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Autore: Keyla99    27/05/2014    5 recensioni
Eric è condannato a morte, ma non è pentito di quello che ha fatto.
Quattro è deciso ad ucciderlo, ma l'improvvisa comparsa di una ragazzina lo costringerà ad esitare.
Forse Eric non è davvero odiato da tutti. Forse qualcuno che lo ama c'è.
C'è sempre stato.
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quattro alza la pistola, la tiene sollevata all'altezza della mia fronte. Il suo dito indugia sul grilletto.
Non chiederò perdono per quello che ho fatto. Non ho sbagliato.
Prende un respiro profondo, mentre io lo fisso negli occhi. Voglio vederlo cedere. L'ultima cosa che vedrò.
«No, no!»
Quasi tutti gli Intrepidi si voltano per controllare chi abbia gridato. C'è una ragazzina, pochi metri più in là. Ha i capelli chiari e gli occhi pieni di lacrime. È vestita d'azzurro.
Mi manca il fiato, non riesco a respirare.
Non dovresti essere qui! Perché...?
«No, ti prego, non farlo...» supplica la ragazzina.
Un Intrepido – Zeke – la prende per le braccia e la trattiene, impedendole di raggiungermi. Fa anche in modo che gli altri non le si avvicinino, però, e di questo posso solo essergli grato.
Quattro sposta lo sguardo da me a lei, poi guarda di nuovo me.
«È tua sorella?» intuisce.
Stringo i denti e non gli rispondo.
Volevo vederlo crollare mentre mi uccideva, ma a quanto pare sarò io a cedere.
«Ti prego ti prego no...»
«Lucy, va' via» riesco a dire, ricacciando indietro le lacrime. Lacrime? Per cosa? Mio Dio, non posso davvero piangere per... sì invece, per Lucy posso piangere.
Lei scuote la testa, il viso rigato dal pianto, e soffoca l'ennesimo singhiozzo. Si aggrappa al braccio di Zeke per tenersi in piedi.  Quattro la guarda di nuovo. Deglutisce.
Evidentemente non aveva mai preso in considerazione l'altra faccia della medaglia. L'idea che anch'io avessi una famiglia, qualcuno che amo e che voglio proteggere, a quanto pare non lo aveva mai sfiorato. Ingenuo.
Non voglio rendermi ridicolo di fronte a quella che una volta era la mia Fazione, la Fazione che comandavo con rabbia e malignità. Ma il pianto di Lucy mi sta mandando fuori di testa.
«Fallo in fretta» dico, e le mie parole sono quasi il rantolo dell'animale ferito a morte.
Fallo in fretta, così non dovrò più sentirla piangere.
Fallo in fretta, così non dovrò più vederla soffrire.
Non potrò mai più sentire la sua voce.
Non potrò mai più vedere il suo sorriso.
Lei soffrirà, ma è solo una ragazzina. Prima o poi andrà avanti.
Quattro mi rivolge un lungo sguardo, e nei suoi occhi turbina la consapevolezza di quello che sta per fare.
Strappare un fratello maggiore alla propria sorellina, privarla di ciò che resta della sua famiglia.
«Eric...»
Non posso guardarla. Cadrei in pezzi. Ma lo faccio comunque.
Zeke si è inginocchiato di fronte a lei, la tiene per le spalle ma la sua è una presa gentile. Lucy non gli sta badando. Fissa me, tendendo il braccio nella mia direzione il più possibile, come se sperasse di stringermi la mano un'ultima volta.
Quando era bambina le leggevo favole sdolcinate per farla addormentare. Mi tendeva le braccia allo stesso modo, quando desiderava un abbraccio.
Scusa, amore mio, non posso.
Non posso.
Rimarrà sola. La lascerò sola.
Mio Dio, che cosa ho fatto?
«Sii coraggioso, Eric»
Quattro sta per premere il grilletto. Zeke se ne rende conto, e la stringe a sé in modo da coprirle la visuale.
Grazie.
Non deve vedere quello che accadrà.
Il mio corpo che cade esanime a terra, il sangue che macchia i capelli e cola dalla fronte sugli occhi vitrei e rovesciati, sulle guance e poi sul collo. Forse si mischierà alle mie lacrime, non lo so. L'unica cosa di cui sono certo è che Lucy piangerà, e nessuno sarà lì a consolarla. Perché io sarò troppo lontano.
Dio, perché dovrà essere lei a pagare le conseguenze di quel che io ho fatto? Perché lei e non io dovrà rimanere sola?
La pena di morte è solo una scusa.
I veri condannati sono coloro che sopravvivono.
Amore mio, perdonami. È troppo tardi ormai.
Quel che è stato fatto non si può cambiare. Ma a cosa diavolo stavo pensando? Alla gloria, ecco a cosa. Alla fama, al potere.
Ma Lucy non era più importante? Lo era, sì, era più importante.
È sempre stata la cosa più importante della mia misera vita.
Lei chiama il mio nome un'ultima volta.
Poi lo sparo.
E prego che le teorie sulla percezione di ciò che ci accade dopo la morte siano solo storie.
Perché non è stata davvero la pallottola ad uccidermi.
Quel singolo grido disperato è bastato a mandarmi in mille pezzi.

Ed ecco qua, tornata dopo così tanti mesi con una storiella scritta abbastanza di getto. 
Ho voluto rendere Eric più umano, sì, perché nel libro viene raffigurato quasi come un automa, e meritava qualcuno che lo amasse. Così è nata Lucy. Spero che qualcuno voglia leggere questa cosetta, e magari lasciare anche un commento.
Keyla

   
 
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