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Autore: jeanny991    23/05/2014    2 recensioni
Cara nonna,
Da quando abbiamo scoperto la tua leucemia, esattamente un anno fa, vedo come ti stai spegnendo lentamente. Come una fiamma che pian piano consuma la candela, anche tu, stai perdendo tutta la vitalità che ti aveva sempre caratterizzato. Vitalità che spesso non ho sopportato a causa della mia natura introversa. Vederti fischiare ai passerotti del cortile o ridere per cose inutili o cercare a tutti i costi strapparmi un abbraccio nonostante fosse palese il mio nervosismo, mi faceva irritare più di ogni altra cosa!
Eppure, adesso mi rendo conto di quanto sia stata insensibile nei tuoi confronti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara nonna,


Da quando abbiamo scoperto la tua leucemia, esattamente un anno fa, vedo come ti stai spegnendo lentamente. Come una fiamma che pian piano consuma la sua candela, anche tu, stai perdendo tutta la vitalità che ti aveva sempre caratterizzato. Vitalità che spesso non ho sopportato a causa della mia natura introversa. Vederti fischiare ai passerotti del cortile o ridere per cose inutili o cercare a tutti i costi strapparmi un abbraccio nonostante fosse palese il mio nervosismo, mi faceva irritare più di ogni altra cosa!

Eppure, adesso mi rendo conto di quanto sia stata insensibile nei tuoi confronti.

Ho sfogliato l’album di fotografie della tua infanzia, adolescenza e vita adulta. Le foto sono messe alla rinfusa, non seguono un ordine cronologico. Si passa da foto di te bambina, a foto delle tue figlie in fasce. Però c’è un elemento che accomuna tutto ciò: sono foto in bianco e nero. Foto di un passato a me ignoto, nel quale le fotografie erano anche cartoline postali. E guardandole mi ritornano in mente i racconti che tu stessa hai pronunciato o che mi sono giunti dalle tue figlie. Ricordi della tua vita.

Una vita difficile, come per tutte le persone nate nella tua generazione. Il fascismo e la Seconda Guerra mondiale hanno segnato la tua infanzia e la tua adolescenza. Ma prima di questi due eventi la tua esistenza era già stata sconvolta dalla morte di una madre che tu non hai mai conosciuto. Fortunatamente tuo padre si è risposato con una donna che ti ha amato come se fossi stata la sua figlia biologica. Una donna che, dopo la morte prematura di tuo padre, non ti ha mai lasciato sola.

In tutte le foto della tua infanzia c’è sempre lei accanto a te. Nelle foto della tua adolescenza, adolescenza vissuta in tanti posti diversi per sfuggire alla guerra, c’è lei che non ti perde d’occhio neanche per un istante. E per te nonna, lei è stata la tua unica e sola madre, lo si vede dal modo col quale stringi il suo braccio. Forse è stata proprio questa donna tenace a trasmetterti quell’ottimismo che fino ad un anno fa continuavi ad irradiare. Forse è stata proprio la guerra farti ritenere che, anche nel momento delle difficoltà, bisogna sorridere perché niente di brutto potrà equiparare un’esperienza tragica come quella. Perdonami nonna, ma non sono stata in grado di capirlo.

Quando sono entrata nella fase dell’adolescenza e tu hai continuato a trattarmi come una bambina, spesso ho alzato la voce e ti ho risposto male, perché essendo ormai grande non mi sentivo rispettata dal tuo atteggiamento. O almeno questa è la scusa razionale che attribuivo alle mie reazioni esagerate. In realtà ero profondamente arrabbiata con te. Solo adesso l’ho realizzato. Ero arrabbiata perché, tu, la donna che si è presa cura di me durante l’infanzia, non avevi saputo proteggermi come invece aveva fatto la tua madre adottiva. Perché, da piccola ti idealizzavo un po’ come una seconda mamma, dolce e giocosa. E la persona da cui non mi avevi protetto è la tua seconda figlia, nonché mia zia.

Altro tuo grande dramma personale: una figlia schizofrenica. Malattia probabilmente causata dal comportamento autoritario e austero di tuo marito. Un militare, un uomo che tu hai sposato per amore, a cui non hai mai smesso di pensare neanche dopo la sua morte. Nonostante lui ti abbia maltrattata e ti abbia imposto una vita di sacrifici tu hai continuato a venerarlo non mettendo mai in discussione le sue decisioni. Non intervenendo nel momento in cui sgridava violentemente le sue figlie. Questa è stata una tua debolezza, nonna. Forse temevi di essere lasciata sola se ti fossi ribellata. O forse perché non eri abituata a decidere autonomamente avendo vissuto costantemente al fianco di tua madre. Sta di fatto che mentre la tua figlia maggiore riusciva a ribellarsi a costo di venire picchiata da tuo marito, tua figlia minore preferiva essere sottomessa.

Dopo la morte di tuo marito, la malattia di tua figlia è venuta alla luce. Allucinazioni visive e uditive, aggressività, stravolgimento della realtà con manie megalomani. Come ci si sente a vedere tua figlia in questo stato, nonna? Fa paura? Fa ribrezzo? È per questo motivo che hai preferito chiudere gli occhi di fronte alla sua degenerazione? È per questo che quando l’hai accompagnata per la prima volta in ospedale per farsi curare hai accettato la sua richiesta di tornare a casa portando ad un peggioramento della situazione?

A causa della tua negazione, ci ha rimesso la tua figlia più grande che se ne è dovuta fare totalmente carico, venendo anche ferita nei momenti di follia di sua sorella; ci ho rimesso io, la tua nipotina adorata, che ho visto scene che gli altri bambini neanche immaginano. Finalmente dopo anni ho capito che il mio atteggiamento negativo nei tuoi confronti è stato proprio causato da questa tua incapacità di riconoscere la patologia di tua figlia. Ho anche capito, però, che qualsiasi madre che ama i suoi figli avrebbe avuto difficoltà ad ammetterlo. Perché una madre che ama i suoi figli li vorrebbe sempre vedere in buona salute.

Riesco a capirti finalmente, purtroppo me ne sto rendendo conto tardi e per questo ti chiedo scusa. La scoperta della tua leucemia mi ha fatto sentire in colpa per diversi mesi, proprio per il trattamento che ti avevo riservato durante la mia adolescenza, trattamento che non meritavi perché tu mi hai sempre considerata una terza figlia. Tuttavia avendo raggiunto la consapevolezza del mio astio, ora non mi sento più in colpa. Ti perdono per non avermi saputo proteggere perché ho capito quanto dolore psicologico tu possa aver sopportato in passato e quanto tu ne stia provando adesso vedendo questa tua seconda figlia, ormai curata ma senza nessuna prospettiva per il futuro, sola, senza aver realizzato nulla di concreto nella vita. È per lei che stai continuando a vivere? Vedo quanto tu sia stanca, quanto la mente e il fisico stanno   deperendo, eppure tu continui a svegliarti al mattino e a ridere sebbene spesso non riconosci neanche le persone che hai accanto.

Ti chiedo scusa per non aver compreso prima la durezza della tua vita, per non aver realizzato che i tuoi modi di fare giocosi erano un modo per nascondere la sofferenza del tuo animo. Io ti voglio bene nonna, vederti in questo stato mi fa male e mi piacerebbe che potesse trovare finalmente la pace in quel paradiso a cui tu credi. Per questo quando giungerà il momento e tu te ne andrai, io piangerò ma nella mia memoria rimarrà scolpita quella fotografia in bianco e nero, di te bambina che sorridi accanto a tuo padre e a tua madre, insieme alla nostra foto a colori, nella quale tu mi stringi in un caldo abbraccio ed entrambe sorridiamo felici.

La tua adorata nipotina. 
 
 
  
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