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Autore: Ahel_chan    25/05/2014    3 recensioni
"Non mi ero nemmeno accorto che Kiseop fosse entrato in camera, chiudendo la porta e inginocchiandosi davanti a me.
Alzai il capo, aprendo gli occhi e abbassando le mani dalle orecchie, ormai arrossate dal troppo premere.
Sebbene avessi la vista offuscata dalle lacrime, gli occhi di Kiseop erano nitidi davanti a me, quei suoi occhi scuri che riuscivano a leggerai l'anima ogni volta.
Rimanemmo diversi istanti immobili, le sue iridi incatenate alle mie.
Poi si avvicinò, circondando la mia schiena con le sue braccia."
Ok, oneshot dedicata alla Vinseop, dedicata alle emozioni che ha provato Kevin quando Dongho ha deciso di lasciare il gruppo...spero vi piaccia :3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kevin, Kiseop, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Altre urla dalla stanza affianco.
Mi tappai le orecchie, chiudendo gli occhi. 
Era la settima volta nell'arco di tre giorni.
Soohyun, per quanto volesse bene a Dongho non voleva rassegnarsi alla sua scelta.
E allora litigavano, discutevano, protestavano, a volte scappava qualche insulto. Grazie al cielo con le mani stavano a posto.
Ero seduto per terra, contro il muro, le mani sulle orecchie e la testa appoggiata alle ginocchia, come un bambino che si rifiuta di ascoltare i litigi dei genitori.
Perchè, perchè dannazione! Mi morsi il labbro inferiore con forza, sperando di tranne un qualche sollievo morale, che ovviamente non arrivò.
Perchè Soohyun non capiva? Perchè non voleva capire? Avevamo ormai accettato tutti quanti la scelta di Dongho. Gli volevamo tutti bene, capivamo le sue motivazioni. 
Forse Soohyun non voleva vedere, perchè, in fondo, era il leader, era un fratello per tutti noi, il più delle volte anche un padre. Forse Soohyun non voleva vedere perchè voleva troppo bene a Dongho, troppo per lasciarlo andare via così.
Sentii un urlo ancora più forte, che mi riportò bruscamente alla realtà.
Premetti ancora più forte i palmi contro le orecchie, serrando gli occhi, mordendomi il labbro.
Sotto le palpebre sentivo bruciare, percepivo le lacrime formarsi da sole.
Nella mia stanza, il silenzio, interrotto unicamente dal litigio là fuori.
Non cercai in nessun modo di trattenere i singhiozzi, di non piangere.
Era più forte di me.
Sentivo le lacrime scivolare senza ostacoli sulle mie guance, il labbro cominciare a tremare, il respiro a mancare.
Piansi, piansi in silenzio, tutto il mio corpo era scossi dai singhiozzi, mentre man mano respiravo con maggior fatica.
Sotto le mie palpebre serrate vedevo scorrere tutti i momenti meravigliosi trascorsi insieme, le risate, le interviste più strambe, il calore dei fans...tutto. 
Poi, all'improvviso, un pensiero si formò nella mia testa automaticamente. Prima Alexander e Kibum, ora Dongho...siamo destinati a scioglierci. 
Imprecai mentalmente, serrando le dita attorno ad alcune ciocche ai lati delle orecchie, fino a farmi male.
Cosa cazzo mi veniva in mente?! Scossi con energia il capo, ricacciando quel pensiero maledetto che era sbucato dal nulla da solo, senza permesso.
Ormai il mio respiro si era fatto irregolare e rotto, la maglia che indossavo macchiata dalle mie lacrime, che continuavano a scendere incessanti.
In quel momento sentii una mano posarsi sulla mia spalla, quel tocco delicato e rassicurante che riconobbi subito.
Non mi ero nemmeno accorto che Kiseop fosse entrato in camera, chiudendo la porta e inginocchiandosi davanti a me.
Alzai il capo, aprendo gli occhi e abbassando le mani dalle orecchie, ormai arrossate dal troppo premere.
Sebbene avessi la vista offuscata dalle lacrime, gli occhi di Kiseop erano nitidi davanti a me, quei suoi occhi scuri che riuscivano a leggermi l'anima ogni volta.
Rimanemmo diversi istanti immobili, le sue iridi incatenate alle mie.
Poi si avvicinò, circondando la mia schiena con le sue braccia.
Non riuscii a trattenermi nemmeno in quel momento, e anzi, forse fu proprio grazie alla sua presenza che mi sfogai, liberando quei singhiozzi che prima avevo dolorosamente reso muti.
-Shh...sfogati Kevin, sfogati...- sussurrò, baciandomi il capo.
Lo abbracciai, mi feci stringere tra le sue braccia come se non ci fosse un domani, affondando il viso nell'incavo della sua spalla.
Mi cullò per non so quanto tempo, rimanemmo attaccati così, finchè le lacrime non smisero di scendere e mi fui calmato un po'.
Restai con il capo appoggiato al suo petto per altri lunghi minuti, in silenzio, lo sguardo perso nel vuoto, la mente priva di ogni pensiero.
-Kiseop...- mormorai. Sentii la mia stessa voce lontana, come se non fossi stato io a pronunciare quel nome.
-Dimmi.- rispose dolcemente lui, poggiando una mano sui miei capelli.
Restai in silenzio alcuni istanti, come per cercare la voce e le parole da pronunciare.
-Ho paura.- feci un'altra pausa, inspirando profondamente. Nonostante non stessi più piangendo il mio respiro non si decideva a regolarizzarsi:- Ho paura di perdervi...di perderti. Non voglio che questo accada...non voglio restare solo, Kiseop...- la mia voce si incrinò come vetro. Sentii le lacrime riaffiorare, ma le ricacciai prontamente in dietro, raddrizzandomi e tornando a perdermi nei suoi occhi neri.
Ero solo, lo ero sempre stato. Ma un giorno mi disse che lui ci sarebbe sempre stato, che non mi avrebbe mai abbandonato. In quel momento però, anche quelle poche sicurezze stavano per creparsi come ceramica fragile.
Lo sguardo di Kiseop si addolcì, le sue labbra si incurvarono in un bellissimo sorriso.
Il mio sguardo ricadde proprio sulle ultime, così piene, così perfette, così proibite.
Sentii le sue dita sottili accarezzarmi le guance, sfiorandole come se fossero state di porcellana.
-Io non riuscirei a stare un secondo senza di te, Kevin. Come devo fartelo capire?-
Prese il mio volto tra le mani con maggior fermezza, e avvicinò il suo con lenta decisione.
Mi ritrovai i suoi occhi così vicini da poterne mettere a fuoco solo uno.
Il cuore mi batteva forte nel petto, mi rimbombava nelle orecchie.
Poi, annullò la distanza che separava i nostri visi, unendo le nostre labbra in quel primo bacio che nessuno dei due aveva mai osato dare all'altro.
Il contatto con la pelle bollente della sua bocca mi fece percorrere la schiena da un'ondata di brividi.
Ansimai leggermente, ritrovandomi senza fiato per lo stupore.
Ma non volevo smettere, era tremendamente meraviglioso.
Approfondimmo il bacio, inizialmente impacciati, poi sempre più passionali ed esperti.
Avvolsi le mie mani dietro la sua nuca, mentre le nostre lingue danzavano in un gioco d'amore.
Tutti i mali, tutti i problemi e le sofferenze di prima sembravano svaniti nel nulla. 
Anche le voci di Dongho e Soohyun sembravano essersi interrotte, o forse ero solo io che non le ascoltavo più. 
In quel momento, non mi interessava nulla fuorchè lui. 
Fuorchè Kiseop, la persona che amavo con tutto me stesso.
Ci staccammo e riprendemmo a baciarci più volte, lasciando le mani scivolare a vicenda lungo i nostri corpi.
Sentivo l'eccitazione di quel momento proibito e passionale crescere nel mio bassoventre, e constatai di non essere solo.
Nonostante fosse autunno inoltrato, il clima era caldissimo. O, più probabilmente, eravamo noi ad averlo riscaldato.
Kiseop si tolse la maglia, io feci lo stesso. I pantaloni e i boxer le raggiunsero poco dopo.
Avevo visto molte volte il suo corpo nudo così come quello degli altri membri. 
Ma quella volta nulla mi sembrò più perfetto del suo torace, delle sue gambe, delle sue spalle.
Kiseop si chinò su di me, cominciò a baciare il mio collo, il mio petto, scendendo sempre di più.
Le emozioni si accavallavano una sull'altra, senza darmi la possibilità di ragionare, rendendo la mia mente un'offuscata nuvola grigia.
I nostri respiri rompevano il silenzio della stanza, i nostri ansiti, le parole d'affetto che talvolta ci scambiavamo, le nostre carezze, i nostri baci...era tutto meraviglioso, come in un sogno.
Quel pomeriggio stesso, io e Kiseop facemmo l'amore.
Fu la cosa più bella che capitò mai in vita mia.
Quando entrambi arrivammo, ci rivestimmo e ci coricammo per terra, guardando il soffitto bianco.
Rimanemmo in silenzio per lunghi minuti, sereni, l'uno accanto all'altro.
La luce aranciata del tardo pomeriggio aveva colorato la stanza, creando splendidi giochi di ombre, e la serenità pervadeva il mio corpo e la mia mente, come se tutti i problemi del mondo non esistessero. Per una volta, il dolore poteva farsi da parte.
Tirai su il busto, puntellandomi sui gomiti e girandomi verso il suo viso angelico.
Kiseop si era addormentato, e i suoi lineamenti erano rilassati e addolciti maggiormente dal sonno.
Era bellissimo...era fantastico, era perfetto. 
Ed era mio, come io appartenevo a lui.
Sorrisi, scostandogli con delicatezza una ciocca di capelli dagli occhi.
Mi chinai vicino al suo orecchio, sussurrando le parole come se fosse un segreto, un segreto tutto nostro.
-Io sono tuo, tu sei mio. Sarà così per sempre, non è vero?- 
  
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