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Autore: Life is a book    22/05/2014    2 recensioni
Wanda è nel suo nuovo, piccolo corpo e adesso può avere Ian tutto per sé, mentre Jared e Melanie hanno finalmente l’occasione di stare di nuovo insieme. Ma spesso, com’è normale, si creano delle piccole incomprensioni tra coppie…
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Wanda

Camminai a passo veloce verso la mia “camera”. Mi sentivo come i primi giorni al rifugio, tutti che mi fissavano con odio. Fortunatamente, quella volta era solo pura curiosità e non astio. Non riuscivano a credere di vedere una Wanda che non fosse Melanie, o almeno il suo corpo. Abbassai il capo e cercai di dimenticare gli sguardi straniti delle persone che mi passavano accanto. Anche Jeb aveva avuto qualche difficoltà all’inizio, e questo è quanto dire. Spesso si girava verso Melanie e le chiedeva -Wanda, per favore, potresti passarmi quella tazza?-, poi si correggeva. O Doc, che voleva qualche informazione a proposito delle cure aliene e si rivolgeva a Mel, invece che a me. E, a volte, persino Ian avvicinava la sua mano a quella della mia amica, mi accorsi dolorosamente. Quando capiva l’errore, Ian mi lanciava uno sguardo mortificato e mi baciava chiedendomi scusa. Dicevo che non era niente, ma in realtà mi dava fastidio, ed anche a Melanie. Un giorno, mentre eravamo sole, sbottò -Sono stanca di tutti questi scambi! Diavolo, sei stata me solo per alcuni mesi, mica dieci anni!-, io le sorrisi teneramente e le presi una mano -Mel, prima o poi si abitueranno. Ricorda che per noi è più facile, sia io che te li vedevamo tutti, ma loro vedevano solo un corpo-. Cercavo di tenerlo a mente anch’io, ma quando incontravo Jared e trattenevo a stento l’impulso di abbracciarlo, provavo un fastidio insolito per la mia tranquillità. L’unico che non sembrava avere problemi era Jamie, con la sua espressione sveglia e costantemente curiosa. Spesso si sedeva accanto a me e mi chiedeva di raccontargli delle storie sui diversi pianeti. Amavo narrargli le mie esperienze e vederlo così interessato, come se non si stancasse mai di sentirmi parlare. Poi, piano piano, si avvicinavano gli altri, un po’ esitanti, e così facevo da oratrice ad un piccolo pubblico. Credevo che Jamie non avesse problemi ad abituarsi al mio nuovo corpo e a Melanie perché, prima che m’impiantassero, lui già parlava con sua sorella attraverso me, io esprimevo ad alta voce quel che Melanie diceva a me nel pensiero. 
Quando arrivai nella stanza, non era vuota. Ian era seduto sul bordo del letto e guardava le sue mani, che tenevano un piccolo oggetto. I capelli neri gli ricadevano dolcemente sugli occhi, coprendo metà del viso. Rimasi a contemplarlo per un istante, poi lui si accorse di me e il suo sorriso si allargò su tutto il volto. -Ciao- mi disse mentre i suoi occhi mi squadravano da capo a piedi. Mi sentivo ridicola a stare lì in piedi davanti a lui, dove la mia testa era di poco più in alto della sua, da seduto. -Ciao- sussurrai, accarezzandogli una guancia. Chiuse le palpebre e si fece coccolare per un po’, poi, spingendomi a sé, ci fece cadere sul letto. Il mio corpo s’irrigidì all’istante, mentre Ian scivolava sopra di me e mi baciava lentamente sul collo. Era decisamente gradevole, al punto che per un momento pensai di rilassarmi, ma non ci riuscii. Sebbene avessi persino mentito sull’età della ragazza di cui avevo occupato il corpo, cambiando da diciassette a diciotto anni, per quello scopo, in quell’istante tutto ciò mi fece tanta paura. -I-ian...- balbettai.

 Melanie
 

Drizzai le orecchie quando sentii dei passi fuori dalla cucina. Per tutto il giorno mi ero dedicata al lavoro e, finalmente, riuscii a mettere a tacere il mio stomaco. Ma se qualcuno irrompeva in cucina e iniziava a far confusione, non avrei potuto portare a termine il pasto. Avevo solo bisogno di tranquillità in quel momento. Kyle varcò la soglia con quella sua solita espressione arcigna -Ciao Wan…Melanie, scusa- si corresse vedendo la mia occhiata di fuoco. Ero stufa di quella situazione, dovevano darci un taglio. Lui prese una ciotola da lì vicino e si sedette accanto a me -Nessuno potrebbe chiamarti Wanda se ti vedessero lanciare sguardi simili. Quel piccolo angioletto non sarebbe capace di arrabbiarsi nemmeno se lo volesse- disse tra sé ridacchiando. L’umore di Kyle era nettamente migliorato da quando lui e Sole stavano assieme, non aveva dimenticato la sua ex moglie, presa dagli alieni, ma almeno aveva trovato qualcun altro da amare. -Dimentichi che Wanda è migliore di tutti noi proprio per questo motivo- mormorai addentando un pezzo di pane. Non c’era traccia di ironia o invidia nella mia voce, ma lo sguardo di Kyle si adombrò -Già- bisbigliò. Ricordai quando aveva cercato di ucciderci, me e Wanda, un po’ di tempo dopo il nostro arrivo qui, e di come mia “sorella” si era rifiutata di lasciarlo cadere nel torrente, mandandolo a morte certa. Quella volta mi ero davvero arrabbiata con lei, perché pensavo che quella non fosse bontà, ma stupidaggine. Insomma, chi è che salverebbe l’uomo che vuole ammazzarti? Lei, Wanda. Aveva persino difeso Kyle quando le avevano chiesto cos’era successo. Stupida, stupida, stupida ragazza, avevo pensato allora. Non che odiassi Kyle –a quei tempi sì-, ma se si fosse trattato di una persona davvero malvagia, lei a quest’ora sarebbe stata morta e sepolta. Perciò avrebbe dovuto pensarci bene prima di salvare il suo attentatore.
Intanto, sia lei che il ragazzo accanto si erano fatti silenziosi e ognuno nei propri pensieri. Lasciai la cucina dando un pugno scherzoso a Kyle e, tornando in camera mia, nel tragitto incontrai Jared. Ci guardammo un minuto, studiandoci l’un l’altro, memorizzando il più possibile dei volti che amavamo. Avanzò di un passo, poi di un altro, poi di un altro ancora. Era a qualche centimetro da me, le sue labbra carnose semi aperte a formare una piccola “o”. Mi sporsi in avanti, fino a sfiorare il suo petto, e infine lo baciai. Accarezzai dolcemente quella bocca perfetta e, non potendo più aspettare, lo tirai a me. Sentii la sua risata soffocata mentre lo divoravo con la bocca, incapace di fermarmi e, con sollievo, sentii le sue mani delicate sulla mia schiena. Troppo delicate. Si formò un solco tra le mie sopracciglia mentre, turbata, capivo che mi stava trattando con la massima delicatezza. Si limitava a sfiorarmi. Seppur con fatica, mi allontanai da lui -Che ti prende?- chiesi infastidita. Insomma, dopo un anno circa che eravamo stati separati, senza poter toccarci, né parlarci, né abbracciarci, lui mi trattava come se fossi una farfallina? Mi guardò con i suoi occhi profondi e divertiti, come se ci fosse qualcosa da ridere -Che prende a te?- mi chiese trattenendo a stento una risata. Lo spinsi all’indietro con un colpo sul petto -Non sono fatta di carta pesta, sai?- gli dissi con un’occhiata di sfida. Sapeva benissimo che ero una tipa tosta, ma da un suo sguardo confuso capii che mi stavo sbagliando. Non credeva che fossi fragile, credeva che fossi Wanda. -Jared, sono Melanie adesso. Non sono lei- dissi così velocemente che temetti non avesse capito. Ma i suoi occhi s’incupirono e si rivolsero all’ingiù -Scusami- mormorò, e scappò via.

  
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