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Autore: sxds    22/05/2014    3 recensioni
La storia dell'amore puro fra Achille e Briseide, che vivrà in eterno in ognuno di noi.
Dal testo: "Una voce - era l'uomo che l'aveva condotta lì - gli disse: "I tuoi uomi l'hanno trovata al tempio. Speriamo possa... divertirti" sogghignò e se ne andò, o almeno così dedusse Briseide sentendo passi allontanarsi.
Studiò attentamente il terreno. Aveva un'enorme paura nel petto.
L'altro si lavò nella vasca. A un certo punto, dal nulla, domandò: "Qual è il tuo nome?"
Oh, sono Briseide pensò lei, ma non te lo rivelerò mai."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Achille, Briseide | Coppie: Achille/Briseide
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Achille e Briseide - un amore infinito.

 

Di sicuro Briseide non pensava che sarebbe andata a finire così.

Ma dov'era Ettore, l'eroe troiano, quando serviva? A schiaffeggiare lo stolto fratello Paride per la sua imprudenza?

Un Acheo la strattonò: "Forza, vieni" le ordinò con maniere burbere. Si vedeva che non era uno di Troia.

La ragazza fedele ad Apollo si indignò.

"Voi come osate invadere il tempio del dio Apollo e saccheggiarlo!?" domandò attonita al Greco.

Lui la cacciò fuori dal tempio tirandola per i capelli scuri. "E tu, donna, come osi parlarmi così?"

Briseide tacque. Non si poteva ragionare con questa gente.

Ma Apollo, al momento giusto, si sarebbe vendicato!

L'uomo le strinse il braccio esile in una morsa d'acciaio: impossibile fuggire. Le faceva davvero male ma non parlò: la spada che egli teneva appresso l'intimoriva non poco.

Attraversarono la spiaggia: troppi corpi se ne stavano in preda ai cani a marcire.

Briseide pregò per loro, pur sapendo che era del tutto inutile, avrebbero vagato infinitamente.

Arrivarono all'accampamento degli Achei e in molti la sbeffeggiarono, la disprezzarono e la provocarono.

"Dove la porti?" chiese uno. "Non essere egoista: dividiamola!"

Briseide rabbrividì. Cosa le avrebbero fatto? Era una sacerdotessa... Era inviolabile! Ma gli empi Greci parevano infischiarsene.

L'uomo che l'aveva catturata sghignazzò. "No, la porta ad Achille."

E chi era costui?

La ragazza era stufa che gli altri decidessero per lei; diede un forte strattone al braccio che l'uomo le teneva ma senza risultato, a parte farlo innervosire.

"Sta' calma!" le ordinò rozzo. "O dovrò costringerti! E cammina!"

Briseide obbedì senza fiatare. Oltrepassarono centinaia di tende, la puzza di sudore e di sangue inzuppava l'aria e le ottenebrava negativamente i sensi.

Cos'avrebbe dato per non essersi nascosta nel tempio. Perché mai l'aveva fatto? Apollo aveva ignorato le sue invocazioni e l'aveva lasciata preda agli Achei.

Se solo fosse rimasta entro le mura di Troia!

"Eccoci, va'."

L'uomo la spintonò dentro una tenda. E ora? Briseide avrebbe preferito morire piuttosto che... che...

Il soldato la spinse verso il letto, poi lo oltrepassò. Il sollievo avvolse Briseide. Ma che succedeva? L'uomo la fece sbattere violentemente contro un palo che sorreggeva la tenda e con una corda robusta la legò lì per le mani.

"Ti conviene sederti" mormorò facendo nodi complicati. "Non so fra quanto arriverà Achille."

Il consiglio quasi amorevole dell'uomo stupì e spaventò Briseide, che tuttavia ubbidì.

Quando lui fece per andarsene, gli domandò raccogliendo tutto il coraggio che possedeva:

"Chi è Achille, Greco?"

Lui si massaggiò una spalla sanguinante. "Noi abbiamo lui, donna" le rispose, "e voi avete Ettore." Annuì e la lasciò da sola nella tenda, legata ad un palo in attesa che l'alterego di Ettore apparisse nella tenda e la profanasse senza pensare che Apollo l'avrebbe maledetto a vita.

La ragazza, pura e aristocratica, alzò gli occhi al cielo (immaginò di vedere l'etere chiaro anziché la tenda pesante) e supplicò il dio a gran voce:

"Oh dio Apollo, aiutami ti prego! Tante volte ti ho onorato: ora aiutami!"

Ma non accadde nulla.

Sta aspettando il momento giusto, si rassicurò tremando contro il palo di legno, che le graffiò la pelle oltre la leggera tunica, Apollo ti aiuterà.

 

***

 

Il rumore di passi strascicati la risvegliò dal torpore del sonno.

Aveva sognato di essere libera. Ma probabilmente l'illusione era entrata nella sua mente dalla porta d'avorio, menzoniera, poiché era ancora legata a quel dannato palo.

Abbassò gli occhi a terra e di lì non li sollevò neppure quando il famoso Achille entrò nella tenda. Rimase zitto: era sorpreso?

Una voce - era l'uomo che l'aveva condotta lì - gli disse: "I tuoi uomi l'hanno trovata al tempio. Speriamo possa... divertirti" sogghignò e se ne andò, o almeno così dedusse Briseide sentendo passi allontanarsi.

Studiò attentamente il terreno. Aveva un'enorme paura nel petto.

L'altro si lavò nella vasca. A un certo punto, dal nulla, domandò: "Qual è il tuo nome?"

Oh, sono Briseide pensò lei, ma non te lo rivelerò mai.

Solo il rumore dell'acqua mossa da Achille risuonava nella tenda. La sacerdotessa di Apollo chiuse gli occhi e li strizzò finché non sentì dolore; perché nessuno aveva ancora mandato delle truppe in suo aiuto!?

"Andiamo, persino le sacedotesse di Apollo hanno un nome."

Lo sentì uscire dall'acqua.

Chissà com'era? Come tutti gli eroi? Bello e coraggioso. O era empio? Di sicuro lo era: l'aveva fatta rapire e avrebbe abusato di lei!

"D'accordo" mormorò seccato, le si avvicinò. "Io sono Achille..." sussurrò a un fiato da lei, ancora con gli occhi serrati, "ma questo lo saprai."

Gli sfuggì un risolino che Briseide non apprezzò: era un arrogante!

Achille le passò un dito sul volto, poi le afferrò una ciocca di capelli e la ragazza sentì che gliel'annusò.

"Sì. Sei di razza reale."

Le accarezzò le gote. "Forza, qual è il tuo nome?"

Briseide aprì gli occhi e si scontrò con un devastante sguardo color mare che la intimorì e l'abbagliò: era lo sguardo di un dio.

"Briseide" sibilò risentita.

Achille era bello: aveva i capelli lunghi e biondi, fino alla spalla, era abbronzato e muscoloso, ancora un po' sporco di terra e di sangue nonostante il bagno, ma il suo corpo emanava un odore buono, di vita.

"Briseide..." ripeté Achille, senza smettere di guardarla. Capiva che la impauriva?

La ragazza deglutì.

"Cosa mi farai?" gli chiese con un nodo alla gola.

Achille le passò le braccia attorno alla vita. Cosa stava facendo?

Briseide temette il peggio: ecco, ora l'avrebbe violata.

Invece lui armeggiò con le corde che la legavano al palo e le slegò.

Che succede?

Impossibile: l'aveva appena... liberata.

L'uomo, il guerriero fece un sorriso da ragazzino: "Hai paura?"

"Dovrei averne?" ribatté perentoria Briseide, massaggiandosi i polsi.

Achille si alzò e indossò una tunica pulita sul corpo nudo.

"No. Sei l'unica che può dire di non temermi, troiana."

E uscì dalla tenda.

 

***

 

Passarono i giorni.

Achille non la violentò mai, la trattò con ogni riguardò, le portò i cibi migliori e, quando Agamennone, il condottiero Greco, inviò degli uomini a portarla via di lì, Achille riuscì a riaverla, sottraendola alla violenza dell'esercito Acheo, un esercito di barbari.

La portò tenendola al petto alla sua tenda e la rassicurò con parole dolci.

"Sei stata coraggiosa, prima."

Alludeva al fatto che aveva schiaffeggiato un soldato. Pf, idiozie.

"Sì. Per difendermi. Anche un cane ha quel coraggio!" sentenziò abbattuta, sentendosi abbandonata dalla sua famiglia.

Achille provò a detergerle il volto con una pezza bagnata ma lei glielo impedì per due volte. Così lui le lanciò addosso la pezza - quasi le parse di vederlo sorridere - e lasciò che facesse da sola.

"E ora mangia" le avvicinò un vassoio di frutta e subito si allontanò da lei.

Briseide mangiò dell'uva ma la paura e la tristezza le fecero rigettare ogni cosa.

"Che ti succede, troiana? Il cibo dei Greci ti fa stare male?" l'aggredì con le parole l'eroe Achille.

"No, Greco." Rimarcò sulla loro differenza: l'uno Greco, l'altra Troiana. Buoni solo come padrone e serva. "E' tutto il resto che mi nuoce."

"Che intendi? Agamennone?"

Briseide abbassò il viso. "Anche." Non avrebbe mai ammesso di avere avuto una paura struggente, alla corte di Agamennone. L'aveva minacciata e trattata come un'umile serva, ma lei non vi era abituata: era una sacerdotessa! Con Achille, almeno, conservava un po' di dignità.

"Non deve preoccuparti: l'abbiamo messo a tacere."

Il suo cuore sobbalzò: lo abbiamo? Loro due? Insieme.

"A cosa pensi, sacerdotessa?" la sbeffeggiò col sorriso, quel sorriso che ormai lei iniziò ad amare.

"A nulla" mentì Briseide, arrossendo. Inghiottì un altro po' di frutta, digerendola finalmente.

Cosa le stava succedendo? Anziché disprezzare Achille, lo stava ammirando. Ne ammirava il carattere e il corpo, il coraggio e la forza. Tutte doti eroiche.

Ma lei era fedele ad Apollo... Oppure no.

"Non sai dire le bugie, Briseide".

Lui la raggiunse sul letto, repentino spostò la frutta e le accarezzò il volto, stendendosi affianco a lei.

"Se ti uccidessi..." mormorò Briseide, "salverei molti uomini."

"Oh" annuì l'altro "moltissimi."

Le si seccò la gola. Era troppo vicino. Si portò le gambe al petto e si mise a sedere sul letto, guardandolo dall'alto com'era abituata a fare.

"Allora perché non lo fai?" le chiese lui, beffardo.

"Io..."

"Sì?"

Le prese ad accarezzare le gambe, dolce, delicato. Con l'altra mano le massaggiò una tempia e poi si tirò su a sedere anche lui, baciandole le labbra.

Briseide aveva donato il suo primo bacio a un Greco.

A un nemico.

E la cosa peggiore era che non le importava chi fosse.

"Achille..." sussurrò ebbra di lui.

"Sì?" Le stava baciando il collo sottile.

"Io... Credo di amarvi."

Achille le sorrise baciandola più forte. All'orecchio le mormorò: "Sei molto coraggiosa, troiana."

E lì anche lui capì che ormai Briseide era parte integrante della sua vita. Che stava combattendo e uccidendo per la Patria ma che rimaneva in vita per lei, per Briseide. E, ovviamente, per la timé*.

 

NdA.

*la timé è l'onore, l'orgoglio di un soldato.

Spero vi sia piaciuto ... <3

Ps. Achille è ovviamente Brad Pitt del film Troy, dal quale ho estrappolato qualche frasetta.

Sxds.

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