Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Targaryen    24/05/2014    8 recensioni
A volte capita anche ai migliori ...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Questa fiction è il risultato di un mio pomeriggio di delirio, causato da Dea Bastet e dalle sue dettagliate spiegazioni che hanno fatto seguito ad una mia “innocente” domanda. In effetti non ho ancora capito quale assurda concatenazione di eventi l’abbia generata, ma comunque poco importa. Eccola qua. Mi prostro e chiedo venia a Capitan Harlock, che a volte ha un originale e molto personale senso della gravità. Si accetta solo frutta ben matura. Grazie.

Goldmember Captain Harlock *
 
 
Con il consueto incedere maestoso Harlock entrò nel loro alloggio, rivolse a Meeme uno di quei sorrisi che riservava solo a lei e si liberò del mantello con un gesto rapido ed esperto.
La donna ricambiò il sorriso, ma non lo accolse come suo solito e continuò ad armeggiare nel tentativo di aprire il pacco appoggiato sul lungo tavolo in legno.
Incuriosito, Harlock interruppe la sua laboriosa opera di svestizione e la raggiunse. Il singolare comportamento di Meeme lo sorprese alquanto e gli fece sollevare il sopracciglio coperto dalla benda.
“Che cos’è?”, chiese.
Meeme non interruppe la sua attività.
“Un rimedio per gli inconvenienti dell’età. Me lo sono fatto comprare da Yattaran al mercato di Arrakis**”
Harlock alzò anche l’altro sopracciglio e si sentì stranamente tirato in causa. Osservò con attenzione il pacco. Sul fianco, accanto all’etichetta che ne indicava la provenienza, faceva bella mostra di sé un grande bollino color oro. Aguzzò la vista e lesse lo slogan …  “Foggia antica e consistenza garantita”.
“Vedrai, applicando questa missione manterrà la sua durezza per molto tempo e tornerà come nuovo.”
Nell'udire ciò Harlock smise quasi di respirare e cominciò a sudare freddo. La sua mente, forse un po’ stanca a causa di quel “piccolo” asteroide che avevano centrato in pieno quando Yama aveva preso in mano il timone, associò le parole di Meeme all’evento imbarazzante della settimana precedente ed egli maledisse per la milionesima volta Yuki Kei e la sua dannata doccia a gravità zero. E soprattutto sé stesso per averne voluto esplorare usi “alternativi”. Qualcosa, in un’area anatomica che non li aveva mai delusi se non in quella sfortunata occasione, sembrò ritrarsi vergognosa fino al punto di scomparire.
Harlock ebbe un moto di orgoglio. Doveva agire. Aveva affrontato prove di ogni genere e ne era sempre uscito vincitore. Non si sarebbe fatto ridicolizzare da … Si guardò intorno alla disperata ricerca di una bottiglia di vino, ma non ne trovò traccia. Raccogliendo tutto il suo coraggio, si schiarì la voce e cercò di parlare in maniera almeno comprensibile. Avrebbe preferito gettarsi a capofitto dall’orbita sino alla superficie martoriata della Terra, senza né mantello gravitazionale né mascherina, piuttosto che affrontare quell’argomento, ma lui non fugge mai **!
“Meeme … è successo solo una volta … non credo sia il caso di …”, farfugliò.
Meeme parve non ascoltarlo neppure. Il pacco finalmente si aprì ed ella rise, raggiante. Harlock, dal canto suo, la osservò mentre ne disponeva il contenuto sul tavolo e cominciò ad avere qualche dubbio circa le sue conclusioni.  
“Ma … cosa sono?”, domandò, inclinando il capo in avanti per vedere meglio.
Finalmente Meeme lo abbracciò e gli posò un bacio sulla guancia sfregiata.
“Missione per doratura e sottili lamine in oro. Prima applico la missione e poi le foglie oro. Vedrai che bello!”
Decisamente non sembrava un rimedio per  … quello. Harlock riprese a respirare normalmente ed avvertì una certa aria di distensione in zone sensibili.
“E a .. cosa le vuoi applicare?”
“Al tavolo in legno della stanza da bagno. L’umidità lo sta danneggiando. Lo proteggo e lo miglioro! Che ne dici?”
L’idea non era male, ma chissà perché, dopo i voli pindarici di qualche istante prima, la sua mente gli mise davanti agli occhi la propria immagine in tutto il suo splendore e con quel rimedio applicato a ben altro, e per la prima volta in vita sua scoppiò a ridere senza alcun ritegno. Meeme lo guardò spaventata. Decisamente gli serviva un bicchiere di vino.
 
Note:
*Riferimento al film  “Austin Powers in Goldmember” di Jay Roach
**Citazioni tratte dalla fanfiction “Symbiosis” (cap. 14 – cap. 15) di Dea Bastet
 
Un grazie a Dea Bastet per la consulenza!
  
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