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Autore: Blitz7    27/05/2014    2 recensioni
La sua storia, dall'inizio della sua adolescenza. Anche lui avrà avuto delle amicizie particolari?
E quando gli toccò andare agli Hunger Games, come reagì? In modo fragile, impaurito o da duro, da uno che non si scoraggia davanti a nulla?
La scrivo in onore a uno dei miei personaggi preferiti, proprio lui, Haymitch Abernathy.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Favoriti, Haymitch Abernathy, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima fanfic su “Hunger Games”.

Se avete letto un po’ la trama credo che capiate un po’ che voglio fare: parlare di Haymitch.
Per me è stata trascurata la sua vita, perciò ho voglia di scriverla io.
Mi invento come potrebbe essere la sua famiglia, ditemi che ne pensate *_____*
Spero vi piaccia!
Blitz7
 
 
 
Cammino lentamente verso casa. Diciamo che più tardi arrivo meglio è. Non mi piace stare a casa. I miei genitori e mio fratello non mi capiscono.
Mio padre lavora solo in miniera ventiquattro ore su ventiquattro e lo vedo solo la mattina prima di andare a scuola e di sera prima di dormire. Si chiama Drew, ed è un buon vecchio uomo famoso nel Distretto 12, perché un po’ tutti lo vedono sempre e ci parlano sempre assieme.
Mia madre invece non ha un lavoro, è sempre a casa, per questo mi da fastidio. Si assicura sempre che io sia messo in ordine e sia perfetto anche per uscire fuori con gli amici. Insomma, ho sedici anni, non più due! Lei invece si chiama Mary e non penso che tanta gente le voglia bene. Si impiccia sempre negli affari degli altri.
Mio fratello, Justin, ha due anni in meno di me, ma si crede il perfetto, il bello e il bravo della famiglia.
Litighiamo sempre, soprattutto perché lui è geloso della mia popolarità. In effetti, mi conoscono praticamente tutti a scuola e lui si sente un po’ escluso. Ma dovrebbe imparare ad essere più simpatico, secondo me.
Come tutti in questa età hanno una cotta, anche io ne ho una.
E’ per una ragazza di nome Shaili, anche lei di sedici anni. Frequenta la mia stessa classe e siamo buoni amici. Peccato che sia fidanzata, sennò credo che si metterebbe volentieri con me. O forse è quello che immagino io.
Ma parlando di me..
Ho già detto di avere sedici anni. Mi chiamo Haymitch Abernathy, sono un normale ragazzo che abita nel Giacimento, quindi diciamo che sono abbastanza povero.
Sono agile e forte, infatti qualche volta vado con mio padre in miniera e lui mi insegna qualcosa, ma non sono portato per fare il minatore. Anche se so che da grande mi toccherà lavorarci credo.
Assisto alla Mietitura di ogni anno con un po’ di eccitazione ma anche di paura. Non voglio entrare in Arena per nessun motivo al mondo.
Quest’anno si saprà chi saranno i tributi tra due settimane, quindi mi posso godere un altro po’ di vita quotidiana prima di vivere quel brutto momento in Piazza.
Entro in casa respirando il profumo delle frittelle che prepara mia madre una volta ogni circa due mesi. Mi piacciono tantissimo.
“Ciao, mamma” la saluto, sedendomi sul divano malconcio e prendendo una frittella assaggiandola.
“Ciao, Haymitch. In teoria dovremmo aspettare questa sera per l’arrivo di tuo padre.. ma dato che anche Justin ne ha mangiata una, te la concedo anche a te.. ma poi basta” dice con sguardo ammonitore.
“D’accordo, d’accordo” rispondo.
“Oh, è arrivato il comandante!” mio fratello entra nella piccola cucina sbuffando e sgranando gli occhi. “Sai, si sentiva che mancavi”
“Senti, pulce, perché sei stato a casa da scuola? E’ perché avevi la verifica, non è vero?” lo punzecchio facendolo diventare tutto rosso.
“Ehy, non è vero! Avevo mal di testa” obbietta.
“Sai che roba.. ” scrollo le spalle.
Mia madre ci ha osservato a braccia incrociate. Lei odia quando discutiamo però ormai ci ha fatto l’abitudine.
Poi accende la televisione vecchia, appoggiata sull’unico mobile presente in questa piccola stanza, ovviamente l’ultimo dopo la tavola.
Si vedono solo programmi che fanno a Capitol City che a me annoiano da far paura. Perciò mi alzo e vado in camera mia.
Mi siedo sul piccolo letto che subito cigola. Insomma, io dico, neanche si fosse seduto un elefante!
Mi stendo con le mani dietro la testa e fisso il soffitto. Mi ritrovo parecchie giornate in questo stato, senza sapere cosa fare, senza compagnia.
E pensare che da piccolo la mia vita era così spensierata e tranquilla.
Mentre ora è colma di tensione. Ed è monotona.
  
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