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Autore: Nyeupe    24/05/2014    1 recensioni
In questa storia ho deciso di parlare della donna, e dei suoi diritti e doveri nell'antichità...
Dal racconto:
"Non chiedetemi di appartenervi perché ne il mio cuore ne la mia mente son vostri. Il mio corpo lo è solo per quietovivere...."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rebecca

 

Jessica continuava a rivestirsi con tutta calma.

-Ti ho forse chiesto di rivestirti?- chiese Lorenzo -Torna qui e offriti a me, così come hai fatto poco fa, perché tu appartieni a me, che son tuo signore-.

La giovane donna continuava imperterrita la sua opera.

-Siete diventata sorda forse? Tornate qui!-.

Detto ciò si alzò e la prese per un braccio.

La sua postura era elegante, come s'addice ad un signore del suo livello.

Schiena eretta, testa alta.

Il suo promesso sposo la fissava con aria truce.

Jessica si liberò dalla sua presa scuotendo il braccio, e rispese a ricomporsi: si legò i capelli in uno chignone disordinato.

-Che storia è mai questa?- Sbraitò l''uomo -Tu farai ciò che ti ordino perché mi appartieni, anima e corpo, e perché ciò mi rende felice-

-Io non le appartengo ancora mio signore...-.

Il volto pallido, le labbra leggermente arrossate come le guance, gli occhi socchiusi, ove le lunghe ciglia incorniciavano le iridi color nocciola ed i capelli rossi disordinati, i quali ciuffi ricadevano involontariamente sul volto conferivano alla ragazza una bellezza straordinaria, sembrava esser quasi un angelo.

Il suo vestito di lino bianco metteva in risalto il suo fisico snello e valorizzava ancor di più il suo aggraziato portamento. Tutti coloro che la conoscevano la definivano come una ragazza dolce e fine, doti piuttosto rara per chiunque vivesse in campagna.

E di certo il suo fidanzato non era da meno, con quelle spalle larghe, le braccia muscolose, i suoi occhi scuri, i capelli neri e il suo comportamento da aristocratico, Lorenzo, era il miglio partito di Polignano a mare.

Lorenzo era generalmente un uomo calmo, come s'addice ad un signore, ma il suo carattere cambiava radicalmente quando si metteva in dubbio la sua autorità.

-Io non appartengo a nessuno dentro di me poiché nella mia anima, nel mio io, son libera e donerò questa solo a chi riuscirà ad impressionarla con le parole, ma non solo, anche con i gesti che solo chi ha un cuore puro ed è capace di provare un amore incondizionato, nel quale non vi è differenza per ceto, religione, sesso, razza, o che so io...-.

Lorenzo la guardò di sottecchi .Ma cosa andate farneticando Jessica?-

rispose liquidando il discorso di poco prima con un solo gesto della mano -Devo dunque supporre di non essere io quel qualcuno?-.

Lei non rispose, si limitò solo ad abbassare lo sguardo.

-E ditemi dunque, chi è costui? Sapete bene quanto me che, anche col pensiero si può tradire il proprio diletto, e voi non sarete certo tanto stupida, dico bene?-

Lei alzò il capo. Lo sguardo era glaciale.

-Vi prego di non chiedermi di appartenervi perché ne il mio cuore, ne la mia mente son vostri. Ed il mio corpo lo è solo quietovivere. Potrete piegare quest'ultimo a vostro piacimento, ma nel mio io, son me stessa, anche se per voi questo è essere nessuno-

-E ditemi dunque,chi è... costui che hai il permesso di avervi?-

-Io son donna di larghe vedute, come ben sapete...-

-Suvvia sbrigatevi e non rimandate l'inevitabile!-

-Per sua sicurezza non posso dirvi il nome ma...-

Non fece in tempo a finire che il primo schiaffo la colpì in faccia scaraventandola per terra.

Lei si portò una mano alla guancia ormai rossa per l'impatto.

-Vi ho fatto un domanda e pretendo una rispo....-

Non concluse la frase che si accorse della collana che la donna portava.

L'aveva già vista al collo della sua governante, Rebecca. E in quel momento capì: Lei era l'unica che aveva visto in questi ultimi tempi.

Lei era colei che le era stata vicino.

Lei era quel qualcuno.

-Rebecca! È lei vero? Quel qualcuno è la tua dama da compagnia esatto?-

Jessica non rispose ma il suo silenzio rispose per lei.

-Ah, serpente infido! Provare sentimento per un altra donna! Disgustoso! Tu sei una creatura screditata da Dio che, come fece Eva, mangiò la mela che tua hai mangiato a tua volta e per tanto non meriti di vivere!-

Detto ciò incominciò a colpirla tanto forte che il suo cuore non resistette a lungo e si spense mentre stringeva in un pugno, nella mano sinistra, la collana della sua amata Rebecca...  
 

Nyeupe:

Questa è la prima storia drammatica che scrivo quindi... non so proprio cosa dirvi xD
Insomma, di solito tendo a far scherzare i personaggi nelle mie storie ma stavolta... ci ho provato....
Spero vi piaccia, fatemi sapere le vostre idee e... niente ciaooo e grazie di averla letta :D

  
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