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Autore: Daxn    24/05/2014    0 recensioni
Una mente complessa è ciò che distingue un animale sapiente da un semplice animale senziente. Essa è capace di pensieri complessi, ergo non è un blocco fatto di bronzo o di acciaio di Damasco, ma come un orologio, pieno di meccanismi complessi che interagiscono fra loro.
Ma, a differenza di un orologio, una mente non può essere smontata in tanti piccoli pezzettini... oppure sì?
Fate la conoscenza di Callinico, un Minotauro che ha scoperto che, sì, si può essere spezzettati in frammenti mentali. Letteralmente.
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cutie Mark Crusaders, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella parte nord della capitale del Piccolo Regno dell' Everfree (effettivamente vassallo della Diarchia), il borgo di Ponyville, tre puledre stavano camminando su una strada lastricata con pietre. Tali puledre, nel mentre che avanzavano verso la loro ignota destinazione, parlavano fra di loro su ciò che stavano per fare.

“Lanciarsi alla cima d' un colle in una scarpata, usando un lenzuolo come paracadute? Non penso sia qualcosa di sicuro. Specialmente perchè i paracadute non funzionano in quel modo.”

Tali parole appartenevano alla puledra bianca, Sweetie Belle.

La sua amica arancione fu rapida nella sua risposta.

“In un libro, ho letto di uno che s' è salvato da un disastro aereo usando un lenzuolo come paracadute, fidate!”

Sweetie Belle inquisì.

“L' autore era?”

“Brown Barn, quello che ha scritto il Codice Da Perdi.”

La puledra bianca pose il suo zoccolo sinistro sulla faccia, davnati alle parole di Scootaloo. Nel frattanto, Applebloom trasportava silente i tre lenzuoli-paracadute sul suo piccolo dorso, i suoi occhi puntati vuotamente in avanti, e la sua mente priva di pensieri particolari.

Le tre continuarono a camminare su per quella strada per un tempo piuttosto lungo, prima di giungere a destinazione.

Tale destinazione era una collina, che pareva una collina verde qualunque, senza nessuna particolare inclinazione. Ma, salendo in cima, dall' altro lato si poteva vedere... la stessa identica cosa.

Ciò non piacque a Sweeetie Belle e Applebloom.

“M' hai fatta camminare così a lungo per questo? I miei zoccoli a momenti son pieni di calli!” Disse la puledra gialla, mentre alzava lo zoccolo destro e mostrava al mondo un piccolo ma evidentemente doloroso callo.

“Va bene Scootaloo, capisco che hai meno Dieci in Geografia, ma, per cortesia, dimmi se questa ti sembra una scarpata. Fallo, spiegamelo, sono genuinamente curiosa.” Affermò la puledra bianca, mentre puntava lo zoccolo verso le pendici del colle su cui si trovava.

Scootaloo fece le spallucce. “Una scarpata non è soltanto un pendio qualsiasi?”

Sweetie Belle sospirò e ruotò gli occhi.

“No, Scootaloo, non lo è. Una scarpata è un pendio scosceso e fra due elevazioni.”

Non che a Scootaloo importasse molto.

”Chissene frega di questi dettagli,” Scootaloo disse, mentre prendeva uno dei lenzuoli cremisi piegati sul dorso di Applebloom “lo faccio lo stesso!”

La puledra gialla, dopo un breve momento di confusione, guardò negli occhi la sua compagna bianca, come per chiedere silenziosamente “Ti prego, dimmi che non è così stupida.”

La puledra bianca, notando lo sguardo di Applebloom e comprendendolo perfettamente, annuì, facnedo sospirare la puledra gialla.

Nel frattanto Scootaloo, dopo essersi legata intorno al torso il lenzuolo, arrivò in cima alla collina, chiuse gli occhi, saltò giù, e cominciò a far vibrare le sue patetiche alucce.

Sorprendentemente, riuscì a volare: Scootaloo poteva dire ciò con certezza perchè sentiva l' aria arrufargli la criniera e il gelo pungerla...

Eccetto che quella non era aria, ma era erba: ella infatti, dopo un breve periodo in volo, si ritrovò a scivolare giù per la collina, con l' erba e i sassi che si strofinavano in maniera dolorosa sulla sua pelliccia.

Ma, poiché Scootaloo non aveva visto niente, né voleva sapere la verità, e si autoconvinse che era attarrata male, invece che scivolata giù per la collina come un adiposo triteco sul ghiaccio.

Le sue due amiche, che avevano visto tutto, non erano rimaste impressionate.

“Come sono andata? Sono stata fica?” Chiese Scootaloo con voce eccitata.

“Certo, molto. Nemmeno l' albero di fico è più fico di te.” Rispose con sarcasmo Sweetie Belle.

Evidentemente, la puledra arancione non era capace di percepire il sarcasmo: ella infatti disse “Davero?” con grande entusiasmo.

“Ero sarcastica, Scootaloo.” Sweetie Belle scese giù dalla collina “Ora, per cortesia, dammi il lenzuolo: non c' è più nulla da fare qui.”

Scootaloo sbuffò, mentre riduceva il lenzuolo sporco in una palla, e la lanciava verso la sua candida amica, che afferrò il lenzuolo appallottolato al volo con la sua magia. Nel frattanto, Applebloom aspettava.

Quando finalmente tutte e tre le puledre furono nello stesso punto, ovverosia la cima della collina, un' Applebloom distrutta domandò a Scootaloo e Sweetie Belle se avessero idee sul da farsi.

Scootaloo, infastidita, si limitò a scuotere la testa, così come la puledra bianca.

La puledra gialla con fiocco sospirò tristemente.

“Mi sa che ci annoieremo per tutto il pomeriggio.”

Appena ella disse queste parole, d' improvviso il vento s' alzò, facnedo tremare gli alberelli e fracnedo cadere foglie e rami secchi degli alberi più grossi.

Poi una voce parlò.

“Noia? Ma nemmanco per idea!”

Le tre puledre si misero sul chi vive, e cercarono (invano) la fonte della voce.

“Chi sei tu?” Chiese Applebloom con scarsa sicurezza.

LA voce rispose con fierezza e, perchè no, spavalderia.

“Sono il Partito Anarchico!”

“Partio Anarchico? Che nome buffo per un pony!”

Da dietro un albero, un minotauro chiazzatto bianco e nero, d' aspetto quasi etereo, con le corna corte e spuntante, il suo torso un poco molliccio ricoperto da una camicia nera stracciata, e le sue gambe corte e tozze.

“Come potete vedere, non sono un pony, ma un minotauro,” disse “o, come quel rompiballe del Partito Moderato e qul vecchio idiota del Partito Catoniano, un Homo Sapiens Bubulus.”

Applebloom, Sweetie Belle e Scootaloo fissarono lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi: esse non sapevano se stava allucinando, stavano vedendo un fantasma d' un minotauro morto lì vicino, o era semplicemente un bizzarro viandante.

“Che c'è?” Chiese il Partito Anarchico “Il gatto v' ha mangiato la lingua?”

Nessuna risposta venne dalle tre puledre. L' unica cosa che si sentiva era il frusicare delle foglie e il canto di qualche usignolo.

Il minotauro sospirò e fece fare un giro ai suoi occhi marroni, prima di parlare id nuovo.

“Quindi non mi trovate interessante? Bè, sappiate che, anche se non sono un parente di Xàos, sono di mio son capace di qualche trucchetto.” Poi prese nella sua mano destra un pugno di fango dal terreno, si rialzò, sollevò in alto la mano destra.

Poi, mentre scuoteva la mano sinistra sul mucchietto di fango, disse.

“Guardate, e stupitevi.”

Poi, in un lampo multicolore, il mucchietto di fango si transformò in tre biscotti al cioccolato e pere: tale visione causò un momento di sorpresa e maraviglia nelle tre puledre, prima di causare pensieri ulteriori alle puledre.

O, meglio, a due di esse, perchè Scootaloo, sbavando, fissò i biscotti e chiese se ne poteva avere uno: il Partito Anarchico la accontentò, gettando uno dei biscotti in bocca a Scootaloo come una moneta in un pozzo.

“Che facciamo, Applebloom?”

“Non lo so, Sweetie. Chiamiamo Twilight e vediamo se è una minaccia effettiva o meno?” Disse Applebloom, facendo le spallucce.

“Sarebbe un' idea... ma non credo che dobbiamo considerarlo 'malvagio,' non per ora almeno.”

Applebloom pensò velocemente alla sua risposta.

“Allora aspettiamo di vedere che fa, e se comincia a fare cose strane chiamiamo Twilight?”

Sweetie Belle annuì vigorosamente, prima di volgere la sua attenzione verso Scootaloo, che nel frattempo si stava intrattenendo con il minotauro, con lei che creava creature con il fango, e il Partito Anarchico che gli dava la vita, facendoli combattere fra loro a farli andare a spasso.

Uno di questi animali, un avvoltoio, provò a catturare, con i suoi artigli fatto di rami, una coccinella camminante su un filo d' erba. L' animale artificiale ce la mise tutta, ma poiché era fatto di fango ed era più piccolo della coccinella, fallì nel suo intento. Poco dopo il suo fallimento, l' avvoltoio si sfaldò e ritornò ad essere un pugnetto di fango e due rametti.

“Bè, questò è stato interessante,” disse il Partito Anarchio “Ora, che ne pensate di seguirmi all' Angolo Mace- Zuccherino?”

Le tre puledre, dopo essersi guardate negli occhi, annuirono e lo seguirono.

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Nella parte opposta della cittadina, in Castello del Cameratismo, Twilight Sparkle, Piccola Regina dell' Everfree, stava camminando per i corridoi veros la Sala del Concilio, la sua mente piena di pensieri riguardanti la gestione del suo dominio, ed ella pensava a voce alta.

“Quindi, secondo l' Economo di Corte, sarebbe consigliabile abrogare la legge contro il Taglia e Brucia a fine agricolo e edilizio sugli alberi della foresta, in quanto non più contenenti Segreti di Stato ma contenti terreno fertile e qualche giacimento di rame. Però la Fazione Bilanciatrice dice che causerebbe squilibri nell' ordine naturale...”

“Però l' economia di questo Regno si basa tutta sul terziario, e pure assai poco. Sarebbe stupido, da parte mia, non sfruttare le risorse che quel territorrio selvaggio offre a me e alla mia gente.”

“E' anche vero che non abbiamo , per ora, difese efficaci contro le calamità mostruose, e che la ricostruzione è ancor-”

Twilight, troppo distratta per notare la porta, sbattè violnetmente contro quest' ultima, creando un eco che imbombò per tutto l' edificio.

Twilight rimbalzò via dalla porta e atterrò sul pavimento, la sua faccia dolorante per l' urto.

“Via,” disse la cavalla viola “mi conviene inizaire a dare qualche concessione edile.”

Detto questo, Twilight aprì la porta, ed entrò nella sala.

L' intero della cristallina sala era desolato: non si sentiva volare una mosca, e la luce proveniente dalle finestre in alabrastro creava giochi di luce d' aspetto mirabolante.

Ma Twilight non era entrata lì per osservare i giochi di luce: era lì per compiere il suo dovere. Così ella andò verso il suo trono minore, si sedette, e apsettò l' arrivo del resto del Concilio.

Nel mentre che aspettava, la cavalla viola si mise a guarrdare i dettagli delle sedie disposte in circolo attorno a lei.

Le sedie cristalline erano fatte di diverso meteriale a seconda di chi le doveva occupare: cristallo trasparente con intarsi di pietre preziose per le sedie riservate alle sua amiche; due sedie d' aspetto imponente e minaccioso in rubino per i due Marescialli; un' elegante sedia di giada per l' Economo; uno sgabello basso in ossidiana per la Spia Maggiore; e due piccoli troni in avorio con scene di vita di monastero per il Cappellano di Corte e il Supervisore.

Twilight sospirò.

“E pensare che fino a qualche tempo fa, tutto ciò era per me una semplice illusione...” Ed ella reclinò la sua testa a sinistra, e lasciò che i pensieri scollegati riempissero la sua testa.

Poi, dalla porta d' ingresso, un suono di zoccolo.

Twilight si mise all' erta, e si mise a guardare la porta, per vedere che stava entrando.

Ma, anche se il suono di zoccoli cresceva d' intensità, la cavalla continuava a non vedere nulla.

Poi, dalla porta, quais dal nulla, un minotauro, indossante un ornamento corneo fatto d' oro e rappresentante un globo, vestito con una camicia rosso scuro e pantaloni di eguale colore.

“Certo che i giochi di luce son proprio potenti,” Mormorò fra sé e sé Twilight “perchè non mi spiego altrimenti com' è che non l' ho visto entrare. Detto questo...”

Twilight aprì bocca per chiedere le generalità al minotauro, ma quest' ultimo fu più rapido.

“Καλημήρα, μικρή βασίλισσα. Ειμί το Μέτριος Κòμμα, και τον βοηθειαν σε θελεις.” Disse egli con voce roboante

  
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