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Autore: Despicable Meggs    28/05/2014    14 recensioni
Tony e Ziva sono sposati. Hanno una bella casa, il lavoro all'NCIS con i loro amici e anche una bella bambina di nome Becky. Tutto procede serenamente nelle loro vite finché un giorno un'oscura presenza dal passato si rifà viva minacciando la loro tranquillità.
Riusciranno i nostri agenti, la nostra squadra, a fermare questa minacciosa presenza? Cosa succederà alla famiglia DiNozzo e ai loro amici?
Ecco la mia nuova storia del mercoledì XD Spero vi piaccia... Anche se leggendo il primo capitolo potreste pensare il contrario, ci sarà molto TIVA! :D Anche perché, ho mai scritto qualcosa che non sia TIVA? XD Attenzione: molto ANGST in vista!! Buona lettura :D
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

La sveglia suonò e Tony la spense dandole un colpo così forte da romperla.
Si mise una mano sul volto e respirò a fondo. Sapeva che quello che stava vivendo non era un incubo e sperava che passasse tutto velocemente. Non erano ancora usciti e già voleva tornare a casa.

Si alzò velocemente e si buttò sotto la doccia lasciando che l'acqua calda gli scorresse addosso. Rimase dentro per un tempo indeterminato, le mani appoggiate al muro e la testa china sotto il getto d'acqua.
Dopo aver rifatto il letto ed essersi rimesso i vestiti con cui di solito stava in casa andò in camera di sua figlia, che stava ancora dormendo.

"Becky, patatina... È ora di alzarsi" le disse aspettando che aprisse gli occhi.

La bambina si rigirò nel letto, dandogli le spalle. Tony sapeva che si era già svegliata e stava solo fingendo di dormire.

"Amore... Forza. Lo so che non vuoi, ma dobbiamo andare" disse Tony accarezzandole la schiena.

La bambina tornò a voltarsi verso il padre e lo fissò.
Aveva gli occhi lucidi, aveva già iniziato a tirare su con il naso.

"Lo so, amore. Lo so" disse Tony prendendola in braccio.
"Facciamo tutto insieme, va bene? Papà sarà sempre con te. Stai tranquilla" aggiunse dandole un bacio sulla testa.

Si alzò e la portò in cucina con lui, intenzionato a preparare la colazione. Quando però cercò di far sedere la figlia a tavola l'unica cosa che ottenne fu sentirla piangere e stringerlo più forte.

"Hey, dai. Mi siedo accanto a te. Non vuoi fare colazione? Puoi mangiare i tuoi biscotti a forma di animali" le disse.

Becky non rispose ma Tony sentì che faceva cenno di no con la testa.

"Che c'è, non hai fame?" le chiese ottenendo una altra risposta negativa.
"Sai cosa, non ho fame nemmeno io" aggiunse mentre si sedeva con lei in braccio.

Rimase seduto con sua figlia per almeno un quarto d'ora. La bambina non disse una parola e lui si limitò a coccolarla e a darle baci sulla testa.
Guardò l'orologio e si rese conto che era arrivato il momento di vestirsi e uscire.

"Ok, principessa. Andiamo a metterci il vestitino, poi papà si veste e  raggiungiamo gli altri" le disse alzandosi.

La mise in piedi sul letto e la vestì con quello che aveva preparato la sera prima. Probabilmente dopo quella giornata lo avrebbe regalato o buttato via. Stessa cosa avrebbe fatto con il suo abito.
Dopo averla vestita la mise seduta e le infilò le scarpe. Poi la prese e la portò in camera con lui, non voleva lasciarla sola mentre si preparava.

Fece appena in tempo a sistemare la stanza che sentì suonare alla porta. Appoggiò la felpa che aveva in mano sul letto e si avvicinò alla figlia che continuava a fissarlo in silenzio qualsiasi cosa facesse.

"Questo deve essere Gibbs. Andiamo, Becky" le disse prendendola per mano. La bambina obbedì senza fare storie.

Aprirono la porta per scoprire che era esattamente lui.

"Buongiorno capo" disse Tony.
"Ciao. Siete pronti?" rispose lui senza aggiungere nient'altro. Usava il minimo indispensabile di parole, come al solito. Ma questa volta per una ragione diversa. Non sapeva cosa dire, non ci sarebbero mai state parole giuste per un momento del genere.

"Si certo" disse Tony prendendo un giubbino per la figlia e uscendo.

Mise Becky seduta sul sedile posteriore e le allacciò la cintura, ma quando fece per sedersi davanti insieme a Gibbs la bambina iniziò a piangere.
Aprì di nuovo lo sportello e si chinò per guardare la figlia.

"Becky, che succede?" le domandò.
"Perché stai piangendo?" chiese ancora asciugandole il volto con una mano.

Lei non rispose ma lo abbracciò, stringendolo forte.

"Vuoi che papà si sieda vicino a te?" le disse slacciandole la cintura. Aveva già capito che era quello che la figlia desiderava.
Becky annuì, calmandosi immediatamente. Voleva stare vicino a suo padre.

"Ok, amore. Papà si siede qui con te" iniziò Tony.
"Capo io..." aggiunse sedendosi e chiudendo lo sportello mentre continuava a tenere la figlia in braccio.
"Va bene così, DiNozzo. Stai con lei" rispose lui senza nemmeno lasciarlo finire.

Gibbs stava guidando da circa cinque minuti e nel frattempo continuava a tenere d'occhio Tony e Becky dallo specchietto.
Lei era in braccio a suo padre, la testa appoggiata sulla sua spalla e stava giocando con il colletto della camicia.
Nel frattempo Tony le accarezzava la schiena e giocava con i suoi capelli, con lo sguardo fisso nel vuoto. Era perso nei suoi pensieri e Gibbs lo capì.

"Come sta?" chiese all'improvviso ridestando Tony.
"Da quando si è svegliata non ha ancora detto nulla, sta male. Ho provato a spiegarle cosa succederà oggi, ma è piccola..." iniziò Tony senza concludere la frase.
"E tu come stai?" disse Gibbs.
"Io? Malissimo" rispose con una risatina isterica.
"Non so nemmeno come farò ad arrivare a fine giornata" aggiunse guardando fuori dal finestrino. Non voleva far vedere a Gibbs le lacrime che gli scendevano sul volto.
"Hey, noi siamo qui per te e per tua figlia, lo sai vero?" rispose Gibbs.

Tony stava per ringraziarlo o dire qualcosa che gli facesse capire che sapeva che avrebbe avuto il loro appoggio quando Becky parlò, per la prima volta in tutta la mattina.

"Papà, ora andiamo a salutare la mamma?" chiese senza staccarsi nemmeno di un centimetro.
"Si, amore. Ti ricordi cosa ti ho detto ieri?" le disse Tony sollevandole il volto.
"Si. Hai detto che andavamo in un posto a salutare la mamma che sta dormendo. Ma se la salutiamo lei si sveglierà, giusto? Quindi tornerà a casa con noi" rispose Becky convinta.

Tony sospirò. Il giorno prima ci aveva messo almeno tre ore per spiegarle che Ziva non sarebbe più tornata a casa. E ora sembrava che Becky, di nuovo, non avesse capito.
Sospirò sconsolato. Questo gli faceva capire quanto, anche la figlia, stesse soffrendo. Aveva da poco compiuto sei anni e le cose le capiva velocemente, era molto sveglia. Sapeva che Becky aveva capito benissimo che la madre era morta, semplicemente stava negando la realtà perché era troppo dolorosa da accettare.

"Becky, guardami. La mamma non tornerà a casa, lei è andata in cielo con il nonno" le spiegò di nuovo.
"Ma... Papà... L'altro giorno mi ha detto che mi avrebbe accompagnato per il mio primo giorno di scuola, a settembre. Se non torna a casa non può..." rispose lei confusa.
"Lo so tesoro... Noi ora stiamo andando a dirle ciao, per l'ultima volta" le disse Tony.
"No, non voglio. Voglio la mia mamma!" gridò piangendo.
"Oh, Becky..." disse Tony stringendola più forte.

Per la restante parte del viaggio in macchina rimasero in silenzio. Il solo rumore che si sentiva erano i singhiozzi di Becky e la voce di Tony che ogni tanto le sussurrava qualcosa all'orecchio per calmarla.

"Siamo arrivati" annunciò Gibbs fermando la macchina nel parcheggio del cimitero.
"Forza e coraggio" disse Tony aprendo lo sportello della macchina.

Non aveva per nulla voglia di vedere tutte quelle persone e sentirsi fare le condoglianze. Non voleva vedere gli sguardi di compassione dei colleghi e amici. Non voleva dover rispondere alle domande di circostanza che tutti avrebbero fatto.
Voleva soltanto seppellire sua moglie, l'amore della sua vita, in santa pace. E voleva occuparsi della figlia che in quel momento più che mai aveva bisogno di lui.

Era per quello che apprezzava veramente Gibbs. Forse perché aveva già vissuto un situazione quasi uguale o forse perché era così. Ma il fatto che non facesse domande inutili e che non parlasse solo perché doveva, lo aiutava molto.

"Io sono dietro di te. Se qualcuno ti da noia basta un cenno e lo allontano" gli disse Gibbs mentre si avviavano al luogo della cerimonia.

I primi che incontrò e sorpassò velocemente furono alcuni amici di famiglia. Con loro proprio non voleva parlare. Li ringraziò velocemente per la presenza e andò avanti.

Becky era letteralmente aggrappata alla giacca del suo completo. Tony pensava che ad andare a fine giornata ci sarebbero stati i buchi, da tanto forte stringeva la stoffa.

Dopodiché incontrò i colleghi. Si fermò con loro, si sentiva al sicuro lì. La prima a parlare, come tutti si aspettavano, fu Abby.

"Oh, Tony. Mi dispiace davvero tanto. Ieri volevo passare a casa tua ma... Lo sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa. Qualsiasi" disse lei, con lacrime agli occhi mentre con una mano accarezzava la schiena di Becky.
"Lo so..." rispose Tony dandole un bacio sulla guancia, in segno di riconoscenza.

Poi si voltò verso McGee che si era messo di fianco a Gibbs.

"Pivello, per favore fai qualcosa di estremamente stupido. Così posso prenderti in giro e inventarmi un nuovo soprannome" gli disse.
"Ok. Prometto che mi impegnerò a rendermi ridicolo d'ora in poi" rispose Tim accennando un sorriso.
"Grazie, McComprensivo. Lo apprezzo molto" disse Tony accennando a sua volta un sorriso.

Tim gli mise una mano sulla spalla e gliela strinse, per fargli capire che anche lui sarebbe stato lì per qualsiasi cosa.
Solo allora Tony si accorse che alla cerimonia era presente anche suo padre. E solo in quel momento si rese conto che, nella confusione del momento, si era scordato di avvisarlo.
Gli avevano detto che Ziva era morta meno di due giorni prima e avevano organizzato il funerale subito dopo. Rimandare avrebbe solo peggiorato la situazione.

Si sentì male per quello. Sua padre era la sua famiglia e se ne era dimenticato.

"Papà, mi dispiace, scusa se non ti ho chiamato... Ma ero..." iniziò Tony.
"Junior. Tranquillo. So benissimo cosa stai passando. Mi ha chiamato Gibbs e mi ha spiegato la situazione... Ho preso il primo volo disponibile" spiegò Senior.

Guardò Tony negli occhi e vide la disperazione, lo smarrimento.

"Figliolo, mi dispiace tanto. L'ultima cosa che volevo era che tu e Becky viveste la stessa cosa che è successa a noi quando è morta tua madre" aggiunse.

Le lacrime iniziarono a scendere sul volto di Tony, voleva fermarle ma non ci riusciva.
Senior lo fece sedere su una delle sedie che erano state preparate per la cerimonia e gli mise una mano sulla schiena.

"Non so se ce la faccio" ammise Tony.
"Si che ce la fai. Ziva non avrebbe voluto vederti triste e depresso a vita. E poi hai Becky, i tuoi colleghi, gli amici. E hai anche me. Ora resto con te finché ne avrai bisogno. A New York se la cavano bene anche senza di me" cercò di tranquillizzarlo Senior.
"Grazie, papà" fu l'unica cosa che riuscì a dire Tony.

Apprezzava davvero il fatto che suo padre fosse lì. Finalmente si stava comportando come ci si aspetta da un padre ed era quello di cui Tony aveva bisogno ora.

"Hey, Tony" disse Gibbs avvicinandosi a lui, seguito da Tim.
"Hai bisogno di qualcosa?" aggiunse vedendolo in quello stato.

Non rispose, ma sia Gibbs che Senior capirono che aveva bisogno di stare un attimo senza la figlia in braccio, per lasciarsi andare.
Fu Senior a prendere l'iniziativa.

"Becky, vieni un po' in braccio al nonno? Forza" disse staccando a fatica la nipote da Tony e portandola un po' lontano dalla confusione.

A quel punto Tony poté prendersi un momento per lasciarsi andare. Per piangere senza paura di spaventare le figlia.
Sia Tim che Tony rimasero con lui, cercando di calmarlo.

Nel frattempo Senior cercava di mantenere calma la nipotina.

"Nonno, voglio tornare da papà" le disse dopo un po'. Lui guardò Tony, era ancora con Gibbs e non voleva disturbarlo.
"Resta ancora un po' con me... Ci andiamo tra poco da papà" le rispose lui dondolandola un po'.
"No, adesso. Voglio papà, voglio la mamma" disse Becky in lacrime.
"Nonno rivoglio la mia mamma" ripeté.

A quel punto Senior la riportò da Tony che nel frattempo si era calmato. Lui la riprese in braccio e immediatamente anche Becky si tranquillizzò.

"Per favore, cominciamo. Sta diventando una tortura, voglio che sia tutto finito al più presto" chiese Tony.

E infatti poco più di un'ora dopo la funzione era finita. Era stata una cosa terribile e straziante per tutti. Per Tony la cosa più brutta era stata vedere la figlia, che mentre lasciavano il cimitero, continuava a chiamare la madre pregandola di tornare a casa con loro.

Andarono ognuno a casa propria, tranne Tony e Senior che si fermarono da Gibbs.
Rimasero lì tutto il giorno. Pensarono tutti che fosse meglio così, invece che riportare Tony e Becky a casa loro dove non avrebbero fatto altro che pensare a Ziva.
Gibbs provò anche a consigliare a Tony di trasferirsi in un'altra casa per un po' di tempo, per evitare che tutto quello che vedeva gli ricordasse Ziva.
Ma lui disse che non poteva. Non se la sentiva e non voleva togliere i bei ricordi della madre alla figlia.

Arrivati a sera Becky dormiva sul divano di Gibbs. Non aveva fatto quasi nulla quel giorno. Se non stare in braccio al padre e disegnare. Ma lo stress l'aveva sfinita.
Così Tony e Senior decisero che era il momento di tornare a casa.

Mentre Tony sistemava la bambina sulla macchina del padre, Gibbs si avvicinò a Senior.

"Per qualsiasi cosa chiamatemi" gli disse.
"Certo. Grazie, Gibbs" disse lui prima di salire in auto e guidare verso casa di Tony.

Una volta arrivati, Tony mise il pigiama alla figlia e la lasciò a dormire nel suo lettino. Poi prese una birra e si sedette sul divano con il padre.

"Grazie davvero per essere qui. Non so proprio cosa fare in questo momento" disse Tony.
"Non dirlo nemmeno, lo sai che ti voglio bene e per te farei qualsiasi cosa. E anche per Becky e per Ziva. È sopratutto grazie a Ziva se il nostro rapporto è così buono ora. Penso di doverglielo" rispose Senior.
"Lei ti adorava" affermò Tony.
"Sul serio, era davvero affezionata a te" aggiunse.
"E io adoravo lei" ammise Senior.

Rimasero in silenzio per un po'. Senior guardava Tony preoccupato, capendo il dolore che stava provando.

"Perché non ti metti a dormire anche tu? È stata un giornata pesante. Se Becky ha bisogno ci penso io" gli disse.
"Forse hai ragione. Meglio che dorma e che non beva" rispose Tony.
"Però per favore, se Becky si sveglia e mi cerca non farti problemi a svegliarmi. Sempre che riesca a prendere sonno" aggiunse.
"D'accordo. Prendo la stanza degli ospiti" lo informò Senior.
"Se hai bisogno, sono lì" concluse.

Tony annuì alzandosi dal divano.

"Fai come fossi a casa tua, papà" gli disse andando verso la camera da letto.

Prima di dormire passò nella stanza della figlia, per assicurarsi che stesse bene.
Le accarezzò il volto e le diede un bacio sulla fronte. La guardò mentre dormiva sperando che facesse dei bei sogni, visto che per lei la realtà era un incubo ora.

"Papà te lo promette, Becky. Prenderò chi ti ha portato via la mamma" bisbigliò.
"Dormi bene, piccola. Io sarò sempre qui per te" aggiunse lasciando la stanza e andando nella sua.

Si svestì velocemente e si mise il pigiama. Poi si sdraiò annusando il cuscino di Ziva per sentire il suo odore.
Da quel momento in poi il suo scopo nella vita sarebbe stato occuparsi della figlia e vendicarsi per quello che avevano fatto a Ziva.
Li avrebbe trovati e li avrebbe uccisi.

















Note dell'autrice:

Odiatemi... Perché lo so che in questo momento verreste tutti venirmi a cercare e strangolarmi per il capitolo (tra l'altro il primo) che ho appena scritto...
Però io vi avevo avvertiti che ci sarebbe stato molto ANGST LOL XD

Diciamo che... È un po' diversa dalle altre storie che ho scritto, almeno questo inizio XD
Quindi si... Avete capito bene: Tony e Ziva sono sposati e hanno una bambina di sei anni che si chiama Becky (non so mi piaceva questo nome XD). E qualcuno, ancora non si sa chi, ha ucciso Ziva. In questo capitolo abbiamo visto il funerale [ma che dolcino Senior che starà con Tony per tutto il tempo di cui ha bisogno] e vediamo Tony che è abbastanza deciso a vendicare la morte di Ziva...

Bene dopo aver sterminato almeno la metà dei miei lettori, vi annuncio che i prossimi 3 (o forse 4) saranno capitoli flashback. Mi appresto a spiegare: partiamo da come vivevano Tony e Ziva con la loro bambina e capiamo cosa è successo e chi è che ha ucciso Ziva per poi sparire senza lasciare traccia.
Quindi si, nei prossimi capitoli avremmo del Fluff e del TIVA love [se scrivo che è una ff TIVA una ragione c'è XD]!!

Spero che non siate troppo sconvolti da questo inizio e che continuiate a leggere... Chi lo sa magari ci sono risvolti che apprezzerete XD
Aspetto con ansia i vari insulti per quello che ho scritto! LOL

*scappa a nascondersi per paura di quello che potrebbe succedere*

Detto ciò vi saluto. Spero che la mia idea vi piaccia! :D
A mercoledì prossimo con un nuovo capitolo!

Baci, Meggie.
  
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