Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SylviettaMyss    24/05/2014    4 recensioni
La mia prima FF!!!
Questa One Shot è il prologo di una FanFiction che pubblicherò più avanti...
... Elsa aprì gli occhi pian piano. Si toccò la fronte con la mano, mentre si metteva seduta. Aveva ancora fatto quel sogno. Da quando era tornata ad Arendelle, ogni singola notte quel sogno tornava a farle visita...
... Ma è stato veramente un sogno? ...
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Granpapà, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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… credevo fosse solo un sogno…
 
 Prologo de “Principessa del ghiaccio… guardiana nel cuore”
“… tornerò a trovarti… aspettami...”
 
Elsa aprì gli occhi pian piano. Si toccò la fronte con la mano, mentre si metteva seduta. Aveva ancora fatto quel sogno. Da quando era tornata ad Arendelle, ogni singola notte quel sogno tornava a farle visita. Era così reale da farle provare ogni singola sensazione. Tanto che una volta, aveva sognato di creare un coniglietto di neve e di avergli dato la vita, e aveva visto lo stesso coniglio la mattina successiva, seduto sulla spalliera del proprio letto. Ovviamente era tutto frutto della sua immaginazione, tutto dovuto da quel sogno. Bello, profondo… ma pur sempre un sogno. Lei poi era Elsa, regina di Arendelle, non una ragazzina qualunque che poteva trastullarsi con sogni assurdi.

Si  alzò da letto, indossando la vestaglia di seta, piegata sulla sedia accanto al letto. Si stiracchiò, allungando le mani al cielo e avvicinandosi alla finestra. La gente stava arrivando, sia dal mare sia da terra. Dopotutto quello era un giorno speciale. Poi si avvicinò allo specchio, si vide stranamente diversa. Si legò velocemente i lunghi capelli in una coda e iniziò ad ispezionarsi. Non che il suo aspetto fisico le avesse mai interessato, ma aveva qualcosa di diverso che non aveva mai notato prima. Si toccò il volto con le mani, le sembrava più “cicciotto del solito”. Poi iniziò a tastarsi ovunque, preoccupata. Arrivata all’addome si bloccò, terrorizzata. Poi si guardò bene, slacciandosi la vestaglia e tirando indietro la seta in eccesso della camicia da notte. Era stranamente gonfio, non lo aveva mai visto così. Pensò con innocenza, di aver un po’ esagerato con il cibo da quando era tornata. D’altra parte, due mesi fa, sulla montagna del Nord, non è che mangiasse molto.

I suoi pensieri furono interrotti da un bussare incessante e continuo. Poi la porta della sua stanza si spalancò ed entro Anna, saltellante ancora in deshabille. Poi prese le mani della sorella e iniziò a ruotare. Entrambe iniziarono a ridere.

“Elsa, cosa ci fai ancora così? Avanti, muoviti! Oggi è il giorno del mio matrimonio!”  Esclamò Anna.  Elsa sorrise. “Ehi! Ma non ti sembra il caso di iniziare a darti un contegno…” disse seria “ … da oggi sarai una MOGLIE!” concluse, con tono scherzoso. “ Ah, non ci penso proprio! Mi sposo! Devo essere euforica!” Gridò Anna.  “ Beh, non vorrai mica sposarti così…” precisò Elsa, guardandola dall’alto al basso. Anna fece lo stesso, poi corse via. “ DOV’E’ IL MIO VESTITOOOO???!!” sentì gridare dai corridoi.

Non cambierà mai, pensò. Si sedette allo scrittoio, con i gomiti appoggiati a quello e le mani al volto. Poi sorrise e, senza accorgersene, tornò a quel bellissimo sogno …

Era passato un giorno da quando era fuggita da Arendelle. Non si era mai sentita così libera, libera di potersi esprimere senza far del male a nessuno. Ma passato il secondo giorno, iniziò a sentire uno strano senso di solitudine. Pensò che fosse giusto così visto che nessuno era come lei. Lei era un mostro … quella notte pianse, sdraiata a terra. Improvvisamente, sentì uno strano sussurro. Non era possibile, in quel palazzo era sola. Si girò di scato. Le porte del balcone erano aperte e c’era una bellissima luce. Elsa si alzò in piedi e si avvicinò al balcone. La luna era sorta, piena e potente davanti a lei. “… ti darò qualcuno che è come te…”. La luce divenne così forte che Elsa venne scaraventata a terra. “… non sarai più sola…”.

Il terzo giorno si svegliò a terra. Tirandosi su si toccò la testa. Possibile che si fosse immaginata tutto? Poi sentì un mugolio, susseguito da un “… ahia… ma che diavolo…”. La ragazza si voltò di colpo e vide una figura. Chiuse e riaprì gli occhi, pensava di immaginarsi tutto di nuovo. Era un ragazzo, poco più grande di lei, con i capelli argentati e gli occhi blu. Quegli occhi erano estremamente profondi e la fissavano meravigliati. Rimasero qualche secondo immobili, poi Elsa si alzò di scatto e gli puntò contro la mano, creando una piccola tormenta e scagliandola contro a quel tipo. Lui si difese, prendendo il bastone e bloccandolo. 

“ Ferma!” esclamò. “ Vattene! Questo è il mio rifugio! Non voglio nessun’altro a parte me!” gridò Elsa. “ Aspetta! Guarda lo metto giù, ok?” disse lo strano ragazzo, appoggiando il bastone a terra. “Non voglio farti del male!” concluse. “ Ne io a te! Per questo ti chiedo di andartene” continuò la ragazza. “ Lascia che ti spieghi … stavo cavalcando una corrente, in tutta tranquillità… quando una luce fortissima mi ha distratto e la corrente mi ha inghiottito … e son finito qui!” disse, portando avanti le mani. Elsa abbassò la sua. “Anche io ho visto una cosa simile la notte scorsa…” disse accennando un sorriso. Lui provò a prenderle una mano, era anche troppo curioso. “Fermo! Non toccarmi, potrei congelarti!” concluse la ragazza. Lui iniziò a ridere a squarcia gola. “Congelarmi io! Guarda!” disse creando una piccola palla di neve, poi le prese le mani. Il gelo che emanavano le mani di Elsa, si unì a quello del ragazzo, formando disegni di neve. Elsa sorrise, quella strana voce aveva realizzato il suo sogno di non essere più sola. “ Sei il primo essere che incontro che è come me!” disse stupita, osservandosi le mani. “Come ti chiami?’” chiese lui. “Elsa, di Arendelle…” rispose lei. “ E tu chi sei?” chiese dopo. “Jack Frost” rispose lui…


Si era proprio stato un bel sogno. Continuava a pensarlo, ancora, mentre si stava vestendo. Quel giorno avrebbe indossato un bel abito blu, con un lungo strascico. Le attenzioni di tutti sarebbero dovute andare ad Anna, ma lei era pur sempre la regina. Poi si fece acconciare i capelli, in un elegante chignon. In seguito si mise la corona sul capo, era pronta. “Ester, mia sorella è pronta?” chiese ad una cameriera. “Non ancora, vostra maestà!” rispose quest’ultima. Elsa sbuffò, prima aveva tanta fretta e adesso la faceva attendere. Si sedette sulla sedia ad aspettarla, davanti alla sua stanza e i suoi pensieri tornarono là …

“Mi spieghi come fai a vedermi?” chiese Jack Frost. Quel ragazzo la andava a trovare ormai da qualche giorno. “ Perché non dovrei farlo? Sei in carne ed ossa, proprio come me!” rispose Elsa. “ Beh, direi fatto di ghiaccio e neve!” Disse, ridendo lui. La faceva sempre ridere, e lei ne aveva proprio bisogno. Poi giocavano a palle di neve, a chi creava la creatura più strana. “Adesso basta, dai! Fammi vedere se sai fare qualcosa di carino e amorevole!” lo sfidò Elsa. Jack disegnò a terra un piccolo coniglietto, poi riuscì in un qualche modo a tirar su la figura disegnata e ad animarla. Iniziò a correre attorno ad Elsa. La ragazza, di tutta risposta, fece qualche movimento con la mano creando a sua volta un coniglietto, ma di neve. Il coniglietto di Jack si scontrò, per caso, con quello di Elsa e il coniglietto prese vita e  si fermò a guardarli. “ Però!” esclamò Jack “ Quando facciamo qualcosa unendo i nostri poteri creiamo sempre qualcosa di bello!”. “Già…” concluse lei. Poi quel piccolo roditore iniziò a correre per la contentezza andando a sbattere contro ad Elsa che cadde. Jack riuscì ad afferrarla appena in tempo. La ragazza si ritrovò tra le sue braccia. Il cuore le batteva a mille e non capiva perché. Si era ritrovata molte volte a faccia a faccia con altri ragazzi, ma con lui era diverso. La guardava intensamente prima di sfiorarle il volto con la mano. Poi avvicinò il volto di lei a lui e la baciò. Era un bacio dolce e profondo,  ma strano, le parve fin … freddo. Jack iniziò a sorridere. “E la prima volta che faccio una cosa del genere, non so cosa mi sia preso…” disse, scusandoti. Elsa non rispose, era fin troppo imbarazzata. Si dileguò dalle sue braccia e fece per andarsene. “Domani tornerò a trovarti…” sussurrò lui. “ Si… ti aspetterò…” rispose lei. Poi Jack volò via. 

Elsa si lasciò cadere a terra, sfiorandosi le labbra con un dito. Il suo primo bacio, dato ad uno sconosciuto. Aspetta, lui non era uno sconosciuto. Era Jack Frost, Il ragazzo che la andava a trovare tutti i giorni. Il ragazzo che aspettava con impazienza e che le faceva battere il cuore. Non poteva credere di provare quelle emozioni…


“Maestà, Kristof richiede la vostra presenza!” la cameriera interruppe i suoi pensieri. “Ditegli che lo raggiungerò subito” disse. Sospirò e si diresse verso la sala del trono. Scese le scale e trovò Kristof, tutto bello vestito e avvinghiato. Quasi le veniva da ridere… “Lo so, sono ridicolo…” disse Kristof, sconsolato. “ No, non è vero! E poi dovrai abituarti!” precisò lei” Sposando mia sorella diventi principe e i principi si vestono così ad Arendelle!”. “ Beh” concluse lui “ sarà la prima legge che chiederò di modificare!”. Kristof si allontanò. Elsa pensò che forse era solo teso e cercava qualcuno con cui sfogarsi. Tornò ad aspettare Anna, davanti alla porta della sua stanza. Ma la sorella già l’attendeva.

Elsa rimase impietrita. Anna indossava un abito bianco e avorio. Il corpetto era ricamato a mano e la gonna voluminosa,  scendeva a terra, con un lungo strascico, superato solo dal velo.  “Anna, sei davvero bella!” esclamò. “Dici sul serio? Non mi sembra carino che io indossi il vestito della mamma al posto tuo…” disse Anna, sconsolata. “ La mamma sarebbe orgogliosa di te!” concluse Elsa. Poi prese il suo braccio a “bracietto” e l’accompagnò giù dalle scale. Krisof l’attendeva davanti alla porta della sala del trono e rimase a bocca aperta vedendola. Poi Elsa posò la mano di Anna su quella di Kristof. I ragazzi si sorrisero, timidamente e si avviarono insieme all’altare. Guardandoli, Elsa provò quasi invidia. Chissà se mai lei avrebbe percorso la sala accanto all’uomo che amava. Chissà…

Durante il giorno Jack non si fece vivo. Elsa iniziò a preoccuparsi e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, cercando di controllarsi. Non capiva perché provava quelle strane emozioni. Le venne in mente sua sorella Anna, proprio il momento quando era con Hans. Iniziò a formarsi un pensiero nella sua testa, un pensiero che il suo cuore aveva capito da tempo… Era sera quando Jack fece capolino dal balcone. “Buona sera…” esclamò. “Jack!” esclamò a sua volta la ragazza. Gli corse in contro abbracciandolo, lui la ricambiò. Chissà se anche lui sentiva lo stesso per lei. “Ho avuto da fare durante il giorno, mi scuso per il ritardo…” si scusò. Elsa si staccò da lui poi si voltò. Era tornato e si sentiva al settimo cielo. E si rivoltò, ridendo. “ Allora questa sera si fa quel che voglio io!” esclamò lei. Jack rise e fece cenno di si con la testa “ Che ti va di fare?” chiese, infine. Elsa ci pensò su. Non aveva mai danzato in  vita sua, col timore di congelare qualche bell’imbusto. Ma lui era come lei. “… vorrei un ballo…” disse, con un filo di voce. Jack rise poi si avvicinò a lei, inchinandosi. “Mi concedete questo ballo, fanciulla?” chiese, allungando la mano. Elsa la allungò a sua volta nella sua. Poi si strinse a lui e iniziarono a volteggiare nella stanza. “Aspetta ho un idea!” esclamò lui. “Di che si tratta?” chiese lei. Jack non le rispose, afferrò il bastone. “Tieniti forte a me! Ti porto a danzare sulla luna!” esclamò. Poi si alzarono in volo, oltre al balcone. Elsa chiuse gli occhi per la paura. “Apri gli occhi, Elsa!” sussurrò lui. Elsa guardò giù. Erano altissimi, tanto che il suo palazzo le pareva piccino piccino. Poi alzò lo sguardo e vide il volto di Jack. Iniziarono di nuovo a volteggiare in mezzo alle nuvole, davanti ad una luna pienissima. Poi si fermarono e Jack l’abbracciò forte. Era come se avesse paura. “ … comincio a capire cosa mi stia succedendo…” sussurrò ancora lui. “… anche io…” rispose Elsa. Questa volta fu lei, tentennando un po’ ad avvicinare la mano al suo volto. Anche quello le parve freddo come il gelo. Poi, sempre timidamente, lo baciò. Lui la contraccambiò, riportandola sul balcone del suo palazzo.  

Elsa stava per entrare nella sala dopo di loro, quando una strana sensazione la fermò. La nausea era aumentata e le girava persino la testa. Riuscì a fermare un conato di vomito inghiottendolo,  mettendosi  la mano davanti alla bocca. Si ricompose alla “bene e meglio” ed entrò. Salutò gli ospiti con un sorriso e si mise accanto ad Anna. La cerimonia stava procedendo quando Elsa tornò a sentirsi strana, la testa le girava … solo a quel punto realizzò cosa le stava succedendo…

Si stavano ancora baciando, ma con più intensità. Poi le labbra di Jack si spostarono dalle sue labbra alla sua guancia, poi al suo collo. Quei baci erano freddi, ma le stavano dando dei bellissimi brividi. Improvvisamente lui si fermò. “ … credo di correre un po’ troppo! Buona notte, Elsa! Domani tornerò a trovarti!” disse e fece per andarsene. Elsa si sentì persa e abbandonata. Aveva bisogno di lui, non ne riusciva più fa a meno. “No, ti prego non te ne andare! Perché io … ” Gridò, correndogli incontri e abbracciandolo da dietro. Le parole le uscirono da bocca senza controllo, tanto che nemmeno lei si era resa conto di averle dette. Anche lui si era irrigidito, forse non se  le aspettava…
 
“… perché TI AMO…”
 
… Elsa quasi si pentì di averle dette, tanto che le lacrime cominciarono a scenderle lungo le guance. Jack si voltò e la vide piangere. Le alzò il volto con la mano e la baciò ancora. 
Il resto accadde da se. Si ritrovarono a terra, sdraiati, lui sopra a lei. Jack si levò la felpa. Poi cominciò ad accarezzarla, continuando a baciarla. Le sue mani la sfioravano sui fianchi, cercando una cerniera o un nastro o qualcosa di simile. Elsa lo spostò un attimo, quell’abito l’aveva creato lei e così come l’aveva creato poteva disfarlo. Con un gesto della mano creò una piccola bufera di neve che l’avvolse e fece sparire l’abito. Era tentata di coprirsi, lo avrebbe fatto ma si trattenne dal farlo. Si fidava di lui, tanto da lasciarsi andare e donarsi a lui. Jack si sfilò i pantaloni e si fece spazio tra le sue gambe. Le sembrò un po’ titubante in quello che stava facendo. Forse anche per lui era la prima volta e stava agendo d’istinto. Elsa lo abbracciò mentre lui cominciò a muoversi. Era una sensazione strana quella che stava provando, qualcosa di estraneo stava entrando in lei. Inizialmente provò un po’ di dolore ma poi si lasciò andare. Accompagnava i suoi movimenti con il bacino. Si baciavano e si stringevano. Era come se quel momento dovesse durare per sempre… 

Al mattino si ritrovarono a dormire l’una accanto all’altro, ancora nudi. Elsa aprì gli occhi e vide il volto di lui che la guardava, sorridendo. “ Buon giorno!” disse, timidamente. “ … ieri notte non sono riuscito a risponderti…” precisò Jack “ … anche io sento lo stesso per te…”. “ Dimmelo!” sussurrò lei. “… Ti amo..” le sussurrò, baciandola su una guancia. Poi si alzò e si rivestì. Lo stesso fece Elsa, ricreando il vestito che aveva prima. Poi lo accompagnò, tenendolo per mano al balcone. Si baciarono ancora…

“… domani tornerò a trovarti…” disse Jack.
“… ed io ti aspetterò ..” rispose Elsa. 

Ma Jack non tornò più, perché quel giorno Hans e i soldati l’avevano catturata. Poi era ritornata ad Arendelle, alla sua vita normale. Pensando di aver solo sognato…


Elsa svenne cadendo a terra.
Quando riaprì gli occhi era sdraiata nel suo letto. Anna era seduta accanto a lei e le teneva la mano. Kristof era sulla porta e si stava congedando con il dottore. “ Anna, ma cos’è successo?” domandò. “Sei svenuta a cerimonia conclusa! Oh, Elsa perché non mi hai detto nulla?” disse Anna, con le lacrime agli occhi. Elsa si preoccupò, cosa diavolo aveva scoperto il dottore. “ Davvero non sai nulla?” le chiese Anna. Elsa scosse la testa stupita.

“… Elsa sei in cinta…”
“… come?”
“… Aspetti un bambino …”

 
Era sempre convinta di aver sognato tutto, invece era stato tutto reale. Aveva davvero vissuto tutte quelle scene e fatto quel che aveva fatto.

“Elsa, puoi dirmi se c’è un uomo nella tua vita…” disse Anna. Elsa aveva gli occhi carichi di lacrime “… no, Anna… non c’è nessuno…” disse, girandosi dall’altra parte. “ Se hai incontrato qualcuno mentre sei stata lontano da Arendelle, intendo…” continuò Anna. “Anna, ti prego… potete uscire, non mi sento bene… vorrei stare sola…” concluse. Chissà dov’era lui adesso. Se mai avesse saputo di aver generato un bambino con lei. Pianse.

I mesi passavano e il ventre continuava a crescere. Non voleva vedere nessuno, tranne sua sorella Anna. Il regno pensò si trattasse di una specie di miracolo, visto che lei stessa dominava la magia. Stava cominciando ad abituarsi a vedersi così e a sentire uno strano legame con la creatura che portava al suo interno. A volte cantava per lei, seduta su una sedia a dondolo…
 
… avrai gli occhi di tuo padre
e la sua allegria…
… saranno biondi come i miei i tuoi capelli 
e ti amerò
come accade nelle favole per sempre…
 
Una mattina stava passeggiando per i corridoi, leggendo un libro, quando sentì qualcosa bagnarle le gambe. Preoccupata chiamò subito la sorella che le corse in contro. Anna capì subito: le si erano rotte le acque.

Spingeva, spingeva e spingeva ancora. Le cameriere correvano di qua e di la con panni puliti e panni sporchi. Anna le teneva la mano e la capiva, tra qualche mese sarebbe successo anche a lei. Non poteva lasciarla sola. Un’ultima spinta … una luce blu invase la stanza formando un fiore, poi si dissolse e si sentì un vagito.
“… è una bambina, maestà…” “Datemela, vi prego!”
 
“Hai già deciso come chiamarla?” chiese Anna. La bimba aveva due profondi occhi azzurri, quelli di suo padre, ed un ciuffetto biondo chiaro sulla testa. “Il fiore che avevo visto prima era un iris, giusto?” disse “Ebbene, il nome di questa piccola sarà Iris!”. Anna sorrise. “ Benvenuta Iris, principessa di Arendelle” esclamò Anna.

Un giorno accadde che i troll, amici di Kristof vennero a fargli visita al castello. Volevano vedere Elsa, precisamente Granpapà. Elsa non voleva vedere nessuno, ma si presentò comunque davanti a loro, con la piccola in braccio.

“Quello che sto per dirti ti farà male, Elsa!” disse Granpapà. La ragazza pensò si trattasse di Jack, forse gli era accaduto qualcosa. Sperava solo non fosse morto o qualcosa di simile. “Ho parlato con i guardiani…” “ Guardiani?” lo interruppe. “Coloro che proteggono l’innocenza dei bambini con la magia… Elsa la tua bambina è figlia di uno di questi…” continuò Granpapà “ … e tu stessa hai la capacità di dominare la magia. Essendo frutto di un guardiano e tuo, è molto potente e metterà a rischio la vita di tutti ad Arendelle. Dovrai separartene…”

Era come una pugnalata che le arrivò dritta al cuore. Era la sua bambina, non potevano portargliela via.
“Non posso separarmene, è mia figlia!” esclamò. “E’ anche per il suo bene! Non tutti i guardiani sono buoni! E coloro che non lo sono potrebbero sfruttarla con fini malvagi” continuò Granpapà.

Durante la notte, Elsa camminava avanti e indietro per la sua stanza. Non sapeva cosa fare. Iris dormiva serenamente nella culla. Le voleva troppo bene per separarsi da lei, ma doveva pensare anche al suo bene. La prese dalla culla e la prese a dormire con se, voleva ricordare tutto di lei.

La mattina seguente, Granpapà la stava aspettando ai margini della foresta. Elsa arrivò a cavallo, tenendo la bimba in braccio. Scese e gliela diede tra le lacrime. “Non temere per lei! Ho trovato un’ottima famiglia che l’alleverà come se fosse loro!” la rassicurò Granpapà, prima di vederlo scomparire nella foresta. Piangeva....

Allora notò il coniglietto di neve che stava su una roccia. “Ti prego, proteggila… e un giorno riportala da me” gli disse. Il coniglietto sembrò aver capito e seguì Granpapà. 
… Le avevano detto di dimenticare… ma lei non dimenticò mai … 
 
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Salve a tutti sono SylviettaMyss! Vi ringrazio per aver letto la Fan Fiction! L'idea di creare una FF di Jack Frost e di Elsa mi balzava in testa già da un po'... colpa di tutti i disegni, videi e FF che li ritraevano. Da quando ho visto Frozen per la prima volta ho pensato " Ah, ecco! Jack Frost in versione femminile". Ma la mia domanda è stata " Ma se stì due avessero mai avuto un figlio?"... così la mia testa ha iniziato ad immaginare ad immaginare... Ed eccola qua! piccola precisione: mentre descrivevo "certe scene" mi sono immaginata Anna che diceva " Ah, brava, sorella! A me dici che non posso sposare un uomo che ho appena conosciuto e tu invece? Guarda cosa ci fai!" :D A parte la mia pazzia, vi ringrazio ancora e non dimenticate di commentare con qualsiasi cosa! Se vie è piaciuta, se non vi è piaciuta ( in questo caso, vi inseguirò con la padella di Rapunzel), se ho fatto qualche errore o consigli vari!! La vostra... SylviettaMyss

HO FINALMENTE FATTO IL TRAILER DI QUESTA FF!! POTETE TROVARLO SULLA MIA PAGINA DI YOUTUBE ( SylviettaMiss) OPPURE ALL'INDIRIZZO: 
https://www.youtube.com/watch?v=bfV13B5V36k&feature=youtu.be 
  
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