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Autore: Fiamma Erin Gaunt    25/05/2014    3 recensioni
E se i figli di Stephen Herondale fossero stati due, un bambino e una bambina? Se Valentine avesse cresciuto la piccola a sua immagine e somiglianza, se non se ne fosse mai separato? Quando Katherine incontra suo fratello gli equilibri conosciuti fino a quel momento vengono spezzati e l’epica battaglia tra il bene e il male infiamma nuovamente il mondo degli Shadowhunters.
Dal testo:
Valentine si chinò su di lei, avvicinandosi finchè le loro labbra furono sul punto di sfiorarsi.
- Vai, figlia mia, rendimi orgoglioso. –
Le scoccò un casto bacio a fior di labbra per poi allontanarsi e osservarla mentre finiva di allacciarsi impacciatamente il fodero della spada.
*
- Tu non sei sua figlia, smettila di comportarti come se lo fossi. Non sei una Morgenstern, sei una Herondale, e non sarai mai nulla più che una ragazzina orfana e impaurita che ha raccolto come avrebbe fatto con un cucciolo randagio e ha portato a casa. – concluse Jonathan, fissandola con bruciante soddisfazione. Finalmente era riuscito a ferirla, lo vedeva da come quegli occhi d’argento lo fissavano impietriti.
- Va all’inferno, Jonathan. –
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Valentine Morgenstern
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Triangolo
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Prologo

 

 

 

 

 

 

 

 

Katherine era acciambellata sul divano in pelle nera, intenta a sfogliare un tomo dall’aria imponente e le pagine segnate dall’usura del tempo, quando un rumore di passi in avvicinamento interruppe la sua concentrazione. Lo scricchiolio della porta in mogano che veniva aperta le annunciò la presenza dei due uomini con cui condivideva la casa. Alzò appena lo sguardo verso di loro, scrutandoli con i suoi inconsueti occhi argentati. Valentine era appoggiato a uno degli scaffali della libreria e lasciava vagare lo sguardo dal figlio alla ragazza che aveva adottato, pregustando quello che sarebbe di certo stato uno scontro verbale senza esclusione di colpi; il fatto che quei due adolescenti non si sopportassero all’inizio lo aveva infastidito, ma quando aveva scoperto che la ragione era che entrambi desideravano ottenere la sua approvazione non poteva negare di aver trovato la situazione alquanto divertente.

- Jonathan ha delle novità. –

Inarcò pigramente un sopracciglio, riprendendo a scorrere con gli occhi le lettere impresse sulla carta. – Sto ascoltando. –

- Clary sta cercando Ragnor Fell per risvegliare sua madre. – disse, sfidandola a controbattere.

Katherine rimase in silenzio. Quella era una vera notizia, non come tutte le altre che aveva riferito loro da quando si era infiltrato tra gli amici di quella patetica ragazzina. Decise comunque che non gli avrebbe dato la minima soddisfazione.

- Bravo, adesso vuoi un biscottino? – lo provocò.

Jonathan scattò in avanti, provando ad afferrarla, ma non si fece trovare impreparata e scartò di lato. Rotolò giù, usando il solido schienale del divano come una barriera per arginare l’impeto del ragazzo.

- Cominci a perdere colpi, Nathan. –

Aveva appena finito di pronunciare la frase che si ritrovò schiacciata contro il muro, intrappolata tra la parete e il petto muscoloso del ragazzo. Si era mosso in modo così veloce da non riuscire a permetterle di vederlo.

- Allora, Kat, sono stato abbastanza veloce per i tuoi gusti? – sibilò a un paio di centimetri dal suo volto.

Un ghigno malizioso le stirò le labbra.

- Veramente di solito non mi piace quando i ragazzi sono troppo veloci, il divertimento finisce subito. – commentò, giocherellando distrattamente con i bottoni della camicia fino a scendere sempre più verso il basso.

Lo sguardo di Jonathan, che da inizialmente perplesso era passato a imbarazzato e poi bramoso, la fece scoppiare a ridere. Fu un suono carico di sarcasmo e scherno, tagliente come il vetro. Scivolò via dalla sua presa e mise una buona distanza tra di loro. Si divertiva a sfidarlo, ma non era così sciocca da farlo quando c’era meno di mezzo metro di distanza tra loro.

- Puttana. – ringhiò tra i denti, fulminandola con un’occhiataccia.

- Solo un po’. –

La voce di Valentine interruppe il loro scambio di opinioni. Si era divertito a vederli battibeccare, ma era giunto il momento che i suoi ragazzi tornassero a focalizzarsi sull’obiettivo.

- Basta così. Katherine, andrai a casa di Fell insieme a un paio di demoni; Clary non deve parlare con lui. –

Jonathan si voltò verso il padre, indignato, - Perché mandi lei e non me? –

- Perché tu devi fare ritorno a Idris e continuare a spiare Clary, non hai tempo da perdere. – replicò Valentine.

Abbassò la testa, sconfitto. Quando suo padre decideva una cosa era legge, non sarebbe mai riuscito a fargli cambiare idea. Lanciò un’ultima occhiata malevola in direzione di Katherine e poi annuì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

 

La casa di Fell non era nulla d’eccezionale, a ben guardarla non si sarebbe mai neanche detto che fosse abitata da uno stregone. C’era da dire che aveva sentito parecchie storie su di lui e sulla sua passione per il genere femminile; non era un segreto per nessuno, infatti, che Ragnor fosse pienamente consapevole e orgoglioso del fascino curioso che il suo aspetto esercitava sul gentil sesso. Fascino che sarebbe presto stato la sua rovina.

Si ravviò le morbide onde corvine, scompigliate a causa del viaggio sulla moto demoniaca, e sistemò la spada angelica in modo che risultasse pressoché invisibile al di sotto della giacca in pelle. Aveva appena raggiunto la porta quando venne spalancata e sulla soglia comparve l’alta figura di Fell.

Il colorito verdastro della pelle non risultava affatto sgradevole come aveva immaginato, anzi faticava a immaginarlo senza. Nel complesso era un bell’uomo, anche se non si avvicinava neanche lontanamente alla perfezione dei tratti di Valentine … né a quelli di Jonathan, ammise controvoglia.

- Cosa ci fa una Nephilim così graziosa davanti alla mia porta, per di più a un’ora così insolita? –

Sorrise, abbassando la testa in un tentativo di fingersi imbarazzata, e fissandolo al di sotto delle lunghe ciglia.

- Sono arrivata a Idris da poco e non ho resistito all’idea di conoscere il grande Ragnor Fell. – sussurrò.

Lo stregone la scrutò dalla testa ai piedi, per poi abbozzare un sorrisetto d’apprezzamento. Si spostò dalla soglia.

- Vuoi entrare? –

Annuì, oltrepassandolo facendo tintinnare le unghie sul suo petto. Lanciò una rapida occhiata al salotto, cercando qualsiasi cosa che potesse essere usata contro di lei. Non trovò nulla di particolarmente pericoloso; se fosse stata rapida nell’agire Ragnor non avrebbe neanche fatto in tempo a pensare a uno dei suoi incantesimi.

- C’è qualcosa da bere, qualcosa di forte? – domandò, mordicchiandosi il labbro inferiore con aria speranzosa.

Ragnor evocò una bottiglia di whiskey dal nulla, versandone un bicchiere e porgendoglielo.

- Sai il mio nome, ma io non so il tuo. – osservò, lasciandosi cadere a sedere accanto a lei.

- Katherine ... Katherine Herondale. –

La consapevolezza illuminò lo sguardo dello stregone, che cercò immediatamente di mettersi all’opera per tessere un incantesimo. Ma era lento, decisamente troppo lento.

I demoni che l’avevano accompagnata e avevano aspettato in silenzio, avvolti nella loro illusione, fecero la loro comparsa. Una lama d’oscurità trafisse il petto di Ragnor, all’altezza del cuore, lasciando lo stregone riverso a terra in una pozza di sangue.

La ragazza li congedò con un secco gesto della mano. Tornò a sorseggiare il whiskey, attendendo pazientemente che anche l’ultimo barlume di vita lasciasse il corpo di Fell. Quando il busto s’inarcò e un copioso fiotto di sangue uscì dalle labbra verdastre, gli occhi dello stregone si chiusero per sempre.

- Con tanti saluti da parte di Valentine. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccomi finalmente approdata in questo spettacolare fandom. Avevo atteso per mesi nella speranza che l’ispirazione giungesse e finalmente ce l’ha fatta! Ergo, vi toccherà sorbirmi la mia long xD. Scherzi a parte, spero che questo prologo vi abbia incuriosito e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

               Fiamma Erin Gaunt

  
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