Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: F l a n    25/05/2014    4 recensioni
[Reaction fic Klaine ambientata alla fine della 5x20]
"Quando Kurt preparò la scrivania posizionandola esattamente come Blaine desiderava – pur andando contro ogni regola del buon gusto – sapeva di star facendo un grande passo, e sapeva anche che quello era solo il primo di tanti ostacoli che avrebbero incontrato. "
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note iniziali: ebbene sono tornata. Non ci avrei giurato, dopo mesi e mesi di blocco scrittorio dove chiudevo tutte le pagine di word cancellandole dalla faccia del mio pc. Sono felice di esser riuscita a buttar giù questa one shot e spero di continuare "You've Got Mail", visto che manca davvero pochissimo. Insomma, speriamo che questa fanfiction sia solo l'inizio di una mia ripresa...
A parte questo: la storia è principalmente dal punto di vista di Kurt, perciò vedremo Blaine attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri per circa la prima metà della storia, dopo di che interagiranno. È una fic a carattere introspettivo, quindi aspettatevi molti pensieri ahaha. È ambientata dopo/durante "Pompeii" nella 5x20.
Spero vi piaccia, vi lascio alla lettura. 
Betareader: un grazie infinito a Flurry, che ha betato pazientemente e con cura! Questa fanfiction la dedico a lei :) 

 


Quando Kurt preparò la scrivania posizionandola esattamente come Blaine desiderava – pur andando contro ogni regola del buon gusto – sapeva di star facendo un grande passo, e sapeva anche che quello era solo il primo di tanti ostacoli che avrebbero incontrato.
Insomma, chissà quante volte avrebbero litigato per il colore delle pareti, o per la pelle che avrebbe rivestito il divano, o per la disposizione dei quadri e delle foto – odiava le cornici tonde, le detestava. Sapevano così tanto di… morto, funebre. Erano tristi. Perciò no, niente cornici ovali o tonde in casa su- loro. In casa loro.
Tuttavia, nonostante i conflitti mentali, Kurt era perfettamente consapevole di ciò che stava facendo, anche mentre andava contro ogni etica estetica e morale mettendo un’orribile lampada al fianco della scrivania – un po’ meno orribile, visto che l’aveva scelta lui.
Sapeva che quella era di più che una semplice scrivania; ogni dettaglio, ogni piccola cosa che stava facendo, era un atto di maturità e crescita.
Nelle relazioni si è sempre in due, si sbaglia in due e si cambia in due, e, nello stesso modo, si cresce in due. Fino a quel momento aveva sentito tra lui e Blaine un dislivello; Blaine doveva fare le sue esperienze, scoprire ciò che New York aveva da offrire e farlo indipendentemente dalla loro relazione. Sicuramente non era ancora pronto, sicuramente si sarebbero scontrati tantissime altre volte, ma mentre sistemava le cartelline per i documenti sulla parete – secondo i colori dell’arcobaleno, come omaggio – Kurt sapeva perfettamente che dovevano provarci, dovevano darsi un’altra opportunità, perché non erano mai davvero scappati dalle loro paure, le avevano sempre affrontate.
Kurt non poteva negarlo: aveva paura che qualcosa andasse di nuovo storto e che potesse essere letale per la loro relazione, perché sapeva che fallire una seconda volta, avrebbe potuto voler dire fallire per sempre. Cadere, farsi male e rialzarsi erano tre costanti non solo della loro relazione, ma di tutte le relazioni. Non importava di cosa si trattasse, se di amore o amicizia, l’importante era saper perdonare e ricominciare, sciogliere i nodi per poi continuare su una linea retta, o qualcosa del genere.
Lo aveva imparato con Rachel, con Finn, con Mercedes e, infine, con Blaine. Blaine contava più di chiunque altro nella propria vita, e meritava per certo una seconda chance. Stavano dimostrando entrambi di esser cresciuti: Kurt lo aveva perdonato per la storia della menzogna, e Blaine aveva fatto quel folle - ma tremendamente adorabile- gesto allo showcase. Erano le piccole cose che parlavano per loro.

 

Aveva semplicemente detto a Blaine di presentarsi per le quattro a casa sua e di portare con sé una valigia perché avrebbe voluto ospitarlo per qualche giorno, finché non avesse trovato un’altra casa in cui andare a vivere; ma la verità era che desiderava così tanto vedere l’espressione sorpresa sul suo volto, che Kurt non si era neanche sognato di dirgli che, finalmente, avrebbero potuto riprovare a vivere assieme.
Mentre aggiustava gli ultimi dettagli, con Rachel che lo supportava e aiutava, non poteva far a meno di pensare quanto fosse importante il gesto che aveva appena compiuto. Aveva deciso di concludere la stupida guerra con se stesso e di scendere a patti con la propria indipendenza: Blaine faceva parte della sua vita ed era davvero disposto a volare assieme a lui, esattamente come gli aveva detto. Fino a quel momento avevano provato a farlo fin troppo individualmente ed era per questo che, spesso e volentieri, erano finiti a litigare. Kurt era riuscito a capire quale fosse il vero problema della loro relazione e di come, paradossalmente, si stessero tarpando le ali a vicenda. Troppe volte non comunicare li aveva portati al limite del litigio, fin da quando Kurt si era trasferito a New York.
La lontananza era la vera palestra delle relazioni, ne era profondamente convinto; in quel primo periodo aveva trascurato Blaine e poi beh, era successo quel che era successo. A volte si era chiesto come sarebbero andate le cose se avessero parlato un po’ di più di loro stessi e un po’ meno di frivoli programmi televisivi, al tempo.
In ogni caso, sapeva che era una fase inevitabile. Non erano dei bambini, ma neanche degli adulti. Gli errori facevano parte della vita e sicuramente avrebbero continuato a farne, ma almeno li avrebbero fatti assieme, vivendo sotto lo stesso tetto e affrontandoli come due… uomini. O ragazzi pronti a crescere, o semplicemente come coppia.
Avevano capito che per vivere al cento per cento una relazione c’era bisogno di rischiare, e avevano voglia di farlo… potevano farlo.

Per questo, quando Blaine aprì la porta e lasciò andare la valigia come se non fosse più importante, Kurt aprì semplicemente le braccia, pronto ad accoglierlo e stringerlo per fargli sentire che sì, adesso non c’era la casa di Kurt o la casa di Blaine, adesso c’era la loro casa. Esattamente come i loro corpi aderivano alla perfezione - nemmeno fossero stati fatti proprio per stringersi tutto il tempo - anche il loft sarebbe diventato il loro luogo perfetto. Quella casa che avrebbe potuto accogliere di tutto; dalle strane lampade con texture improbabili di Kurt, alle scrivanie, sedie e piccole manie di Blaine. Non ci sarebbe più stato un ‘tuo’ ‘suo’ ‘mio’, ma semplicemente un ‘nostro’.

La stretta di Blaine era così forte che Kurt avrebbe potuto rimanere così per sempre, se non fosse stato che poi avrebbero voluto sicuramente fare altro. Se c’era una cosa positiva dell’esser tornati a vivere nella stessa città, era come il suo desiderio sessuale si fosse ampiamente risvegliato – quello di entrambi, per dirla tutta.
Suo padre era stato profetico per ciò che riguardava la fase pre-matrimoniale, ma del resto avrebbe dovuto immaginarlo: Burt Hummel aveva sempre ragione. Beh, forse tranne sul fatto che avrebbe dovuto aspettare i suoi trent’anni per poter far l’amore con un ragazzo che amava.
“L’hai fatta mettere per me… Kurt è bellissima!” esclamò Blaine, accarezzando la scrivania e guardandosi intorno. “Oh le cartelline!” aggiunse, notando l’ordine dei colori e come richiamassero l’arcobaleno.
Kurt sapeva quanto Blaine fosse ossessionato dalla battaglia per i diritti LGTB e come l’arcobaleno fosse un simbolo per lui importante. Certo, anche per lui lo era, ma in qualche modo vivevano la cosa in maniera differente. Kurt tendeva semplicemente a chiudere nella propria intimità quel bisogno di stare con la persona che amava, mentre Blaine era fortemente convinto che non dovessero esserci problemi nel mostrare al mondo che essere gay non era una cosa sbagliata. In parte, forse, derivava dalle loro diverse esperienze. Kurt aveva sempre reagito, che al mondo piacesse o no. Esser gay faceva parte della propria personalità, della propria vita, e se agli altri non andava bene… beh, non era affar suo. Per Blaine invece era sempre stato qualcosa per cui aveva dovuto combattere, per questo quando i matrimoni gay erano stati approvati a New York, aveva festeggiato ordinando una torta enorme con strati arcobaleno. Kurt aveva sorriso, perché nonostante fosse felice, non avrebbe mai pensato a fare una cosa del genere.
“Hai pensato a tutto,” Blaine finì di esplorare la scrivania e si avvicinò nuovamente a lui, prendendolo per una mano e baciandolo con tutta l’intensità che aveva in corpo. “Ti amo così… così tanto. Prima avevo cominciato ad informarmi su internet per una nuova casa e… invece!”
“Invece rimarrai qua con me, nonostante tutte le tue piccole manie e le mie. E poi diciamocelo, era più il tempo che trascorrevamo vivendo assieme che non separati,” Kurt gli accarezzò la schiena, notando come Blaine si riducesse allo stato di un bambino di cinque anni quando era di fronte a lui. Poteva vedere l’entusiasmo nei suoi immensi occhi dorati.
“Inoltre…” Kurt gli sfiorò il papillon giocosamente, “mi mancavano le colazioni la mattina, voglio dire… la domenica era più che sufficiente, ma vedertelo fare per me ogni mattina mi rendeva in qualche modo più lieta la giornata.”
Blaine gli rivolse un’occhiata maliziosa.
“Sappiamo entrambi che non stai parlando della colazione,” ghignò.
“Probabilmente no, in effetti,” Kurt gli stampò un bacio sulle labbra, lasciandosi andare a quel momento così rilassato e finalmente loro. “Sta di fatto che entro stasera tutta la tua roba dovrà essere qua e che cominceremo a rendere la mia stanza, la nostra stanza. Andremo a comprare assieme nuove coperte se serve, ma voglio che sia davvero tutto condiviso, anche se mi permetterò di contestare perché lo sai, il mio senso del gusto è altamente sviluppato.”
Blaine roteò gli occhi, sorridendo e portandogli le mani sui fianchi.
“Lo so, e so che non potrò comprare niente di color giallo senape.”
“Impari in fretta.”
“… tranne i pantaloni.”
Kurt fece le spallucce e abbassò lo sguardo.
“Beh, sai, dal momento che quei pantaloni riescono a evidenziare così perfettamente certe parti del tuo corpo, non mi permetterei mai di contestarli. Ma non credo che delle lenzuola di quel colore potrebbero mai fare lo stesso effetto…”
Risero entrambi, interrotti poi da un colpo di tosse di Rachel.
“So che ve lo siete dimenticati, ma sono ancora qui,” disse la ragazza, e i due si guardarono.
“Ci sposteremo in camera, cercando di non far troppo rumore. Scusami Rachel, ma sono abbastanza sicuro che Kurt si meriti un ringraziamento come si deve... e beh, sai cosa intendo, no?”
Rachel alzò gli occhi al cielo e Kurt sapeva cosa voleva dire. In fondo sulle sue labbra si poteva leggere un sorriso, chiaramente felice per entrambi.
“Significa che la notte dovrò tornare a mettere i tappi per le orecchie perché non posso dormire sentendo… quelle cose.”
Kurt arrossì.
“Te l’avevo detto, Kurt. Le tende non bastano!”
Il ragazzo incrociò le braccia e guardò la migliore amica e poi Blaine, alzando gli occhi al cielo.
“D’accordo Blaine, provvederemo anche a questo.”
Rachel fece un sorriso soddisfatto e decise di uscire, piuttosto che ritirarsi inutilmente in camera, lasciando la casa libera. Kurt non le poteva essere più grato.
Aveva bisogno di sentire quel cambiamento, e nessuna inaugurazione era migliore di un po’ d’intimità con Blaine, tra le loro lenzuola e nel loro letto.

 

*


Certo, ciò che Kurt non si aspettava era che il produttore decidesse davvero di mandare in onda il pilot di Rachel.

Come ogni cosa, tutto finché non viene realizzato rimane un po’… in aria, in sospeso. Non è tangibile e non sembra possibile. Certo, aveva metabolizzato l'esistenza di quell' opportunità, ma all'improvviso era diventato tutto reale. Ognuno stava prendendo la sua direzione e sebbene non pensasse che quella giusta per Rachel fosse nella televisione, Kurt non osava più contestarla.
Tuttavia, la cosa più sconvolgente, era ciò che si era appena ritrovato tra le mani. Una vera convivenza.
Stava per cominciare a convivere da solo con Blaine, senza nessun altro. Nessuna Rachel, nessuna Santana, nessun Sam – e Dio grazie per quest’ultimo. Non che ci fosse qualcosa di male, ma aveva un talento naturale nel bloccarli quando stavano per fare sesso.
Semplicemente… loro due, sotto lo stesso tetto con un’intera casa a disposizione. E se da un lato la cosa lo spaventava, dall’altra lo eccitava terribilmente. Era un’esperienza nuova e finalmente avrebbero potuto vivere la loro vita pensando unicamente ai loro problemi e non a quelli di tutte le altre persone intorno che, sicuramente, avevano reso la loro convivenza ancora più ardua.
Quindi, se da un lato gli dispiaceva immensamente perché in fondo Rachel era la sua migliore amica o qualcosa del genere, dall’altro Kurt sentiva che poteva essere un modo per fare dei passi avanti e cominciare a pensare seriamente anche al matrimonio.
Quella convivenza era la loro prova del nove, ma Kurt sapeva che l’avrebbero superata.

Stava tutto cambiando intorno a loro, e Kurt riuscì a sentire l’immensa differenza solo la sera in cui Rachel prese il volo per Los Angeles.
Essere nel loft da solo con Blaine era eccitante e spiazzante allo stesso tempo. Quella prima sera rimasero entrambi sul divano per tutto il tempo, mangiando pop corn in semi silenzio di fronte alla tv, forse troppo spaventati da quello che in quel momento sembrava un futuro tangibile.
Tutto ciò che rimaneva del liceo era scomparso. La compagnia, le serate del lunedì, le giornate di fronte ai videogiochi o ai programmi trash in tv con Santana e Rachel.
Improvvisamente c’erano solo loro e un’immensità di cose a cui pensare, cose che facevano parte del mondo degli adulti.

Soltanto il mattino dopo, quando Kurt si alzò per andare in bagno per i suoi rituali mattutini mentre poteva sentire l’odore della colazione cucinata da Blaine, si resero davvero conto dell’opportunità che gli era piombata tra le mani.
“Insomma, siamo… soli,” disse Blaine, mettendo le cose in tavola mentre Kurt si sedeva.
“Così sembra,” incrociò le braccia e guardo il fidanzato con un sorriso accondiscendente.
“Non è una cattiva cosa, finalmente potremo far sesso dove vogliamo senza aver paura che qualcuno apra la porta dell'appartamento in momenti inopportuni,” scherzò Blaine, sedendosi a sua volta. Kurt si sporse per dargli un bacio.
“Credo che sarà un’esperienza interessante.”
“E strana.”
“Stiamo crescendo, Blaine. Abbiamo deciso di… cominciare ad essere adulti. Per essere sinceri, il primo passo lo hai fatto tu chiedendomi di sposarmi,” ridacchiò, mangiando un pezzetto del suo pancake.
Blaine abbassò la forchetta.
“Sai… credo che non avessi ben in mente a cosa stessi andando incontro. Insomma, pensavo che una volta venuto a New York sarebbe stato semplice, che avremmo cominciato la nostra vita insieme senza alcun problema. Poi mi sono reso conto di quanto sia difficile e impegnativo cominciare a vivere con un’altra persona, quanto sia importante rispettare i suoi spazi, le sue esigenze… E mi dispiace se alcune volte sono stato egoista o oppressivo. In ogni caso, nonostante l’incoscienza, nonostante tutto, sento che averti chiesto di sposarmi sia stata una delle cose migliori che io abbia mai fatto, perché non riesco più a immaginare un solo giorno senza te nella mia vita. Senza i tuoi baci, le tue mani e il tuo corpo.”
Kurt rimase spiazzato per qualche secondo, perché nonostante tutto quel tempo, nonostante conoscesse Blaine da ormai anni, riusciva sempre ad uscirsene con qualche bel discorso a effetto con tono rassicurante e a sorprenderlo. Amava Blaine anche per questo, per come riuscisse sempre a farlo sentire amato e apprezzato. Nonostante gli alti e bassi, Kurt non si era mai pentito della sua risposta, e anche se glielo avesse richiesto dopo tutti i momenti brutti, le discussioni e le incomprensioni, avrebbe sicuramente risposto ‘’.
“E vale lo stesso per me, lo sai,” Kurt allungò una mano, intrecciandola con la sua, “adesso stiamo per cominciare un nuovo capitolo della nostra vita e dobbiamo essere coraggiosi. Magari, ora che abbiamo trovato un equilibrio, potremmo cominciare a pensare seriamente al matrimonio e… a come potremmo vivere, decidere anche se continuare a vivere qui dentro o trovare un altro appartamento.”
Blaine sorrise, e Kurt sentiva sempre scaldarsi il cuore quando lo faceva, perché il sorriso di Blaine era così luminoso da irradiare la stanza.
“Sarebbe bellissimo,” mormorò, “magari non potremo ancora permetterci un appartamento nuovo, ma se il lavoro va bene… potremo farlo presto.”
Kurt sorrise e si sporse verso di lui per baciarlo, leccando via anche una traccia di miele sull’angolo delle sue labbra.
“Ti amo così tanto, Blaine…”
“Anche se ti ho fatto piazzare una scrivania in mezzo al tuo loft?”
Kurt sorrise.
“Anche per quello, anche se ti ecciti dopo ogni discussione, anche quando mi fai arrabbiare con la macchinetta della soda e persino quando mi stuzzichi per fare sesso in momenti inopportuni. Ti amerò sempre, Blaine. Anche quando mi farai arrabbiare, anche quando mi dirai che non ti piacciono le lenzuola o ti tornerà la fame nervosa e ingrasserai. Perché, per quanto possa sembrare assurdo, amo ogni centimetro di te e non lo cambierei per niente al mondo…”
Gli occhi di Blaine divennero lucidi. Si alzò e abbracciò Kurt, sedendosi poi sulle sue gambe.
“Anche se ti si presentasse qui davanti uno dei tuoi artisti preferiti?”
“Chissà,” scherzò, accarezzandogli la schiena, “al momento penso a ciò che ho qui. E penso che sia completamente sbagliato non aver ancora inaugurato la nostra permanenza da soli in questo appartamento senza Rachel in giro…” fece scorrere la mano fino al sedere di Blaine, accarezzandolo. Si scambiarono un’occhiata d’intesa e decisero di saltare la colazione per dedicarsi ad attività più coinvolgenti.

Forse non sarebbe stato sempre semplice, forse ci sarebbero stati dei momenti di crollo in cui tutto sarebbe sembrato impossibile. Forse ci sarebbero anche stati dei momenti in cui entrambi avrebbero deciso di mollare tutto, ma Kurt era certo di una cosa mentre sfiorava il petto di Blaine: non l’avrebbero fatto.

Non avrebbero mai e poi mai lasciato che la loro relazione crollasse, perché era davvero troppo importante. Si amavano così tanto che probabilmente non sarebbe mai bastato ripeterlo un paio di volte, perché nessun ‘ti amo’ poteva davvero spiegare ciò che c’era tra loro. Era davvero un legame che trascendeva qualunque tempo e corpo, e lo potevano sentire ogni volta che si univano o baciavano, ogni volta che i loro bacini e le loro mani si sfioravano. C’era sempre qualcosa di più intimo in quel contatto, o nelle loro voci che si univano in suoni e ansimi quasi melodici.
Kurt era disposto a giocare il tutto per tutto e l’anello al suo dito era la prova. Aveva sempre desiderato condividere qualcosa di così intimo con qualcuno e finalmente ne era certo: Blaine era davvero la persona giusta. La persona con cui era pronto a condividere qualcosa, la persona che era disposto a perdonare, la persona che poteva entrare nel suo cuore, quello a cui poteva lasciarlo e permettergli di ferirlo e di curarlo subito dopo. Aveva spiccato il volo, ma più precisamente, lo avevano spiccato assieme dal momento in cui si erano baciati per la prima volta nell’aula della Dalton, quasi quattro anni prima.

Kurt ormai ne era più che certo. Avrebbe sposato Blaine Anderson e sarebbe stata la scelta migliore della sua vita.


Note finali: Spero vi sia piaciuta! Questo hiatus sarà lunghissimo, duro, per non dire infinito. Ma sono certa che l'ultima stagione (purtroppo) sarà meravigliosa e che i fan che rimarranno, saranno quelli che davvero, in questi anni hanno amato tutto ciò che Glee ci ha dato. Personalmente ho amato la quinta stagione, in particolar modo l'arco di New York, per questo mi son sentita in dovere di scrivre qualcosa su questa parte di stagione che mi ha coinvolta così tanto. 
Se vi va lasciatemi una piccola recensione per dirmi cosa ne pensate, mi farebbe davvero piacere ;) 
Prometto anche di rispondere a quelle di "You've Got Mail" e di altre fanfiction, sperando di recuperare del tutto la voglia di scrivere!
Vi lascio la mia pagina FB per chiacchierare con me: Pagina FB


Alla prossima! Un abbraccio,

Flan

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: F l a n