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Autore: Mitsuki91    27/05/2014    1 recensioni
[Ha partecipato al contest "Dire, fare, baciare, lettera e testamento" indetto da FireboltGlow29013 sul forum di EFP]
Angelina ha vissuto il momento più imbarazzante della sua vita e vorrebbe solo essere obliviata. Le sue amiche, però, la pensano diversamente... E vorrebbero poter sapere tutti i dettagli!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina Johnson, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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-Nick forum/EFP: Mitsuki91
-Titolo: Quando si verificano strani incidenti, state attenti alla curiosità femminile!
-Rating: arancio
-Genere: comico
-Avvertimenti: /
-Pacchetto: 3 - dire: il personaggio scelto deve comparire solo alla fine della vicenda (nelle ultime 15 righe circa) ma deve essere il centro del racconto. Un altro personaggio potrà intervenire utilizzando SOLO questa frase "Proprio un bel dilemma... odio cominciare la giornata senza porridge!"
-Note dell’Autore: alla fine per non spoilerare u.u
NB: dalla giudiciA mi è stato detto che non è adatta ad un pubblico particolarmente sensibile o ancora immaturo, quindi io vi avviso. Sebbene non vi siano né lemon né lime esplicito, la storia tratta di cose più o meno inerenti, ecco u.u


Quando si verificano strani incidenti, state attenti alla curiosità femminile!

“Oddio, ma sei sicura che…?”
“Angelina, povera, dev’essere stato traumatico.”
“Io sinceramente non riesco a pensare a… Voglio dire, il professor Piton non dovrebbe…”
“Però devi essere sicura. L’hai visto davvero?”
“Zitte! Zitte! Non ne voglio più parlare! E’ già stato abbastanza orribile… Vederlo!
“Ma dobbiamo capire, Angelina! Voglio dire, era o non era un’erezione, quella?!”
“Proprio un bel dilemma…” si intromise Fred Weasley, apparendo come dal nulla solo in quel momento e facendo tacere di botto le ragazze. Angelina arrossì fino alla punta dei capelli, ma fortunatamente la sua carnagione era in grado di nascondere il suo imbarazzo. In ogni caso, non riuscì a evitare di alzare il colletto della divisa, come a coprirsi per la vergogna di essere stata sentita nel bel mezzo di un discorso, beh, scabroso.
Fred non le guardò nemmeno, sedendosi sulla panca e passando in rassegna il tavolo della colazione.
“Odio cominciare la giornata senza porridge…” borbottò ancora, ma il sorriso non scomparve dalla sua faccia.
“Ehi, Fred!”
Il gemello alzò lo sguardo e vide Lee chiamarlo dall’altro lato della tavolata, alzando una scodella piena del suo cibo preferito. In men che non si dica era in piedi; però, prima di correre dall’amico, lanciò uno sguardo malizioso al gruppetto di ragazze – Angelina si infossò ancor di più nella divisa – e fece l’occhiolino.
“Beh” disse Ronda, qualche istante dopo, rompendo quello strano silenzio “Beh, dunque… Dicevamo… Angelina, sei sicura?”
Il fatto di cui le cinque ragazze stavano discutendo era successo giusto il giorno prima.
Durante l’ultima ora di lezione, pozioni, uno stupido Serpeverde rispondente al nome di Alec Montgomery aveva avuto la brillante idea di fare uno scherzo ad Angelina: mentre lei stava andando a consegnare la fiala della sua pozione lui aveva allungato la gamba, e la ragazza era finita per terra, salvandosi dal battere il naso solo sacrificando la pozione e arrestando la caduta con le mani. Quando poi aveva alzato lo sguardo, si era trovata a pochi centimetri da, beh, il pacco di Severus Piton. Imbarazzata come non mai, prima di potersi ritrarre, aveva notato dei… Beh, cambiamenti.
Nella consistenza. Nella forma. E nella dimensione.
Quando si era alzata in piedi, blaterando scuse per la pozione, aveva incontrato lo sguardo infuriato del professore, che ovviamente non aveva perso l’occasione per togliere punti a Grifondoro. Fortunatamente la campanella era suonata prima che Piton potesse assegnarle anche una punizione, e lei era letteralmente schizzata via, senza preoccuparsi dell’insufficienza che avrebbe preso, ma cercando di mettere quanta più distanza possibile fra sé e quell’immagine raccapricciante.
Poi aveva avuto la sfortunata idea di confidarsi con Ronda, una sua compagna di dormitorio.
E, adesso, la mattina dopo il terribile accaduto, si era trovata circondata da tutte le sue amiche, che le chiedevano dettagli e delucidazioni.
Decisamente imbarazzante.
“Vi ho già detto quello che ho visto, ora basta! Basta! Non voglio rivivere quel momento… Voglio dimenticare… Vi prego, obliviatemi…”
Jessica scoppiò in una strana risatina isterica.
“Beh? Che c’è?”
“No è che… Stavo pensando… Ma ve lo immaginate Piton nudo? Ve lo immaginate fare sesso?!”
La ragazza aveva parlato fra le risate, cercando di mantenere la voce bassa, e a fine frase due grosse lacrime le scorrevano lungo le guance, perché non era stata in grado di trattenersi del tutto. Annie le stava dando diverse pacche sulla schiena, perché Jessica sembrava star per soffocare dal ridere.
“Mio Dio, che immagine orribile…” squittì Angelina, coprendosi il volto con le mani. Non andava bene: se chiudeva gli occhi, rivedeva quella scena, il suo cambio di visuale e il cambiamento avvenuto nei pantaloni di Piton.
“Ma almeno ce l’ha lungo?”
“Ronda!”
“Che c’è? La mia è una curiosità legittima.”
“Stiamo parlando di Piton!
Jessica stava ormai ululando dalle risate e si era abbandonata sul tavolo, incapace di trattenersi.
Ssssht!” le intimò Angelina, guardandosi preoccupata attorno. Fortunatamente, nessuno sembrava far caso a loro in particolare: la Sala Grande, come al solito a quell’ora, era piena di studenti che vociavano e tutti erano troppo occupati a fare altro per pensare di stare ad ascoltare loro.
“Insomma, Piton è pur sempre un uomo, no?” continuò Ronda, decisa a scoprire le dimensioni effettive del professore più odiato di tutta la scuola “Avrà fatto sesso anche lui, nella sua vita…”
Nononono, non riesco neppure a concepire quell’eventualità… Povera l’eventuale ragazza sconosciuta, la compatisco…”
“Magari è ancora vergine.”
“Piuttosto, io lo vedrei bene a pagare una prostituta.”
“No, no, siete fuori strada, ragazze.” intervenne di nuovo Ronda, mentre Jessica sembrava essersi ripresa dall’accesso di risa “Ma non conoscete proprio nulla, della vita? Non sapete quello che si dice su chi ha un grande naso?”
Pfffft…” fece Jessica, prima di tornare a ridere di nuovo incontrollatamente.
“Non mi dire che tu ci andresti a letto. Insomma, naso o no, ma l’hai visto in faccia?!”
“Ma dai, è proprio perché ha un naso così sproporzionato che la sua faccia ha quell’aspetto… Se fosse più piccolo sarebbe quantomeno decente, io credo…”
“Ronda, nemmeno tu  ti abbasseresti a tanto, ne sono sicura.”
“Non ho mai detto che lo farei! La mia era una curiosità! Tutta conoscenza teorica, no? E, a questo proposito, Angelina, non è che potresti descrivere meglio ciò che hai visto?”
“Vi ho detto che voglio solo dimenticare, non fatemi questo…”
“Magari potresti disegnare. Voglio dire, una massa informe prima e dopo, giusto per capire quanti centimetri ha guadagnato…”
“Siete delle porche, ragazze. Io vi disconosco.”
“Ma secondo voi come ce l’ha Piton? Cioè, a parte la dimensione, come sarà fatto?”
Angelina emise un verso strano, simile ad un singulto, e poi si accartocciò come su se stessa, raccogliendosi le gambe al ventre e nascondendo il volto fra le ginocchia. Non ci voleva pensare. No, non voleva proprio pensarci. Oh, ma perché era capitato a lei
“Juliet! Come vuoi che sia fatto?! Come quello di tutti gli altri!”
“Ma penderà a destra o sinistra?”
“Sei morbosa, Juliet.”
“La mia è una curiosità del tutto teorica, esattamente come la tua, Ronda.”
Jessica non sembrava riuscire a smettere di ridacchiare. Gli ululati si erano placati, ma a tratti la ragazza scoppiava ancora in qualche breve accesso di risa.
“Beh, se dobbiamo dirla tutta, secondi voi ha la fimosi o è normale?”
Cosa?!
“Sapete, è quando non… Si abbassa la pelle… Ecco…” Annie, che aveva risposto alla domanda arrossendo come non mai, stava per seguire la sua amica Jessica sulla via dell’isteria da risate. Aveva cercato di trattenersi fino a quel momento, ma dire una cosa così imbarazzante aveva, infine, sconfitto tutte le sue barriere. Dopo qualche secondo di lotta interiore, costituito da annaspamento e gesticolii, alla fine si lasciò andare, scoppiando in una fragorosa risata e coprendosi il viso con le mani.
“Io non ci credo che stiamo parlando del pene di Piton quando dovremmo fare colazione…”
Shhht! Stai-Zitta!” sussurrò Angelina, riemergendo dalle ginocchia. Sentiva la faccia andarle a fuoco.
“Dai, che può succedere? Sei pesante, Angelina…”
Potrebbe sempre arrivare qualcuno e sentirci, come è successo prima con Fred!” rispose la ragazza, mettendosi le mani fra i capelli. Sembrava del tutto impazzita. Ma perché non era stata zitta, la sera prima?! Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe finita così. Dopotutto, conosceva la sue amiche ormai da anni.
Ronda prese un profondo respiro, poi aprì la bocca per urlare.
“A qualcuno disturba se qui si sta parlando del pe…?!”
Sta-entrando!
Fortunatamente, Juliet le aveva salvate. Appena in tempo.
In effetti, il professor Piton aveva appena varcato la soglia della Sala Grande, e sembrava più arcigno e corrucciato che mai.
Angelina trasse, intimamente, un sospiro di sollievo. Sapeva che Ronda non si sarebbe trattenuta. Lo sapeva… Avrebbe dovuto prevederlo. Perché accidenti le aveva raccontato quella cosa?!
Lo sguardo delle ragazze saettò, in sincrono, verso il cavallo dei pantaloni di Piton. Sembrava tutto normale, e alcune di loro sospirarono, deluse.
Solo Jessica e Annie scoppiarono di nuovo a ridere, più forte che mai.

***

Severus Piton era seccato.
Il giorno prima aveva continuato a sentire strani pizzicori lungo il corpo e, dopo essersi sistemato la veste più volte, irritato, aveva infine scoperto l’origine del problema: un topolino, vivo, era stato praticamente cucito dentro le sue vesti, dove era stato libero di aggirarsi indisturbato… Beh, forse più che altro disorientato e spaventato, ma faceva lo stesso.
E lui se n’era accorto solo durante l’ultima lezione, quando lo zampettio irritante era diventato chiaro su una parte particolarmente sensibile del suo corpo. Fortunatamente la campanella era suonata proprio qualche istante dopo, così aveva potuto disfarsi della veste e incantare quello stupido topo: gli aveva lanciato addosso una Traccia, dopo averlo liberato, e lo aveva rispedito a forza dal padrone, sempre per mezzo di un incantesimo.
Quella mattina era arrivato il verdetto: Fred e George Weasley.
I due gemelli erano praticamente l’incubo di tutti i docenti di Hogwarts. E lui, più di altri, li odiava con tutto se stesso.
Oh, avrebbe trovato un modo per fargliela pagare, questo era poco ma sicuro!
Avrebbe sottratto loro così tanti punti che i loro futuri nipoti, fra anni e anni, avrebbero ancora perso la Coppa delle Case. Non era detta l’ultima parola!



Note d’autore: non sapevo come accidenti rispettare il pacchetto, quando mi è venuta in mente questa cosa. La ritengo comica e non demenziale perché le vicende successe seguono il filo logico e non sono grottesche – le conversazioni delle ragazze sono un’esagerazione voluta, ma ritengo che un dialogo del genere possa avvenire sul serio. Cioè, con delle mie amiche sospetto che avverrebbe sul serio… E diciamo che ho trasposto la mia idiozia nella fanfiction, però come ho già detto l’episodio ha un suo perché.
Quanto al personaggio che dice la frase, ovvero Fred, ritengo di non averlo inserito a caso: forse non è esplicito, ma Angelina è cotta di Fred e sapere che proprio lui abbia sentito parte di quei discorsi l’ha imbarazzata da morire. Per non parlare del fatto che Fred sa tutto, e se la ride per l’esito della cosa, sostanzialmente. E’ andato apposta a stuzzicare le ragazze, proprio per sentire di cosa stessero discutendo e per vedere le loro reazioni.
Quanto agli OC, ovvero Ronda, Jessica, Annie e Juliet, non ho nessun’altra fiction che ne parli, e le ho inventate totalmente a caso solo perché mi servivano per la vicenda, per il dialogo. Anche il fatto che a volte non si capisca chi parli è voluto: ho pensato che ognuno avrebbe immaginato il ruolo che più preferiva, cercando di vedere la situazione come se vedesse delle amiche al bar parlare di sconcerie senza conoscere le persone in questione (ehm, non che a me sia successo… Di essere una delle ragazze, in effetti… Oh, e va bene, mi hai beccato XD).
Non penso di aver altro da aggiungere! Spero solo di aver rispettato tutte le tue indicazioni.
PS: dopo aver chiesto delucidazioni, dato che i miei OC interagiscono molto e anzi sono parti integranti della storia, lascio un breve specchietto dei caratteri:
_ Ronda: la più ‘spiccia’, che non ha peli sulla lingua ed è a metà fra la ragazza seria e quella esageratamente esuberante.
_ Jessica: una delle più idiote, che ride per mascherare l’imbarazzo. Il brutto è che si immagina davvero quello che dice di pensare, quindi molto spesso, durante un ‘certo tipo’ di discorsi, parte per la tangente e sembra pazza.
_ Annie: amica di Jessica, è simile ma più pacata e riflessiva. Viene trascinata nell’isteria solo quando accumula troppo e non ce la fa più.
_ Juliet: più simile a Ronda, ha una vena molto maliziosa e non si fa problemi a parlare di ‘certe cose’, mostrandosi disinvolta.
Inoltre, dato che di Angelina sappiamo ben poco, ti dico che l’ho immaginata timida e impacciata in ‘certe cose’, anche se penso che si noti XD
Dopo aver avuto questo schema, puoi tentare di seguire chi dice cosa ;) Anche se, ripeto, la storia, in alcuni punti, è progettata per essere una chiacchierata fra amiche ascoltata da un esterno che non le conosce, perciò è strutturata in questo modo volutamente ;)
Se per caso non dovesse andar bene per il contest fammelo sapere!



   
 
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