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Autore: Hila92    26/12/2004    20 recensioni
Un ospedale... vite che si incrociano... una dura e triste realtà tra morte, operazione e lettini bianchi... forse i mali incurabili non esistono... o forse sì...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takao Kinomiya, Max Mizuhara, Kei Hiwatari, Rei Kon, Hilary, Boris, Yuri, Mao, Andrew McGregor, Ralph Jurges, Gianni, Oliver
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Brooklin, 20/04/05;

Gentile dtt. Owsome, dobbiamo informarla dell’imminente arrivo della signorina Hilary Tachibana nel Bringhton Hospital. La sua salute è precaria e nel nostro ospedale non potrà ricevere le cure necessarie.

Siamo spiacenti, ma dovremmo chiederle che la signorina venga subito trasferita nella vostra sede a Manhattan. Sappiamo che un ricovero così immediato potrebbe crearvi fastidi, ma, come già detto prima, la salute della signiorina è oscillante. La prego di accettare la nostra richiesta.

Cordiali saluti.

Dtt. Tompson.

Manhattan, 24/04/05

Gentile dtt. Tompson, la signorina è arrivata ieri. Sono lieto di informarle che non c’è stato alcun problema e che la ragazza si trova bene. Spero di riuscire a incontrarvi presto e a parlarvi.

Cordiali saluti

Dtt. Owsome.

Hilary aprì la sua borsa con un sospiro. Perché avevano dovuto trasferirla? Che problema c’era?

Sapeva solo che da tre anni era costretta a fare avanti e indietro da ospedale a ospedale, senza sapere niente, e la cosa la stava scocciando parecchio!

Tirò fuori una camicia da notte e la mise sotto il cuscino immacolato del letto della stanza n° 13. Si guardò intorno.

Era tutto bianco. C’era una piccola scrivania poggiata al muro e un armadio dalla parte opposta. In mezzo erano piazzati due letti identici divisi da un separé anch’esso bianco.

La ragazza iniziò tristemente a togliere tutti i vestiti, accuratamente piegati, e a inserirli nei cassetti del suo comò.

Guardò dentro al portafogli e notò con piacere che c’erano due monete da 50 cent.

Lentamente si alzò, si stiracchiò e si diresse verso il corridoio.

Facce nuove.

Solo questo notava nel nuovo ospedale in cui era stata trasferita. Miriadi di visi che la squadravano dalla testa ai piedi chiedendosi probabilmente chi fosse quell’intrusa, che malattia avesse e perché fosse stata trasferita.

Ma Hilary ormai non ci faceva più caso.

Si avvicinò mestamente e con la testa china al distributore automatico e infilò il mezzo dollaro. Quante volte aveva cambiato soldi? Euro, sterline, yen, dollari… ormai faceva fatica a ricordarseli tutti.

Spinse il bottone per l’opzione della Sprite e attese silenziosamente. Però, dopo pochi minuti, si accorse che la lattina non scendeva…

  • stupida macchina…

sibilò tra i denti, e si mise a tirare dei piccoli pugni sul vetro dell’oggetto.

  • aspetta…

Un ragazzo che doveva avere circa sedici anni, diede un forte pugno sul retro della macchina, e dopo pochissimo uscirono due lattine.

Il ragazzo ne prese una e l’altra la porse a Hilary.

  • Grazie…

Disse lei imbarazzata.

Lo strano ragazzo alzò le spalle e riprese a camminare per il lungo corridoio del Bringhton Hospital. La ragazza non poté non notare l’ambiguo colore di capelli del tizio di prima, che si dividevano in grigio e blu.

  • e così, tu sei nuova?

A risvegliare Hilary dai suoi pensieri era stato un ragazzo con i capelli rossi come il fuoco e gli occhi azzurri simili a due lastre si ghiaccio.

  • ehm, sì, io sono Hilary!
  • Quello è Kei- disse l’individuo riferendosi probabilmente al ragazzo del distributore –è asociale, è sempre stato così… comunque io sono Yuri, piacere. Come mai sei qui?
  • Io… mi hanno trasferito.

Dal corridoio si udirono degli strilli.

  • IVANOV!!!
  • Merda…

Sibilò il rosso tra i denti, e iniziò una corsa sfrenata per il corridoio, sotto lo sguardo stralunato della ragazza.

Subito due medici gli furono alle calcagna e lo bloccarono senza troppa difficoltà, probabilmente abituati a quel genere di situazione.

  • PRANZO. RECARSI SUBITO IN SALA MENSA.

Echeggiò una voce dall’altoparlante.

Hilary non aveva la minima idea di dove si trovasse la "mensa".

Adocchiò un gruppetto di ragazzi che stavano leggendo insieme un foglio con opra una comunicazione.

  • ehm… scusate?
  • Sì? –rispose cordiale un ragazzo biondo che doveva avere all’incirca l’età di Hilary- cosa posso fare for you, girl?
  • Ehm… mi sapresti dire dov’è la sala mensa?
  • Con piacere! –esclamò, sempre sorridendo, il biondino –tanto ci stiamo andando anche noi! Venite ragazzi!
  • Sì… arrivimo Max, calmo!

I ragazzi si avviarono, con Hilary dietro.

  • a proposito, io sono Max!
  • Hilary, piacere!
  • Io sono Rei – a parlare era stato uno dei due ragazzi che parlavano con Max –piacere!

Era alto, carino, con una lunga coda che arrivava fino ai piedi.

  • ragaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Quando si mangiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa???
  • Ehm… lui è Takao… -Max sembrava imbarazzato.
  • Razza di stupido, so presentarmi da solo! Io sono Takao, comunque!
  • Ehm…io sono Hilary!

Per il resto del tempo, un silenzio imbarazzante regnò tra i quattro ragazzi, fino a quando da una porta, Hilary non vide uscire il ragazzo dai capelli bicolore.

- Keiiiiiiiiiiii! Siamo quìììììììììììììììì!

Urlò Takao.

Il ragazzo si affrettò a raggiungere gli amici.

  • hai fatto appena in tempo –gli ricordò Takao- io ho fameeeeeeee.
  • Takao! Guarda che siamo arrivati!

Gli, ormai cinque ragazzi, entrarono in una stanza e si ritrovarono in una specie di camerona piena di tavoli e sedie accatastati alla meno peggio, con una confusione indomabile e tantissima gente. Per Hilary, altre facce nuove.

Inutile dire che Takao si infilò nella mischia di persone, nella fila della carne.

  • adesso devi fare la fila –informò Max, Hilary –se vuoi poi ti puoi sedere con noi, visto che non conosci ancora nessuno!
  • Con molto piacere!

E tutti presero un vassoio dall’enorme pila che si trovava in un angolo della mensa.

La ragazza seguì Max, che si stava dirigendo verso una fila poco densa di persone.

Dopo un buon quarto d’ora, tutti, con il proprio pranzo, furono seduti allo stesso tavolo.

  • allora… Hilary… sei stata trasferita, vero?
  • Sì –la ragazza annuì –ero al Brooklin Hospital. In realtà non conosco la vera motivazione di questo spostamento, so solo che non potevo avere le cure necessarie…
  • Qusfpo è fun pstacchio –la interruppe Takao con la bocca piena.
  • Cosa?

Il ragazzo inghiottì.

  • questo è un postaccio! È sporco e c’è brutta gente…

e guardò Kei.

Il ragazzo maculato afferrò il messaggio.

  • cosa stai cercando di insinuare, brutto scherzo della natura?
  • Vedi! –eslamò lo "storpio" riferendosi a Kei

La nuova arrivata rise di gusto.

  • voi siete diversi dalgi altri… quelli del Brooklin Hospital erano tutti chiusi, tristi, e… si vedeva che erano malati… voi sembrate così allegri!
  • io sono qui da due anni –iniziò Rei –posso solo dirti che un gatto mi ha attaccato una malattia a quanto mare inguaribile. All’inizio è stata una tortura, ma questo era il mio destino. Cosa cambiava tra essere arrabbiati o felici? Tanto la malattia rimane! Allora mi sono detto… ehi, svegliati, almeno non morirai! E penso che tutti in questo tavolo la pensino come me!

Tutti i ragazzi annuirono a parte Kei, che se ne stava zitto.

  • e poi, in fondo è divertente! Abbiamo legato con tutti! Io sono qui da quattro anni –aggiunse Max –conosco quasi tutti ed è bello. È un posto accogliente… anche se c’è certa gente, che non è di sicuro Kei, che all’inizio non mi ha reso la vita facile. Se ti capita di incontrare uno con i capelli rossi… evitalo!
  • Chi, Yuri?

Chiese stupita la ragazza.

  • LO CONOSCI???

Max sembrava sbigottito.

  • ci siamo messi a parlare in corridoio…
  • quello è matto! –esclamò Takao – è completamente fuori dai coppi… non so se lo sia, ma il nostro ospedale è legato a un manicomio. Beh, a volte Yuri è normale, ci saluta… ma altre volte è aggressivo… ehi? Vi ricordate quella volta che mi ha pestato?
  • sì! –disse Max divertito –è stato lo scorso inverno! Takao gli aveva detto "ciao deficiente!". Yuri l’ha sbattuto contro il muro e ha iniziato a riempirlo di botte! Poi, per fortuna è intervenuto Kei!
  • Non l’avessi mai fatto…

Sussurrò Kei a se stesso.

  • cosa??? –Takao sembrava irritato –specie di mammut asociale che non sei altro… prova a ripetere se ne hai il coraggio!!!
  • Ho detto che avrei fatto meglio a lasciarti nelle mani di Yuri…

Sottolineò Kei con aria di sfida.

  • io taglio i ponti con te, cocco!
  • Io non li ho mai costruiti con te, stupido tacchino affumicato…
  • Beh, allora io non li ho mai nemmeno progettati!
  • Ma hai mangiato cibo avariato, stupido essere inutile?
  • Di sicuro non quanto era marcio quello che hanno mangiato tua mamma e tuo padre la notte del tuo concepimento!

Kei si alzò è strinse i pugni.

  • ripeti, razza di imbecille! Ripeti se ne hai voglia!

Rei si mise in mezzo.

  • ragazzi, non mi sembra il caso –e adocchiò Hilary –non adesso…

Kei si mise a sedere.

  • sì, qui c’è proprio brutta gente…

esclamò con un sospiro.

 

 

Piaciuto??? Fa schifo??????? Prevedo di continuare presto qst ff!!! voi intanto commentate, plz *.*

  
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