Fanfic su artisti musicali > The Janoskians
Segui la storia  |      
Autore: unjcornjai    26/05/2014    0 recensioni
- Ma tu...sei fantastico. Sai è da tempo che ti guardo e ora vorrei dirti tutto quello che provo per te. Quando ti ho vicino la mia vita sembra migliore, quando mi parli mi metti soggezione, quando sento il tuo nome sorrido come se fosse la cosa più naturale che mi venisse da fare. Poi la tua voce, quella è bellissima, e i tuoi occhi sono fantastici e il tuo sorriso fa invidia alle stelle da quanto è radioso. Non immagini nemmeno cosa darei per averti tutto per me, perchè io ti amo Jai, ti amo.- e poi vado, faccio quello che avrei voluto fare dalla prima volta che lo vidi.
Lo bacio.
E giuro, giuro che non avrei voluto lasciare quelle labbra per nulla al mondo.
È stato magico, la cosa più bella della mia vita.
Dire che è stato fantastico è riduttivo.
E sono felice.
Sono orgogliosa di me e di quello che ero appena riuscita a fare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jai Brooks, Luke Brooks, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Esco presto come tutte le mattine. L'aria è fredda ma non gelida, piacevole. Mi guardo attorno. Cammino nella solita via, costeggiata da ferraglie e pezzi di ogni cosa, dai rifiuti alle bici arrugginite.  Che schifo di posto. Ma non è che ci possiamo permettere molto, anzi, è giá un miracolo che abbiamo una casa. Gente povera come noi non conta nulla nella società, siamo il degrado e la malattia della città. Mi faccio pena da sola, chissà cosa pensano gli altri. A scuola ci vado raramente. Il fatto è che mi piace imparare ma preferisco farlo per conto mio, senza stare per cinque ore al giorno segregata in una classe con stupidi professori e stupidi alunni. Mi sembra di essere in gabbia, io invece sono libera, sono figlia della strada, fino da quando ero piccola. I miei genitori sono immigrati, quindi trattati senza un minimo di rispetto anche se abbiamo tutto in regola. Fanno fatica a trovare lavoro, mio padre svolge dei lavoretti per i ricchi di qua, mia madre sta a casa a badare ai miei fratelli più piccoli. E io faccio quello che posso per aiutare con le spese. A volte porto a casa soldi, oggetti da cui ricavare denaro. Spesso li rubo alla gente sul pullman o in treno. Non mi sento per nulla in colpa a rubare, mi viene quasi spontaneo, come se fossi nata per fare questo nella vita. Mi riesce anche facile sfilare i portafogli alla gente o distrarli mentre qualcuno della compagnia prende cose di valore. Penso che i miei sappiano che rubo ma non dicono niente, non fanno domande, loro accettano e basta, e a me va bene cosí. Siamo fatti tutti cosí qui. Mentre continuo a camminare vedo gli altri ragazzi del quartiere andare a scuola. Loro mi conoscono, sanno che sono la polacca bionda con gli occhi di ghiaccio. Sanno che sono ribelle. Sanno che devono stare attenti con me, nessuno si azzarda a riprendermi o a farmi notare che sbaglio, anche se lo faccio spesso. Sanno che sono Hayley.  Alcuni isolati più avanti scorgo la mia migliore amica Jasmine. Lei è come me, solo che non lo dà a vedere. Con quegli occhi scuri, i capelli color paglia e il suo modo di fare da principessa ha tutti i ragazzi della scuola ai suoi piedi. Poveri, non sanno che lei è lesbica. Ma nessuno lo sa, solo io e la gente della compagnia. Se lo venisse a sapere suo padre la farebbe fuori. Lui è uno che odia quelli come lei, è uno che la vuole perfetta, se gli dicessi che sua figlia fuma, che ha tatuaggi nascosti o che sta le notti sveglia in giro non mi crederebbe mai. Ma vabbè, alcune persone sono fatte cosí. Jasmine è quasi ricca e ha una casa bellissima. I suoi sono separati e lei vive con suo padre che è un ricco imprenditore, a volte va a stare con sua madre. Un po' la invidio, ma solo poco.  - Giorno Jas.- dico affiancandomi a lei. Mi lancia un'occhiataccia.  - Voglio dormire Hay. Non ce la faccio più ad andare a questo schifo di scuola, aiutami.- - Vuoi venire con noi oggi? Andiamo a fare un giro in centro, freghiamo un po' di turisti e poi andiamo a fare graffiti nel vicolo.-  - Se, magari. Se mio padre scopre che ho bigiato sono morta.- dice lei sospirando. La guardo dispiaciuta. Vorrei tanto venisse con me e gli altri.  - Dai, ci inventiamo una scusa!-  - No, davvero, non insistere, finirei per cedere. Vai e divertiti.- fa con un gesto.  - Va bene. Ciao e buona giornata.- rispondo con lo sguardo affranto. Faccio per andare che mi chiama. - Hay!- mi volto. - Bacio!- sorrido e torno verso di lei. Ci stampiamo un bacio sulla guancia a vicenda e Jas mi scompiglia i capelli.  Mi allontano felice. Rimarrà sempre la stessa. Raggiunti i ragazzi della compagnia, andiamo verso la fermata del bus. Ridiamo e scherziamo, parliamo ad alta voce. Le poche persone che non sono a lavorare o a scuola ci evitano sui marciapiedi, ci lanciano sguardi strani e squotono la testa. Me la prenderei a vedere certi comportamenti, ma sono abituata. Salgo e prendo un posto, vicino a me resta il vuoto. In verità nel raggio di un metro resta il vuoto. Dovremmo stare sul bus fino all'ultima fermata per beccare qualche soldo, cosí mentre aspetto che l'ambiente si riempia, tiro fuori le cuffie e accendo la musica.  Radioactive a palla. Amo quella canzone. Guardo fuori dal finestrino sporco. Osservo le persone e penso che vita hanno. Sicuramente migliore della mia. Oramai è un'abitudine, osservo ogni persona che vedo finchè non riesco a capire o almeno ad immaginarmi come vive, se ha una famiglia, se è felice. Prendo per esempio quella donna laggiù. Ha un cappotto elegante, sicuramente è ben messa a soldi, ha delle rughe attorno alla bocca, segno che ride molto. I capelli però sono un po' brutti, si vede la ricrescita, non ha abbastanza tempo per tingerli come si deve, avrà figli o comunque sarà molto impegnata. Woah, mi faccio paura, non so come riesco a capire tutte queste cose. Mentre sono quasi appiccicata al vetro sento qualcuno tirarmi via la cuffietta e la voce di un ragazzo cosí vicina al mio orecchio da farmi rabbrividire.  - È libero qua?- chiede. Mi giro afferrando l'auricolare cadente. Quel rincoscemo mi aveva fatto spaventare e mi aveva interrotta dai miei pensieri. Come minimo lo dovrei uccidere. Mi volto e trovo il suo viso ad una spanna dal mio.  - Sí, è libero.- dico veloce e scura in viso. Distolgo subito lo sguardo, sono imbarazzata e non so nemmeno il perchè. Sento che lui sorride e si lascia cadere sul sedile. Sospira. Allora mi azzardo a guardarlo bene.  Caspita, il primo ragazzo che non conosco che mi si siede vicino nel bus.  Ed è pure carino.  Una specie di miracolo.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The Janoskians / Vai alla pagina dell'autore: unjcornjai