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Autore: Ambros    26/05/2014    2 recensioni
-Kurt piange in silenzio, e questa forse è l’unica cosa di lui che odio, senza nessuna riserva.
Kurt piange in silenzio, come se anche il dolore dovesse fermarsi ed essere rispettoso di fronte ai suoi occhi limpidi, che sembrano degli specchi quando sono lucidi.
Kurt piange in silenzio.
I suoi occhi si riempiono fino all’orlo senza che sul suo viso si muova un muscolo, e basta che abbassi le palpebre perché le lacrime gli scivolino silenziosamente sulle guance, lasciando una scia bagnata. Cadono, intaccando quella sua pelle di marmo, gli finiscono sulle labbra delicate e poi sul maglione. Senza che il suo petto sia scosso da un singolo singhiozzo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Because I love his smile, unconditionally.

Grazie, Elena. (aka Locked).
E grazie S. Non vedo l'ora che cominci a pubblicare le tue storie *-*



 
Kurt non piange quasi mai.
O meglio, non piange mai di fronte agli altri. Nemmeno di fronte a me.
Quando era più piccolo – al liceo, per esempio – non si era mai fatto problemi di questo genere, ma ora che è cresciuto è cambiato qualcosa. Una volta ne abbiamo parlato; mi ha detto con un sorriso sardonico che si è stancato di avere pubblico quando piange, che gli occhi gli diventano incredibilmente rossi e ha bisogno di stare da solo per calmarsi.
Credo sia una delle cose che amo e odio di lui.
Come odio e amo la sua fissazione per i vestiti ordinati secondo la scala cromatica. Come odio e amo il suo sarcasmo, quando lo usa per essere cattivo perché è ferito. Quello è il sarcasmo che fa più male, proprio perché so che è ferito  lo sta usando contro di me. Di solito mi fa semplicemente ridere. Come odio e amo i suoi occhi quando sono arrabbiato, o le sue labbra quando sto cercando di concentrarmi. Come odio e amo quei pantaloni stretti quando siamo in mezzo ad una folla, e mi sembra che tutti gli sguardi siano puntati su di lui, e ancora sento il bisogno di farmi avanti e urlare che lui è mio.
Odio e amo che Kurt non pianga più di fronte a me – che, quando lo fa, senta il bisogno di voltare il capo dall’altra parte e di allontanarmi dai suoi occhi. Non credo che saprei spiegare esattamente il perché. È solo una di quelle cose che odio, perché vuol dire che mi sta chiudendo fuori, come se fossi qualcosa di troppo, come se non potessi stare semplicemente lì e aggrapparmi alle sue spalle finché il dolore non sarà passato. Eppure la amo, perché è uno dei modi che ha lui per proteggermi da quello che gli si sta agitando dentro – sono passati tanti anni, eppure continuiamo ad essere convinti che abbiamo ancora bisogno di proteggerci l’uno dall’altro, che possa davvero succedere qualcosa che ci allontanerà e ci farà scappare.
Kurt piange in silenzio, e questa forse è l’unica cosa di lui che odio, senza nessuna riserva.
Kurt piange in silenzio, come se anche il dolore dovesse fermarsi ed essere rispettoso di fronte ai suoi occhi limpidi, che sembrano degli specchi quando sono lucidi.
Kurt piange in silenzio.
I suoi occhi si riempiono fino all’orlo senza che sul suo viso si muova un muscolo, e basta che abbassi le palpebre perché le lacrime gli scivolino silenziosamente sulle guance, lasciando una scia bagnata. Cadono, intaccando quella sua pelle di marmo, gli finiscono sulle labbra delicate e poi sul maglione. Senza che il suo petto sia scosso da un singolo singhiozzo.
È una cosa che odio. Soprattutto quando litighiamo.
Lui si chiude in camera nostra o nel bagno, io rimango in cucina o in salotto, con le mani affondate tra i capelli a camminare nella stanza, e non sento niente.
Passano dieci minuti, mezz’ora, un’ora. C’è ancora silenzio, e io penso che si stia sfogando prendendo a pugni un cuscino, che stia sfogliando febbrilmente una rivista per cercare di calmarsi – quello che faccio io, insomma.
Litighiamo sempre per cose così sciocche.
Ma non è sempre così.
A volte esce dalla camera in cui si era rinchiuso e discutiamo ancora, chiariamo. E io sento la sua voce più rauca, vedo i suoi occhi rossi e la pelle ancora intaccata dalle lacrime salate. Capisco che ha pianto, anche se lui non vorrebbe.
Mi infurio e basta; non con lui, più con me stesso, credo. Perché non me ne sono accorto, perché non ero a dirgli che non ne valeva la pena. Che a sorridere ci vogliono molti meno muscoli, quelle cazzate lì. Una cosa del genere lo farebbe ridere subito.
Kurt piange in silenzio, e io singhiozzo come un bambino. Con gli occhi chiusi forte e i pugni stretti, che deve venire lui a posarmi le mani sulle dita per evitare che mi faccia male ai palmi.  
Quando ci siamo lasciati la prima volta che lui venne a New York, dovetti stare con una benda sulla mano per quattro giorni.
Credo che siano cominciati da lì i suoi pianti silenziosi - dalla volta in cui l'ho tradito. Forse è per questo che li odio tanto.
Mi ricordo che eravamo sdraiati nel letto, a notte fonda, ci stavamo dando le spalle - cosa che non capitava mai, non a noi - e io non lo potevo vedere. Ma il materasso lo sentivo, ed era leggermente scosso da tremiti quasi impercettibili. Per un po', nella mia mente, quei tremiti erano stati originati dal mio pianto, ma poi mi sono ricordato: quella notte io non ho pianto. Ho pianto la sera prima e i giorni dopo, ma non quella notte. Forse mi sembrava egoista farlo di fronte a lui. Ma credo sia partito da lì.
Kurt ha cominciato a piangere in silenzio quando ha capito che non avrei potuto aiutarlo nemmeno se avesse urlato.



*



Se c'è un'altra cosa che amo e odio di lui, forse è il fatto che lui riesce ad essere infinitamente bello anche quando piange.
È una di quelle persone che piangono in maniera composta - sembra quasi un ossimoro? -, i suoi occhi sono resi ancora più luminosi dalle lacrime, le sue guance e la punta del suo naso si colorano lentamente di un rosa acceso.
È una cosa che amo perché è semplicemente lui, costantemente e inconsapevolmente bello in qualsiasi momento; ma è una cosa che odio, perché vederlo piangere è come veder piangere una meravigliosa opera d'arte. Potete immaginare Amore che accoglie Psiche tra le proprie braccia e piange? Sarebbe sbagliato.



*



La verità, alla fine, è che io sono una persona egoista, e in quanto tale ritengo che Kurt non dovrebbe piangere. Mai.
Diciamo che potrebbe farlo se fossero lacrime di gioia - ma non succede quasi mai; per essere esatti, diciamo che Kurt non dovrebbe mai avere alcun motivo di piangere. Sì, così può andare.
Per essere ancora più esatti: mi chiamo Blaine Anderson, ho 27 anni. Sono sposato da sei anni con un uomo meraviglioso che non piange di fronte agli altri - eccetto che di fronte al nostro gatto, io credo. E chiamatemi uno sciocco romantico - Kurt ha sempre pensato di essere lo sciocco romantico della relazione, ma sappiamo benissimo entrambi che non è così -, ma credo che uno dei principali scopi della mia vita sia far sorridere Kurt. Sempre.
Perché amo il sorriso di Kurt incondizionatamente.











***

Note:
Preferirei non commentare questa cosa. Beacuse of ... reasons.
Se avete dubbi o perplessità, chiedete pure, comunque :)
Mi fate sapere?
Un bacio.




 
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