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Autore: Lullaby Vitrium    26/05/2014    0 recensioni
"Ero lì, seduta in quel parco dove trascorrevo la maggior parte delle mie giornate a riflettere e ad ammirare la natura godendomi quella leggera brezza mattutina, quando vidi un ragazzo provenire in lontananza... A poco, a poco giunse davanti a me, era una persona che sicuramente proveniva da un'altra città, indossava vestiti completamente diversi dai nostri, addirittura parevano essere di un'altra epoca, aveva indosso un hakana e degli indumenti simili alle divise dei Samurai della milizia Shinsengumi. Aveva i capelli lunghi neri raccolti in una coda di cavallo e gli occhi castani, molto profondi avvolti da una tristezza inimmaginabile. Aveva uno sguardo sconvolto, le lacrime gli rigavano il volto, era pieno di sangue, sembrava avesse combattuto in una battaglia cruciale."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero lì, seduta in quel parco dove trascorrevo la maggior parte delle mie giornate a riflettere e ad ammirare la natura godendomi quella leggera brezza mattutina, quando vidi un ragazzo provenire in lontananza... A poco, a poco giunse davanti a me, era una persona che sicuramente proveniva da un'altra città, indossava vestiti completamente diversi dai nostri, addirittura parevano essere di un'altra epoca, aveva indosso un hakana e degli indumenti simili alle divise dei Samurai della milizia Shinsengumi. Aveva i capelli lunghi neri raccolti in una coda di cavallo e gli occhi castani, molto profondi avvolti da una tristezza inimmaginabile. Aveva uno sguardo sconvolto, le lacrime gli rigavano il volto, era pieno di sangue, sembrava avesse combattuto in una battaglia cruciale.
Guardandomi negli occhi mi disse: << Perché? Perché mia Regina ci avete abbandonato? Non significhiamo nulla per voi? >>. Ebbi un attimo di smarrimento. Rimasi stupita, destabilizzata a quelle parole. Mi ricomposi dopo qualche istante, gli risposi: << Io non sono una regina, sono solo una studentessa! E poi per quale motivo una regina dovrebbe abbandonare il proprio regno? Non ha senso! E poi come sei vestito? Perché sei ferito? >>. A sua volta replicò: << Vi state prendendo gioco di me? Proprio di me, che io sono il suo più umile servitore, sono il solo a lottare per la Sua vita, mia Regina! Siamo in corso di una battaglia e c'è bisogno di voi! Deve ritornare con noi! Ci sono numerosi feriti e siamo in svantaggio, c'è stata un'imboscata... la prego, ritorni da noi! >>. Mi shoccò. Perché continuava a chiamarmi regina? Aveva bevuto troppo e sbattuto la testa da qualche parte? A guardarlo sembrava abbastanza lucido. Non riuscivo a capire, doveva esserci una spiegazione a tutto ciò. << Scusami, ma guardati intorno, sai dove ti trovi? Ti sei perso? Qualcuno ti ha picchiato? >> gli chiesi e lui ribatté: << Perché non volete capire? Ci avete tradito! Noi avevamo fiducia in voi...>> fece una breve pausa, si guardò intorno e con lo sguardo turbato proseguì << dove mi trovo? Questa non è la città dove vivo! E perché, mia regina, avete quegli abiti strani? Il vostro kimono dov'è finito? Perché mi trovo qui? >>. Come posso saperlo? Come posso aiutarlo? Pensai. << Ti ricordi cosa stavi facendo prima di trovarti qui? >> gli domandai. Nessuna risposta. Mi fissò con lo sguardo perso nel vuoto. Che tristezza deve provare...
Dopo qualche minuto di silenzio disse: << Ora ricordo... mentre lottavo qualcuno mi colpì alle spalle, caddi al suolo e non so per quanto tempo restai privo di sensi... >> si interruppe, abbassò lo sguardo e riprese << quando mi svegliai i nemici non c'erano più, molti dei nostri uomini sono feriti gravemente o morti, pochi sono usciti illesi. Per fortuna le donne e i bambini sono in salvo, siamo riusciti a trasportarli ad Okinawa prima che accadde l'assalto al nostro regno... abbiamo lasciato un gruppo di donne in grado di curare i feriti in una stanza segreta, cosicché potessero tornarci utili in caso di conflitti. Nonostante le ferite sono riuscito a portar loro i lesi e ho incaricato di scavare una fossa e di celebrare il rito d'addio per le anime defunte per far sì che il loro spirito possa stare in pace. >>. Mi rabbrividii. << E non ricordi altro? Non sai come sei giunto in quest'epoca? >> domandai. << Epoca? Non siamo della stessa epoca, mia regina? >> chiese a sua volta. Non lo sopporto quel termine: “regina”. Perché mai si ostina a chiamarmi così? << Guarda meglio i miei vestiti! Ti pare che siamo entrambi della stessa epoca?! Indosso l'uniforme scolastica.. e tu l'uniforme dei samurai.. Ai giorni d'oggi non esistono più i samurai. Certo, c'è ancora un' imperatrice, ma è completamente diverso dai tuoi tempi! Saranno passati più di cinque secoli ormai... >>. Continuò << Cinque secoli? È impossibile! Io ero nel nostro regno e sono arrivato in questa terra strana da poco seguendo una strana luce che mi ricordava voi... ero convinto che se l'avessi seguita vi avrei ritrovata e così è stato! Ora sono dinnanzi a voi! E non c'è gioia più grande di questa! >> gli si illuminarono gli occhi. << Smettila di chiamarmi così! Non sono colei che cerchi! E ficcati in testa che non sei più nel tuo mondo! Ma adesso che sei qui devi completamente cambiare modo di parlare e quei vestiti. Stai dando troppo nell'occhio! Andiamo a casa mia. Seguimi >> sbraitai.

 

Davanti casa, osservai l'espressione facciale di quel ragazzo, era sempre più shoccato. Non capii il motivo del suo turbamento. Rimase immobile per un breve periodo, si girò verso di me e disse: << Siete voi! Siete veramente voi! Quella luce mi ha portato veramente da voi! E questo è il nostro castello! >>
<< Ancora con questa storia... >> mormorai. << Non è un castello, è la mia casa! Era la casa del nonno e mio padre l'ha ereditata dopo la sua morte... (ce la tramandiamo da generazioni), è grande e molto spaziosa, questo è vero, ma dubito che sia stato un castello in precedenza... l'avremmo saputo! Il nonno ce l'avrebbe detto! >>
<< Questo è il castello della mia regina! Lo riconoscerei lontano anni luce! E voi siete la mia regina! Siete uguale alla mia regina! Non potrei mai sbagliarmi su questo! Forse siete stata rapita e avete perso la memoria... ma vi assicuro che voi siete la mia regina! Quindi non sono io ad essermi perso... è questa città che è stata vittima di un sortilegio! Mi chiedo come possa essere successo, nemmeno due ore fa ero nel nostro regno e tutto era normale, ma ora... sembra tutto diverso, a parte il castello... >>.
<< Dì un po', ma mi ascolti quando parlo? Perché ti ostini a ripetere le stesse cose? Odio parlare invano! Se fossi una regina avrei sempre ragione! E i miei sudditi mi obbedirebbero indipendentemente dalla loro opinione e farebbero qualsiasi cosa per la volontà della regina! Che razza di suddito saresti?! Pfff! >>.
Finalmente udite queste parole si calmò... non aprì bocca. Colsi questo momento di quiete per entrare in casa. Tolsi le geta kiri (infradito) e le lasciai all'entrata, così fece anche lui. Andammo nello studio di mio padre. Mio padre lavorava con antichi documenti e manoscritti e spesso faceva delle ricerche su avvenimenti passati. Nel suo studio c'era una gigantesca libreria ricca di libri ed enciclopedie sulla storia degli eventi del mondo, su eventi straordinari e libri di fantascienza, i miei preferiti. Io la chiamavo “la biblioteca personalizzata della casa Kaneyoshi”. La scrivania era seppellita dai manoscritti che probabilmente dovevano essere ancora tradotti, a fianco ad essi si trovavano il suo computer, una lampadina e una lente di ingrandimento. Qualche volta capitava che, dopo aver finito di studiare o nel tempo libero, scendevo per fargli compagnia o per portargli qualche spuntino e spesso mi cimentavo nella lettura senza sosta. A confronto delle altre ragazze, mi ritenevo fortunata ad avere un padre che lavorava a casa, raramente doveva recarsi fuori città per lavoro.
Non appena il ragazzo si presentò mio padre si stupì. Keisuke Kawashima, questo era il suo nome.
“Keisuke Kawashima? Chissà perchè mi è familiare” disse mio padre.
Keisuke rispose: “Sono un samurai a capo dell'imperatrice, ho il dovere di proteggerla e di difendere il regno dagli attacchi dei nemici. Sono pronto a morire per la mia missione! Sono qui per riportare indietro la mia regina, dopo averla cercata a lungo...” si interruppe guardando lei e proseguì “l'ho trovata”. Sosuke rimase in silenzio a pensare... aveva già letto il suo nome da qualche parte. Dopo aver fatto mente locale, andò a cercare dei volumi inerenti ai samurai. Dopo averli sfogliati attentamente uno ad uno, trovò quello che riguardava Keisuke.

  
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