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Autore: caterinacalardo    26/05/2014    0 recensioni
"Lui la guardò e urlando le disse ’TI AMO’ perché i ti amo migliori sono sempre quelli urlati ai quattro venti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Era una ragazza come le altre; bassina, capelli biondicci, occhi scuri. Lui era uno popolare invece, sempre circondato da ragazze. Si conoscevano da anni, ma la popolarità di lui gli aveva dato alla testa e avevano finito per odiarsi, in modo da chiudere quell’amicizia che per lei era diventata insostenibile. Ma si scambiavano spesso sguardi troppo intensi, c’era sotto qualcosa, c’era sempre stato sotto qualcosa, avevano solo cercato di nasconderlo a loro stessi come avevano sempre fatto.
Come ogni mattina Andrea andò a scuola, come al solito incontrò le sue amiche, con cui fece l’ultimo tratto di strada verso scuola, parlando di ragazzi carini, ogni giorno se ne inventava uno nuovo, cercava solo di dimenticare Francesco, le aveva spezzato il cuore, lui e la sua popolarità, ma ogni volta che si scambiavano uno sguardo, c’era sempre un sentimento diverso dentro di lei.
Francesco, stava aspettando i suoi amici al portone della scuola, ma forse non aspettava solo loro. Sapeva di aver rovinato tutto con Andrea, anche prima di averle potuto confessare ciò che provava per lei da ben molti anni. La guardava arrivare sempre, la fissava quasi, cercando di trasmetterle le sue emozioni. Stava lì a guardarla finché non varcava la soglia della scuola, la trovava così bella. Quella mattina qualcosa andò diversamente, mentre Francesco continuava a fissare Andrea, un ragazzo si precipitò da lei, prese il suo piccolo visino tra le mani e le stampò un bacio sulle labbra, che lei ricambiò anche se ne sembrava molto sorpresa.
Francesco sbiancò, si staccò dal muro e si buttò di peso sul ragazzo, dandogli un pugno sul naso. Lasciandolo steso a terra. Andrea non sapeva come reagire, Francesco la guardò aspettandosi che lo seguisse, ed invece lei rimase lì, ferma. Aveva voglia di andarla a prendere e portarla con sé, lontano e parlarle come non facevano da tanto. Intanto mentre Francesco se ne andava tutti i testimoni della vicenda si dileguavano, nessuno sembrava aver visto nulla. Anche Andrea si allontanò, dopo aver portato il ragazzo che l’aveva baciata in infermeria, ancora sconvolta.
Francesco corse, lontano. Una meta ce l’aveva, era l’unico posto in cui gli piacesse andare. Era lì, un vasto prato verde intorno a lui, raggi di sole gli illuminavano il volto, il cielo era limpido, si stese a terra a pensare. Andrea era spaventata, sapeva di dover parlare con Francesco, anche se di malavoglia, pensò a dove poteva essere scappato. Poi ebbe un’illuminazione. Il nostro posto!- pensò. Ci andavano sempre insieme. Si sedevano sull’erba, all’ombra della quercia dove erano incisi i loro nomi, e giocavano. Attaccò a correre, una volta lì riprese fiato, e si guardò intorno sicura di trovarlo lì. Ed infatti, era sotto il loro albero. Il petto si muoveva accelerato, sembrava quasi singhiozzare. Pian piano Andrea si avvicinò. Rimase lì a fissarlo, pensando al fatto che non era cambiato per niente. Stessi capelli sempre in disordine, stesso fisico magro ma muscoloso, era lo stesso dell’ultima volta.
Si sedette lì, accanto a lui e una folata del suo odore la fece sentire a casa. Lo chiamò, lui aprì gli occhi rossi di pianto e si sedette a gambe incrociate di fianco a lei. Si guardarono. Andrea si avvicinò a lui, Francesco allargò le gambe e tese le braccia. La ragazza si precipitò lì, come se fosse l’unico posto in cui si sentiva al sicuro. Rimasero così, stretti per un po’. Quando Andrea prendendo coraggio chiese il motivo del pugno a quell’altro. Francesco si allontanò da lei, le prese le mani e le disse:
-Bimba, passamelo il termine, so che non ti chiamo così da circa due anni, ma tu sei sempre rimasta la mia bimba. Rimarrai sempre la mia bimba. L’ho fatto perché non tollero che altre labbra sfiorino le tue, che altre braccia ti avvolgano. Perché vorrei essere io il ragazzo che guardandoti fiero la mattina ti prenderà tra le sue braccia e ti farà ridere. Ma tu.. tu stai con lui.
Andrea stava per piangere, mandò giù le lacrime e gli rispose:
-Fra’, tu hai tutte quelle ragazze. Tutti quei baci ogni giorno, io sono due anni che cerco di riunirci perché se non te ne fossi mai accorto io sono innamorata di te. Da più di 5 anni, e per quanto ti posso odiare, sei sempre l’unico che mi ha rubato il cuore..
Andrea si voltò a guardare le nuvole, Francesco le prese il viso, e con delicatezza posò le sue labbra su quelle della ragazza. Si staccarono.
Andrea sottovoce gli disse che lo amava, lui la guardò e urlando le disse ’TI AMO’ perché i ti amo migliori sono sempre quelli urlati ai quattro venti.
  
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