Prologo
Katherine
era acciambellata sul divano in pelle
nera, intenta a sfogliare un tomo dall’aria imponente e le
pagine segnate
dall’usura del tempo, quando un rumore di passi in
avvicinamento interruppe la
sua concentrazione. Lo scricchiolio della porta in mogano che veniva
aperta le
annunciò la presenza dei due uomini con cui condivideva la
casa. Alzò appena lo
sguardo verso di loro, scrutandoli con i suoi inconsueti occhi
argentati.
Valentine era appoggiato a uno degli scaffali della libreria e lasciava
vagare
lo sguardo dal figlio alla ragazza che aveva adottato, pregustando
quello che
sarebbe di certo stato uno scontro verbale senza esclusione di colpi;
il fatto
che quei due adolescenti non si sopportassero all’inizio lo
aveva infastidito,
ma quando aveva scoperto che la ragione era che entrambi desideravano
ottenere
la sua approvazione non poteva negare di aver trovato la situazione
alquanto divertente.
-
Jonathan ha delle novità. –
Inarcò
pigramente un sopracciglio, riprendendo a
scorrere con gli occhi le lettere impresse sulla carta. – Sto
ascoltando. –
-
Clary sta cercando Ragnor Fell per risvegliare sua
madre. – disse, sfidandola a controbattere.
Katherine
rimase in silenzio. Quella era una vera notizia,
non come tutte le altre
che aveva riferito loro da quando si era infiltrato tra gli amici di
quella
patetica ragazzina. Decise comunque che non gli avrebbe dato la minima
soddisfazione.
-
Bravo, adesso vuoi un biscottino? – lo provocò.
Jonathan
scattò in avanti, provando ad afferrarla,
ma non si fece trovare impreparata e scartò di lato.
Rotolò giù, usando il
solido schienale del divano come una barriera per arginare
l’impeto del ragazzo.
-
Cominci a perdere colpi, Nathan. –
Aveva
appena finito di pronunciare la frase che si
ritrovò schiacciata contro il muro, intrappolata tra la
parete e il petto
muscoloso del ragazzo. Si era mosso in modo così veloce da
non riuscire a
permetterle di vederlo.
-
Allora, Kat, sono stato abbastanza veloce per i
tuoi gusti? – sibilò a un paio di centimetri dal
suo volto.
Un
ghigno malizioso le stirò le labbra.
-
Veramente di solito non mi piace quando i ragazzi
sono troppo veloci, il divertimento finisce subito. –
commentò, giocherellando
distrattamente con i bottoni della camicia fino a scendere sempre
più verso il
basso.
Lo
sguardo di Jonathan, che da inizialmente
perplesso era passato a imbarazzato e poi bramoso, la fece scoppiare a
ridere.
Fu un suono carico di sarcasmo e scherno, tagliente come il vetro.
Scivolò via
dalla sua presa e mise una buona distanza tra di loro. Si divertiva a
sfidarlo,
ma non era così sciocca da farlo quando c’era meno
di mezzo metro di distanza
tra loro.
-
Puttana. – ringhiò tra i denti, fulminandola con
un’occhiataccia.
-
Solo un po’. –
La
voce di Valentine interruppe il loro scambio di
opinioni. Si era divertito a vederli battibeccare, ma era giunto il
momento che
i suoi ragazzi tornassero a focalizzarsi sull’obiettivo.
-
Basta così. Katherine, andrai a casa di Fell
insieme a un paio di demoni; Clary non deve parlare con lui. –
Jonathan
si voltò verso il padre, indignato, -
Perché mandi lei e non me? –
-
Perché tu devi fare ritorno a Idris e continuare a
spiare Clary, non hai tempo da perdere. – replicò
Valentine.
Abbassò
la testa, sconfitto. Quando suo padre
decideva una cosa era legge, non sarebbe mai riuscito a fargli cambiare
idea.
Lanciò un’ultima occhiata malevola in direzione di
Katherine e poi annuì.
*
La
casa di Fell non era nulla d’eccezionale, a ben
guardarla non si sarebbe mai neanche detto che fosse abitata da uno
stregone. C’era
da dire che aveva sentito parecchie storie su di lui e sulla sua
passione per
il genere femminile; non era un segreto per nessuno, infatti, che
Ragnor fosse
pienamente consapevole e orgoglioso del fascino curioso che il suo
aspetto
esercitava sul gentil sesso. Fascino che sarebbe presto stato la sua
rovina.
Si
ravviò le morbide onde corvine, scompigliate a
causa del viaggio sulla moto demoniaca, e sistemò la spada
angelica in modo che
risultasse pressoché invisibile al di sotto della giacca in
pelle. Aveva appena
raggiunto la porta quando venne spalancata e sulla soglia comparve
l’alta
figura di Fell.
Il
colorito verdastro della pelle non risultava
affatto sgradevole come aveva immaginato, anzi faticava a immaginarlo
senza.
Nel complesso era un bell’uomo, anche se non si avvicinava
neanche lontanamente
alla perfezione dei tratti di Valentine … né a
quelli di Jonathan, ammise
controvoglia.
-
Cosa ci fa una Nephilim così graziosa davanti alla
mia porta, per di più a un’ora così
insolita? –
Sorrise,
abbassando la testa in un tentativo di
fingersi imbarazzata, e fissandolo al di sotto delle lunghe ciglia.
-
Sono arrivata a Idris da poco e non ho resistito
all’idea di conoscere il grande Ragnor
Fell. – sussurrò.
Lo
stregone la scrutò dalla testa ai piedi, per poi
abbozzare un sorrisetto d’apprezzamento. Si spostò
dalla soglia.
-
Vuoi entrare? –
Annuì,
oltrepassandolo facendo tintinnare le unghie
sul suo petto. Lanciò una rapida occhiata al salotto,
cercando qualsiasi cosa
che potesse essere usata contro di lei. Non trovò nulla di
particolarmente
pericoloso; se fosse stata rapida nell’agire Ragnor non
avrebbe neanche fatto
in tempo a pensare a uno dei suoi incantesimi.
-
C’è qualcosa da bere, qualcosa di forte?
–
domandò, mordicchiandosi il labbro inferiore con aria
speranzosa.
Ragnor
evocò una bottiglia di whiskey dal nulla,
versandone un bicchiere e porgendoglielo.
-
Sai il mio nome, ma io non so il tuo. – osservò,
lasciandosi cadere a sedere accanto a lei.
-
Katherine ... Katherine Herondale. –
La
consapevolezza illuminò lo sguardo dello
stregone, che cercò immediatamente di mettersi
all’opera per tessere un
incantesimo. Ma era lento, decisamente troppo lento.
I
demoni che l’avevano accompagnata e avevano
aspettato in silenzio, avvolti nella loro illusione, fecero la loro
comparsa.
Una lama d’oscurità trafisse il petto di Ragnor,
all’altezza del cuore,
lasciando lo stregone riverso a terra in una pozza di sangue.
La
ragazza li congedò con un secco gesto della mano.
Tornò a sorseggiare il whiskey, attendendo pazientemente che
anche l’ultimo
barlume di vita lasciasse il corpo di Fell. Quando il busto
s’inarcò e un
copioso fiotto di sangue uscì dalle labbra verdastre, gli
occhi dello stregone
si chiusero per sempre.
-
Con tanti saluti da parte di Valentine. –
Spazio
autrice:
Eccomi
finalmente approdata in questo spettacolare
fandom. Avevo atteso per mesi nella speranza che
l’ispirazione giungesse e
finalmente ce l’ha fatta! Ergo, vi toccherà
sorbirmi la mia long xD. Scherzi a
parte, spero che questo prologo vi abbia incuriosito e che vogliate
farmi
sapere che ne pensate. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt