Film > Un mostro a Parigi
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Autore: Claudia Ponto    27/05/2014    0 recensioni
Lucille è una cantante scontrosa e vanitosa.
Si sente migliore di tutti e questo causa a lei un isolamento dalle altre persone. Canta di gioia, ma nel suo cuore non vi è nulla di questo sentimento. Ma forse una sera, in compagnia del suo "peggior nemico" Raoul, un incontro mostruoso potrebbe aiutarla ad intraprendere un cammino per la ricercà della felicità
AVVISO: ho deciso di riscrivere completamente dall'inizio la Fiction Monster Heart: a causa di mancanza di ispirazione che mi impedisce di proseguirla come vorrei, ho deciso di cambiarla drasticamente. modificherò tutto: dalla trama in generale al genere di storia, il rating (se necessario) e il ruolo dei personaggi.
chiedo scusa ai lettori che hanno commentato fino adesso, ma sto soffrendo nel non riuscire a continuare questa fiction su un film che adoro sul serio
Genere: Fluff, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francœur, Lucille, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10: Verità infine
 
Il motore del furgone era assordante, ma nel momento in cui la gente si rese conto della sua ferita, calò un ansioso silenzio.
Come aveva osato il Prefetto fare del male a quell’angelo nascosto sotto una maschera mostruosa?
Il Professore tentò con improvvisazione di medicare il foro del proiettile augurandosi che non accadesse il peggio; Emile guidò al suo posto cercando di evitare buche e dossi che complicassero l’operazione, Raoul che strinse al suo petto una traumatizzata Lucille.
Monte San Michele era ancora lontana, il giorno lentamente mutava e il calar del sole quasi ignorato pareva un orologio che scandiva lo scadere del tempo verso un finale che doveva essere evitato a tutti i costi, il sangue che Francoeur perse pareva la sabbia di una clessidra che si esauriva.
Era tanto frustrante, che cosa ci guadagnava la gente cattiva come Maynott con la sua morte?
<< Francoeur? >>
L’insetto aveva gli occhi socchiusi, non si capiva se fosse cosciente o meno.
<< Siamo quasi arrivati a casa tua… mancano pochi chilometri. Finalmente sarai al sicuro.>>
L’insetto non rispose, inclinò da un lato la testa, il respiro affaticato.
Lucille lo adagiò delicatamente sul suo petto, cominciando a cantare una ninnananna.
Lui le strinse la mano, dimostrando che stava ascoltando la dolce melodia.
 
                                                                                  ****
La notte era buia e fredda, neanche la luna riusciva ad illuminare con i suoi fasci argentati il mondo sotto di sé; coperta da uno spesso velo di nuvole nere come fuliggine, mentre una gelida corrente proveniente da Nord ricopriva con un sottile strato di ghiaccio la landa francese.
Francoeur aveva cominciato a reagire dallo stato letargico della perdita di sangue, avvertiva una familiare sensazione che s’intensificava sempre di più.
<< Ehi amico, stai bene? >>
Finalmente sorrise, in quel momento non avrebbe potuto sentirsi più felice.
Era arrivato a casa.
Il Mont Saint-Michel è un isolotto tidale situato presso la costa settentrionale della Francia, dove sfocia il fiume Couesnon. Sull'isolotto venne costruito un santuario in onore di San Michele Arcangelo, il cui nome originario era  Mont Saint-Michel au péril de la mer ("Monte San Michele al pericolo del mare").
Del mare si udiva solo l’eco delle onde, l’acqua a malapena si scorgeva nel pesante buio che dava l’illusione che l’isola fosse sospesa nel vuoto, le lontane fiaccole dell’abbazia parevano fuochi fatui.
<< Non ci posso credere!  Ci siamo riusciti davvero! >>
<< Questo è un vero miracolo! >>
<< Gente, quando tutto sarà finito dobbiamo festeggiare a dovere! Offro da bere a tutti! >>
Non sembrava vera la cosa, era troppo bello per essere vero.
Per fortuna l’unica strada che collegava Saint-Michel con la terra ferma era libera, la marea era bassa e lo strato di pietra perfettamente asciutto, scansando così la possibilità di scivolare.
 
Ma a dar il benvenuto ai viaggiatori non fu un prete o un paesano.
 
In piedi proprio davanti all’ingresso dell’isola c’era un individuo mai visto prima: aveva lunghi capelli argentati raccolti in una coda di cavallo, la pelle ricoperta da rughe di un pallido grigio, folte sopraciglia e un paio di occhiali dalle spessi lenti scure che nascondevano gli occhi. Indossava un mantello di pelle marrone scuro, il resto del corpo era celato sotto di esso e non se ne vedeva nemmeno un pezzo, solo una mano usciva fuori da una sottile fessura stringendo un bastone da passeggio su cui si trovava attorcigliato un serpente d’argento con la testa appoggiata e la bocca spalancata sulla sommità.
Era un vecchio, ma il suo aspetto non gli infondeva sicurezza, una sensazione di disagio cominciò a far star male il gruppo che non riusciva a toglierli gli occhi di dosso.
<< Dov’è Francoeur? >> chiese lo sconosciuto, senza preoccuparsi di giustificare la sua bizzarra apparizione.
<< Chi è lei? >> domandò Raoul, affacciandosi dal veicolo con cautela.
Francoeur si stava agitando, Lucille e il Professore dovettero bloccarlo con la forza per impedirgli di aggravare la ferita, la ragazza gli accarezzò il volto pregandolo di star calmo, lui di conseguenza le strinse leggermente i capelli rossi morbidi come seta.
<< Voi dovevate starne fuori. >> disse l’uomo seccato, cominciando a muoversi verso la loro direzione.
<< Cosa vuole esattamente? >> gli urlò l’inventore.
<< Voglio Francoeur. >> rispose l’altro.
Chiunque egli fosse non avevano intenzione di scoprirlo: Emile istintivamente cominciò a far retromarcia in modo da tenersi a distanza, di evitare qualsiasi contatto con lui.
Sentiva il male scaturire da quel corpo.
<< IO VOGLIO DISTRUGGERE QUELL’INSETTO! >>
 
Una forza al di sopra della natura si scatenò brutalmente.
Il mondo parve crollare addosso al gruppo, il cielo che si tingeva di rosso e il mare che si innalzava come un muro di spropositata altezza; l’isola che si faceva piccola e lontana.
Come un giocattolo sbandava il furgone da una parte all’altra, gli occupanti rapide prede della paura sempre più crescente, increduli a quell’avvenimento che non poteva esistere in natura. L’unico a non farsi prendere dal panico fu Francoeur il quale si alzò e uscì dal veicolo; il volto dipinto di una emozione che sapeva sia di rabbia che di coraggio… subito si placò il caos e una luce rossastra prese ad illuminare l’ambiente, lo sconosciuto si fermò e un sorriso a mezzaluna comparse nella ragnatela di rughe.
Lentamente cominciò a togliersi i componenti del suo vestiario, gesti banali che cambiarono il suo aspetto radicalmente: la pelle divenne più liscia e tirata, i capelli si ritirarono completamente rivelando un paio di corna ricurve, il mantello si aprì formando una specie di paio di ali da pipistrello, e la mano con il bastone si trasformò in una grande serpe che stava attaccata al corpo magro di quell’essere non più umano in una sorta di coda.   
<< E tanto tempo che non ci vediamo, amico mio. >>
Quando si tolse gli occhiali la creatura rivelò di non avere occhi, solo due fessure vuote che si aprivano e chiudevano appena.
<< Come stai? Ti trovo in gran forma. Sembra proprio che la tua nuova identità ti abbia giovato. >>
<< Hai sempre un ridicolo senso dell’umorismo. >> gli rispose Francoeur gelido.
<< Come scusa? Hai detto qualcosa? La tua voce è fievole quanto quella di una pulce. >>
<< Visto che sei duro di orecchi, ti dirò forte e chiaro cosa penso di te: sei un bastardo. >>
Francoeur era in grado di parlare nonostante le apparenze, ma nelle sue attuali sembianze le parole si trasformavano in versi acuti e bassi… solo colui che l’aveva mutato in quel modo orrendo era capace di comprenderlo.
 
Lui, il demone.
 
<< Mio Dio… è il diavolo in persona… >>
Dopo essersi ripresi dal violento attacco, gli altri erano subito usciti dal furgone e avevano cercato di mettersi al riparo.
Notate le nuove vestigia di colui che aveva sbarrato la strada non poterono che rivolgere i propri pensieri al Signore, terrorizzati da ogni inquietante dettaglio di quella apparizione oscura.
<< Mi dispiace contraddirvi signori e signora, ma siete in errore: io non sono il Diavolo, sebbene io abbia molto più charme di lui. Io sono solo un “Incubo”. >>
<< Che… che assurdità è mai questa? >>
<< Assurdità? Io sono reale, signore. >>
Improvvisamente Francoeur tentò di saltare alle spalle di quell’Incubo che, dissolvendosi in una macchia liquida, lo scansò e lo fece crollare a terra, ricomponendosi al suo fianco e premendo con un piede la ferita da foro da proiettile fino a far schizzar fuori il sangue. Il sadico gesto impressionò gli amici dell’insetto, subito accorsero per aiutarlo ma vennero fermati da un nugolo di scorpioni che uscirono dalla bocca della coda di serpente del demone, schivando per un soffio i pungiglioni grondanti di veleno.
<< Non dovevate affezionarvi a lui. Mi avete intralciato e vi giuro che tutti ne pagherete le conseguenze, non dubitate. >> disse l’Incubo minaccioso.
<< Brutto mostro! Lascialo in pace! Cosa ha fatto Francoeur per meritarsi questo?! >> urlò Lucille fuori di sé.
La sua voce parve una sorta di richiamo speciale: L’Incubo si materializzò alle sue spalle mettendosi a sorridere in modo fin troppo “contento”, affondò il volto sul suo collo e lo strofinò imitando le fusa di un gatto, le mani che le accarezzavano i fianchi. Disgustata, la cantante lo cacciò via, mettendosi al riparo tra le braccia di Raoul.
<< Lucille, mia cara. Che peccato non aver avuto occasione di conoscerci meglio. Hai delle ambizioni così grandi che gustarle fino all’ultima briciola sarebbe stato un delizioso piacere. Peccato che a quello stolto di Maynott interessasse solo il tuo aspetto. >>
<< Co-cosa? Io non capisco… >>
<< Non l’hai ancora capito? Io e il Prefetto eravamo soci in affari: e grazie a me se lui ha ottenuto il potere per cui è conosciuto. Ma non farti strane idee, se abbiamo lavorato insieme è stato solo perché avevo bisogno di qualcuno per trovare il mio “caro amico” Francoeur; e quando finalmente c’è riuscito mi ha chiesto di aiutarlo a conquistarti… io però non avevo intenzione di lasciarmi sfuggire un bocconcino così appetitoso e sognatore. >>
<< Cosa?! >>
<< Io sono “un’ombra” assai particolare madame; divoro i sogni della gente fino a prosciugarli. Le vostre aspirazioni, gli ideali, i progetti futuri… per me non sono altro che cibo con cui banchettare, è più grandi son questi sogni e più la mia fame si fa insaziabile. >>
<< E… il senso di tutto questo? >>
<< Ma è ovvio. Rovinare la vita altrui. >>
Era disgustosa la felicità sprigionata insieme a quelle parole crudeli.
Era davvero quello il motivo dell’esistenza di quel mostro?
Si trattava sul serio di una tale crudeltà?
L’incubo fece una piroetta su sé stesso con un movimento tale che il mantello lo avvolse da capo a piedi, per un attimo solamente, quanto bastava per trasformarsi e assumere le perfette sembianze del Prefetto Maynott: ripetè più volte quel trucco, trasformandosi persino in Lucille e gli altri, imitando perfettamente voce e copiando minuscoli dettagli che andavano dalle voglie ai riflessi dei capelli.
Tutto senza smettere di vantarsi.
Gesto che fece irritare pesantemente Francoeur che tentò di interrompere quello show, provando a strappargli letteralmente la faccia.
<< Perbacco! Puoi cercare di star tranquillo?! Le tue maniere sono a dir poco fastidiose! >>
<< Sono stufo di ascoltare la tua voce e assistere alle stregonerie della tua mente perversa! Sei qui per me! Quindi facciamola finita ora! >>
<< Oh, ma guarda tu che sorpresa. Il latitante sfortunato s’è finalmente deciso di affrontare le sue paure. Star di nuovo a contatto con la gente ti ha ridato un poco di fegato. >>
<< E ti giuro che stavolta ti finirò definitamente! >>
<< Non indugiamo oltre allora, apriamo le danze. >>
 
                                                                                  ****
Non era una lotta quella che si scatenò tra il mostro e Francoeur, bensì una vera e propria guerra.
 
Era così violenta che assistervi non era una cosa possibile, faceva troppo male… era un’agonia per l’anima.
Gli amici dell’insetto non volevano restare a guardare mentre veniva martoriato a morte, anche se avevano uno sbarramento assai pericoloso dovevano intervenire subito, fermare la follia prima che andasse troppo oltre.
Raoul prese svariata roba caricata sul furgone e la trasformò in oggetti d’attacco, sperando che qualcosa eliminasse gli scorpioni che, come soldati impassibili, restavano compatti per ostruire la strada. Lucille, al contrario, era rimasta turbata dalle intenzioni disgustose che erano serpeggiate alle sue spalle, impallidita pesantemente a tal punto da sembrare malata di qualche grave infenzione senza cura.
<< Ora capisco! Adesso è tutto chiaro! Era lui il bastardo che si è spacciato per Francoeur e ha tentato di uccidermi! >>
<< …questo perché volevano me… per usarmi come se fossi… un giocattolo… >>
<< No! Non pensare a quello che ha detto! Non dargli questa soddisfazione! Ti giuro che gli farò rimangiare quelle sporche parole! Tu non sei un giocattolo! >>
<< Ma lui è un demone… lui può fare tutto… >>
L’angoscia, la paura, il dolore… ogni sorta di negatività si stava raccogliendo al richiamo del demone che non voleva far altro che spargere male. Il mondo non sembrava più lo stesso sotto la cappa scura che aveva preso forma, sembrava di essere in un limbo prossimo a crollare all’inferno, senza salvezza all’orizzonte per chi sperava di uscirne fuori.
<< Non possiamo permettere che le cose continuino in questo modo: noi dobbiamo salvarci e salvare Francoeur! >>
<< Raoul, come fai ad avere tutta questa speranza? >>
<< Perché mi hanno insegnato ad averla. I miei genitori erano dei poveracci, a malapena tiravano avanti con il lavoro e hanno sacrificato tutto pur di restare uniti! E lo sai perché? Perché sapevano che un giorno le cose sarebbero andate meglio!
Questo bastava a renderli felici e a sistemare le cose quando andavano storte!
La speranza è l’ultima a morire!
Dopo che sono morti mi sono aggrappato a questo ideale per poter andare avanti… e lo ammetto… è stato difficile… ma ha funzionato: io sono ancora qui, che lotto per i miei ideali e per le persone che amo. Te lo posso assicurare Emile, sono così ostinato a perseguire questa aspirazione che non permetterò a questo dannato demone di distruggere ciò in cui credo. >>
Raoul stava per attaccare ancora quando Lucille gli si gettò addosso, fermandolo.
Tremava mentre lo abbracciava, affondava più che poteva il viso nel suo petto e in silenzio piangeva.
<< Ti invidio… l’ho sempre fatto… >> gli disse ad un certo punto.
<< …Tu sei sempre stato così testardo e sicuro di ciò che volevi. La sicurezza di come perseguivi i tuoi sogni, senza quelle assurde difficoltà che dovevo affrontare io, non poteva che scatenarmi ammirazione e gelosia. >>
<< Geloso di me? Ma cosa dici sciocchina, sei sempre stata tua la star. >>
<< Era solo un modo per riempire il vuoto nella mia vita… quello che ho sempre davvero voluto è qualcuno da amare e che mi amasse… come te… >>
Raoul era stupito ma non lo mostrò, si curò principalmente di rincuorare la sua amata con un bacio, sussurrandole all’orecchio quanto ci tenesse a lei.
 
Per un attimo i due innamorati poterono sentirsi al sicuro.
Essere solo loro, circondati dal loro grande amore.
Non importava quanto potesse essere terrificante la loro situazione, se fossero rimasti uniti niente gli avrebbe fatto del male.
Il buio si dissolveva intorno a loro, l’intimità del loro abbraccio pareva scaturire luce, un’impressione che bruciava come il sentimento che provavano.
<< Ti farò uscire da questo incubo, te lo prometto. >>
 
<< Giù! >>
Il Professore fece appena in tempo a spingere a terra la coppia.
La testa di serpente fece una sorta di schioppo con la bocca, mancando di poco le loro teste.
L’Ombra aveva interrotto il suo operato e li stava fissando incredibilmente irato,  piccole scintille di fuoco riempirono i suoi occhi vuoti che davano più carattere alla sua espressione, la coda di serpente che si dimenava con furia.
<< Non mi piace quello che voi state facendo. >> La voce dell’Ombra era diventata più profonda, come se non bastasse  tratteneva una smorfia inquietante che gli deformava il volto.
<< In mia presenza non tollero simili atteggiamenti, mi danno decisamente il voltastomaco. >>
<< Senti chi parla! Tu, con la tua mente perversa, sei più disgustoso di ogni altro essere al mondo! >>
<< Dovreste preoccuparvi di come troncherò le vostre patetiche vite, invece di trascorrere questi ultimi momenti con inutili effusioni. >>
<< Devi prima provarci sottospecie di mostro! >>
L’Ombra non se lo fece ripetere due volte: si trasformò in una specie di chimera e lanciò addosso al gruppo, azzannandolo e graffiandolo.
Non risparmiò nessuno il demone, tutti subirono la violenza della sua incontrollabile furia animalesca, Francoeur, moribondo, assistette sconvolto all’azione: disperato nel vedere le uniche persone che avevano visto il bene in lui subire tanto male si trascinò con l’obiettivo di porre fine a quella crudeltà. Sanguinava, aveva parecchie ossa rotte e ogni respiro provocava terribili dolori al petto; eppure, nonostante le gravi condizioni, non voleva arrendersi… non voleva permettere a colui che aveva rovinato la sua vita di averla vinta ancora, non dopo tutta la fatica per poter raggiungere la sua casa… il solo posto dove tutto poteva finire.
Un’idea balzò in testa, l’unica che avrebbe fermato il vero mostro della storia.
La sola che poteva attuare seppur a caro prezzo.
<< Ombra! >> urlò Francoeur, richiamando l’attenzione del demone.
<< Fatti sotto e finisci quello che hai iniziato! Il nostro discorso non è ancora chiuso! Perché ora mi ignori? Non ti interesso più per caso? Oppure è tutta scena perché  non hai il coraggio di affrontarmi apertamente? Perché è questo che sei: un codardo che usa trucchi da illusionista! >>
In silenzio i due si fissarono per alcuni minuti, trattenendo persino il fiato per evitare di trapelare qualcosa.
Poi cominciò a ridacchiare L’Ombra, un accennato sorriso che nel suo volto bestiale si notava appena… subito dopo esplose letteralmente dal ridere,  costringendosi a fermarsi e riassumere le fattezze umanoidi solo per afferrarsi lo stomaco.
<< Codardo hai detto? Ti sbagli, amico mio: io posso rimandare la tua morte quando voglio perché me lo posso permettere. Tu non sei nient’altro che una nullità, la tua vita non è altro che creta che posso spezzare con un dito solo. >>
<< Uao, sei davvero forte. Allora perché hai impiegato 10 anni per uccidermi? Avrai anche il controllo della mia vita, ma mi sembra che tu abbia esagerato un poco con l’attesa. >>
La provocazione fece si che L’Ombra allungasse il proprio braccio ed infilzasse Francoeur al petto, assalendolo con un atroce dolore; il sangue fluì lungo il suo corpo e ardeva come il fuoco e un fischio assai fastidioso gli rompeva i timpani delle orecchie.
<< Non provare a fare lo spiritoso, in punto di morte ti rende solo più ridicolo. >>
<< Invece tu ti rendi solo più stupido. >>
Francoeur cominciò a tirare il demone verso di sé, afferrandogli l’arto con tutte e quattro le zampe.
Fece passi piccoli e traballanti, spesso cadde e l’urto faceva schizzare fuori il sangue dalla ferita, ma non demordeva, proseguendo il suo lavoro. L’Ombra gli diede corda facendosi strattonare senza lamentarsi o ridicolizzarlo… almeno fino a quando non si rese conto fin dove lo stava portando: solo allora cominciò a protestare, puntando i piedi a terra per tornare indietro e cercando inoltre di “riportare” il braccio a sé.
<< Tu non vai da nessuna parte! >> gli urlò Francoeur.
Sempre più forte lo costringeva a seguirlo verso Mont Saint-Michel che nel buio stava cominciando a stagliarsi come un faro nella tempesta.
<< No! Non ci provare! Ho capito tutto! La tua idea non funzionerà! >> gli disse L’Ombra.
<< Io penso il contrario! Quindi forza! Vieni pure! >>
<< Sei solo un’idiota che tenta disperatamente di non morire! Non avrai la meglio su di me! >>
<< Vediamo se noi possiamo far cambiar le sorti allora! >>
Raoul con un grido si fiondò alle spalle del demone, subito dopo vennero Lucille, Amber e Emile, e tutti insieme cominciarono a spingerlo, permettendo all’insetto di accelerare il proprio lavoro.
 
Stavano solo impiegando la proprio forza, eppure nell’insieme essa divenne potente a tal punto da non permettere al mostro di usare le sue capacità sovrannaturali per difendersi o dileguarsi.
Una sorta di magia stava scaturendo da quel lavoro di squadra.
Nelle tenebre Mont Saint-Michel ricomparve, normalmente agli occhi dei mortali era solo un centro abitato che sorgeva a ridosso del mare, ma per quella notte e solo per quella si trasformò in un faro di luce, la terra sacra che reagiva al gesto di coraggio in corso.
<< NO! NON PUÒ FINIRE COSÌ! IO SONO IMMORTALE! SONO PIÙ POTENTE DI OGNUNO DI VOI!>>
<< Allora fatti un bel paio di occhiali perché ormai sei finito! >>
Quando Francoeur toccò il confine dell’isola, il suo corpo sprigionò luce bianca che fluì attraverso il braccio del demone contagiandolo. L’effetto che gli sortì fu devastante: prese fuoco e si dissolse in polvere, ogni cosa di lui sparì e con esso l’emanazione di male che aveva liberato nel mondo.
Non ne rimase niente.
Fu letteralmente cancellato.
Ciò che rimase fu solo un paesaggio francese al chiaro di nulla.
 
<< Ci siamo riusciti? >> chiese Emile.
<< Siamo vivi… si… >> rispose Raoul stanco.
<< Oddio, Francoeur! >>
L’insetto era riverso al suolo che debolmente luccicava.
Lucille lo poggiò al suo capezzale scuotendolo vigorosamente per fargli aprire gli occhi.
Fu in quel modo che la sua faccia si staccò, … rivelando un perfetto e splendido volto di uomo.
Il torace, le braccia, le gambe… tutto divenne umano, la maschera che nascondeva la sua reale identità era stata finalmente rimossa.
Francoeur aprì gli occhi, azzurri come il cielo d’estate, nel vedere i suoi amici sorrise subito, apparendo quasi un bambino con alcuni dei denti leggermente accavallati, spostandosi la frangia di capelli neri per non essere infastidito.
<< State tutti bene? >> gli chiese.
Aveva una voce davvero stupenda, sentirlo parlare fu una sorpresa allegra.
<< Mi sento molto stanco… >>
<< è normale… è stato tutto davvero molto movimentato. Vedrai, non appena torniamo a casa ci sentiremo meglio… >>
<< Io vi devo ringraziare… avete rotto la mia maledizione. Quando L’Ombra mise gli occhi su di me ero pieno di sogni da realizzare… gli fu facile ingannarmi… e fu ancora più facile farlo arrabbiare quando riuscì a sfuggigli.  >>
<< Lui ti ha trasformato? >>
<< Ero l’unico che sapeva chi era e cosa faceva. Non voleva rischiare che io trovassi un modo per annientarlo… diceva di essere forte… ma il coraggio e la bontà sono sempre stati i suoi punti deboli. >>
<< E Saint-Michel? >>
<< Io mi trovavo qui quando sono diventato un mostro… la mia famiglia e i miei amici ogni anno si sono raccolti qui per pregare per me… riversando la loro speranza di riavermi tra le loro braccia. >>
<< Ho capito: un altro modo per poterlo distruggere. Ora si capisce tutto, sei davvero un genio amico! >>
Essere di nuovo umano era il sogno più grande che Francoeur avesse mai voluto realizzare, ma in quel momento c’è n’era un secondo che avrebbe voluto compiersi…
…E purtroppo questo non era possibile.
Ad un certo punto cominciò a sentire molto sonno, gli occhi gli si chiudevano e gli altri lo attribuirono alla tremenda sfida sostenuta, quando però si accorsero che stava svanendo si allarmarono, non capendo il perchè.
<< Vorrei poter stare con voi ed imparare a conoscervi meglio, purtroppo non posso… devo accontentarmi di andarmene da qui con serenità, sapendo di aver finalmente liberato il mondo da un mostro. >>
Le parole pronunciate furono fin troppo chiare: stava morendo.
Cominciarono a protestare, nessuno voleva che lui morisse proprio ora che tutto si era risolto bene, purtroppo non c’era modo di fermare quella cosa ed era straziante oltre che ingiusta.
<< Amici miei… voi avete già fatto tanto per me. Dovreste essere felici invece… perché adesso tornerete alla normalità… >>
<< Ma come puoi pretendere una cosa da noi?! Non possiamo lasciarti andare! >>
<< Non c’è soluzione… la maledizione non mi avrà reso crudele, ma era comunque abbastanza forte da farmi allontanare da qualsiasi cosa fosse sacra come l’amicizia e l’amore… questo era l’unico modo per eliminare L’ombra… sacrificare me stesso. >>
<< Non è giusto questo…. >>
<< Ascoltatemi… anche se da adesso non ci vedremo più, voglio che sappiate che veglierò per sempre su ognuno di voi. Avete salvato la mia anima ed eliminato un grande pericolo per quelli colmi di speranze… siatene fieri e promettetemi che inseguirete i vostri sogni. >>
<< Noi… lo faremo… >>
<< Voglio bene a tutti quanti… grazie ancora. >>
 
Furono queste le sue ultime parole.
Poco dopo divenne polvere di stelle, sollevandosi in cielo dove il paradiso lo attendeva.
  
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