Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Marty_Angel    22/05/2014    2 recensioni
Nella vita si fanno tante promesse. E' bravo colui che le mantiene anche nelle avversità. Ma se queste portano con sè solo dolorosi ricordi?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Jean Kirshtein, Marco Bodt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Urla, risate, pianti di bambini rimbombavano da ogni dove mentre Jean trascinava i piedi dietro a una signora di mezza età che camminava spedita davanti a lui. Al suo arrivo, gli aveva rivolto solo poche domande e non aveva avuto obiezioni nell’accontentare la sua richiesta, a patto che fosse tutto rapido. Non aveva tempo da perdere lei.

L’edificio assomigliava più a una prigione che ad un orfanotrofio: mura grigie incrostate di muffa e polvere ormai solidificata e stanze giganti, con circa una cinquantina di brande tutti ammassate tra loro, chiuse con una pesante porta di ferro arrugginito.

-          - Ne avete tanti?- borbottò Jean mentre cominciava ad intravedere un cortile pieno di bambini di varie fasce d’età, tutti però ugualmente magri e vestiti di stracci. Lo stomaco non la smetteva di contorcersi e faceva fatica a reggersi in piedi ma sapeva che doveva portare a termine quel compito. Era un suo dovere.

-        Giovanotto ha idea di quante vittime abbia causato l’incidente di cinque anni fa? E’ un miracolo che questi bambini siano sopravvissuti, al contrario dei loro genitori- sbottò quella senza voltarsi.

Jean pensò che non aveva risposto alla domanda ma da quello che poteva intravedere si era già fatto una mezza idea.

-         - Sono più di cinquemila, arrivati da ogni città e periferia. Possiamo a malapena mantenerci noi stessi figuriamoci loro. Però il Re e la sua combriccola hanno pensato bene di mandarceli tutti a noi, senza ovviamente nessun fondo o scorte di cibo- nonostante volesse apparire fredda e distaccata, Jean percepì la rabbia nel suo tono di voce.

-          - Capisco- mormorò il soldato oltrepassando insieme alla sua guida il cortile e giungendo ad un'altro poco più avanti.

-          - Se me ne portasse via anche solo uno, sarebbe meglio per tutti. E’ laggiù comunque- concluse la direttrice indicando con la testa una massa di capelli neri. Fece per allontanarsi ma prima si voltò e disse – Non passi da me più tardi, non c’è bisogno di documenti ne altro. Ha già portato fin troppa realtà qua dentro-. Guardò la sua divisa ancora una volta e poi si allontanò con una chiara smorfia di disgusto sulla faccia.

Anche se la signora gli aveva mostrato il motivo della sua visita, sapeva che non ne avrebbe avuto bisogno. Dal momento in cui erano entrati nel secondo spiazzo, aveva visto il suo obiettivo. Non poteva confondersi con nessun altro. Lo stomaco, a quella vista, si contorse ulteriormente mentre ricordi dolorosi cominciavano ad affiorare e a tormentarlo.

“Che codardo che sono…” pensò per l’ennesima volta mentre pian pianino si avvicinava a un gruppetto di ragazzini.

I bambini cessarono di giocare a rincorrersi appaena lo videro avvicinarsi e scrutarono con invidia la sua uniforme.

-          - Ma tu sei un soldato! Che forte!! Quanti giganti hai ucciso?!- esclamò uno di loro con occhi blu sognanti.

-          - Scommetto che ne hai sconfitti un sacco!!- strillò una bambina con in mano un pupazzo di pezza tutto sgualcito mentre gli sfiorava i pantaloni.

Jean non potè fare a meno di sorridere di fronte a tutta quella ingenuità: d'altronde anche lui da piccolo ammirava quelle divise, quei difensori dell’umanità. Difensori? Ah, gli veniva da ridere se ripensava a quella definizione: non erano in grado neanche di proteggersi loro o chi gli stava più a cuore, figuriamoci l’umanità!

-          - Ciao, sei un amico di Marco vero?- ed eccola. Una bambina di massimo cinque anni con intensi capelli neri lisci che ricadevano dolcemente sulle spalle, occhi color castano scuro ma soprattutto tantissime lentiggini sparse sulle gote arrossate che si dondolava allegramente sui piedini oscillando avanti ed indietro mentre lo osservava divertita.

Jean sentì il cuore accelerare i battiti e non riuscì a fare a meno di chinarsi alla sua altezza per osservarla meglio. Deglutì sonoramente rendendosi conto di trovarsi d fronte a un piccolo Marco femmina.

-          - Io sono Marina! Tu chi sei?- chiese sorridendo.

Il ragazzo sentì la gola seccarsi e gli occhi inumidirsi quando con un fil di voce sussurrò – Jean…-

-          - Jean?- Marina sembrò illuminarsi – Marco mi parla spesso di te! Dice che hai la stoffa del leader e per diventare qualcuno! Ma dimmi dov’è il mio fratellone? Aveva promesso di venirmi a trovare per il mio compleanno però non è venuto…- gli occhi della bambina si rattristarono – Ha la febbre per caso?- chiese preoccupata mettendogli le mani su un ginocchio.

Come poteva risponderle? Come poteva dirle che il suo unico parente era morto? Che suo fratello era morto! Che non sarebbe mai più tornato, che non avrebbero più festeggiato nessun compleanno insieme? Che non sarebbe tornato neanche da lui?! Come si può distruggere i sogni e gli affetti di un bambino? Jean non aveva risposte a queste domande e non riuscì a proferire mezza parola. L’immagine del corpo martoriato di Marco era nitida nella sua mente e non poteva di certo rendere partecipe una così innocente bambina a una realtà così crudele.

  -  Perché piangi?- chiese la bambina mentre osservava incuriosita le sue lacrime scendere lungo il volto del ragazzo.

Jean sembrò ridestarsi: stava piangendo? Lui?! Si passò la mano sulla faccia e si accorse che era umida.

Gli altri ragazzini risero alla vista di un soldato così rammollito a parer loro e si allontanarono riprendendo a giocare. Tutti tranne lei. La bambina rimase davanti a lui in attesa di una risposta alla sua domanda.

   -  Marina…- sussurrò in un fil di voce il ragazzo. La bambina cominciò a capire che qualcosa non andava: tolse le mani dal ginocchio ed indietreggiò impallidendo.

      - Dov’è Marco?- sussurrò spaventata. Lo vide sospirare, passarsi la mano sulla faccia e poi dire:

   - C’è stato un attacco dei giganti un mese fa. Io e tuo fratello eravamo in squadra insieme…- a fatica Jean riuscì a raccontare i fatti di quel fatidico giorno mentre i ricordi cominciavano più atroci si affollavano nella sua mente, facendo da sfondo al cadavere di Marco.

Marina lo ascoltava a occhi sbarrati ma già aveva intuito cosa fosse successo e più andava avanti e più i suoi occhi si riempivano di lacrime. Si stropicciava il vestitino, ormai tutto rotto e pieno di buchi mentre ripensava al suo adorato fratellone.

-          - Tuo fratello non c’è più… è morto e io non ho potuto fare niente per impedirlo…- concluse con voce spezzata Jean.

Marina scoppiò in un pianto a dirotto e si rannicchiò a terra, chiamando invano il fratello, sperando che questo lo riportasse indietro.  Il soldato assistette imponente alla scena senza poter mettere fine al suo dolore. Si avvicinò cautamente a lei e, istintivamente, la prese tra le braccia, stringendola forte e cercando di confortarla come meglio poteva.

-          - D’ora in poi mi prenderò io cura di te, non sarai sola- le disse dolcemente accarezzandole i capelli che tanto gli ricordavano quelli di Marco. Marina non smise di piangere ma si aggrappò con forza alla sua giubba marrone come se fosse la sua ultima ancora di salvezza.

-          - Ti amerò come ti amava Marco e non ti abbandonerò mai- le disse mentre si avviavano verso l’uscita.

-          - Ma se muori* anche tu, io sarò di nuova sola!- protestò la bambina tra le lacrime.

-        -  Io non morirò- affermò deciso Jean riprendendo un minimo di autocontrollo – L’ho promesso a Marco-.

Varcarono la porta e si diressero verso il quartier generale della Legione esplorativa dove aveva ottenuto il permesso di occuparsi della bambina dal comandante Erwin.

“Ho mantenuto anche questa promessa Marco, hai visto?” pensò Jean mentre rivolgeva gli occhi al cielo. “Quella promessa fatta la notte in cui ti intrufolasti nel mio letto e mi chiedesti in ginocchio che se le cose fossero andate storte mi sarei occupato di tua sorella”. Sorrise, per la prima volta, a un ricordo di lui e Marco. Forse perché dopo che spiazzato aveva giurato, dato che fu preso in contropiede, cercò di buttarlo giù dal letto ma quest’ultimo si aggrappò al suo braccio e ruzzolarono giù insieme. Il tutto finì con una risata e un abbraccio. Forse anche un bacio? Mah, ne avevano avuti talmente tanti che non se lo ricordava.

-          - Conoscevi bene Marco?- chiese improvvisamente Marina interrompendo il flusso dei sui pensieri.

-          Come se fosse stato un fratello- le rispose sorridendole perché si rese conto che nei suoi occhi vedeva lui. Non era morto del tutto, un po’ era in lei e forse… anche in lui.

 Dopotutto anche Marco aveva mantenuto la sua di promessa: “Io sarò sempre al tuo fianco!”

 

12 anni dopo.

Marina aspettava con impazienza, affacciata alla finestra della sede della Legione Esplorativa, che la squadra in missione ritornasse. Camminava nervosamente avanti ed indietro con le orecchie tese, pronte a cogliere ogni minimo rumore. Quando sentì lo scalpiccio degli zoccoli si precipitò giù in cortile.

-          - Jean!!- urlò felice di vederlo sano e salvo mentre gli saltava addosso, facendolo cadere a terra.

-         - E che diamine Marina un po’ di contegno!- borbottò lui – Pesi, togliti dal mio stomaco!-

-          - Tanto lo so che vuoi bene alla tua sorellina anche se sei così rude!- ridacchiò lei, lasciandolo libero dalla sua presa.

Gli altri membri della quadra risero e alcuni lanciarono fischi di approvazione per la ragazza. Era cresciuta un sacco negli ultimi anni e aveva un fisico slanciato e asciutto. Le lentiggini in faccia la rendevano particolare e abbinate ai suoi zigomi un po’ spigolosi ricordava, a chi l’aveva conosciuto, Marco. Il suo portamento e il suo carattere rispecchiavano fedelmente quello del fratello deceduto.

-          - Stasera danno una festa per l’ultima missione a cui ho partecipato. Posso Jean?- chiese Marina guardandolo con occhioni dolci.

Il ragazzo non era riuscito mai a dire di no a quello sguardo. Come poteva dire di no alla sua copia? Sospirò poi sorrise e annuì.

-          - Non fare tardi però- si raccomandò mentre la giovane, dopo avergli stampato un sonoro bacio sulla guancia, si dileguava – E dì a Lucas che se lo becco di nuovo mentre tenta di stuprarti lo uccido!-

-          - Non mi stava stuprando, mi stava baciando e non fare il preistorico!- urlò mentre spariva dalla sua vista con i capelli scompigliati dal vento.

-          - Andrà tutto bene vedrai- rise Connie battendogli la mano sulla spalla. Jean ridacchiò ed annuì.

Rientrò in camera e si buttò sul letto. La loro sorellina era cresciuta, non c'era da dire. Anche lui d'altronde lo era. In questi anni si era irrobustito e si era lasciato crescere un po’ di pizzetto che secondo Marina gli dava un sacco di autorità. Si tirò su e osservò il ritratto fatto da un’artista locale che ritraeva fedelmente Marco in uniforme. Accanto a esso c’erano sempre fiori freschi appena colti che venivano curati sia da lui che da Marina.

“Chissà come saresti tu adesso” pensò sistemando un po’ meglio il vaso di margherite appena colte dalla sua sorellina adottiva. “Saresti sempre bellissimo ma, secondo me non avresti approvato il pizzetto!" sorrise divertito osservando i lineamenti del compagno. una leggera brezza entrò e gli scompigliò i capelli biondicci. "Mi manchi anche tu, Marco…”.

 

 * ci vorrebbe il congiuntivo lo so ma pensavo che per una bambina piccola sarebbe stato più adatto una parlata un pò scorretta. Per il resto: licenza poetica :)





Angolo autrice.

Wawawawa, sono ritornata dopo tre anni di silenzio!! O forse erano due? Maaahh. Comunque è la prima volta che scrivo su questo fandom e non so se questa idea sia già venuta in mente a qualcuno, quindi perdontemi se magari scrivo cose già fatte! E' anche la prima volta che scrivo qualcosa di un pò yaoi perchè non so voi ma io adoravo Marco D: povero cucciolo che fine che gli han fatto fare e uno dei mie personaggi preferiti è invece Jean (poi qualcuno mi spiegherà perchè la maggior parte delle volte trovo più interessanti i personaggi secondari che quelli principali :D). Per il resto spero che  piaccia e accetto critiche (soprattutto se secondo voi Jean è un pò OOC).

Alla prossima!

Marty Angel

 

  
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