25/05/2014
2 recensioniAngolino dell'autrice
Saaaaalve a tutti!! ^-^Orbene, questa storia, che partecipa(va?) al La Coppa delle Case contest avrebbe dovuto essere pubblicata secoli fa, ma a causa di problemi personali con cui non voglio stare ad ammorbarvi è giunta qui soltanto oggi.
Si tratta di una raccolta di tre drabble su Mirai!Trunks, ciascuna ispirata ad una diversa dote del mio sayan preferito! *-*
Il titolo della storia fa riferimento al contest: Trunks è stato inserito nella Casa di Grifondoro, e queste tre sono le qualità che maggiormente contraddistingono gli appartenenti a quella Casa.
Ultimissimo appunto: la prima drabble si colloca nel futuro, indicativamente dopo la morte di Mirai!Gohan; la seconda invece parla del periodo che Mirai!Trunks ha trascorso nella Stanza dello Spirito e del Tempo con Vegeta (quindi nel presente); infine con la terza drabble ritorniamo nel futuro, durante l'infanzia di Mirai!Trunks.
E... niente, spero sia tutto.
Chiedo umilmente scusa a Triz per aver pubblicato così in ritardo e intanto la ringrazio anche (di nuovo) per questo splendido contest che mi ha dato l'occasione di scrivere qualcosa su una delle mie prime grandi passioni.
Disclaimer: I personaggi di Dragonball non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.
Buona lettura a tutti! ^_^
Coraggio
Ormai Trunks era rimasto l’unico al mondo a poter sperare di contrastare i cyborg. Per questo, anche se sapeva bene quanto quei mostri fossero potenti, non si tirava mai indietro: continuava ad affrontarli a testa alta, uno scontro dopo l’altro, consapevole che ogni colpo avrebbe potuto essere l’ultimo. Nel bene e nel male.
Aveva sempre creduto che il coraggio fosse questo… eppure, quando Bulma gli chiese di tornare nel passato – di lasciarla da sola – un brivido freddo gli scese lungo tutta la spina dorsale.
Quanto coraggio ci vuole per mettere la sicurezza del pianeta davanti a quella della propria madre?
Audacia
La prima volta che vide suo padre, nel passato, Trunks non riuscì quasi a guardarlo in faccia – figuriamoci parlargli – e anche se da quando si allenavano insieme nella Stanza dello Spirito e del Tempo le cose tra loro erano migliorate, rimanevano quasi due estranei.
E questo faceva dannatamente male.
Poi venne il giorno che Trunks, semplicemente, non ne poté più.
«Possiamo fare una pausa, papà?» Gli chiese dopo l’ennesimo scontro, calcando volutamente su quell’ultima parola.
Vegeta lo fissò interdetto un lungo momento, poi ricostruì in fretta la maschera e distolse lo sguardo dal suo.
«Cinque minuti.» Borbottò soltanto, facendolo sorridere.
Nobiltà d’animo
Trunks aveva sempre amato la neve, perché quando ne cadeva abbastanza riusciva a trasformare le rovine in un posto quasi… magico.
Molto presto, però, scoprì che la neve non era solo bella: la neve era anche tanto, tanto fredda.
E scoprì anche che non tutti erano fortunati come lui.
Così, quando una sera d’inverno incrociò un altro bambino, tutto tremante nella sua maglietta fina, si tolse d’istinto il giubbotto e glielo porse con un mezzo sorriso prima di tornare velocemente da sua madre.
«Nobile di sangue e d’animo… come il tuo papà.» Mormorò lei commossa, stringendolo in un forte abbraccio.