inghiottendomi e poi fu di nuovo tutto buio.
La prima cosa che sentì fu l’odore di whisky, mischiato ad un profumo diverso, maschile. Aprì gli occhi e sbirciai attraverso le ciglia scure. Ero distesa di pancia su delle assi di legno fredde, un cerchio bruciato mi circondava allargandosi da me fino al muro.  Due tavoli di legno, con le rispettive sedie si trovavano a pochi metri da me e tutto intorno ero circondata da degli scaffali pieni di libri.
Il rumore di una sicura che veniva tolta mi fece scattare. Da distesa com’ero mi alzai in ginocchio, estrassi le due semiautomatiche e compiendo una torsione mi voltai verso la fonte del rumore. Un paio di occhi verde/azzurro incrociarono i miei. Quegli occhi. Per un secondo rimasi a osservare Sam Winchester che faceva due passi verso di me. I capelli, più lunghi di come li avevo visti nella visione, gli ricadevano in maniera disordinata intorno al viso, evidenziando le occhiaie scure.
Per essere quasi due metri di cacciatore, aveva l’aria di uno appena uscito dall’inferno.
-Chi sei tu?- mi domandò senza abbassare l’arma.
Io mi schiarii la voce, domandandomi che suono avesse. Erano troppi secoli che non mi svegliavo, non riuscivo più a ricordare com’ero fatta.
-Ti ho fatto una domanda- ringhiò piano il cacciatore. Io riportai la mia attenzione a lui. No, mi ero sbagliata . Non aveva l’aria di uno che era appena uscito dall’inferno, ma di uno che l’inferno lo stava per scatenare.
-Mi chiamo Katrina, e sono qui per salvare  il tuo culo divino, se me lo permetterai-
  
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