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Autore: NightWatcher96    27/05/2014    10 recensioni
Come poteva affrontare la vita senza Michelangelo? Senza il fratellino che considerava un bambino? Un figlioletto?
"Hai ragione... non posso... non ho mai potuto..." singhiozzò, raggiungendo il Sai che aveva gettato sotto il letto per evitare che gli altri potessero confiscarglielo.
Accarezzò la lama... ne tastò l'efficienza... un solo colpo e tutto sarebbe finito.
Guardò un'ultima volta il libro... una nota in rosso gli saltò all'occhio...
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Raphie! Raphie!".
La voce allegra del 15enne Michelangelo risuonava dal corridoio, strappando un sorriso al fratello testa calda. 
"Raphie!" gridò ancora, saltandogli letteralmente addosso per abbracciarlo "Ho fatto un nuovo disegno, te lo posso mostrare?".
Il 19enne Raphael annuì e guardò il foglio colorato, stupendosi. Era un ritratto della famiglia, disegnato in una perfezione strepitosa, nata dal grande e segreto talento artistico che solo Michelangelo aveva. Colori perfetti, sfumature eccezionali, tratteggi senza eguali.
"Migliori ogni giorno di più" sorrise, dandogli una carezza sul capo.
"Dici che diventerò ancora più bravo?".
"Non lo dico. Lo so".
Un altro abbraccio, poi una buffa espressione che chiedeva silenziosamente qualcosa.
"Raphie, mi insegni a guidare la moto?".
"Non credo sia una buona idea. Sei ancora troppo giovane".
Mikey appassì "Ma dai... tu hai imparato alla mia età... quando io avevo appena undici anni!".
"Michelangelo, la tua è l'idea più balorda del momento" pronunciò Donnie, di ritorno dal suo laboratorio, serio come i suoi diciannove anni potevano trasformarlo.
"Ma perché!!" gridò il minore, osservando Leonardo che aveva abbandonato la meditazione al centro del dojo e stava aggregandosi.
"E' troppo pericoloso" profferì quest'ultimo, madido di sudore.
Mikey sbuffò e annuì.
"Se ti va, possiamo fare una partita ai videogames. Che ne dici?" propose il rosso "Tanto io ho finito qui, con il mio colpire e..." continuò osservando il sacco malconcio "Credo che anche il mio caro amico ne abbia avuto abbastanza".
Gli occhi di Michelangelo brillarono di felicità e balzò sul divano, accendendo la console e impugnando il joystick...

....

Però non avevano vinto la battaglia. Michelangelo aveva praticamente bombardato le orecchie dei fratelli maggiori con la continua richiesta di imparare a guidare la moto di Raph.
"Spiegami perché vorresti!" sbottò il rosso, nel garage e accanto alla rossa Bellezza "Potresti farti male, lo sai?".
Mikey si mise il casco arancione con strie rosse sul capo e negò "Perché voglio essere come te. Forte, veloce, scattante. In più, ho un debole per le moto!".
Donatello e Leonardo che erano appoggiati a un pilastro sghignazzarono.
"Cosa?" fece atono il rosso.
"Oh, niente" commentò Leonardo, a braccia conserte.
"E' solo che... sono state le tue prime parole quando hai voluto provare la moto e sai cosa ti è successo?" sghignazzò anche Don, agitando la moto.
"Mi sono fratturato una gamba, lo so" sbuffò il rosso, scattando "E non ricordarmelo!!".
Mikey prese finalmente posto sul nero sellino della moto, stringendo il manubrio e accarezzando lo scintillante serbatoio. Da sempre appassionato come suo fratello, imprimeva nella mente l'immagine di quei cerchioni cromati e la rossa nonché lucente carrozzeria priva di ammaccature. Un vero gioiellino!
"Perché non proviamo la guida al Central Park?" propose Mikey, dondolando le gambe.
"Il garage è abbastanza grande. Meglio qui" negò Leonardo "Inoltre, ho un brutto presentimento".
"Dai, Leo! Cosa vuoi che succeda?" brontolò l'arancione "Ci siete voi qui a evitare rogne".
Alla fine, Raphael divenne l'insegnante del suo fratellino. Gli spiegava da come avviare il motore, alle utilità del quadrante, a come capire quando il carburante scarseggiava, come accendere il faro anteriore e frenare. Mikey annuiva con quella gioia luccicante negli occhi che lasciava intenerire.
"Avrà anche quindici anni ma non è che un bambino" sorrise Leonardo "Si accontenta di poco".
"Non mi meraviglio che noi tre facciamo di tutto per proteggerlo. Ricordo ancora quando si schiuse..." rispose anche Donnie, perso nei ricordi.
"Già... difficoltà parecchie. Mikey rischiava di morire considerando con quanto ritardo si era schiuso. L'aria in quell'uovo scarseggiava stranamente e la membrana si era lesionata".
Donnie chiuse e riaprì gli occhi, leccandosi debolmente le labbra improvvisamente secche. Vero... lo ricordava bene quando il sensei fu costretto ad aprire l'uovo con colpetti di martello e di accogliere l'ultima tartarughina che non respirava.
Pochi colpetti al guscio e tornò nuovamente nei mortali.
"E adesso, eccolo qui" mormorò Leo, bonario "A cercare di imitarci per essere considerato".
Donatello annuì, seguendo il rombo della moto che riverberava nel magazzino: Mikey stava guidando in cerchio, timoroso, ma con Raph al centro che lo seguiva, dandogli brillanti consigli.
"Su, coraggio" fece il rosso "Non lasciarti abbattere, piccoletto. La moto è tua amica. Devi saperla prendere".
"Per te è facile!" gridò Mikey, esasperato "Non ci ho mai provato!".
Raphael scoppiò a ridere con voce cristallina e lo raggiunse per stringere il freno e lasciar rallentare la moto.
Mikey scese e si ritrovò a ginocchioni, con le gambe tremanti dal troppo stress mentale. Per essere stata la sua prima volta, non era andato malissimo!
"Che ne dici di un vero giretto?" propose il rosso "Ti ci porto io. Solo per farti gustare la vera potenza di Bellezza".
Mikey subito annuì e guardò gli altri due con inconfondibili occhi da cucciolo. Risultato? Leo e Don annuirono!

....

La luna splendeva nel cielo, riflettendosi nelle vetrate degli edifici più alti, mentre collane di luci illuminavano le strade sgombre dal caos quotidiano. Le 24:05 e il silenzio piacevole regnava quasi irrealmente nella grande metropoli americana.
Raph e Mikey erano sulla moto, con il primo citato nelle vesti di guidatore; con i loro caschi e il buio, riconoscere le loro vere sembianze era arduo.
"Raphie, grazie mille!" esultò Mikey, stretto al suo guscio con il mento sulla spalla "E' bellissimo".
"Figurati, piccolino" ricambiò l'altro, fermandosi a un incrocio dove il rosso brillava come stop "Poi, quando guidi, devi anche considerare il codice stradale. Stop, precedenza, segnali...".
"E'... difficile".
"Solo perché non ti sei mai cimentato ad avere una guida" rispose il maggiore, ripartendo al verde "Tieni anche presente che una moto è molto pericolosa, rispetto a un'auto".
"Sì, ma non è detto che tu debba morire lo stesso giorni in cui ne monti una".
Raphael ridacchiò e gli strinse velocemente la mani sul petto in un gesto affettuoso. 
Tutti in casa sapevano che Raph e Mikey avevano il legame più forte di tutti quanti.
Attraversarono quindi l'incrocio e proseguirono su un rettilineo verso nord quando una luce brillò alle loro spalle, riflettendosi nello specchietto retrovisore.
"Che c'è, Raphie?" domandò Michelangelo, un po' perplesso.
"No, niente. C'è un camion che sta guidando a velocità esagerata".
"Allora scostiamoci".
Il rosso rallentò appositamente, attendendo che il nero furgoncino blindato li sorpassasse e continuasse per la sua strada. Sirene blu della polizia sbucarono da un incrocio laterale, sgommando a tutta velocità nella stessa direzione del primo veicolo, infondendo un solo sospetto.
"Raph, quelli erano ladri?" domandò Michelangelo.
"Può essere fratellino" rispose torvo "Che ne dici di tornare a casa?".
"Ok" sbadigliò l'altro "Sono anche stanchino...".
Raph ridacchiò un po' e portando la moto sull'altra corsia ripartì in senso opposto, per tornare a casa prima del temporale che sarebbe presto scoppiato e per divorare i quattro chilometri nell'arco di poco tempo. Non avevano idea, però, che il male era in agguato.
Il rosso, infatti, aveva già preferito ignorare l'inseguimento dei ladri, essendo un fattore molto comune a New York e aveva solo la necessità di ricondurre Michelangelo a casa. Non sapeva perché ma il presentimento che Leonardo sentiva lo stava tormentando da non poco. E ciò lo innervosiva.
Come un deja-vu, fu costretto a fermarsi a un semaforo, guardando il paesaggio urbano dinanzi.
"Sei ancora con me, Mikey?" chiese, con un'irrefrenabile voglia di compagnia.
"Oh, sì..." rispose l'altro, con voce impastata.
Raph sorrise e lo guardò... poi si rimise a guidare quando il verde scattò.
Tutto avanzò molto in fredda, però... il furgone del contrabbando sbucò da un altro incrocio, filando a tutta birra, con la polizia alle calcagna. Raphael cercava di guidare in fretta, per togliersi da quel trambusto... ma non si accorse di un'altra auto che non frenò in tempo, davanti a lui... e il furgone colpirlo lateralmente...
Un grido. Una caduta. Un'esplosione di dolore.
E poi il buio...

....

Voci sconnesse. Un bip costante. Una luce nel buio...

Una stanza d'ospedale... sicuramente del Padiglione Medico, sul Battle Nexus. Blob colorati che lentamente assunsero le immagini della sua famiglia. 
"Raph...?".
Non avrebbe potuto rispondere: troppo debole per farlo. Spostò pigramente lo sguardo stanco sulle flebo alle braccia, il torace bendato e una caviglia ingessata. Anche la sua testa era fasciata... ma cos'era accaduto? E in più si sentiva... diverso.
Voleva spiegazioni.
"Come stai, figlio mio?" mormorò il sensei, accarezzandogli la guancia in un gesto affettuoso "E' un miracolo che tu ti sia ripreso".
Raph non capiva e guardò gli altri, mentre la mascherina d'ossigeno continuava ad aiutarlo nel respirare. Una paura stava costruendosi nel suo intestino.
"Ti avevano dato per spacciato..." raccontò Donatello, con il viso stranamente pallido "Ma tu hai meravigliato tutti quanti e... hai reagito bene anche al trapianto di fegato".
"Un brutto incidente stradale, Raph... ma per fortuna Angel ci aveva avvisati prima che le ambulanze vi potessero prendere e mostrarvi al mondo" si aggiunse anche Leonardo "Sono quasi quattro mesi che siamo tutti qui... e almeno, tu sei fuori dal coma".
Coma? Incidente? Ora ricordava tutto!
"M... Mikey...?" gracchiò debolmente, in un disperato bisogno di sapere.
Vide gli sguardi ampliarsi e distogliersi... e come un fulmine sentì la nausea in gola e la bile acida risalire dall'esofago. No... non poteva essere!
"Non ce l'ha fatta, Raphael..." mormorò Splinter.
"Abbiamo accettato di donarti il suo fegato essendo compatibile..." fece eco Donnie, con le lacrime sul viso "La ruota della moto gli era piombata sul collo, spezzandogli le vertebre... l'agonia è durata quarantotto ore... poi è volato in cielo...".
"Voi mi state prendendo in giro, vero?" scattò Raphael, esplodendo in una rabbia accecante di lacrime calde "Non è possibile!".
"Raph" ammonì Leonardo "Potremmo mai scherzare su qualcosa del genere?".
Il rosso ansimava... scuoteva la testa... voleva che tutto fosse una messa in scena...
Mikey era davvero morto?

....

La bara nel cimitero del Nexus lo confermava. Michelangelo riposava in pace, con numerose corone di fiori bianchi...
Sulla sedia a rotelle, Raphael si aggrappò a quella lapide, singhiozzando ancora una volta. Un fottuto giro sulla moto... con un prezzo troppo alto!
"Mikey..." fece "Cosa sono io senza te? Come potrò vivere? Dimmelo...! Alzati da questa terra e prendimi in giro...!".
La famiglia lo guardava dall'entrata del cimitero, accanto a un muretto di pietra. Un vero strazio...
"Mikey...!" urlò il rosso, sporgendosi troppo dalla sedia, cadendo in terra "Mikey, ho bisogno di te!" gridò, ignorando che gli altri lo volessero aiutare "Torna da noi!"...

Il motivetto simpatico del T-Phone riecheggiava nella cintura di Leonardo, mentre leggeva un libro.
"Pronto?"
"Leo! Sono io Angel! Venite, presto! Sulla 45esima è accaduta una cosa terribile!".
"Quanto grave, Angel?" chiese l'azzurro, scattando dalla poltrona.
"Raph e Mikey hanno avuto un incidente... dobbiamo evitare che le ambulanze li portino in ospedale!".
La chiamata si chiuse... 

Donatello tremava come una foglia. Camuffato con un casco da motociclette e un soprabito nero si era trasportato velocemente sul luogo dell'accaduto.
Insieme a Leonardo, che fu il guidatore, portarono a casa i loro due fratelli, incapaci di credere che solo a un momento fa era tutto perfetto.
Quando raggiunsero la tana, il genio si rese conto che non era qualcosa che potesse trattare e con uno sguardo addolorato, fece capire al sensei di doversi rivolgere a una struttura adeguata...

Nelle ore seguenti, tutto era un via vai di Guaritori: i tre Hamato era lì, seduti nella sala d'aspetto, accanto alle porte che li separavano dalla sala operatoria. Sia Mikey sia Raph erano stati condotti d'urgenza.
"Io voglio dirvi una cosa..." mormorò Donatello, stringendo i pugni sulle cosce.
Gli altri due lo guardarono, cercando di capire a cosa si stesse riferendo il genio.
"Quando siamo tornati a casa, ho capito che quelle di Michelangelo non erano ferite che potevo trattare... erano qualcosa di troppo grave... troppo".
"Quanto grave?" espirò un Leo attonito.
"La famiglia Hamato?" si avvicinò un Guaritore dai corti capelli verdi.
I presenti si alzarono immediatamente.
"Michelangelo è in condizioni gravissime. Il midollo osseo ha una frattura che determinerebbe una paralisi totale del corpo. Raphael presenta costole rotte, una caviglia distorta e trauma cranico".
"C... come...?" gemette Splinter, inghiottendo le lacrime amare "Ma...".
"Raphael ha, inoltre, bisogno di un urgente trapianto di fegato".
"Michelangelo ha il suo stesso gruppo sanguigno..." rivelò Donatello, duramente "Potreste... prendere il suo organo... dato che, il nostro fratellino è già andato".
"Donatello, ma cosa stai dicendo?!" scattò Leonardo, a bocca aperta.
"La verità, Leonardo" concordò Splinter.
"Approvate il trapianto?" chiese il Guaritore.
"Approviamo" fu la risposa di Don e il sensei, mentre Leonardo poté solo fare un passo indietro, nello shock più totale...

"Addio..." mormorò Donatello, quando Michelangelo fu trasportato nel terreno del cimitero "Mi... ci... mancherai, piccolino...".
"Riposa in pace, bambino mio" disse Splinter, poggiando una corona di fiori sulla lapide "Anche il cielo piange per te...".
Pioveva. Tutto era triste ormai. E anche il Daimyo non poteva credere che il grande Campione del Battle Nexus fosse ormai un ricordo... come la statua nel Padiglione degli Eroi.
"Otouto..." sussurrò Leonardo, stringendo la maschera arancione nella mano "Otouto..." ripeté "Cosa faremo senza di te...? Come la prenderà Raphael?".
Il rombo di un tuono in lontananza fu l'unica risposa nella pioggia...


....

Tre mesi.
La tana era vuota. Silenziosa. Fredda. 
Nessuno più parlava. 
Nessuno più sorrideva. 
Niente sarebbe stato come un tempo...
"Raphael... ti prego, devi mangiare..." implorò una voce dalla cameretta di Michelangelo "Rischi di morire così!".
"Non me ne importa niente...".
Da quando Mikey era morto, Raphael si era stabilito nella sua cameretta, chiudendosi in un silenzio straziante, fatto di alcun nutrimento e la solitudine. Non voleva più mangiare, né combattere. Piangeva ogni notte e stava ferendosi quotidianamente.
E il resto della sua famiglia era preoccupato per lui... stava deperendosi sempre di più e le borse sotto agli occhi non miglioravano la situazione. Perfino Casey, April, Usagi e anche Traximus avevano provato a risollevargli il morale, ma era stato tutto inutile.
Raph aveva provato a suicidarsi gettandosi da un palazzo, ad auto-lesionarsi (lo dimostravano i tagli ai suoi polsi), a farsi investire ma la sua famiglia lo aveva sempre salvato. Ma adesso non potevano nulla contro il non mangiare. Raph spezzava continuamente le flebo, tanto che Don ci aveva rinunciato a nutrirlo così.
"Raph..." tentò ancora il genio, guardando le lacrime su quel volto pallido "Mikey non avrebbe voluto questo...".
Si strinsero in un abbraccio dove i singhiozzi esplosero. Donatello si mordicchiava il labbro affinché non si lasciasse trasportare dal dolore. Purtroppo Mikey era il cuore di Raph e morto lui, era andata anche l'intera anima del rosso.
"Raph" richiamò ancora il genio "Hai deciso di seguire Mikey...? Ma non pensi a noi? Il sensei non potrebbe sopportare un'altra perdita".
"Non sono niente senza Michelangelo, Donnie!" gridò il focoso "E' successo tutto troppo in fretta! Tutto per una fottuta moto!".
Infatti, Donatello, sotto ordini di Raph, non aveva riparato il relitto che Bellezza era diventata.
"Raph, non è colpa tua, se è questo quello che pensi!".
Il rosso si arricciò a pallina e continuò a singhiozzare, tirandosi il cuscino sul viso.
"Raph, guarda..." mormorò Donnie, notando qualcosa sotto il lenzuolo del lettino di Mikey.
Scoprirono anche le coperte e un blocco da disegno fu presto rivelato. Sulla brillante copertina arancione, una piccola nota con un pennarello rosso c'era scritto...
Buon Compleanno, Raphie!
"Ti lascio da solo, va bene?" propose Donatello, ottenendo un consenso.
Il rosso, tremante, aprì il blocco note e alla prima pagine, in una colorata cornicetta rossa, con palloncini colorati, c'era un'altra nota ma più lunga che poteva considerarsi una lettera.

Caro Raphie, 
Auguri per il tuo ventesimo compleanno! Io sono eccitatissimo! Sei il secondo, dopo Leo, a compiere gli anni e purtroppo non ho saputo regalarti di meglio... Certo, avevo in mente uno degli orologi luccicanti che ti piacciono tanto, qualche romanzo d'avventura, film... però sarebbero state cose che avrebbero potuto farti gli altri... no?
Così, poi, ho avuto un'intuizione. Io so disegnare e ti ho dedicato questo intero blocco con tutti i miei disegni migliori! Ah, sì! E ci sono altre note da parte mia, per non lasciarti "affrontare il viaggio del libro" da solo!
Ti prego, non picchiarmi se giudicherai questo ammasso di carta ignobile... in punto è che non avevo nemmeno una moneta.
Sappi che ti voglio molto bene, fratellone! Sei come un'altro papà per me! E adesso, BUON COMPLEANNO!
Non dimenticarti mai di me! Ok?
Il tuo Michelangelo


Raph si era asciugato le lacrime prima che potessero bagnare il foglio. Il suo dolce fratellino non aveva avuto il tempo di consegnargli un regalo per un compleanno non festeggiato. Vent'anni, adesso.
Sfogliò le pagine a una a una... bellissimi disegni che ritraevano lui in tratteggi in monocromo o colorati con i pastelli a cera. Anche acquerelli. Pennarelli. Penne colorate.
Piccole note con "Ti piace? Mi sono divertito tantissimo a realizzarlo! Con tutto il mio cuore!".
Più leggeva, più le lacrime fluivano.
Come poteva affrontare la vita senza Michelangelo? Senza il fratellino che considerava un bambino? Un figlioletto?
"Hai ragione... non posso... non ho mai potuto..." singhiozzò, raggiungendo il Sai che aveva gettato sotto il letto per evitare che gli altri potessero confiscarglielo.
Accarezzò la lama... ne tastò l'efficienza... un solo colpo e tutto sarebbe finito.
Guardò un'ultima volta il libro... una nota in rosso gli saltò all'occhio...

Qualunque cosa potrebbe accadere, sappi che ognuno mai perso potrà sentirsi in questa famiglia. Siete tutti i pilastri, dove reggono la vita, sostenendosi a vicenda. Anche se una forza più grande potrebbe separarci, Raphie, non è detto che bisogna rinchiudersi nel dolore, per quanto tutto sembri buio e non-vivibile. Anche da Lassù si potrebbe proteggere... rivedersi nei sogni... Raph, come vada nella vita, io ti vorrò sempre bene. So che non ti piace che lo dica in pubblico, ma qui posso sbizzarrirmi... beh, se hai voglia di leggere, ovvio!

Il Sai gli era caduto dalle mani... 
"Raph" richiamò ancora il genio "Hai deciso di seguire Mikey...? Ma non pensi a noi? Il sensei non potrebbe sopportare un'altra perdita".
Donatello aveva ragione... non doveva porre fine alla sua vita...
"Mikey... grazie..." sorrise con grosse lacrime.
Si alzò e corse immediatamente in cucina, dove Leo, Don e Splinter sedevano con una tazza di tè verde dinanzi. 
Lo guardarono. Gli sorrisero.
Raph sembrava un bambino, adesso. Uno timoroso di aggiungersi alla sua famiglia. Ma loro gli stavano tendendo le braccia.
"Io..." mormorò.
Leonardo si alzò, stringendolo al petto "Shhh... non dire nulla, Otouto..." sussurrò, cancellandogli le lacrime "Bentornato...".
Aveva perso oltre quaranta chili e dei suoi muscoli non rimaneva che quasi nulla. Il suo corpo impallidito mostrava le sporgenze delle ossa... i piastroni erano tirati sulle costole e la pelle sembrava assottigliata e pronta a strapparsi.
"Ricominceremo tutto da capo..." si aggregò anche Donatello, con lacrime di gioia "Ma non lasciarci anche tu... ti prego...".
"Mikey mi ha fatto capire che quello che ho cercato di fare non è bello..." rispose il rosso, lasciandosi condurre a tavola.
"Vuoi... unirti per la cena?" domandò Leonardo, con leggera esitazione.
"Cosa si mangia?".
"Riso, figliolo" rispose il maestro, felice che Raphael fosse tornato.

Uno sguardo bambinesco era rimasto a guardare tutto e ora sorrideva teneramente, stringendo la mano a un uomo alto e giovanile.
"Sono finalmente insieme, adesso" mormorò Michelangelo, guardando Raph mangiare.
"Raphael si è risvegliato dal buio, nipote" annuì il Maestro Yoshi, sorridendo a Splinter che guardava nella loro direzione.
Erano al fianco di Raphael.
"Ciao, papà... prenditi cura tu degli altri..." sorrise Mikey, dando un bacio sulla guancia di Raph "E tu non provare a morire che ti rispedisco indietro...".


Raph si fermò dal mangiare e si girò indietro, guardando i mobili con un'espressione meravigliata.
Un paio di occhi azzurri gli fecero l'occhiolino e si dissolsero. 
"Ciao, piccolo..." mormorò, sorridendo "Sarai sempre nel mio cuore".
Splinter non poté che continuare a guardare la sua famiglia che cercava di colmare lo squarcio che avevano avuto. Ci sarebbe voluto del tempo... ma sarebbero tornati insieme.
Ninja d'un tempo.
Teenage Mutant Ninja Turtles!

The End


Angolo dell'Autrice

Oggi ho assistito a un funerale dove un mio parente ha perso la vita in un incidente con la moto. Ho scritto questo cercando di sfogarmi un po'.
 
  
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