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Autore: Ausel    26/05/2014    11 recensioni
Perché Harry Potter e Draco Malfoy sono chiusi insieme in un ascensore?
[Questa fanfiction si è classificata seconda al contest "Blackout Slash Contest - Chiusi nell'ascensore", quarta al "Kiss contest" (indetto sul forum di Disegni e Parole, di cui trovate il link all'interno) e partecipa ai contest "Un lampo di... originalità!" e "Top of the Shots".]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Cosa sappiamo di lei?» 
Ygor estrasse una pergamena stropicciata dal borsone e iniziò a leggere. «Emily Hatbook, 23 anni al momento del decesso. Maganò residente a Londra. Morta in condizioni sospette tra la notte del 23 maggio e la mattina del 24 maggio di quest' anno. Nessuna presenza di ferite o lesioni sul cadavere.»
Harry annuì. «Probabilmente hanno usato la Maledizione senza perdono.»
«Non ne sarei sicuro, se permetti. Secondo la ricostruzione dei fatti, quando la donna è stata uccisa non si trovava da sola. Con lei c'era un uomo, un Babbano. Ha detto di non aver sentito nulla, limitandosi a trovare il corpo così com'è ora.» Potter lanciò un' occhiata veloce al pavimento, candido, su cui giaceva Emily Hatbook. «Nessun'arma, nessun oggetto appuntIto. Le finestre della stanza erano chiuse. Godeva di un'ottima salute. Non c'è niente che possa far pensare ad una morte Babbana.»
«Okay. Avete chiamato il San Mungo?»
«Sì, dovrebbero mandarci un operatore che si occupi dell'autopsia. Sarà qui a momenti.»

 

 ****

 

«E così lavori al San Mungo.» Il giovane non diede segno di aver sentito e continuò a esaminare la donna. «Ti occupi di...»
«Lesioni da incantesimi. Fatture ineliminabili, maledizioni, applicazione errata di incantesimi eccetera. Un lavoro che richiede silenzio e concentrazione, Potter.» Rispose seccamente il biondo.
L'Auror sbuffò e continuò a prendere appunti.

 

 ****


Non si rivolsero la parola per i successivi quarantacinque minuti, fino a quando Harry uscì dall'appartamento, chiudendosi la porta alle spalle, e dirigendosi verso l'ascensore.
«Cosa spinge il Ragazzo Che è Sopravvissuto a scegliere un comune marchingegno Babbano, piuttosto che un paio di sane scale?»
«Il fatto che siamo al settimo piano, Malfoy.» Un rumore metallico ne annunciò l'arrivo. «Tu che fai?»
Lo sguardo di Draco passò per qualche secondo dal ragazzo alle scale e dalle scale al ragazzo, prima di avvicinarsi a quest'ultimo.
Appena entrambi furono dentro, Harry premette un tasto e l'ascensore iniziò a muoversi. Si trattava di un rettangolo di pochi centimetri quadrati, con uno specchio al centro e un pavimento rosso. L'aria che si respirava all'interno era piuttosto tesa. I due uomini stavano l'uno opposto all'altro, la schiena appoggiata alle pareti e gli occhi intenti ad ammirare le proprie scarpe. 
«Che fino ha fatto Weasley?» domandò Malfoy, dopo un periodo che sembrava essere durato un'eternità. «Oh, uhm. Si è sposato, con Hermione. Ma credo che tu lo sappia già. Fa l'Auror, adesso. Anche lui.»
«Allora, perché non l'ho visto?»
«Non ci affidano sempre gli stessi incarichi.»
Draco ghignò. «Hanno capito che insieme portate solo guai.»
«Tipo salvare il Mondo Magico da un dittatore che, se non sbaglio, era solito indire incontri a casa vostra.»
L' altro aprì la bocca per ribattere, ma s'interuppe quando la luce iniziò a vacillare. «Che succede?»
«Non lo so.» Improvvisamente, l'ascensore si fermò e la cabina fu invasa dal buio. «Dev'essere un blackout.»
«Lo sentivo che dovevo andare a piedi, non dovevo lasciarmi convincere da un Grifondoro! Forse sto perdendo colpi.»
«Io non ho fatto niente!» rispose Harry, stizzito.
Malfoy scosse la testa e sfilò la propria bacchetta dai pantaloni. «Lumos.»

 

 ****

 

«Che ore sono?»
«Cinque minuti più tardi dell'ultima volta che me l'hai chiesto, Malfoy.» 
Draco sbuffò. «Mi sono stancato di aspettare.»
«Non mi sembra che tu sia riuscito ad aprire la porta, dunque non vedo molte altre opzioni.»
«Io ho un impegno.»
«Quale?»
«Non sono cose che ti riguardano, Potter. »
«E sinceramente non m'interessano neanche, volevo solo essere educato.»
Il biondo guardò la propria immagine nello specchio e si passò una mano tra i capelli. 
«Insomma, ormai siamo adulti.» continuò Harry. «Dovremmo cercare di comportarci come due persone mature.»
Draco si voltò e lo fissò. «Tu ti senti una persona matura?»
«Sì. Ho un lavoro, una casa, tre splendidi figli e...»
«La Weasley?» domandò Malfoy.
Harry parve improvvisamente a disagio. «Oggi sei fissato con i Weasley?»
«Nemmeno in un'altra vita. Cercavo di essere gentile, sai. Qualcuno prima ha parlato della possibilità di comportarci come persone mature.»
«Essere maturi non significa infilare il naso negli affari altrui.»
«Allora non pretendere che ti dica qual è il mio impegno.»

 

 ****

 

«Mi ha lasciato.»
«Di che parli?»
«Di Ginny.»
«Oh,» Draco sembrò indeciso su cosa rispondere. «mi dispiace.»
Harry sorrise. «Non ci credo.» 
«Perché me l'hai detto? Della Weasley, intendo.»
L'altro scrollò le spalle. «Così. Tanto, prima o poi lo verranno a sapere tutti.»
«Uhm, okay. Immagino che adesso crederai che io mi senta in debito e che ricambi raccontandoti del mio impegno.»
«No.»
«Penso che ormai sia tardi. Sicuramente. E non era nulla di sconvolgente, Potter. O perlomeno, niente che potesse accrescere la tua posizione come Auror.»
Harry socchiuse gli occhi. «Cosa intendi dire?»
«Beh, non mi è sembrato che quell'altro - Ogor, Agor, un nome simile.- ti trattasse come l'Imprescindibile Salvatore del Mondo Magico. Sei sicuro di essere portato per questo lavoro?»
Il ragazzo sbuffò. «Ygor è così. E non riesco a immaginare di fare qualcosa che non sia cacciare maghi oscuri.»
«Infatti, figuriamoci.»
«Si può sapere che problemi hai, Malfoy?»
«Io nessuno, Potter.»
«Senti, nemmeno a me fa piacere essere chiuso in un ascensore con una persona che non ho mai sopportato, okay? Preferirei mille volte di più essere con Ron, Hermione o chiunque non abbia la tua faccia. Non è colpa mia se non sei andato a piedi, se l'unica cosa che ci dà luce è la tua bacchetta e se non ti sei presentato al tuo maledettissimo appuntamento! L'unica cosa che vorrei è uscire di qua e tornarmene a casa! » Quando Harry riprese fiato si sentì leggero. Draco, invece, non aprì bocca.

 

 ****

 

Possibile che ci volesse così tanto per rimediare a un simile blackout? Ormai erano bloccati da più di un' ora e non c'era stato nessun segnale che facesse pensare che qualcuno stesse cercando di rimediare al problema. Probabilmente, pensò Harry, non c'era nemmeno qualcuno che sapesse di loro.
Dopo aver detto, -beh, forse più "urlato"- a Draco ciò che pensava, non si era più sentita volare una mosca. Per quanto le sue parole potevano essere state indubbiamente sincere, così come il rancore che aveva dentro, quando ti ritrovi chiuso in un ascensore - si disse - il bisogno di parlare aumenta incredibilmente. Ma rompere il ghiaccio che si era di nuovo formato tra i due, sempre che l'avessero mai spezzato, avrebbe avuto lo stesso significato,di una bandiera bianca. Ed entrambi erano troppo orgogliosi per farlo.
Nonostante ciò, stranamente, il primo a dare segni di cedimento fu il biondo. L'aria fattasi ormai pesante l'aveva indotto a togliersi il lungo camice del San Mungo, rimanendo con una semplice camicia bianca, e a sedersi sul pavimento rosso.
«Okay.»
«Cosa?»
«Okay Potter, hai ragione.»
Il ragazzo non rispose.
«Anche io vorrei solo essere a casa.»
Silenzio.
«Potter!»
«Cosa c'è?» Harry si voltò e fissò l'altro con uno sguardo ostile.
«Ti ho chiesto scusa, potresti almeno considerarmi.»
«Le tue scuse non ci aiuteranno a uscire.»
«Lo so.» 
«....»
«Comunque, l'impegno... Dovevo solamente incontrare Pansy, tutto qua.»
«Okay.»
Il biondo sbuffò. «Cosa devo fare per instaurare un minimo di dialogo?»
«Malfoy. No, aspetta. Draco, sì.» Harry sospirò. «Non ci siamo mai sopportati e l'ultima volta che ti ho visto è stata anni fa. Io.. Posso capire che non ti piaccia questa situazione, anche per me è lo stesso. Però non puoi pretendere che adesso ti tratti come un amico solo perché ti sei scusato e mi hai confessato che esci con Pansy.»
«Io non esco con Pansy!.»
«Ma l'appuntamento...?»
«Non era un appuntamento, era solo un incontro!»
«Allora perché tutto questo mistero?»
Draco sbuffò.«Volevo semplicemente sembrare quello di una volta.»
«Uhm... Non capisco.»
«Potter. No, Harry. Merlino, se qualcuno mi vedesse... Insomma, guardami! Dopo la Seconda Guerra i miei sono fuggiti senza troppi complimenti e alla fine che n'è stato di me? Un semplice operatore in un ospedale!»
«Beh, sempre meglio che ad Azkaban.»
Un' occhiata fulminante fece cogliere ad Harry l'infelicità della sua battuta.
«Scusami. Comunque dai, ci sarà qualcosa del vecchio Malfoy, no? Vorrei dire, oggi mi hai insultato parecchie volte!»
«Wow.»
«E gli altri Serpeverde? Non vi sentite più?»
«Metà di loro avevano genitori Mangiamorte o comunque al servizio dell' Oscuro Signore. Sono scappati quasi tutti.»
«Ah. E non hai una ragazza?»
«Per la miseria, Potter! Io sono gay!»
Harry rischiò per un attimo di perdere l'equilibrio e dovette aggrapparsi allo specchio per non cadere. «Anche tu?!»
«Perché, chi altro lo è?»
«Nessuno, nessuno.»
«Non costringermi a usare la Legimanzia, Potter.» Draco si avvicinò minacciosamente all'altro. 
«Da quanto la conosci?»
«Abbastanza perché possa usarla contro di te.» 
«Non ti servirà, Malfoy. Ultimamente ho fatto progressi con l'Occlumanzia.» Menti Harry, spudoratamente.
«La Weasley, certo! Ecco perché ti ha lasciato!» 
«Per Merlino, no!»
«Non l'avrei mai detto.» Gli occhi del biondo si fecero improvvisamente accesi. «Appena lo saprà Pansy....»
«Non è Ginny!»
«... non smetterà più di ridere...»
«Ti ho detto che-»
«.. . sicuramente, lo racconterà a tutte le sue amiche...»
«Smettila!»
«... diventerà il gossip dell'anno...»
«SONO IO!»
«Cosa?» Draco sbattè ripetutamente le palpebre.
«Sono io quello gay, non è Ginny. »
«Oh. Beh, adesso la notizia avrà ancora più successo!»
«Ti prego, no...»
«Ehy,» La voce del biondo divenne stranamente calda. «stavo scherzando.»
«Oh.»
«Per quanto possa essere fruttuoso sapere che il salvatore del Mondo Magico è un finocchio, non lo dirò a nessuno. Ma non ti ci abituare, lo faccio solo perché siamo messi nello stesso modo. »

«Grazie.» Harry sorrise e porse il mignolo a Draco. «Segreto tra gay?»
«Segreto tra gay.»

 

 ****

 

«Che ore sono?» 
«Mezzogiorno, non respiriamo aria sana da centoventi minuti esatti.»
«E per quanto ho dormito?» 
Harry controllò il proprio orologio. «Mezz'ora.»
«Non ne posso più.» 
«Nemmeno io.»
«Potter?» 
«Sì?»
Il viso di Draco assunse un'espressione indecifrabile. «Anche Weasley, cioè lui non lei...»
«No. È sposato con Hermione, te l'ho detto.»
«Sì, giusto.»
«Malfoy?»
«Cosa?»
«Ecco... Non avresti dell'acqua?» 
Il biondo s'irrigidì. «Acqua? E per farci cosa?»
«Per berla, ho sete.»
«Io... Aspetta, forse ho qualcosa.»
Draco aprì il borsone del San Mungo e ne tirò fuori una bottiglietta di plastica. «Tieni.»
«Grazie.» Harry l'afferrò e bevve un lungo sorso, prima di ripassarla al vicino che, dopo averla fissata a lungo, pulì la parte superiore con una manica della camicia e si rinfrescò a sua volta.
«Ti faccio schifo?» 
«No, no, è solo che.. Cioè... Capisci, vero?»
«Ti faccio schifo.»
Draco sbuffò. «Mi fa schifo la tua saliva.»
«Un attimo, devo riprendermi. Mi hai appena detto che non ti faccio schifo?»
«Sto perdendo colpi, penso si sia capito.»

 

****

 

«Draco?»

«Chi ti ha dato il permesso di usare il mio nome?»

Harry alzò le spalle. «La mia coscienza. O preferisci che ti chiami "Colui - Che - Non - Deve - Essere - Nominato" ?»

«"Malfoy" non era male, mi dava un non so che di autoritario.»

«È troppo lungo.»

Il Ragazzo Con Tanti Nomi sospirò. Quanti ne aveva fatti, di sospiri, da quand'erano lì dentro? «Okay. Che vuoi?»

Harry assunse un'espressione pensosa. «Stavo pensando: Se la mia persona non ti fa schifo, tecnicamente non dovrebbe farti ribrezzo nemmeno la mia saliva.»

«Ancora con questa storia? È davvero così importante, per te?»

«Era una semplice constatazione.»

Draco fissò Harry. «A te fa schifo, la mia?»

«Non molto più della tua persona.»

«Potter?»

«Uhm?»

«Vuoi baciarmi?»

Il Prescelto divenne rosso come un peperone e distolse subito lo sguardo. «Perchè me lo chiedi?»

«Tutto questo interesse per la tua saliva.»

«Un bacio non dev'essere necessariamente bagnato.»

Draco tossichió. «Hai mai baciato un ragazzo? Cioè, intendo un maschio.»

«Tu?»

«Non si risponde a una domanda con un'altra domanda.»

Harry deglutì. «No.»

«Okay.»

«Tu?»

Draco si mordicchiò un'unghia. «Una volta.»

«Com'è stato?»

«Beh... Particolare».

«Capisco.»

«Harry?»

L'utilizzo del proprio nome non sfuggì all'altro.

«Cosa?»

«Non hai risposto alla mia domanda. La prima.»

«Oh.»

Malfoy gli si avvicinnò e Harry non poté fare a meno di sentire una stretta alla gola.

«Io... Sarebbe interessante.»

«Interessante?»

«Sì.»

Harry si rese conto che Draco tremava leggermente. 

«E poi torneresti a odiarmi?»

«Io non ti sto odiando.» Rispose, prima di colmare definitivamente la distanza che separava loro.

Sembravano passati secoli, dai tempi di Hogwarts. La Seconda Guerra era ormai finita, il nemico ucciso e gli studenti avevano preso strade diverse. C'erano Ron e Hermione, che facevano dei litigi un pane quotidiano ma che quando terminavano si cercavano più di prima. C'era Ginny, che aveva dato a Harry tre figli per cui avrebbe venduto l'anima, pur di vederli felici, ma con cui il ragazzo non riusciva più a capirsi. E poi c'erano Luna, Neville, Dean e migliaia di altre persone persone, vive o meno, che avevano lottato per cio in cui credevano. Però in quel momento, in quell'ascensore, c'erano solo due ragazzi forse non più molto giovani, che avevano in comune più di quabto potessero o volessero immaginare. La vita - aveva detto una volta Hermione - è un continuo ballo in maschera. Ne portiamo tutti una, ma prima o poi cadrà. Forse non tutta, ma quanto basta perchè si possa vedere il vero volto di chi ci sta di fronte. E quello che Harry stava baciando era un viso segnato dal dolore, dalla solitudine e dalla frustrazione. Eppure, quando si staccarono, giurò di aver visto un sorriso. Sincero.

 

 ****

 

«Allora, la mia saliva fa così schifo?»

Draco si grattò il mento. «Pensavo peggio.»

Harry rise e posò di nuovo le proprie labbra su quelle del compagno.

«Cerca solo di non abbondare, devo farci l'abitudine.»

Il Prescelto scosse la testa, prima d'immobilizzarsi di colpo.

«Che succede?»

Harry non rispose.

«Potter, non farmi preoccupare.»

«Draco.»

«Cosa?»

«...»

«Parla o userò la tua lingua in un modoo diverso da come l'ho usata prima.»

«...Perchè non ci siamo ancora smaterializzati?»


   
 
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