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Autore: Arya Tata Montrose    25/05/2014    6 recensioni
Si sedette alla scrivania, cominciando a squadrare la miriade di fogli che le si presentavano d’innanzi. Ancora sbuffando, si mise al lavoro, leggendo, a volte superficialmente, i rapporti delle varie squadre. Passò poi ai rapporti che Sakura le aveva mandato dall’ospedale, circa il paziente denominato “X”.
Leggendo dei suoi valori stabili, la donna non poté che rassicurarsi. Prese un rotolo da un cassetto della scrivania e prese a rileggerlo.
Era il rapporto che Sakura stessa aveva stilato quando, circa due settimane prima, l’aveva mandata in missione assieme a Sasuke. La missione prevedeva il ritrovamento di uno dei nascondigli di Orochimaru e il furto dei documenti riguardanti i suoi esperimenti.
[OroTsuna]
~~~
Questa mattina mi sentivo ispirata e questo è stato il risultato.
Spero passerete e che possa piacere.
Tata
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Orochimaru, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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.: Sentimenti Lontani:.
Di come lei lo ritrovò.



 
Shizune entrò nell’ufficio dell’Hokage con un’enorme pila di documenti che la donna avrebbe dovuto visionare, compilare e firmare. La trovò invece poggiata alla piccola libreria posta al lato della porta, col volto rivolto fuori dalla grande finestra.
 
- Tsunade-sama, sono arrivate le pratiche per questo pomeriggio. – avvisò la ragazza posando il plico sulla scrivania già ingombra di scartoffie.
 
- D’accordo Shizune. Puoi andare. – la donna la liquidò in fretta, onde non interrompere il delicato filo di pensieri che si susseguiva nella sua testa.
 
Shizune però conosceva bene la Principessa delle Lumache e capì immediatamente che qualcosa non andava. Si fece coraggio e le chiese: - Qualcosa la turba, Tsunade-sama? -.
 
La prosperosa donna si voltò di scatto e la fulminò con gli occhi ambrati. Shizune capì al volo e, indietreggiando, si scusò prima di sparire oltre la soglia del corridoio e chiudere la porta.
 
Tsunade sbuffò, oramai i pensieri accantonati. Si sedette alla scrivania, cominciando a squadrare la miriade di fogli che le si presentavano d’innanzi. Ancora sbuffando, si mise al lavoro, leggendo, a volte superficialmente, i rapporti delle varie squadre. Passò poi ai rapporti che Sakura le aveva mandato dall’ospedale, circa il paziente denominato “X”.
 
Leggendo dei suoi valori stabili, la donna non poté che rassicurarsi. Prese un rotolo da un cassetto della scrivania e prese a rileggerlo.
Era il rapporto che Sakura stessa aveva stilato quando, circa due settimane prima, l’aveva mandata in missione assieme a Sasuke. La missione prevedeva il ritrovamento di uno dei nascondigli di Orochimaru e il furto dei documenti riguardanti i suoi esperimenti.
Quella che sul rapporto era definita come “Missione di recupero dati” era stata assegnata e svolta nella massima segretezza e nessuno, a parte lei, Sakura e Sasuke, ne era a conoscenza.
 
Prese il resoconto medico e il rapporto segreto e uscì dall’ufficio, chiudendolo a chiave. Si diresse all’ospedale, dicendo a Shizune che per il resto della giornata non sarebbe stata disponibile e che ogni nuovo ordine o “rognosa scartoffia”, come definiva lei le pratiche, avrebbero dovuto attendere sulla scrivania della ragazza.
 
Dunque Tsunade entrò nella moderna struttura dell’ospedale fatto costruire da lei stessa dopo la distruzione di Konoha da parte di Pain. La prima persona che incontrò fu la Yamanaka che, dopo i dovuti convenevoli, chiese: - Come mai qui, Tsunade-hime? –
 
- Cercavo Sakura. – rispose la donna – Volevo consultarla per un referto medico. –
 
- Oh, al momento è impegnata in un’operazione, ma se vuole può chiedere anche a me. – propose Ino.
 
Tsunade negò col capo: - No, l’aspetterò nel suo ufficio. - disse mentre superava la ragazza, salutandola con un cenno.
 
La poverina ci rimase un po’ male, ma prima che potesse dire altro Tsunade si voltò.
 
- Ino, fa chiamare Sasuke. Digli di essere qui tra due ore. – non aggiunse altro e se ne andò diretta all’ufficio dell’allieva.
 
Una volta entrata trovò la scrivania piena di cartelle cliniche e i “resoconti di fine giornata” che, in base ad ogni cartella e ai resoconti secondari dagli altri medici, Sakura, in quanto primario dell’ospedale, doveva compilare e consegnare a lei.
 
La donna sorrise, pensando a quanto fosse straordinaria la sua allieva: si gestiva autonomamente tra il lavoro da medico, la sua fiorente carriera di kunoichi, lo studio e gli allenamenti con il Raiton, nuova capacità scoperta di recente.
 
Accanto alla grande vetrata che dava sul lago interno al Villaggio, vi era una lettiga, che serviva alla rosa quando si tratteneva al lavoro tanto da dormire lì, e un comodino, dove teneva le coperte ed una sveglia nei cassetti. Sul ripiano erano invece collocata delle fotografie, particolarmente care alla ragazza.
La prima era la foto ufficiale del Team7 appena formato, la seconda invece ritraeva la rosa e Tsunade nei primi tempi in cui la donna le faceva da Sensei, poi Sakura ed Ino. Giungeva in seguito il Nuovo Team7, che era stato soprannominato “7.1”, e un’altra foto sempre insieme alla prosperosa Hokage, dove la ragazza era cresciuta. Le ultime due erano quelle del rinnovato Team7, dove Sasuke era tornato, e una con Sakura e Sasuke.
La donna rise: probabilmente era la foto che Sakura amava di più.
 
Decise di andare direttamente nella stanza del Paziente X ed aspettarla là. Le scrisse dunque un biglietto che lasciò sul comodino proprio accanto all’ultima cornice.
 
 
La stanza si trovava all’ultimo piano e la porta era stata chiusa a chiave e di cui solo lei e la sua allieva avevano una copia. Entrò nella sobria stanza, il cui arredamento era essenziale: un tavolo con alcune erbe, il carrellino dei medicinali e una sedia, oltre al letto del Paziente X.
 
La donna scostò una po’ la tenda ed aprì le tapparelle, facendo entrare un po’ di quel caldo sole estivo. Si sedette poi sulla sedia, posta accanto al letto e cominciò ad osservare il volto del Paziente X.
 
Aveva i lineamenti dolci e non molto spigolosi, per essere un uomo, la pelle era nivea e non sembrava riportare alcuna cicatrice dovuta alle grandi battaglie che aveva combattuto. Nessuna ferita, graffio o abrasione sembrava voler rovinare una pelle tanto pallida e perfetta, nulla a testimoniare il potente ninja che era.
Gli enigmatici occhi erano chiusi e le palpebre coperte da quella striscia viola, unica macchia della pelle. I capelli neri sparsi sul cuscino gli donavano un’aria solenne e quasi spiritata.
 
Solo una parola pronunciò Tsunade accarezzandogli le gote, mentre una lacrima amara le scendeva dagli occhi ambrati.
 
- Orochimaru. -, il suo nome.


 
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[ 913 words ]
 
Okay gente, non so da dove sia uscita questa Shot, ma ‘sta mattina mi sentivo ispirata e ho visto un’immagine che ritraeva la coppia e la fantasia è esplosa - Meglio dire che mi è esploso l'unico neurone.

Chiedo gentilmente la vostra opinione.
Baci,
Tata-chan
   
 
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