Louis
Tomlinson ha bevuto un paio di sex on the
beach di troppo quella sera, se ne rende conto perché non riesce a prendere
sonno a causa di un pensiero inopportuno e fastidioso che sta assorbendo tutta
la sua attenzione. È innervosito, perché gli è chiaro come la pelle delle cosce
tornite di Harry Styles di essere caduto in quella che lui chiama sbronza Aristotelica (tanto per
fare l’intellettualoide, in realtà non ricorda nemmeno se Aristotele fosse greco o
latino…) la quale lo costringe ad interrogarsi sui massimi perché della vita.
Perché nasciamo, perché viviamo, perché moriamo… Quella sera è un dubbio nuovo,
a toglierli il sonno. Ma Louis, per
associazione libera, improvvisamente sta
pensando alla bocca di Harry Styles, alle sue labbra rosse come le ciliegie,
piene come la vita, e immediatamente ricorda la prova fisico-teleologica dell’esistenza
di Dio, quella che la sua professoressa del liceo ha tentato di fargli
memorizzare invano per tre lunghi anni. Ed è come un’illuminazione, un’epifania.
Improvvisamente la comprende, la abbraccia, la fa sua, e allora tutto ha un
senso.
Louis
può finalmente prendere sonno, perché sa che Dio esiste ed ha creato la bocca
di Harry Styles.
ndHebi.
Che dire… che sono le
quattro di notte, non riesco a prendere sonno e la mia beta non è sveglia per
fermarmi dal pubblicare questo delirio notturno.
Quindi l’unica cosa
che posso fare è dedicartela socia! E ricordarmi di non pubblicare mai più
senza prima averti almeno sottoposto i miei vaneggiamenti (così quanto meno mi
sarò scaricata la coscienza quando tu me li avrai fatti pubblicare ugualmente).
Ti voglio bene.
Per tutti gli altri, vi
prego non pensate a Louis (né tantomeno alla bocca di Harry) quando studierete
Kant.
Vale,
Hebi
Ps. Ovviamente la frase del titolo
non è mia, ma è di Ferdinando Galiani ed è tratta da Dialoghi sul Commercio dei Grani.