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Autore: Alfred il sanguinario    27/05/2014    0 recensioni
Un'anziana signora di nome Ortica, ottusa, arrogante, mezza cieca e egocentrica, vive in un paese sperduto assieme alla nipote Giacinta, di 11 anni, adolescente che vive per avere un nuovo telefonino. Il rapporto tra le due è assai conflittuale, ed insieme formano un gruppetto comico completato dal cane Foglia.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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“E che diavolo è questa pesca di beneficienza?” chiese la vecchia, risedendosi sulla sedia con il battipanni in mano.
“Oh, è terribilmente cool! Ci vanno tutte le mie amiche…”
Nonna Ortica sogghignò, poi prese il battipanni e colpì il cane Foglia, che nel frattempo era entrato sentendo le grida disumane delle due, e disse: “Ah, quindi tu hai delle amiche?”
Giacinta sbatté le Nike ultima moda rosa shocking sul pavimento. “Certo, nonna!”
“Credo che tu debba chiedere il permesso a tuo padre, dopo avermi portato dell’acqua minerale senza nitriti e senza nitrati, ovviamente.”
Giacinta sputò il Big Bubble (anch’esso rosa, del resto). “Nonna, ma che diavolo blatteri? Papà è in Brasile, sveglia!”
Il papà di Giacinta, Quieto, era scappato in Brasile insieme alla madre di Giacinta, Elide, e avevano arrembato la figlia a Nonna Ortica tre anni prima.
Probabilmente perché temevano che gli toccasse la stessa sorte dell’ex marito di Ortica. Ma poi ci arriveremo, pazientate.
“Appunto. Io non mi posso prendere la responsabilità!” tuonò l’anziana signora. “che ore sono?” chiese mutando il vocione in una voce interrogativa  che non ammetteva repliche.
Giacinta prese dal terreno che aveva appena calpestato il cane il Big Bubble sputato precedentemente e cominciò a ruminarlo come prima.
“Sai leggere?” ghignò alla fine la ragazza.
Nonna Ortica esitò. “Aspetta dov’è il mio bastone… che mi sono stufata… di questa impertinenza!!” tuonò con tono crescente mentre arrancava alla ricerca del bastone che aveva lanciato prima, per colpire il presunto ladro.
Giacinta e il cane Foglia scapparono a gambe levate, ma ad un tratto si accorsero… che Nonna Ortica aveva trovato il bastone, e stava loro dietro. Corsero per il corridoio, come in una di quelle scene dei film horror.
La vecchia si coprì con il suo scialle rosso che nel frattempo strascinava il terreno, tra uno sclero e l’altro. Il bastone in mano, come se fosse la più temibile delle assassine.
Ciabattava con la discrezione di un elefante in un negozio di cristalli della Swarowski. Il cane e la nipote si nascosero silenziosamente dietro ad un mobile.
“Su, Giacinta… che ore sono?” disse la nonna mimando, senza troppi risultati, la voce della sua idola Kathy Bates nel film di Misery.
Il cane era forse più intelligente di Giacinta. Perché lui faceva silenzio, mentre la nonna ciabattava alla cieca per il corridoio brandendo il bastone.
Giacinta invece continuava  a ruminare lo stesso Big Bubble da due ore. E fece anche una bolla.
La nonna li trovò, e, quando ormai non avevano più via di scampo, alzò il bastone pronta a colpire.
“Stoop!” urlò Giacinta.
La nonna si fermò.
La nipote prese il suo cellulare rosa shocking, con una cover brillantinata. Accese l’aggeggio elettronico (un Wave Y) e decretò: “Sono le sei e mezza!”
Ortica abbassò il bastone, desolata (ma non per la scenata appena fatta, ma perché non aveva potuto colpire cane e nipote).
“Sei felice adesso?” commentò Giacinta.
Ortica aveva la risposta pronta: “No, non sono felice, no. Perché continuo ad averti per la casa!” 
  
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