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Autore: Valentina_P    28/05/2014    1 recensioni
La Xavier School é un rifugio per i mutanti che hanno visto il mondo voltargli le spalle. Il Professor X trasformerà quei ragazzi da bimbi sperduti in X- Men.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come i bimbi sperduti


Jimmy si guardò intorno estasiato. Non ricordava l'ultima volta in cui si fosse sentito veramente al sicuro. Era stato una cavia da laboratorio, un esperimento per "curare" i mutanti, perché le persone hanno sempre paura del diverso e quindi cercano di uniformarlo o distruggerlo. Aveva vissuto da solo in una stanza bianca e asettica. Solo un televisore ed una playstation gli impedivano di impazzire nella sua gabbia di luce. Troppa luce. Un piccola finestrella dava su una lunga distesa di acqua, non gli era permesso vedere neppure il mondo da lontano. Lui non ne faceva parte. Jimmy ricordava ancora l'invidia che aveva provato verso quello splendido esemplare alato, un angelo. Lui poteva volare via da tutti quegli occhi indiscreti, dalle provette, aghi e macchinari. Lui poteva essere libero. Ma alla fine anche Jimmy trovò il suo angelo personale. Una ragazzina con i capelli castani legati in modo disordinato, il fiatone e una tuta nera e rosa era apparsa dal muro. Ci era passata attraverso. Era diversa, come lui. I suoi occhi era comprensivi e donavano una tale sicurezza che quando gli disse di fidarsi di lei e che non voleva fargli del male, ci credette. Gli tese la mano e quando il ragazzino l'afferrò si sentì finalmente accettato. Lo difese e protesse da quel rozzo energumeno, lo condusse fuori dalla sua prigione, l'unico posto che aveva mai chiamato "casa" e lo strinse a sé per non perderlo in mezzo a tutte quelle persone spaventate ed urlanti che cercavano di mettersi in salvo. Lui lo era già. Era già stato salvato, da lei, dal suo angelo: Kitty.

Kitty entró nella stanza dell'ultimo arrivato e si lasciò cadere sul letto accanto a lui.
-Allora Jimmy, come ti trovi?- chiese con la solita dolcezza che la caratterizzava
-A casa- rispose l'interessato con un sorriso
-Allora vieni giù con il resto della famiglia- e gli strizzò l'occhio
Si diressero verso la sala comune e si fermarono sull'entrata. Bobby e Rouge stavano sfidando Peete e un altro ragazzo in una partita a calcetto e ridevano eccitati; 5 bambini si trovavano al tavolo tra fogli, pennarelli e pastelli intenti a creare il loro Picasso; nell'angolo, un bambino castano con degli occhiali un po' storti sul naso batteva furiosamente le palpebre e i canali della televisione cambiavano alla velocità della luce; un ragazza, seduta su una sedia accanto alla finestra, osservava con un sguardo perso fuori i fiori crescere e gli alberi dare i loro frutti a velocità innaturale.
-Quando ero piccola la mamma mi raccontava sempre una favola prima di andare a letto. La mia preferita era "Peter Pan". Sai, siamo un po' come loro, i bimbi sperduti. Eravamo soli, senza una casa, una famiglia e senza qualcuno che ci accettasse e ci amasse per chi siamo davvero. Senza qualcuno che non cercasse di cambiarci. Poi il professore X ci ha trovati e così siamo approdati sulla nostra Isola che non c'è. Eravamo soli insieme, fino a quando nessuno é più stato solo. Non siamo più bimbi sperduti, siamo X-Men-
Kitty gli sorrise e si avvicinò a Bobby per aggiornarsi sulla partita. Jimmy sorrise a sua volta e il suo sguardo cadde sulla targa appesa al muro: "Mutanti e fieri". Si, lui era fiero della persona che era e lo erano anche i suoi compagni. Era fiero di potersi chiamare X-Men.
  
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