Se il fio del destino fosse così semplice da capire per toglierne i nodi e tesserlo a piacere delle ree persone, il futuro non sarebbe più un sogno o una speranza, ma una certezza di tutti. Eppur non è dato di decidere, né ai mortali uomini né agli dei in terra, ciò che sta nelle mani di qualcuno più grande ancora del Sole, e che vive sulle teste di noi. Tuttavia, pur se questo è dunque deciso, fermo e irremovibile, accade anche che, per misteri della ragione, ciò che era sicuro cambi, e le leggi del tempo e della magia sfuggano a chi di dover le controlla. Allorchè tra i popoli è panico e non più vi sono battaglie, ma solo eterne fughe dalla morte. E fu così che i latini, invece di riunirsi, si dispersero fra spade e sangue, e l'antica generazione del Râ-Harachte sedette sui troni di loro, nelle loro terre, e riportò i canti della vittoria nelle proprie case. Eppure la pace rinata ebbe molti ostacoli, e nonostante i tentativi di proteggerla, questa perì dopo dieci lustri: i conflitti con le nuove razze confinanti sfociarono nuovamente in violenza, e si attese per centenari finchè un nuovo periodo di serenità accarezzò gli animi di tutti. Ma questo non giunse oltre i tre quinquenni, poiché una guerra ancor peggiore minacciava molto di più della semplice libertà. Era pervenuto, intanto, un nuovo evo: in questa nuova epoca, iniziata intorno al primo millennio, la stirpe celtica e vichinga si mischiò a quella egiziana...