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Autore: mikeychan    26/05/2014    3 recensioni
Michelangelo è stufo di vivere e un giorno, nella settimana di Natale compie quello che ha sempre voluto...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Credevamo che Michelangelo scherzasse quando diceva che non ne poteva più della sua vita... E un giorno si fece coraggio...
Tutto iniziò in una serata del 24 dicembre...


Erano le sette di sera e l'aria in superficie sapeva di festa: tante luci, tanti colori, le persone che passeggiavano in procinto di comprare gli ultimi regali, altre che volevano semplicemente uscire e godersi la Vigilia di Natale.
April e Casey vennero da noi, nella nostra tana nelle fogne solo per aiutarci con gli addobbi e il Cenone e anche per trascorrere il Natale con noi.
Quella stessa sera, Michelangelo stava aiutando Donatello ad installare le luci degli addobbi natalizi per tutta la casa, quando inciampò in una matassa di fili in terra e fece crollare, come un domino, Donatello sullo scaletto di legno: egli si schiantò sull'albero, trascinandosi tutte le serie di luci che ornavano i pilastri rame della tana...
Io e Casey, che stavamo leccando la terrina, andanno a vedere: in terra c'erano palline rotte, lucette spaccate, ma la cosa peggiore e che l'albero stava iniziando a prendere fuoco: da un corto circuito a una scintilla!
Donatello aveva picchiato il viso in terra, in malo modo: era svenuto e le fiamme lo stavano per arrostire!
Anche Leo, in cucina con il maestro Splinter ed April, corsero a vedere e le loro facce allegre per l'imminente Natale, divennero inorridite, per tale scena.
Michelangelo tentò di trascinare via Don, prima che potesse arrostirsi, ma Leo lo spintonò via e fece lui l'eroe.
Io e Casey, grazie a un estintore, spegnemmo le fiamme calde e rosse.
Qualche ora più tardi, Don riprese conoscenza e si ricordò di ogni singolo particolare: aveva il viso livido e un taglio sulla fronte.
La sua rabbia, però, non era niente, paragonata a quella di Leonardo.
Egli, infatti, stava imprecando contro Michelangelo e le sue urla, che echeggiavano in tutto il dojo, ci colpirono come mille shuriken.
Fummo testimoni oculari di quel che accadde in seguito.
-Non puoi continuare ad essere un bambino piccolo, Michelangelo! Ormai hai 15 anni!- gridava, mentre mio fratello continuava a rimanere in silenzio.
-Per colpa tua, Don ha rischiato di ustionarsi il viso!-.
Era evidente che Leo aveva ben scolpite nella mente, quelle precedenti immagini.
-Leo... non l'ho fatto apposta... Sono inciampato...- mormorò Mikey tristemente.
Non aveva il coraggio di guardare gli occhi furenti di Leo, preferiva fissare i suoi piedi.
-Inciampato? E come, sentiamo!- urlò mio fratello maggiore, col viso in fiamme.
Era tremendo quando rimproverava sul serio, forse più di me, che sono impulsivo.
-Stavo... mi ero incantato a guardare una pallina di Natale e...- tentò Mikey.
-Ti sei distratto! Adesso basta: da stasera di cambia legge!- interruppe Leo.
Non avevo idea di cosa Leo volesse intendere...
A cena, egli mandò Mikey nella sua stanza: non voleva che si sedesse a mangiare con noi; doveva comprendere lo sbaglio. Noi tutti non eravamo molto d'accordo.
Dopo mangiato, mi venne sonnolenza: avevo sgobbato tutta la mattina per comprare tantissime cose ed era normale essere stanchi. Il letto fa miracoli, credete a me!
Feci per chiudermi in camera mia, quando sentii dei singhiozzi soffocati: era lui, Michelangelo.
Entrai piano in camera sua, dal momento che la porta era solamente socchiusa, ma egli non potè vedermi, perché tutto era nel buio.
Michelangelo era seduto sul letto, con la testa affondata nel cuscino che stringeva fra le ginocchia e le braccia, con la corazza contro il muro.
-Io non volevo... allora... devo solo fare un'ultima cosa... Non ne posso più della mia vita...-.
Quelle parole così flebili, arrivano benissimo al mio cuore: dovetti andarmene per evitare di piangere.
Era evidente che mio fratello era disperato... ma la tragedia sarebbe avvenuta la sera seguente.
Il mattino dopo, Leo, io e Don ci stavamo allenando nel dojo, quando Splinter, uscendo sorridente dalla sua camera, ci porse i suoi regali.
-Avete onorato me e questa casa... Buon Natale, figli miei...- c disse.
Un abbraccio, un bacio sulla fronte e un regalo ciascuno.
-Maestro, potrei consegnare, da parte tua, il regalo a Mikey?- chiede Leo, con uno sguardo che non ispirava fiducia.
Aveva gli occhi stranamente felici, ma allo stesso tempo, intenti a continuare la sua "punizione" verso Michelangelo, il quale non era nella sua stanza.
Nonostante fossero solo le otto del mattino, del 25 dicembre, era, probabilmente, fuori a rinfrescarsi le idee con l'aria gelida e conoscendolo, stava sicuramente soffrendo...
-Leo- chiamò Donatello, mentre poggiò in terra il suo Bo.
Egli si voltò sorridente: aveva in mano entrambe le katana e al collo portava il medaglione dorato con una pietra azzurro cielo, al centro.
Don, al contrario, stringeva nel braccio destro, un libro spesso, dalla copertina dura, castano castagna, tutta intagliata di decorazioni dorate; era un album con i momenti più belli in 15 anni di fratellanza e di ninjitsu.
A me, il sensei mi aveva regalato un magnifico Sai, unico nel suo genere: aveva le tre lame di metallo, un acciaio lucente, affilate e taglienti. Il manico, piuttosto lungo, era bordato da una fascia rosso fuoco, con scritto, in caratteri neri e giapponesi "Fedeltà".
-Non trattare così Mikey... Lui non se lo merita... Ieri è stato solo un incidente!-.
Gli occhi del genio erano velati di profonde lacrime.
-NO!- tuonò Leo: -Mik deve capire che la via che sta vivendo, non sarà sempre così!-.
Detto questo, tornò ad allenarsi. Era freddo e... anche crudele.
Verso pranzo, le 12.30, Michelangelo non rincasò: a Leo non importava nulla e sia a me sia Don, ciò non piaceva affatto.
Quasi le sette di sera: April e Casey vennero di nuovo e ci portarono regali e saluti e poco dopo, rincasò Mikey, con una busta dorata e lucente in mano: c'erano dei regalini per tutti.
Ce li porse e per quanto potessero sembrare insignificanti, erano davvero importanti!
A me toccò una bustina trasparente con un bel fiococ rosso di raso, di cioccolatini finissimi al latte: i miei preferiti! 
Avevano un sapore fine e quel dolce sapore, si faceva strada nella mia gola.
Per Don, ci fu un modellino in miniatura del nostro tarta-furgone: era verde e anche radiocomandato!
-Non sapevo cosa regalarti... Così, per ringraziarti di essere un genio, ho pensato a questo furgoncino!- ammise il mio fratellino, con occhi carichi di tristezza, come se quello sarebbe stato il suo ultimo Natale.
Mikey non comprò nulla per lui e questo ci preoccupò molto: al maestro toccò un nuovo kimono, identico al suo, ma la bordatura delle maniche era non solo nera, ma in parte anche con fili dorati.
April ebbe un bellissimo ciondolo a forma di cuore, d'argento mentre Casey, Mikey comprò un CD nuovo di zecca di un famoso Rappista, che lui adorava tanto ma che a noi non piaceva.
-Tieni, Leo...- biascicò Mikey, sforzandosi di fare un sorriso: -Questo è per te...-.
-Perdi sempre tempo, muoviti e vai immediatamente ad allenarti!- tagliò corto lui, dandogli le spalle.
Mikey chinò il capo e appoggiò il pacchettino avvolto in carta azzurra, dai nastrini blu, sul divano e si tolse maglione, cappotto, sciarpa, guanti, cappello, pantalone e stivali.
-Perché fai così! Lo stai facendo soffrire e proprio a Natale!- ruggii, infuriato.
Non potevo sopportare un simile comportamento, specie se era di Leo.
-Perché sì!- sbraitò, dirigendosi con Don, nel dojo.
April, Casey e Spliter erano davvero tristi: un fratello che punisce in modo così prolungato il proprio fratellino? No, era assurdo!
Ci allenammo, ma Mikey sbagliò tre volte ad eseguire un calcio volante con ruota e verticale. Leo imprecò contro di lui in malo modo, ma quando a me cascò il "Pugnale Sacro" (così lo avevo chiamato!) in terra, Michelangelo eseguì una capriola laterale e si precipitò a raccoglierlo.
-Non sono mai stato un buon figlio per te, sensei...- disse mesto, con un sorriso amaro, guardando Splinter, basito: -Per voi, poco più che un bambino da accudire...- continuò guardandoci.
-Ora tutto finirà e... Buon Natale...-.
Detto questo... ebbe il coraggio di trapassarsi con la lama più lunga del Sai, il petto, all'altezza del cuore, mentre dalla sua bocca, fuoriscì del sangue...
Con un gemito, rimase in piedi, per poco...
-MIKEY, NO!- gridò Leo, precipitandosi piangendo con me e gli altri, su di lui...
Lo abbracciò con il cuore scuro, mentre calde lacrime rigarono anche i nostri volti sconvolti...
-Mi dispiace... Volevo solo farti capire che potevi essere un grande ninja, con l'impegno... E invece... MIKEY!-.
Le urla di Leo rimbombavano in tutta la tana, mentre i nostri pianti contornavano l'atmosfera cupa di quel momento.
-Dovevo darti il regalo di April e Casey e quello del maestro...- continuò-
-V... Vi... voglio... bene...- mormorò Mikey, prima di abbandonarsi all'abbraccio di Leo e chiudere gli occhi... definitivamente...
Inutili furono i tentativi di Don e del sensei di salvarlo... ora era una tartaruga felice... libera...
Leo aprì il regalo che gli aveva fatto Mikey: era un orsetto bianco, con una fascia azzurra sugli occhi e le katana sul dorso. Sulla pancina leggermente azzurrina, stava cucito: "AL MIO LEADER".
Lo sentimmo urlare di dolore... Splinter riaprì il regalo che aveva fatto per il suo figlioletto, come soleva chiamarlo: era una sfera trasparente, piccola, di cristallo purissimo.
All'interno, vi era una piccola foto con lui e Mik, piccolo, abbracciati felicemente...
Anche lui pianse...
Non avevamo lo spirito per festeggiare... Era tutto diverso e lo sarebbe stato... sempre...
Il regalo di April e Casey era un videogioco per PlayStation 2, che Mikey avrebbe sempre voluto: si trattava di "TMNT", roba di tartarughe ninja mutanti.
Ci salutammo, con il cuore che piangeva sangue...
Quello sarebbe stato l'inizio di un'immensa solitudine, durata in eterno...
Quello sarebbe stato il primo Natale senza Mikey...
  
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