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Autore: so_iamthis    27/05/2014    0 recensioni
“Meg tu sei solo un pezzo di un puzzle che io non sono in grado di completare!” sbottò portando gomiti sule ginocchia e racchiudendo la testa tra le mani.
Un pezzo di un puzzle? Cosa significava? Davvero mi riteneva solo una piccola e insignificante particella della sua vita? E gli altri pezzi cos’erano? Chi erano? Non ne potevo più di quella situazione, ne ero davvero stanca. Pensavo di essere importante, almeno per qualcuno, ma mi sbagliavo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                   CHAPTER ONE -  A PARTY?

Da circa dieci minuti mia madre non faceva altro che entrare e uscire dalla mia camera, ogni volta indossando un vestito diverso. Quando si trattava di cene di lavoro per lei era sempre un’ impresa decidere cosa mettere.

“Pensate che questo vada bene?” chiese sistemandosi l’orlo del vestito scarlatto che indossava in quel momento.  Emily, sdraiata a pancia in sotto di fianco a me, sbuffò per l’ennesima volta.

“Mamma è il sesto che ci fai vedere, decidi tu!” disse infine poggiando la sua piccola mano sotto al mento. Si capiva che era scocciata, non vedeva l’ora di poter tornare a disegnare lasciando spazio alla sua fervida immaginazione. Io e lei esteticamente eravamo abbastanza simili, entrambe avevamo i capelli mossi però, a differenza sua, i miei erano scuri mentre i suoi andavano più sul castano chiaro. Tutte e due avevamo gli occhi chiari, di un colore indefinito, neanche io avrei saputo come descriverlo a volte.

“Tesoro questa cena è molto importante per me e vostro padre, ditemi che ne pensate, per favore” chiese una seconda volta incitandoci a dirle la nostra opinione. I miei genitori erano giornalisti, tutti e due lavoravano al London Times, spesso avevano delle riunioni o cene che iniziavano a tardo pomeriggio e si prolungavano per tutta la serata. Come per esempio quella di quel giorno, nonostante fosse venerdì e di solito avvenivano di domenica.

“Mamma tutti i vestiti che hai provato fino ad ora ti stavano bene, metti questo e basta” conclusi rassicurandola. Mia sorella annuì con veemenza. Pensai che fosse più d’accordo sul fatto che se ne andasse, anziché sul vestito.

“Va bene, mi fido -fece vagare lo sguardo sulla parete e poi sgranò gli occhi- Sono già le sei e quarantacinque, mi devo sbrigare!” in un battibaleno era già in bagno a finire di prepararsi.

“Menomale! Non ne potevo più” esclamò Emily stiracchiandosi sul letto e abbandonandosi ad uno sbadiglio.

In quel momento entrò in camera nostro padre, era straordinariamente elegante e, al contrario di nostra madre, non lasciava trapelare un minimo di nervosismo, sembrava completamente a proprio agio.

“Ragazze sapete se la mamma è pronta?” chiese aggiustandosi la cravatta blu notte che contrastava con la camicia color azzurro tenue.

“Tra un po’ avrà finito, penso” affermai scrollando le spalle.

“Mike ci dobbiamo affrettare,è tardi” si sentì una voce dall’altra parte del corridoio e dei passi echeggiarono  sempre più vicini. In certi momenti mia madre diventava l’incarnazione vera e propria dell’ansia e dell’agitazione. Dopo poco comparì la sua figura sulla soglia della mia camera.

“Sono pronto, possiamo andare” affermò l’uomo accanto a lei annuendo come per confermare ciò che aveva appena detto. Entrambi si diressero  verso l’ingresso, io e mia sorella li seguimmo.

Torniamo al solito orario, se avete fame vi ho lasciato un po’ di carne e verdure nel frigo. Megan tieni d’occhio tua sorella, mi raccomando. Ciao, a più tardi.” Terminò mia madre sistemandosi una ciocca dei capelli color biondo cenere che le era sfuggita davanti al viso.

“Ragazze, fate le brave” ci raccomandò nostro padre. Io alzai gli occhi al cielo. Ogni volta che ci lasciavano da sole a casa ci facevano le stesse raccomandazioni stupide.

“Si si lo sappiamo, buona serata” dissi in modo sbrigativo.

Io e Emily andammo in cucina, lei si accomodò su una sedia continuando a disegnare con i suoi fedeli pastelli mentre io bevvi un po’ d’acqua. Dopo  qualche minuto suonò il campanello e andai ad aprire. Erano probabilmente i miei genitori che avevano  dimenticato un documento o qualcos’altro. Rimasi spiazzata quando di fronte a me si presentò un ragazzo dai capelli color biondo cenere tirati in un ciuffo, Nathan.

“Sbaglio o avevi detto che i tuoi genitori avevano una cena stasera?” chiese con i suo solito sorriso in grado di mettere allegria al più terribile dei depressi. Lui era il mio migliore amico, non avevamo un’amicizia secolare, di quelle che nascevano dall’infanzia e né tantomeno eravamo come fratelli, più che altro sapevamo come prenderci. Ci eravamo conosciuti in terzo liceo, quando avevo cambiato scuola .Io non ero  mai stata propensa ad avere amiche femmine, restavo dell’opinione che tra ragazze si poteva litigare anche con il più piccolo equivoco, pensavo che delle femmine  difficilmente ci si poteva fidare e, personalmente, ero dell’ idea che l’amicizia tra maschi si basasse su più fiducia. Nathan invece, aveva tutt’un atro rapporto con i ragazzi, in quanto omosessuale. Spesso veniva anche insultato, dato che non si era mai fatto problemi a far sapere a tutti di essere gay, la sua risposta alle critiche era sempre posta su un piano ironico. Per questo lo ammiravo molto, prendeva tutto alla leggera, come se fosse un gioco.

“Sbaglio o non mi avevi detto che saresti venuto?”chiesi usando il suo stesso tono e accennando ad una risata.

“E’ stata una decisione dell’ultimo momento!” si giustificò scrollando le spalle. Io gli sorrisi di rimando e gli feci cenno d’entrare.

 “Megan, chi è?” chiese Emily con la sua flebile voce raggiungendoci in salotto con in mano ‘Miele’, il suo peluche.

“ Pulce!” Nathan si abbassò alla sua altezza e la accolse tra le sue braccia.

“Nate!Che bello che sei qui!” quasi urlò euforica saltandogli al collo.

Loro due sarebbero sembrati quasi fratelli a vederli così. Emily ogni volta che stava con lui sorrideva sempre ed era felicissima. Dal canto suo Nathan la chiamava “pulce” per la sua statura, chiaramente giusta per una bimba di sei anni. In poco tempo prendemmo posto sul divano e, inutile dirlo, la piccola si sedette in braccio al biondo e continuò a cullare tra le braccia l’orsacchiotto .

“Come si chiama questo orsetto, tesoro?” chiese a mia sorella.

“Sulla scatola c’era scritto Teddy Bear, ma a me piace chiamarlo Miele!” disse a gran voce. Nome più buffo non poteva proprio sceglierlo.

“E’ un nome bellissimo, pulce!” esclamò accarezzando il pelo scuro dell’orsacchiotto.

“Mangi con noi Nate?” gli domandai mentre mi alzavo dal divano per andare in cucina a preparare qualcosa.

“Se non do fastidio”

“Ma ti pare? Ti avverto che faccio solo dei panini”lui annuì incurante.

  Nei minuti seguenti,mentre ero in cucina, sentivo le risate ininterrotte di Emily. Probabilmente le stava facendo il solletico, il suo punto debole. Quando tornai con alle mani dei panini vidi la bimba che cercava di dimenarsi da quella sorta di tortura. Mancava poco che le lacrimassero anche gli occhi. La sua risata era contagiosa e fece ridere anche me. Sembrava davvero una piccola pulce che cercava di scappare.

“Su lasciala, tra un po’ piange anche!” dissi tra qualche risata staccandoli.

“Finalmente!” gli scappò ancora qualche risata.

“Facciamo i conti dopo, quando tua sorella  non sarà qui” le disse  Nathan imitando una finta minaccia e facendola ridere ancora di più.

“Meg tu resti qui e non te ne vai più, vero?” mi supplicò poi la piccola. Io scossi la testa sorridendo.

Quando ritornammo ad una situazione normale Nate prese la parola.

“Ah, ero venuto anche per dirti un’altra cosa”

“Dimmi tutto” dissi dando un morso al panino.

Beh… ti ricordi Luke?” mi chiese un po’ titubante.

Certo che me lo ricordavo, era il ragazzo con cui si stava sentendo in quegli ultimi tempi. Non passava un giorno che non mi parlava di lui. Io era contenta di vederlo così felice, era molto presto da questa “reazione”. Annuì incitandolo a continuare.

“A breve è il suo compleanno e sabato fa la festa, ha detto che potevo portare qualcuno” mi informò con il suo solito amabile sorriso.

“E…?” chiesi non capendo dove volesse andare a parare.

“E tu verrai con me! Che domande” affermò con sicurezza scuotendo una mano in aria.

“Ma io non lo conosco nemmeno!” ribattei cercando di fargli cambiare idea.

Sollevò un dito in aria e fece segno di no “Fa lo stesso, verrai e ti divertirai. Non sarà poi così male” disse con convinzione.

“Non mi piacciono le feste, lo sai” dissi scuotendo la testa e inchiodando il mio sguardo nel suo.

“E mi lascerai da solo in un putiferio di gente della quale conosco solo una persona? Non si fa.” disse addolcendo lo sguardo e piegando la testa verso destra.

”Ti prego” aggiunse poi. Io sospirai. Sapevo già che mi sarei pentita di quella scelta, ma se non andavo me lo avrebbe rinfacciato a vita.

“E che festa sia” annunciai con ben poco entusiasmo. Subito dopo vidi lui che si alzò dal divano, con ancora mia sorella in braccio,e insieme si buttarono sopra di me. Doveva essere una sorta di abbraccio, strano, ma comunque era un abbraccio.

 

HEILA’

Ciao a tutte c:

Come state? Spero bene! 

Eccomi qui con una nuova storia. Si lo so, devo ancora finirne due ma … non ho resistito a postarlo, scusate lol

In questo primo capitolo non succede molto, anzi non succede niente. Più che altro si capisce che la nostra Megan è una ragazza piuttosto calma e  ha dei genitori impegnati, un’adorabile sorellina dolciosa(?) e un migliore amico (gay) di nome Nathan che io adoro huywgej

Lo so che questo prologo è piuttosto noioso, ma serviva per introdurre la situazione. Nel prossimo capitolo ci sarà la festa, penso si sia capito.

Cosa succederà? Eheh ci sarà un’ incontro che darà vita alla vera e propria storia(ma dai?) e… niente tutto qui! Ah volevo pure dirvi che nella storia ci sono Nathan e Luke che sono gay ( vabbe’ lo sapete) e che non ci saranno scene tra loro due penso... mi dispiace se vi potrebbe dare fastidio :)

Spero vi interessi come storia.

Ringrazio chi è arrivato/a (non si sa mai lol) a leggere fino a qui e anche chi ha chiuso subito la pagina.

Mi lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate per favore? Mi farebbe molto piacere, che sia negativa o positiva non importa, anche meglio se è negativa, almeno so dove non va bene.


Il protagonista maschile ancora non ve lo dico uu

A presto  bellezze :*

                                                      

 

 

 
  
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