Link contest: Dire, fare, baciare, lettera e testamento.
-Nick forum/EFP: Mitsuki91
-Titolo: Quando si verificano strani incidenti, state attenti alla curiosità femminile!
-Rating: arancio
-Genere: comico
-Avvertimenti: /
-Pacchetto: 3 - dire: il personaggio scelto deve comparire solo alla fine della vicenda (nelle ultime 15 righe circa) ma deve essere il centro del racconto. Un altro personaggio potrà intervenire utilizzando SOLO questa frase "Proprio un bel dilemma... odio cominciare la giornata senza porridge!"
-Note dell’Autore: alla fine per non spoilerare u.u
-Titolo: Quando si verificano strani incidenti, state attenti alla curiosità femminile!
-Rating: arancio
-Genere: comico
-Avvertimenti: /
-Pacchetto: 3 - dire: il personaggio scelto deve comparire solo alla fine della vicenda (nelle ultime 15 righe circa) ma deve essere il centro del racconto. Un altro personaggio potrà intervenire utilizzando SOLO questa frase "Proprio un bel dilemma... odio cominciare la giornata senza porridge!"
-Note dell’Autore: alla fine per non spoilerare u.u
NB: dalla giudiciA mi è stato detto che non
è adatta ad un pubblico particolarmente sensibile o ancora immaturo, quindi io
vi avviso. Sebbene non vi siano né lemon né lime esplicito, la storia tratta di
cose più o meno inerenti, ecco u.u
Quando si
verificano strani incidenti, state attenti alla curiosità femminile!
“Oddio,
ma sei sicura che…?”
“Angelina,
povera, dev’essere stato traumatico.”
“Io
sinceramente non riesco a pensare a… Voglio dire, il professor Piton non
dovrebbe…”
“Però
devi essere sicura. L’hai visto davvero?”
“Zitte!
Zitte! Non ne voglio più parlare! E’ già stato abbastanza orribile… Vederlo!”
“Ma
dobbiamo capire, Angelina! Voglio dire, era o non era un’erezione, quella?!”
“Proprio
un bel dilemma…” si intromise Fred Weasley, apparendo come dal nulla solo in
quel momento e facendo tacere di botto le ragazze. Angelina arrossì fino alla
punta dei capelli, ma fortunatamente la sua carnagione era in grado di
nascondere il suo imbarazzo. In ogni caso, non riuscì a evitare di alzare il
colletto della divisa, come a coprirsi per la vergogna di essere stata sentita
nel bel mezzo di un discorso, beh, scabroso.
Fred
non le guardò nemmeno, sedendosi sulla panca e passando in rassegna il tavolo
della colazione.
“Odio
cominciare la giornata senza porridge…” borbottò ancora, ma il sorriso non
scomparve dalla sua faccia.
“Ehi,
Fred!”
Il
gemello alzò lo sguardo e vide Lee chiamarlo dall’altro lato della tavolata,
alzando una scodella piena del suo cibo preferito. In men che non si dica era
in piedi; però, prima di correre dall’amico, lanciò uno sguardo malizioso al
gruppetto di ragazze – Angelina si infossò ancor di più nella divisa – e fece
l’occhiolino.
“Beh”
disse Ronda, qualche istante dopo, rompendo quello strano silenzio “Beh,
dunque… Dicevamo… Angelina, sei sicura?”
Il
fatto di cui le cinque ragazze stavano discutendo era successo giusto il giorno
prima.
Durante
l’ultima ora di lezione, pozioni, uno stupido Serpeverde rispondente al nome di
Alec Montgomery aveva avuto la brillante idea di fare uno scherzo ad Angelina:
mentre lei stava andando a consegnare la fiala della sua pozione lui aveva
allungato la gamba, e la ragazza era finita per terra, salvandosi dal battere il
naso solo sacrificando la pozione e arrestando la caduta con le mani. Quando poi
aveva alzato lo sguardo, si era trovata a pochi centimetri da, beh, il pacco di Severus Piton. Imbarazzata come
non mai, prima di potersi ritrarre, aveva notato dei… Beh, cambiamenti.
Nella
consistenza. Nella forma. E nella dimensione.
Quando
si era alzata in piedi, blaterando scuse per la pozione, aveva incontrato lo
sguardo infuriato del professore, che ovviamente non aveva perso l’occasione
per togliere punti a Grifondoro. Fortunatamente la campanella era suonata prima
che Piton potesse assegnarle anche una punizione, e lei era letteralmente
schizzata via, senza preoccuparsi dell’insufficienza che avrebbe preso, ma
cercando di mettere quanta più distanza possibile fra sé e quell’immagine raccapricciante.
Poi
aveva avuto la sfortunata idea di confidarsi con Ronda, una sua compagna di
dormitorio.
E,
adesso, la mattina dopo il terribile accaduto, si era trovata circondata da
tutte le sue amiche, che le chiedevano dettagli e delucidazioni.
Decisamente
imbarazzante.
“Vi
ho già detto quello che ho visto, ora basta! Basta! Non voglio rivivere quel
momento… Voglio dimenticare… Vi prego, obliviatemi…”
Jessica
scoppiò in una strana risatina isterica.
“Beh?
Che c’è?”
“No
è che… Stavo pensando… Ma ve lo immaginate Piton nudo? Ve lo immaginate fare sesso?!”
La
ragazza aveva parlato fra le risate, cercando di mantenere la voce bassa, e a
fine frase due grosse lacrime le scorrevano lungo le guance, perché non era
stata in grado di trattenersi del tutto. Annie le stava dando diverse pacche
sulla schiena, perché Jessica sembrava star per soffocare dal ridere.
“Mio
Dio, che immagine orribile…” squittì Angelina, coprendosi il volto con le mani.
Non andava bene: se chiudeva gli occhi, rivedeva quella scena, il suo cambio di
visuale e il cambiamento avvenuto nei pantaloni di Piton.
“Ma
almeno ce l’ha lungo?”
“Ronda!”
“Che
c’è? La mia è una curiosità legittima.”
“Stiamo
parlando di Piton!”
Jessica
stava ormai ululando dalle risate e si era abbandonata sul tavolo, incapace di
trattenersi.
“Ssssht!” le intimò Angelina, guardandosi
preoccupata attorno. Fortunatamente, nessuno sembrava far caso a loro in
particolare: la Sala Grande, come al solito a quell’ora, era piena di studenti
che vociavano e tutti erano troppo occupati a fare altro per pensare di stare
ad ascoltare loro.
“Insomma,
Piton è pur sempre un uomo, no?” continuò Ronda, decisa a scoprire le
dimensioni effettive del professore più odiato di tutta la scuola “Avrà fatto
sesso anche lui, nella sua vita…”
“Nononono, non riesco neppure a concepire quell’eventualità… Povera
l’eventuale ragazza sconosciuta, la compatisco…”
“Magari
è ancora vergine.”
“Piuttosto,
io lo vedrei bene a pagare una prostituta.”
“No,
no, siete fuori strada, ragazze.” intervenne di nuovo Ronda, mentre Jessica
sembrava essersi ripresa dall’accesso di risa “Ma non conoscete proprio nulla,
della vita? Non sapete quello che si dice su chi ha un grande naso?”
“Pfffft…” fece Jessica, prima di tornare
a ridere di nuovo incontrollatamente.
“Non
mi dire che tu ci andresti a letto.
Insomma, naso o no, ma l’hai visto in faccia?!”
“Ma
dai, è proprio perché ha un naso così sproporzionato che la sua faccia ha
quell’aspetto… Se fosse più piccolo sarebbe quantomeno decente, io credo…”
“Ronda,
nemmeno tu ti abbasseresti a tanto, ne
sono sicura.”
“Non
ho mai detto che lo farei! La mia era una curiosità! Tutta conoscenza teorica,
no? E, a questo proposito, Angelina, non è che potresti descrivere meglio ciò
che hai visto?”
“Vi
ho detto che voglio solo dimenticare, non fatemi questo…”
“Magari
potresti disegnare. Voglio dire, una massa informe prima e dopo, giusto per
capire quanti centimetri ha guadagnato…”
“Siete
delle porche, ragazze. Io vi disconosco.”
“Ma
secondo voi come ce l’ha Piton? Cioè, a parte la dimensione, come sarà fatto?”
Angelina
emise un verso strano, simile ad un singulto, e poi si accartocciò come su se
stessa, raccogliendosi le gambe al ventre e nascondendo il volto fra le
ginocchia. Non ci voleva pensare. No, non voleva proprio pensarci. Oh, ma perché era capitato a lei…
“Juliet!
Come vuoi che sia fatto?! Come quello di tutti gli altri!”
“Ma
penderà a destra o sinistra?”
“Sei
morbosa, Juliet.”
“La
mia è una curiosità del tutto teorica, esattamente come la tua, Ronda.”
Jessica
non sembrava riuscire a smettere di ridacchiare. Gli ululati si erano placati,
ma a tratti la ragazza scoppiava ancora in qualche breve accesso di risa.
“Beh,
se dobbiamo dirla tutta, secondi voi ha la fimosi o è normale?”
“Cosa?!”
“Sapete,
è quando non… Si abbassa la pelle… Ecco…” Annie, che aveva risposto alla
domanda arrossendo come non mai, stava per seguire la sua amica Jessica sulla
via dell’isteria da risate. Aveva cercato di trattenersi fino a quel momento,
ma dire una cosa così imbarazzante aveva, infine, sconfitto tutte le sue
barriere. Dopo qualche secondo di lotta interiore, costituito da annaspamento e
gesticolii, alla fine si lasciò andare, scoppiando in una fragorosa risata e
coprendosi il viso con le mani.
“Io
non ci credo che stiamo parlando del pene di Piton quando dovremmo fare
colazione…”
“Shhht! Stai-Zitta!” sussurrò Angelina,
riemergendo dalle ginocchia. Sentiva la faccia andarle a fuoco.
“Dai,
che può succedere? Sei pesante, Angelina…”
“Potrebbe sempre arrivare qualcuno e
sentirci, come è successo prima con Fred!” rispose la ragazza, mettendosi
le mani fra i capelli. Sembrava del tutto impazzita. Ma perché non era stata
zitta, la sera prima?! Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe finita così.
Dopotutto, conosceva la sue amiche ormai da anni.
Ronda
prese un profondo respiro, poi aprì la bocca per urlare.
“A
qualcuno disturba se qui si sta parlando del pe…?!”
“Sta-entrando!”
Fortunatamente,
Juliet le aveva salvate. Appena in tempo.
In
effetti, il professor Piton aveva appena varcato la soglia della Sala Grande, e
sembrava più arcigno e corrucciato che mai.
Angelina
trasse, intimamente, un sospiro di sollievo. Sapeva che Ronda non si sarebbe
trattenuta. Lo sapeva… Avrebbe dovuto prevederlo. Perché accidenti le aveva
raccontato quella cosa?!
Lo
sguardo delle ragazze saettò, in sincrono, verso il cavallo dei pantaloni di
Piton. Sembrava tutto normale, e alcune di loro sospirarono, deluse.
Solo
Jessica e Annie scoppiarono di nuovo a ridere, più forte che mai.
***
Severus
Piton era seccato.
Il
giorno prima aveva continuato a sentire strani pizzicori lungo il corpo e, dopo
essersi sistemato la veste più volte, irritato, aveva infine scoperto l’origine
del problema: un topolino, vivo, era
stato praticamente cucito dentro le
sue vesti, dove era stato libero di aggirarsi indisturbato… Beh, forse più che
altro disorientato e spaventato, ma faceva lo stesso.
E
lui se n’era accorto solo durante l’ultima lezione, quando lo zampettio
irritante era diventato chiaro su una parte particolarmente sensibile del suo corpo. Fortunatamente
la campanella era suonata proprio qualche istante dopo, così aveva potuto disfarsi
della veste e incantare quello stupido topo: gli aveva lanciato addosso una
Traccia, dopo averlo liberato, e lo aveva rispedito a forza dal padrone, sempre
per mezzo di un incantesimo.
Quella
mattina era arrivato il verdetto: Fred e
George Weasley.
I
due gemelli erano praticamente l’incubo
di tutti i docenti di Hogwarts. E lui, più di altri, li odiava con tutto se stesso.
Oh,
avrebbe trovato un modo per fargliela pagare, questo era poco ma sicuro!
Avrebbe
sottratto loro così tanti punti che i loro futuri nipoti, fra anni e anni,
avrebbero ancora perso la Coppa delle Case. Non era detta l’ultima parola!
Note d’autore: non
sapevo come accidenti rispettare il pacchetto, quando mi è venuta in mente
questa cosa. La ritengo comica e non
demenziale perché le vicende successe seguono il filo logico e non sono
grottesche – le conversazioni delle ragazze sono un’esagerazione voluta, ma
ritengo che un dialogo del genere possa avvenire sul serio. Cioè, con delle mie
amiche sospetto che avverrebbe sul serio… E diciamo che ho trasposto la mia
idiozia nella fanfiction, però come ho già detto l’episodio ha un suo perché.
Quanto al
personaggio che dice la frase, ovvero Fred, ritengo di non averlo inserito a
caso: forse non è esplicito, ma Angelina è cotta di Fred e sapere che proprio
lui abbia sentito parte di quei discorsi l’ha imbarazzata da morire. Per non
parlare del fatto che Fred sa tutto, e se la ride per l’esito della cosa,
sostanzialmente. E’ andato apposta a stuzzicare le ragazze, proprio per sentire
di cosa stessero discutendo e per vedere le loro reazioni.
Quanto agli OC,
ovvero Ronda, Jessica, Annie e Juliet, non ho nessun’altra fiction che ne
parli, e le ho inventate totalmente a caso solo perché mi servivano per la
vicenda, per il dialogo. Anche il fatto che a volte non si capisca chi parli è
voluto: ho pensato che ognuno avrebbe immaginato il ruolo che più preferiva,
cercando di vedere la situazione come se vedesse delle amiche al bar parlare di
sconcerie senza conoscere le persone in questione (ehm, non che a me sia
successo… Di essere una delle ragazze, in effetti… Oh, e va bene, mi hai
beccato XD).
Non penso di
aver altro da aggiungere! Spero solo di aver rispettato tutte le tue
indicazioni.
PS: dopo aver
chiesto delucidazioni, dato che i miei OC interagiscono molto e anzi sono parti
integranti della storia, lascio un breve specchietto dei caratteri:
_ Ronda: la più
‘spiccia’, che non ha peli sulla lingua ed è a metà fra la ragazza seria e
quella esageratamente esuberante.
_ Jessica: una
delle più idiote, che ride per mascherare l’imbarazzo. Il brutto è che si
immagina davvero quello che dice di pensare, quindi molto spesso, durante un
‘certo tipo’ di discorsi, parte per la tangente e sembra pazza.
_ Annie: amica
di Jessica, è simile ma più pacata e riflessiva. Viene trascinata nell’isteria
solo quando accumula troppo e non ce la fa più.
_ Juliet: più
simile a Ronda, ha una vena molto maliziosa e non si fa problemi a parlare di
‘certe cose’, mostrandosi disinvolta.
Inoltre, dato
che di Angelina sappiamo ben poco, ti dico che l’ho immaginata timida e
impacciata in ‘certe cose’, anche se penso che si noti XD
Dopo aver avuto
questo schema, puoi tentare di seguire chi dice cosa ;) Anche se, ripeto, la
storia, in alcuni punti, è progettata per essere una chiacchierata fra amiche
ascoltata da un esterno che non le conosce, perciò è strutturata in questo modo
volutamente ;)
Se per caso non
dovesse andar bene per il contest fammelo sapere!